I pregi e i difetti del nuovo mensile di Paperinik sono ormai noti a tutti: per i primi si fa riferimento alle inedite, alle storie cult, alle copertine, all'idea di presentare rubriche, approfondimenti ed editoriali che avvicinano la testata ad un magazine più che ad un albo di ristampe... i limiti stanno nel fatto che la maggior parte delle pagine siano dedicate perlappunto alle suddette ristampe, e il rischio di riproporre storie non proprio brillanti è sempre dietro l'angolo.
Questo numero è un po' un simbolo di come far pendere la bilancia verso la qualità i pregi, mettendo in ombra i difetti.
Partendo dalla storia inedita, forse la migliore in assoluto di questi nove numeri. Roberto Gagnor e Alberto Lavoradori firmano
Paperinik contro... Capitan Paperopoli , una storia che fa citazionismo sfrenato in modo intelligente, costruendo una trama in cui le citazioni stesse sono parte integrante e motore del plot, con una dose di metanarrativa pesante e la passione dei due autori verso il medium fumetto. Le citazioni infatti sono tutte riferite al mondo dei supereroi dei fumetti americani (Marvel, perlopiù), con tanto di versione papera di Jack Kirby, in un'avventura allucinata dove Paperinik non esiste più nella realtà, ma solo in uno di questi comics. Gagnor, da lettore appassionato di quel tipo di narrativa, ne conosce stereotipi e metodi, e li prende beatamente in giro con battutine fulminanti e intelligenti, che fanno sorridere il lettore che le conosce a sua volta e le sa cogliere. Vedere Capitan Paperopoli che spiega a Paperinik come funzionano nei fumetti gli incontri tra supereroi, o che parla di team-up, sono cose che elevano una storiella di una ventina di tavole a qualcosa di più, un gioco metanarrativo che strizza l'occhio al lettore navigato e che sottolinea il salto di qualità della rivista da quando è rinata. Lavoradori ci mette tanto del suo, e realizza tavole fenomenali: io non sono uno che impazzisce per il tratto del disegnatore di PKNA Zero, ma ne ho sempre apprezzato la carica eversiva (e per questo ritengo che
Evroniani con quei disegni ci stesse bene), pur non essendo un estimatore delle cose fatte da indipendente negli ultimi anni, dove il portare il suo stile geometrico alle estreme conseguenze, unito ad una narrativa fantascientifica piuttosto verbosa e tecnicistica, non ha secondo me fatto bene al suo stile che invece, in Disney, rende le storie cinetiche e godibilissime. Ottimo l'effetto "bollinato" tipico dei vecchi comics, come davvero bello è che a seguire la storia ci siano l'intervista a sceneggiatore e disegnatore per rendere ancora più palese la particolarità di questo progetto. Insomma, quel che aveva fatto Sisti nel secondo numero della testata qua viene rilanciato all'ennesima potenza
Anche sul fronte delle ristampe c'è da star sereni, segno che una buona selezione può essere la killer application di una rivista già molto buona e ricca di potenzialità: al netto di alcune cose decenti e poco più come
Il mondo di Welk e
La tragica revisione, abbiamo quel gioiellino di
Paperinik e l'inganno del successo, di Bruno Enna e Marco Gervasio, dove lo sceneggiatore sardo ripesca lo spirito delle prime storie del personaggio, quando spesso Rockerduck cercava di lucrare ai danni del papero mascherato, costruendo una trama credibile anche nella quotidianità che racconta (Paperina con il suo nuovo lavoro) e disseminando per le tavole alcune battute di quell'umorismo raffinato che Enna non ha mai lesinato e che danno un quid non da poco alla storia. Anche le due storie disegnate da Leoni, poi, non sono male.
Ma inevitabilmente è ancora una volta la storia cult a ritagliarsi uno spazio importante:
Paperinika e il filo d'Arianna (Martina/Cavazzano) è un classico esempio di storia martiniana in cui i paperopolesi sono un mezzo per raccontare l'attualità italiana del tempo. Il femminismo in quegli anni era diffuso e quindi dev'essere sembrato logico e stuzzicante rendere Paperina una paladina del gentil sesso. E dev'essersi divertito un mondo a far gridare a Paperone che le donne sono inferiori, o a dipingere Paperino come un farfallone che viene "adescato" da un paio di gambe fasciate in calze a rete e minigonna XD. Indispensabile come sempre l'introduzione di Valerio, che contestualizza l'avventura.