Alla fine ho preso anche questo ulteriore, quinto numero della testata "nostalgia canaglia"
Il motivo, ancora una volta, la selezione delle storie ristampate: l'esordio di Paperoga, l'esordio di Sgrizzo e la storia-sponsor sulla Fiat 850.
Il Fanatico Igienista contiene sia alcune delle caratteristiche-base di Paperoga (la passione verso corsi/mode del momento/stili di vita, la stramberia, la tendenza a coinvolgere Paperino nelle proprie passioni) sia la classica ironia che
Dick Kinney ha spesso utilizzato nelle proprie storie, specialmente con il cugino di Donald. La storia scorre veloce e di per sé non è nulla di memorabile, ma sa divertire.
Stessa cosa si può dire per
Sgrizzo Il più Balzano Papero del Mondo, in cui
Romano Scarpa introduce un altro folle cugino di Paperino. L'autore veneziano spinge ancora di più sull'acceleratore della pazzia e dell'insanità mentale, mostrando Sgrizzo provenire dritto dritto da un manicomio e dedito - una volta in libertà - alle attività più sconclusionate e fuori di testa. Il difetto della storia è che manca una vera e propria trama unitaria, visto che la sceneggiatura si limita ad una serie di gag surreali dove Sgrizzo la fa da padrone. Un labile filo rosso c'è, ad onor del vero, ma viene comunque portato avanti a suon di stramberie stand-alone. Il lettore però difficilmente ci farà caso, tanto sarà colpito dal carattere esplosivo del nuovo personaggio e dal tratto di Scarpa.
La storia di Mago Merlino e della Fiat 850 non è un granché: interessante per il suo aspetto doppiamente promozionale (sia per
La Spada nella Roccia per che l'automobile), ma le micro-puntate con la tappa della settimana non consentono a
Rodolfo Cimino di scrivere una sceneggiatura rilassata e veramente efficace. Sempre affascinanti invece i disegni di
G.B. Carpi.
Il collage martiniano di strisce di
Walsh/Gonzales con le avventure di Gancio il Dritto è sempre carino da rileggere, perché con il flusso di coscienza inserito nella didascalie si rende ancora più marcato il livello di improbabilità delle vicende in cui il protagonista viene coinvolto.
Paperone e i trofei di caccia grossa e
Topolino e la torta aurifera sono due storie che scorrono veloci, ma efficaci e anche molto divertenti: nella prima
Carlo Chendi dà sfogo alla sua innata capacità umoristica sfottendo la passione "da ricchi" per la caccia di fiere feroci e crea un paio di gag davvero simpatiche, nella seconda i
Barosso scrivono un giallo non molto ispirato ma che risulta ben raccontato.
Massimo De Vita nel primo caso risulta ancora piuttosto acerbo,
Luciano Bottaro nell'ultima storia regala invece delle buone tavole.
Nulla da dire sugli articoli, che si muovono sullo stesso mood dei numeri precedenti.
Alla luce di quanto esposto su Anteprima, dubito fortemente che acquisterò il prossimo numero per mancanza di storie che mi attraggano e/o manchino.