Il titolo agostano della lodevole collana
Definitive Collection è dedicato alla seconda storia della trilogia che
Casty e
Lorenzo Pastrovicchio hanno dedicato al fanta-tecnho-thriller di
Darkenblot.
Della storia si era già ampiamente dissertato un paio d'anni fa, quando uscì su
Topolino,
tanto che sulla Tana del Sollazzo era stato lanciato uno dei nostri "botta e risposta".
Val comunque la pena ricordare che si tratta di un sequel in grado di essere migliore della prima avventura, viziata da un minor numero di tavole e da un bisogno di gestire in meno tavole del previsto una storia articolata. Con
Darkenblot 2.0 - Regeneration invece i due artisti hanno avuto 4 puntate e tutto lo spazio necessario per gestire una storia dalle atmosfere alla
Blade Runner, con una trama ancora più interessante e intrigante della precedente e con dei disegni da urlo, dove il Pastro è riuscito a infondere il suo stile dinamico e dettagliato ad ogni scena, sapendolo comunque mediare anche con atmosfere più "riflessive" e avendo grande cura per l'aspetto dei personaggi secondari e delle ambientazioni.
Casty, da par suo, ha saputo piegare ancora meglio le regole narrative di una storia di robottoni con quelle degli intrecci mystery a lui tanto cari, con un solido mistero da risolvere e tanti indizi sparsi intelligentemente nel corso delle puntate.
La storia si configura quindi come un nuovo e fresco punto di arrivo nella prosa castyana, che ha ben saputo conformarsi a nuovi territori e a trovare i propri spazi all'interno dello spunto avveniristico di Lorenzo.
Parlando della ristampa, oltre alla bella copertina inedita si rileva che gli extra sono interessanti ma... poco ricchi! Il piatto forte del volume dovevano essere gli storyboard di Casty, che però sono presenti solo per alcune scene chiave di ciascun episodio. Suonava effettivamente strano che avessero potuto inserire tutte le pagine in formato storyboard, visto che anche mettendo 6 tavole per pagina si sarebbe ecceduto troppo nella foliazione del tomo, che già si configura come il più voluminoso della testata, ma invece di strisce e vignette ritagliate a mò di trailer (ed effettivamente così sono chiamate le pagine che ospitano questi contenuti) sarebbe forse stata opportuna una scelta diversa, racchiudendo un po' di tavole intere su quelle stesse 3 pagine a disposizione.
Resta il fatto che è sempre un piacere vedere il segno grezzo del Castellan, e fare i confronti con il disegno del Pastro. A corredo di questi extra ci sono poi alcune brevi riflessioni dei due autori, ma anche qui sono davvero troppe poche righe in luogo di quello che si sarebbe potuto dire sulla lavorazione della storia.
Rammarico, quindi, per queste riflessioni e per scelte che comunque, immagino, sono da imputare alle pagine che l'editore mette a disposizione e alla lunghezza della storia in questione. C'è comunque da considerare che il volume va preso, perché la storia merita e perché la funzione basilare della collana - raccogliere in modo ordinato e valorizzante le storie di rilievo dal "Topo" - è raggiunto comunque.