Le storie contenute in questo terzo volume della raccolta di Fantomius si sbilanciano in modo netto rispetto a quanto si intravedeva già nella fine del precedente sul filo della continuity. Tra l'introduzione della vecchia fiamma del protagonista, Lady Senape, presentata in La maschera di Fu Man Etchù e il racconto delle origini del ladro gentiluomo, tra il mostrare genitori e fratello di Lord Quackett e un nuovo, insospettabile nemico tramare nell'ombra, ecco che il lavoro operato da Marco Gervasio si dimostra decisamente improntato alla costruzione di un universo narrativo coeso, dove i rimandi oltre ad essere interni a questo ciclo di storie cercano di integrarsi agevolmente anche con alcuni fatti della cronistoria paperopolese come la presenza di Paperone negli anni '20.
Forse in tutto questo quello che appare maggiormente stonato è un "residuo" della prima parte della serie, quel Paper Holmes solo introdotto in sordina qualche storia fa e che ora ha una storia dove la sua presenza è centrale... ma che risulta la più debole delle 4 qui raccolte, soprattutto per via della caratterizzazione data all'investigatore, descritto come un imbonitore di poco talento ma che alla fine rivela di aver capito l'identità segreta di Fantomius.
Altro elemento che inizia ormai a mostrare la corda è quello dei plot: vedere il protagonista impegnato in un furto, quasi sempre di un "diamantone" o comunque di un tesoro in genere, sta ormai stancando. Poteva essere accettabile agli inizi della serie, ma ora che il progetto ha chiaramente preso il volo verso una struttura più compatta e organica avrebbe anche senso abbandonare il "furto della settimana" e confezionare trame che, pur mantenendo la propria indipendenza verticale, esulino dal furto di prammatica. O perlomeno venga presentato in maniera diversa dal classico schema.
Al di là di questi appunti, le storie sono tutte scorrevoli e piacevoli, grazie ad alcune idee riuscite (la prima missione di Fantomius con le ragioni del suo agire e la sceneggiatura de Il tesoro del Doge, che ho trovato più raffinata della media), all'atmosfera notturna sempre suggestiva e a questo ambizioso progetto di costruzione di un universo narrativo coeso, che per ora funziona piuttosto bene e stuzzica la curiosità. La sfida è però quella di non crogiolarsi eccessivamente in questa via, rischiando di incartarsi troppo in questa ricostruzione storica che, oltre certi limiti, rischia di rivelarsi un boomerang e di rimanere fine a sé stessa.
Interessante la parte redazionale: i bozzetti a matita di Gervasio sono infatti piacevoli da osservare, e presenti in buona quantità, ma ovviamente il pezzo forte è l'intervista a inizio volume, dove l'autore ha modo di presentare le storie raccolte e di descrivere il polso della serie arrivati a questo punto, determinando in modo chiaro le proprio intenzioni relativamente al personaggio e al ciclo di storie che lo vede protagonista.
È presente anche l'albero genealogico della famiglia Quackett e la timeline dei Pitagorico, quest'ultima forse eccessiva nel suo volere mettere date fisse agli avvenimenti famigliari della famiglia di Archimede, e simbolo quindi di quella visione esagerata della continuity a cui accennavo prima.