Avendo letto e apprezzato le storie di Doubleduck che ho letto sparse sui Super Picsou Géant francesi e sul Vatt uscito qualche tempo fa, ho superato i sensi di colpa per la spesa voluttuaria e mi sono concesso questo primo volume della Definitive.
Il progetto Doubleduck mi è sempre piaciuto molto: primo perché gioca con un immaginario, quello della narrativa e del cinema di spionaggio, che mi ha sempre affascinato; secondo perché lo fa adoperando un personaggio ricco di sfumature come Paperino, ennesima dimostrazione della versatilità del nostro papero preferito.
Ciò detto, ho trovato questa storia un po' altalenante: non avevo letto con attenzione le indicazioni degli autori, pensando che si trattasse di una collaborazione Bosco-Vitaliano a tutto tondo; letta la storia, ho riguardato le indicazioni e ho capito tutto. Si avverte un profondo stacco fra il primo e il terzo episodio (sceneggiati da Vitaliano) e il secondo e il quarto (sceneggiati da Bosco): laddove Vitaliano intesse il procedere della vicenda con gag simpatiche e spesso esilaranti, Bosco si mostra più piatto e meno fantasioso, facendo perdere alla storia tanto il lato comico quanto il mordente. Ciò mi stupisce in quanto, degli episodi che avevo letto, in genere erano stati proprio quelli di Vitaliano a convincermi di meno. Qui, invece, ho trovato un autore capace di ricordarmi, a tratti, lo stile di Guido Martina: le interazioni tra i personaggi e le diverse trovate (il cartello del divieto di sosta, la sottotrama della contravvenzione, le scuse con Paperina) riportano in vita per quel che si può la realtà dadaista e feroce col quale il Professore mi deliziava da bambino.
Globalmente la storia non è male: parte col botto nel primo, esilarante episodio, si affloscia nel secondo, si riprende nel terzo e infine si accascia nel quarto con una serie di colpi di scena che, sebbene caratteristici della serie, qui risultano meno riusciti che altrove. Conoscendo già l'evoluzione del ruolo di Kay K, forse ho già perso qualcosa io in partenza.