Segnalo questa bella intervista a Massimo Marconi in cui si parla di tutto il lavoro che c'è dietro alla preparazione dei numeri di Topostorie http://www.fumettologica.it/2014/11/disney-massimo-marconi-intervista/
Finalmente ho trovato il tempo di leggerla.
Che dire, io mi sono quasi sempre scagliato contro le frame-story, ritendole spesso banali, ripetitive e prive di originalità, su questo non voglio nascondermi.
Ciò posto, l'interessante intervista a Marconi comunque conferma che un lavoro dietro la produzione di questa testata c'è, non ne dubitavo e credo che non ne dubitasse nessuno.
Il problema, però, è il risultato di questo lavoro, perchè se l'impegno non è in discussione (ed è, anzi, ammirevole) comunque per l'acquirente del prodotto conta solo e soltanto il risultato finale.
Purtroppo, fino ad oggi questo risultato è stato quasi sempre al di sotto delle attese, almeno per quanto concerne il mio giudizio personale
in relazione al profilo delle frame-story (non sto giudicando la selezione delle storie, sia chiaro): ho ritenuto apprezzabile solo il numero "estivo" con topolino, gamba e basettoni, dove la frame, pur nella sua semplicità, riusciva a mio avviso a creare una sequenza logica ben concatenata e priva di forzature evidenti. Un gradino sotto, ma comunque sufficiente, posiziono il volume su "la dolce vita", che aveva il pregio di non basarsi solo ed esclusivamente sul meccanismo dei ricordi, eppure era molto ripetivo perchè quasi ogni storia preceduta dall'incontro fra paperino e quel suo amico: alla lunga la cosa mi ha dato noia. Più o meno sullo stesso livello il volume su il "ritorno a scuola", dove l'uso del maccanismo dei ricordi non era esclusivo bensi alternato ad altre tecniche di raccordo, ed il risultato finale discreto.
Gli altri numeri, purtroppo, li colloco al di sotto della sufficienza minima.
Vero è che, ad esempio, la selezione del numero dedicato ad halloween presentava storie di tutto rispetto, però se guardiamo solo alle storie allora si prde la particolarità di questa testata, ed è come valutare un qualsiasi grande classico o un generico vatt.
In conclusione, la mia proposta (assurda!) è di cambiare la periodicità e far diventare bimestrale (almeno) anche questa testata: infatti, in un passaggio iniziale dell'intervista Marconi si sofferma sulla necessaria celerità che gli è imposta dalla mensilità della testata, il che impone tanta esperienza, abilità e pazienza; a mio modo di vedere ed interpretare le sue parole (ma probabilmente mi sbaglio, non voglio fargli dire cose che non ha detto!) aver più tempo per la selezione delle storie e la costruzione della relativa frame-story gli consentirebbe risultati migliori.
Che ne pensate?