A me, sinceramente, ha fatto un bell'effetto tenere tra le mani questo volumetto, a dieci anni di distanza da quelli della prima serie. Le pecche, ci sono, è innegabile, e le avete già sottolineate: l'apparato redazionale è davvero scarno, e addirittura inesistente per quanto riguarda la presentazione delle storie. In effetti sembra una versione large del Topolino di quegli anni, con in apertura e in chiusura due storie lunghe e in mezzo le classiche riempitive.
Però, ieri, dopo che l'ho acquistato in edicola, il mio umore è immediatamente migliorato. Sarà che, guarda caso, il 1980 è proprio l'anno in cui, appena imparato a leggere, comprai il primo libretto della mia "carriera" (ne ho parlato in un articolo sul nostro librone "Topolino Tremila" due anni fa); sarà che "La banda dei dodici" resta sempre una gran bella storia (in formissima sia Martina sia De Vita!) e anche l'altra banda (quella "del black-out", con i bei disegni di Carpi) è assai piacevole; sarà l'effetto-nostalgia di ritrovarmi a leggere un'avventura di Ezechiele Lupo. E poi mi ha fatto piacere imbattermi in un ricordo di quello che è in assoluto il mio regista preferito, Alfred Hitchcock (oltre che di John Lennon).
Insomma, visto anche il prezzo lancio di un euro, mi sono trovato a promuovere questo primo numero, anche se, mi rendo conto, più che altro per ragioni soggettive. Non so se seguirò tutta la serie, di sicuro prenderò i prossimi (due al prezzo di uno!), ma poi, per almeno vent'anni di fila, possiedo tutti i libretti originali (o quasi, alcuni li prestai tanto tempo fa a un vecchio amico, che non me li ha più ridati...) e, in effetti, l'assenza di veri approfondimenti mi fa un po' dubitare. Però, intanto, ripeto, sono stato contento - e anche un po' emozionato - di immergermi a fondo in questo numero uno, e mi sono goduto in pieno una bella serata "revival".