Mi trovo abbastanza vicino alle posizioni di Grrodon... [SNIP] Nel Topolino di una decina d'anni fa c'era molta più scelta, più varietà... [SNIP] Ora invece mi sembra che il livello qualitativo sia la lunghezza delle storie si stia uniformando, e questo secondo me non giova particolarmente a Topolino...
criticavo la scelta della direzione di articolare topolino in 7 storie di media lunghezza.
I cambiamenti sono ciclici nella vita di un giornale, chissà quante altre diverse "scelte" modificheranno il tutto nei prossimi decenni. Noi siamo abituati a un Topolino legato alla nostra infanzia che, probabilmente, non piaceva più a chi ci aveva preceduto. Abbiamo lo stesso problema. E quando cresceranno anche i lettori odierni, che adesso amano il Topo, si presenterà loro lo stesso nostro problema. Comunque non trovo che sia una politica sbagliata: l'importante è che il Topo continui attraversi le epoche e non faccia mai la fine del Corriere dei Piccoli (sigh). Se il Topo va bene, attorno a lui nascono anche altre cose più o meno sperimentali e più o meno rischiose (da PK a XM e via dicendo), ma se il Topo andasse male, dovremmo scordarci non solo gli esperimenti, ma anche lui stesso.
Parliamoci chiaro: in un'epoca maledetta di recessione nella quale il trend delle vendite è negativo su tutti i fronti e per tutti gli editori, Claretta non solo è riuscita nel miracolo di arrestare l'emorragia di lettori del Topo (iniziata dopo la fine della gestione Capelli) ma ha addirittura invertito il trend. Miracolo? Certo! Invertire il trend di una qualsiasi testata non era mai riuscito a nessuno, prima di lei! Cacchio, le farei un monumento!
Dunque? Anche a me piacciono le storie chilometriche e rimpiango quelle debordanti e logorroiche della mia infanzia, ovvio, ma se i nuovi lettori (la nuova linfa) gradisce così, che cavolo, tra leggerne ogni settimana di nuove anche se un tantino più corte e non poterne più leggere affatto, so cosa scegliere e mi adatto.
L'importante, a mio parere, è;
- che la qualità continui a migliorare di settimana in settimana come, a mio avviso, sta effettivamente accadendo (giudizio personale e opinabile, d'accordo, d'accordo...)
- che Claretta (anche a lei, per inciso, piacciono le storie lunghe. Quando ultimamente ha ristampato Vento del Sud era entusiasta e la leggeva e rileggeva con un sorrisone beato!)
mantenga saldamente il timone per i prossimi duecento anni, continuando a leggere, come fa, con occhio ipercritico da vera fan ogni singola tavola prima di dare l'ok alla stampa (in questo aiutata anche da Sisto e dal resto della banda, veri fans pure loro. Petruccelli - per esempio - potrebbe gareggiare con chiunque di voi in quanto a citazioni, memoria storica, trame, sviluppi e colpi di scena. Non ti ricordi se una cosa è già stata fatta sul Topo? Tu no, ma lui sì!)
e l'importante è anche, e soprattutto, che il Topo non faccia MAI la fine del Corriere dei Piccoli e di altre gloriose e rimpiante testate.
Scusate la prolissità... purtroppo non sono riuscito a inserire nemmeno una dida narrativa.
Ciao
Alb