Papersera.net

Dopo qualche mese di inattività dovuto a molti impegni accademici torno a scrivere su questo forum con una nuova formula che mi è venuta in mente. Ho pescato un numero a caso dalla mia collezione (riservandomi di prenderne un altro solo se davvero non ci fosse stato niente di particolare nel bene o nel male di cui parlare) e ne ho fatto una piccola critica. Spero di aver fatto qualcosa di interessante e gradito anche per il resto della comunità.

TOPOLINO n.2254 09/02/1999


"Tap e il fratello da collezione" A. Macchetto/A. Ferraris

Una storia del primo Macchetto che mette in scena i due nipoti di topolino in una veste giovane e moderna, dando loro più le sembianze di due giovani adolescenti che quella di bambini perfettini. Partendo dall'espediente classico ma funzionale dell'arrivo di un nuovo compagno di scuola la storia si sviluppa esplorando il per niente banale tema della diversità fra due gemelli oltre l'identità nell'aspetto. Gli scambi di battute nella narrazione offrono non pochi momenti di ironia non eccezionale ma comunque di buon livello, tranne uno scambio di battuta un po' patetico fra Topolino e Pippo e il conseguente racconto del loro primo incontro che ho trovato un po' pretenzioso. Molto buoni i tempi della sceneggiatura e ottima corrispondenza fra questi e le illustrazioni; buoni anche i disegni di Ferraris, che ben si sposano con l'atmosfera giovane della storia, anche se, non so se volendo o meno, non dà, imho, alcuna anche minima parvenza di bellezza/sensualità ai personaggi femminili di cui Tip e Tap si innamorano.

"Zio Paperone e le ninne nanne quasi naturali" R. Cimino/G. Barbaro

Classica ciminiana che non rinuncia ai suoi peculiari tratti distintivi: linguaggio colto, spunti di cultura generale ecc. ecc. Si distingue anche per una certa ironia di livello superiore, imho, anche alla media delle ciminiane. In particolare, tramite la classica avventura commerciale di Zio Paperone, questa storia presenta il concetto dell'inesorabile unicità e irripetibilità di ogni singolo evento naturale ricordandoci pertanto che siamo obbligati ad avere un comportamento rispettoso della natura stessa per evitarne pericolose ritorsioni. I disegni di Barbaro personalmente non mi piacciono.

"Il Grande Splash II p." S. Ziche/S. Ziche

Secondo episodio della terza lunga serie pubblicata dalla Ziche negli anni '90. Battute e gag eccezionali, forse, imho, destinate ad un pubblico più maturo rispetto a quello de "Il Papero del Mistero" e "TopoKolossal".

"La lotta bio-illogica" A. Macchetto/ M. Pavone

Storiella breve, piacevole da leggersi e scorrevole. Personalmente le storie brevi sono un genere che non amo, questa tuttavia, proprio in virtù del fatto che scorre veloce risolvendosi quasi in una barzelletta e non ha pretese di sviluppare una trama impegnata, mi risulta molto più gradita. I disegni non emozionano ma non sono nemmeno malaccio.

"Paperino e l'incidente di percorso" F. Michelini/F. Guerrini

Ottima storia di un Michelini in forma che ci regala una disavventura di Paperino dal sapore fresco e non stantio con elementi di forte ironia e una componente di demenzialità dosata al punto giusto. I disegni di Guerrini sono, imho, perfetti e congeniali allo spirito della storia della quale rendono egregiamente sia la dinamicità e l'eccentricità che tutti i repentini cambiamenti di stato d'animo di Paperino traducendoli in fenomenali espressioni.

"Topolino e l'artiglio inafferrabile" C. Panaro/S. Asteriti

Un' indagine per Topolino, alle prese con una serie di furti apparentemente inspiegabili, successivamente attribuiti ad un marchingegno resistente anche ai proiettili e inarrestabile. Dopo un'incontro casuale con un Gambadilegno arricchito ufficialmente grazie ad una vincita alla lotteria (che, ahimè, non può non far ripensare chi l'ha letta alla migliore Topolino e l'inspiegabile arrichimento di Gambadilegno) Topolino lo seguirà insospettito e lo smaschererà  inchiodandolo alle sue responsabilità. Storia carina ma purtroppo spenta e non certo considerabile un giallo dato che non c'è alcun dubbio di chi sia il colpevole, dato che non appena compare un sospetto, questi viene subito scoperto senza nemmeno un po' di fatica per incastrarlo. Lo spunto poteva anche essere buono ma, sviluppandolo in sole 31 pagine, non poteva che portare ad un prodotto abbastanza sotto tono; probabilmente, con un buon autore come Panaro, un'altra razione di pagine avrebbe consentito di irrobustire la trama rendendola più interessante.