TOPOLINO n.1957 - 30/05/1993"Topolino baby sitter" B. Concina/M. AmendolaLa formula di Topolino che si prende una pausa dalle indagini su consiglio di Minni e Basettoni è certamente un classico, ma l'idea di trovargli un lavoro come baby sitter è originale. Il risultato è una storia in cui si sente bene l'impronta di Concina per più fattori come l'invenzione di nuovi personaggi, il sapore dolce, quasi fiabesco, della narrazione e temi pedagogici trattati in modo leggero, validi senza scadenza e accessibili ai lettori di tutte le età. Se, di sicuro, difetta di azione e non la si può considerare un'avventura, è comunque una lettura divertente e interessante. Più che buoni i disegni di Amendola.
"Paperino e il re della montagna" F. Corteggiani/ComicupDisavventura di Paperino carina e divertente, pur se di comicità ben inferiore rispetto ad altre storie dell'autore nizzardo. I disegni non fanno battere il cuore ma sono comunque adeguati per una storia che non ha pretese da capolavoro.
"Zio Paperone e il giro di Paperopoli" G. Pezzin/ComicupOttima e originale storia che mette in scena la trasposizione a Paperopoli di tutte le caratteristiche e le atmosfere del Giro d'Italia. La trama è ricca, lunga, ben sviluppata e sceneggiata, nonchè piena di momenti divertenti, da semplici gag a situazioni di comicità più complessa, fino al finale paradossale. Curiosa la scelta di usare Orazio come terzo membro della squadra di Zio Paperone insieme a Paperino e Paperoga; forse l'uso di Gastone, che sarebbe stato più ovvio, avrebbe introdotto la variabile fortuna che non avrebbe potuto non influire sull'esito delle gare, cosa che quindi forse Pezzin, secondo me giustamente, voleva evitare. Disegni buoni ma non eccezionali, forse stato meglio affidarla ad un disegnatore più "blasonato".
"Le piccole papere crescono" C. Salvatori/L. GorleroSecondo capitolo della parodia di "Piccole Donne" ad opera di Claudia Salvatori, sceneggiatrice (e scrittrice professionista), a mio parere molto brava, che forse fra gli autori di topolino è sempre passata più inosservata di quanto non meritasse. La storia, ispirata al romanzo originale con gli opportuni aggiustamenti, si legge volentieri anche se non si è letto il primo episodio pubblicato sul numero 1901 del maggio dell'anno precedente. Buoni i disegni, meno comprensibile, a mio avviso, la scelta di fare uso di colori brillanti (non alla Barbarini ma quasi).