La storia di apertura l'ho trovata veramente sciapa ed insipida (giusto per rientrare nel tema culinario): praticamente non succede quasi nulla per tutta la vicenda, il motore della storia è fragile, banale e scontato, i personaggi caratterizzati male, abbozzati o stereotipati (penso a quasi tutto il parentado, insomma), e la presenza
la ritengo assolutamente fuori luogo, praticamente serviva un espediente
affinché l'affare saltasse e Paperone pagasse in tutto per tutto il suo atteggiamento
. Mi spiace, ma la Arrighini non riesce proprio a decollare: sarà per il fatto che nelle sue storie agiscono molti personaggi? Non sarebbe forse il caso di ridurli, visto che non sembra essere capace di gestirli senza scadere negli stereotipi?
Quanto a Mazzarello: la buona volontà ce la sta mettendo, tuttavia il cambiamento è impercettibile, e gli anni passano...
Passiamo a Bosco, invece: la storia di Topolino è davvero ottima, da tempo non leggevo un giallo di ampio respiro e dalla risoluzione tutt'altro che banale. Ho trovato più che gradevole la presenza di Minni, e se questo è il primo di una serie di gialli estivi, ben vengano, almeno le viene concessa una caratterizzazione più sopportabile di quella che spesso viene data da altri sceneggiatori. Molto evocativa e tratteggiata da un ottimo Tosolini, molto meno pasticciato rispetto al passato, l'atmosfera in cui si svolge la vicenda. Fa ben presagire questa serie, pure per i disegni.
Quanto all'ennesima dell'accoppiata Bosco-Ziche, questa è per ora davvero deludente (ma aspetterò alla fine prima di confermare questa mia impressione): quello che voglio sottolineare è che le papere che sto vedendo in azione non sono le stesse di "Papere alla Deriva" o di "Dove Osano le Papere", sembra che Bosco abbia perso il suo tocco... che la Ziche fosse più indicata per questo genere di storie? Lo penso proprio, credo che avremmo avuto due episodi più scoppiettanti e coinvolgenti con lei anche alle sceneggiature, perché il comparto grafico è più che indovinato ed eccellente per il tipo di storia, tuttavia... non mi lascia nulla, mentre nelle altre due precedenti serie le papere risaltavano splendidamente i loro caratteri e si distinguevano.
La straniera non l'ho letta, ma quando è l'ancora in forma Giorgio Cavazzano a disegnarle, nella maggior parte dei casi è un soggetto di infima qualità: del resto hanno sprecato tante volte in passato il talento di questo disegnatore per sceneggiature non proprio brillanti... preferirei che a disegnarle fossero Fecchi e Andersen, almeno si crea il giusto distacco fra quella che è la produzione danese e quella italiana (visto che ci sono differenze nell'intendere l'universo dei paperi, la costruzione dei soggetti e delle vignette). Lo dico anche perché mi sembra strano che quando ci sia una storia danese, a parte i due sopracitati, il disegnatore italiano che viene scelto è sempre Cavazzano, sembra che lo vogliano tenere occupato all'estero anziché dargli più storie di stampo italiano...