La storia di Vitaliano di questa settimana è la chiara dimostrazione che l'autore non avverte la necessità di cambiare qualcosa su un canovaccio esplicito fin dal primissimo episodio della serie: la sensazione di deja vu è pesantissima, soprattutto nelle liti fra un Paperino e un Paperone veramente odiosi, che altro non sono che un esercizio di stile per l'autore, visto l'amore che ha verso i sinonimi.
In ogni caso, anche questo milione si è rivelato abbastanza prevedibile, ed è anche molto simile ad altri: Paperone intraprende un'attività nuova per lui, non riesce a coronare il suo sogno e poi ha la fortunata coincidenza di trovare il modo giusto per racimolare il tanto agognato milione. Più che la "durezza" del personaggio, di un uomo che si è fatto da solo e che ha sudato pur di racimolare il suo immenso patrimonio, Paperone mi sembra solo un papero che coglie l'occasione e con quella racimola tutto il denaro che gli serve, ma mi sembra comunque improbabile giungere ad un milione vendendo semplicemente quell'oggetto. Stessa questione coi ghiaccioli della settimana scorsa, magari tutti vendendo ghiaccioli diventassero milionari, a quest'ora saremmo tutti più felici.
La storia introduttiva è l'ennesima sul calcio, sport che la Panini continua a riproporre sulle pagine del topo. Devo ammettere che stavolta non è stata così pesante da digerire, mi ricorda quei tempi in cui Paperino e Archimede si alleavano al fine di guadagnare qualcosa, con Paperone che ci mette del suo. I disegni di Limido si sono rivelati veramente espressivi, un ottimo tratto.
La storia disegnata dalla Migheli non è nulla di speciale, noto che la disegnatrice sta facendo piccoli passetti per migliorare la dinamicità delle sue vignette, ma l'impressione di piattezza, soprattutto espressiva e dinamica, è lungi dall'essere evidente.
La storia di Cirillo ha il difetto delle sue precedenti, ossia di parlare di quotidianità papera stravolgendo troppo i caratteri dei personaggi, soprattutto di Gastone che sembra avere davvero tutto questo interesse ad uscire con un cugino che anni or sono avrebbe perfino ucciso. Da sottolineare poi l'inadeguatezza dei due nuovi personaggi, secondo me c'è un fine troppo pedagogico in questa storia, e in un certo senso questo buonismo mi stride.
L'ultima storia presenta un Topolino interessante, inserito in un contesto quasi del tutto nuovo, disegnato da un Mazzon in ottima forma che si è distaccato dallo stile di Gatto.
Il numero, nel complesso, si è rivelato sottotono, forse si sarebbe potuto osare di più. Peccato per Cirillo, predilige davvero tanto l'aspetto quotidiano, ma IMHO è troppo banalizzato in questo ciclo di storie...