Per quel che mi riguarda le storie migliori del numero sono quella di pp8 e quella di amendola.
Assolutamente poco da fare, lo scarto tra enna e un pur bravo altro sceneggiatore, quando si tratta dei piccoli eroi di quacktown, è evidente: è evidente soprattutto la naturalezza con cui lo sceneggiatore sardo riesce ad immergersi nell'universo fantasioso e irrefrenabile dei bambini (almeno dei bambini di qualche anno fa). Con altri autori vediamo le avventure con gli occhi di chi le ha scritte, con quelle di enna è come vederle con gli occhi di pp8 e compagni
Amendola invece scrive una breve storia che però ha un qualcosa in più: il doppio è un tema abusato, l'autore ne è evidentemente consapevole e infatti non prova nemmeno a risolvere l'ennesima diatriba orignale-copia. Preferisce chiudere lasciando tutto in sospeso, un piccolo tocco di eleganza che dà dignità a quella che doveva essere solo una riempitiva
La saga di bosco alla fine si è conclusa esattamente come ci si aspettava. Temi importanti e critiche neanche troppo velate, ci sarebbe da plaudire per cose del genere sul topo. Peccato sia stato come guardare un servizio del telegiornale, mai un momento non dico di divertimento, ma almeno interessante.
Sulla storia di vitaliano ho le stesse perplessità di qualcun altro. Non credo che basettoni sia il personaggio più adatto per andare contro la politicallly correctness. Trasformarlo in una specie di infernale quinlan disneyano e per di più soltanto per salvare la poltrona, non mi è parsa una buona idea.
Come non apprezzo, ma qui vitaliano non ha colpa, o meglio si è adattato a quanto portato avanti da altri, il ritratto di rock sassi, compresa la sua caratterizzazione fisica, sempre più prossima a quella dello scemo del villaggio, con una espressione eternamente e grottescamente tarda. Comunque di questo si è già parlato a lungo, sarebbe un discorso ripetuto.
Ultima nota stonata (ci sarebbe il finale che risulta un po' appiccicato, mafa niente) è il tormentone del ciuffo castano: sebbene sia un modo (fiacco) per mettere alla berlina l'opinione pubblica e i suoi futili nonchè ondivaghi criteri di scelta, alla quarta ripetizione in quattro pagine mi stava venendo l'orticaria. Al nanetto di gesso poi ho avuto una crisi di rigetto :