C'è PK, non si scappa (dall'acquisto del "Topo")
E visto che
del secondo episodio del Raggio Nero ho già parlato qui, resta poco da dire sul resto, visto che si veleggia su una media che va dal buono al discreto.
Zio Paperone e il tuffo nella gioventù è la seconda storia di fila di
Carlo Panaro che mi intrattiene abbastanza, anche se meno rispetto a settimana scorsa. Laddove c'era un'avventura normale ma che partiva da basi leggermente diverse, qui lo sceneggiatore ripesca a piene mai da alcuni stilemi barksiani (Paperone che conta le sue monete e alla fine non ricorda più il totale, il ritorno nel Klondike, un flashback legato ai suoi ricordi di cercatore d'oro) mischiandoli con altri già visti nel corso degli anni (un vecchio debito in sospeso da saldare, un vecchio amico cercatore da aiutare ecc.)
La storia scorre, non dico di no, ma il grosso del piacere della lettura deriva dall'atmosfera dello Yukon, che su di me continua ad avere una presa fortissima, e dai disegni di un
Roberto Vian in splendida forma, che solitamente apprezzo più con Topolino ma che qui regala vignette davvero riuscite e poetiche con il giovane Paperone.
Degna di nota, anche se di tutt'altro tenore, è la storia di
Pietro Zemelo:
Paperino & Paperoga naufraghi fuori rotta ha alla base una sceneggiatura da "schidionata", è cioè priva di una narrazione coesa e consequenziale limitandosi ad essere una collezione di gag indipendenti le une dalle altre, legate insieme solo dalla cornice vista nelle prime due tavole. Ad accentuare la cosa c'è proprio la divisione in giorni (1 tavola = 1 giorno). Solitamente tale modalità non è il massimo, perché denota un certo adagiarsi nella facilità di scrittura, ma c'è un particolare che non è affatto secondario: Zemelo fa ridere, e crea battute e scenette efficaci, che strappano più di una risata. E la "schidionata" ricorda quasi le gag dei corti animati, che sostanzialmente spesso usavano proprio il sistema con una cornice all'interno della quale succedevano vari episodietti divertenti. Insomma, va a finire che pur "nata sbagliata" la storia funziona e il risultato finale è genuino e positivo.
Poi ci sono Indiana Pipps e Tip&Tap, ma su queste due storie c'è poco da dire: niente di che il primo, leggerotti e poco avvincenti i secondi.