Solo a me ha fatto piacere il ritorno di Estrella Marina?
Anche io ho apprezzato il ritorno di Estrella Marina, ormai personaggio disneyano a tutto tondo e non in dotazione "esclusiva" al suo creatore. D’accordo, l’identità del villain era prevedibile (chi altri poteva essere, un pescatore a caso?), ma questo, a mio parere, non costituisce un grande problema, se comunque il racconto fila e avvince.
La storia, ben sceneggiata da Valentina Camerini e ottimamente disegnata da Luca Usai, presenta anche delle sfumature interessanti, come quando (pagg. 147-148) Pippo, percorrendo il corridoio dalle pareti di vetro sotto l'oceano, si guarda attorno meravigliato, esclamando "Mai visto nulla del genere! Questo posto è uno splendore, uno spettacolo...". Insomma, è chiaro che costruire un simile acquario è sbagliato per mille motivi (lo si capisce alla perfezione), e inoltre Topolino ed Estrella sono visibilmente sconcertati. Con l'atteggiamento istintivo di Pippo, però, si comprende meglio il punto di vista del "cattivo", tutt'altro che unidimensionale: ci si cala maggiormente nei suoi panni e si capiscono anche le particolari sensazioni di cui va alla ricerca, fermo restando che la crudeltà e l'insensibilità restano evidentissime.
Alla fine tutto torna logicamente a posto. A questo proposito, mi è piaciuta molto l'ultima tavola, con la battuta di Estrella sul sentirsi prigionieri e la poetica vignetta doppia conclusiva.
Insomma, una buonissima storia, nell'ambito di un numero a mio parere tutt'altro che disprezzabile, con una storia d'apertura divertente (certo, il "nipote ribelle" non è lontanamente paragonabile al mitico "nipote ideale" scarpiano, ma la parlata veneto-iberica di Doña Manuela è davvero spassosa) e gli ottimi disegni di Luciano Gatto nella micheliniana “Zio Paperone e le monete aureospaziali”. “Papere alla riscossa”, invece, almeno per il momento, non sta entusiasmandomi troppo per i motivi già sottolineati da altri, ma attendo con fiducia l'ultima parte!