E' un numero che essenzialmente... fa numero quello di Topolino in edicola questa settimana, come è normale che avvenga per una rivista con periodicità settimanale e una produzione di storie totalmente italiana tranne qualche rara e ormai lontana eccezione. Niente di strano quindi che non contenga nulla di particolarmente rilevante, è un "gregario" come ce ne sono stati e ce ne saranno tanti nella corsa ultrasessantennale della pubblicazione.
E' pur vero che sta venendo parzialmente tradita dalla saga delle Papere alla riscossa che, presumibilmente, avrebbe dovuto essere il piatto forte di questi numeri e che, invece, finora non sembra particolarmente riuscita. L'argomento su cui è incentrata è importante e non mancano riferimenti scomodi a tutto un modo di intendere la politica e gli affari nel mondo reale, dove in nome dei propri interessi si passa sopra a tante cose. Però finora manca il coinvolgimento, la storia scorre senza sorprendere, i colpi di scena (il finto corteggiatore, l'alleato che scompare, ....) più che telefonati sono quasi obbligati, anche il burattinaio che sta dietro tutto sembra (e sottolineiamo "sembra" più per scaramanzia che per mettere le mani avanti) chiaro dall'inizio. Soprattutto manca l'umorismo, è una storia in cui si ride poco, quasi per niente. Questo non è certo una colpa, però indubbiamente con queste premesse viene meno la logica alla base della scelta della Ziche per disegnarla. Non si può negare che la particolare interpretazione dei personaggi disneyani dell'autrice veneta si sposa decisamente di più con storie maggiormente umoristiche e con ritmi assai più elevati. E in effetti alcune "esasperazioni" che fuoriescono dalla sua matita sembrano a tratti fuori luogo. Aggiungiamo a questo il fatto che da diverso tempo Silvia Ziche sta parecchio accentuando la sua visione già particolarmente "deformata" dei characters, arrivando in alcuni casi a proporzioni non sempre perfette o comunque eccessivamente parodistiche, oltre a una insolita semplificazione degli sfondi, in molti casi poco più che abbozzati. Insomma, confidiamo nell'ultima puntata, ma fin qui la lettura è stata tutt'altro che esaltante.
Stesso giudizio si può ripetere per le altre storie del numero. Paperinik e il nipote ribelle è la tipica storia che alla fine ti lascia con un interrogativo sul perché della sua esistenza: una vicenda in cui sembra succeda di tutto e poi invece non succede nulla. Una marea di personaggi (alcuni persino creati ex novo) il cui apporto allo svolgimento è pari a zero. Sì, le commedie degli equivoci si basano su questi meccanismi, ma in genere con ben altri esiti dal punto di vista del divertimento.
L'inossidabile coppia Michelini/Gatto produce una avventura semplice e teneramente ingenua rivolta ai lettori più piccoli, mentre la chiusura è per una altra storia che promette molto ma mantiene poco. Scritta da Valentina Camerini e disegnata con un certo piacevole istrionismo da Luca Usai vede il ritorno di Estrella Marina con una vicenda per certi versi interessante ma che si conclude troppo in fretta e senza particolare originalità. Peccato perché almeno la prima parte è intrigante quanto basta, ma il trio di protagonisti dal momento in cui è chiamato all'azione si limita a fare da spettatore.
Per la parte redazionale, segnaliamo un ampio servizio dedicato alla mostra "Zio Paperone e i segreti del deposito" al museo WOW di Milano, poi spazio allo "speciale estate", a un giovanissimo giocoliere e alla rubrica tecnologica "fuori di... chip" (sempre ridotta all'osso).
Leggi la recensione
Voto del recensore:
Voto medio: (25)
Esegui il login per votare
0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.