Si tratta di un numero affollato di storie... peccato che solo tre di queste siano in qualche modo rilevanti.
Già, perché la brevi di
X-Mickey, quella di Gambadilegno e la straniera pubblicata in chiusura sono dimenticabili, a voler essere buoni: storielle senza scopi particolari, che non intrattengono granché e che si fatica a finire di leggere.
Fa eccezione la breve di
Zemelo con Amelia, ben ritmata e simpatica, penalizzata però da dei disegni che ammazzano tutto il dinamismo della sceneggiatura rendendola molto meno efficace di quanto non avrebbe potuto essere.
Restando nel campo delle brevi, l'auto-trollata di
Casty e
Pastro con
Conflitto smodato è geniale, una boccata d'aria fresca per quanto riguarda la freschezza, la voglia di giocare in modo arguto con i lettori e di prendersi in giro da soli, lanciando qualche simpatica frecciatina a un certo tipo di intrattenimento in generale.
Poche tavole fulminanti, un modo simpatico per mantenere vivo il mondo di
Darkenblot attraverso il film fittizio basato sulle imprese di Topolino e approfittandone per creare una storia così esagerata e fuori dagli schemi da rimanere impressa.
Gli altri due validi motivi di acquisto del numero sono il finale di
Topo Maltese di
Bruno Enna e
Giorgio Cavazzano e la nuova incursione ne mondo dell'arte con
Roberto Gagnor.
Topo Maltese conferma le alte aspettative create con il primo tempo: Enna scrive un'avventura con la A maiuscola, che non si limita a riprendere elementi di
Una ballata del mare salato di
Hugo Pratt ma ne ricrea le sensazioni e il senso avventuroso, creando una storia pienamente Disney ed esaltata da un Cavazzano in stato di grazia.
Un mio commento più approfondito al riguardo potete trovarlo nella
mia recensione per Lo Spazio Bianco, pubblicata proprio stamani.
Per quanto riguarda Andy Duckhol, il Paperoga pasticcione di Gagnor si conferma ancora una volta un personaggio divertentissimo e calamita per trame folli e movimentate. I riferimenti a
Andy Warhol sono ben calibrati e apprezzati, in particolare le parodie delle band per cui l'artista ha disegnato copertine di album (i Sorbet Underground + Pico in luogo dei Velvet Underground & Nico mi hanno ucciso!
), e la lettura mi ha regalato un quarto d'ora di serenità. Sempre molto belli i disegni di
Stefano Zanchi, molto plastici e con dei Paperi dinamici (ivi compreso Duckhol), e valorizzati anche dai colori