Concordo con coloro che scrivono che un dato di 300mila copie senza alcun altro numero di riferimento è assai poco utile alla comprensione (accade spesso ma non è mai positivo).
Per quanto riguarda quello che mi sembra essere stato il tema portante del topic io vorrei far notare una cosa: la violenza non è un tema adulto, spesso è un tema adolescenziale.
La ricerca della violenza riguarda una tematica di passaggio nell'evoluzione degli esseri umani, e infatti se si cercano determinati prodotti vietati ai minori la violenza diviene tematica portante e diventa il fulcro dell'attenzione.
Ma il fatto che siano prodotti vietati ai minori non significa che siano per adulti. Significa che ai bambini è sconsigliata la visione, e che chi è maggiorenne può decider se valga la pena vederli oppure no.
Spesso si decanta la violenza nelle fiabe. Ma la violenza nelle fiabe, quando appare, non è centrale ed è solo di passaggio.
A questo punto io di solito metto in contrapposizione
La regina di ghiaccio (film di animazione sovietica degli anni 50) e il recente
Racconto dei Racconti. Nel primo c'è una scena a dir poco terribile: la regina estende il suo freddo e una madre pennuta muore per proteggere i suoi cuccioli nel suo nido: c'è, ma dura pochi fotogrammi, e non diventa il fulcro di alcuna situazione.
Il racconto dei racconti cinematografico invece si sofferma morbosamente sui particolari scabrosi dei racconti di Basile, che erano invece sottotitolati "intrattenimento dei bambini" perché il passaggio violento era tale solo nel ripensarci, non nel leggerlo. C'è modo e modo di descrivere qualcosa e di soffermarvisi, la fiaba non lo fa perché non le interessa.
Coloro che ormai sono ultracinquantenni sono cresciuti a Muzio Scevola. La scena non è certo pacata, ma il fulcro è spostato sul fatto che il suo sia un atto d'onore e di valore, non sui particolari del dolore provato.
Uccidere tutti i personaggi è infantile quanto farli sopravvivere ogni volta (se non di più).
Il desiderio del massacro implica un desiderio di violenza irrisolto che nulla ha a che fare con una visione matura della violenza, che spesso deve essere mezzo ma non fine.
La produzione di film dello studio Ghibli mostra come si possano trattare tematiche per adulti senza scivolar nell'orrido e nello scabroso. Sicuramente
Si alza il vento è un film più per adulti che per bambini, e non c'è nulla di trucido, anche se i temi al suo interno sono assai importanti.
Kiki consegne a domicilio è un perfetto film sia per bambini sia per adulti.
Ed è in questo che la Disney è spesso stata particolarmente capace: riferirsi ai due pubblici alle estremità, creando prodotti come
Il Re Leone.
Ogni tanto è scaduta su un lato (troppo smielato e infantile) o sull'altro (
Taron e la Pentola Magica per citare un caso) e i risultati sono stati infatti deludenti in ambedue i casi.
Non dico che sia facile, anzi non lo è per niente.
Ma
il Re Leone è un'opera che piace ai bambini e agli adulti, senza che in esso vi sia nulla di trucido e nulla di vietabile ai minori.
Per casi recenti ci si può riferire alle migliori produzioni Pixar (
Up,
Gli incredibili,
Alla ricerca di Nemo) e ad alcune produzioni Disney (forse in questo senso
Zootropolis è ancor più adatto di
Frozen nella sua intergenerazionalità).
E notate bene che, senza che ai genitori passi per la mente di vietarlo ai propri figli, in
Biancaneve e i sette nani e
Cenerentola (senza andare alle scene topiche di
Dumbo e
Bambi) esistono due antagoniste di una pura malvagità difficilmente rintracciabile altrove...
Aggiungo un altro esempio.
Perché qualcuno giustamente penserà: esistono film importanti e di buona qualità vietati ai minori ed esiste un genere dell'orrore che ha prodotto anche pezzi significativi di storia del cinema.
Il genere zombie è nato come importante e poi man mano ha finito per ripetere sé stesso senza grande significato.
Ma questo perché quando Romero lanciò
La notte dei morti viventi gli zombie erano un modo per criticare la società americana e, in particolare, la guerra del Vietnam. Così come i suoi successivi due film di genere (
L'alba e
Il giorno), pensati per criticare il consumismo e il militarismo della presidenza Reagan.
Mostrare cadaveri che si muovevano non aveva lo scopo di spaventare o orrorificare il pubblico, ma aveva quello di fare dell'indubbia e assai chiara satira sociale...
La violenza per la violenza non aggiunge maturità e non ha in sé un senso proprio. E più la violenza diviene il fulcro di un racconto (sia esso un film o un libro) più questo è normalmente deficitario. Una cortina di fumo dietro cui nascondere la mancanza di idee e di contenuti.
La grandezza di Topolino è stata e spero sarà ancora per lungo tempo quella di riuscire a parlare anche di argomenti complessi con un lessico fruibile per le diverse generazioni possibili di lettori (siano essi bambini o adulti). L'Inferno di Dante non è certo un'opera per bambini, eppure la trasformazione in punizione per monelli e l'introduzione dei buffi endecasillabi di Martina consente ai più piccoli di avvicinarsi man mano all'opera, compiendo i primi passi verso un mondo letterario assai più vasto.
E, se credete ch'io lo dica per soprelevar la sola introduzione alla letteratura (di per sé operazione già più che valida), ci si ricordi che l'
Inferno di Topolino conteneva riferimenti satirici all'Italia del suo tempo
Le storie di Carl Barks sono uno specchio interessantissimo dell'economia americana di un determinato periodo. Le storie di Zio Paperone cominciano a far capire ai figli in modo intelligente il rapporto tra i loro genitori e le tasse
Si possono fare eccellenti prodotti per bambini senza che questi divengano delle "bambinate"...