In questo numero di Topolino scorgo due punte di interesse che, banalmente, sono rispettivamente la storia di Vitaliano e la conclusione della saga di Stabile-Zemelo.
Vitaliano esibisce una critica molto pungente nei confronti dei passatempi della società, e assieme a questo unisce almeno quattro elementi che la rendono ancora più interessante: un Macchia Nera scritto a dovere e non banale, un Topolino sagace che non casca al suo gioco perverso, il ritorno di Enigm e il richiamo ad una parte della fisica che riesco ancora a ritenere affascinante (per quanto io, purtroppo, sia avverso alla materia e ai suoi divulgatori, ma è un altro paio di maniche). Ritengo bello vedere Vitaliano uscire un po' dai suoi soliti virtuosismi linguistici o dai suoi eccessivi tormentoni per scrivere una storia pungente e soprattutto credibile, quindi questa è promossa a pieni voti.
Veniamo invece alla conclusione del deposito sotto A.S.S.E.D.I.O., che ha il grandissimo pregio di aver finalmente messo in scena, con una saggia e magistrale regia, una narrazione corale in cui i paperopolesi stessi fossero partecipi, restituendoci al contempo tutti quei personaggi banalizzati e storpiati da Sio in una veste dinamica, credibile e soprattutto coerente, dal Paperone teatrale al Paperoga anarchico il cui comportamento non è ridicolo. Ma soprattutto il vero fiore all'occhiello è Rockerduck: ERA ORA! Stabile aveva già provato in passato ad attribuire al personaggio una personalità un po' diversa dall'essere il "miliardarucolo di classe B prontamente umiliato e battuto da Paperone", tuttavia non gli era andata bene per alcune derive ambigue del suo carattere. Ecco, in questa storia Rockerduck è scritto divinamente, il suo dramma si consuma nell'anima ma è intuito, si intromette timidamente ed esplode in quest'ultima puntata, dove si risolve in un atto perfettamente coerente con quello che è il suo vissuto interiore: Rockerduck deve molto a Paperone anche se è restio ad ammetterlo, la sua presa di posizione esplicita è più che giustificata... Famedoro avrebbe brindato alla disdetta di Paperone, lui infido miliardario dal cuore di pietra, ma Rockerduck è diverso... non importa con che intensità di odio volga lo sguardo verso Paperone, dentro le sue pupille si nasconde una fortissima ammirazione, che è poi il pretesto che lo spinge a cercare sempre la via più facile per batterlo, il bisogno di dimostrargli di non essere un pivello. Trovo che Rockerduck in questa storia abbia fatto intuire perfettamente, senza trovarsi faccia a faccia con Paperone, quell'atteggiamento che nell'intimo non riuscirebbe mai a confessare a nessuno, proprio per le sue ambizioni. Rockerduck è molto umano in questa storia, ed essendo probabilmente il mio personaggio preferito (ho sempre avuto un fascino per i villain, sarò strano io...) non posso che levarmi il cappello alla superbia con cui è stato scritto. Grazie mille ad entrambi, Stabile e Zemelo, per averci restituito dei personaggi e, soprattutto, un personaggio come Rockerduck.
Dopo l'odissea dei precedenti numeri, è una gioia per gli occhi e per il cuore vedere e percepire dei personaggi scritti bene, sia per Paperopoli sia per Topolinia.