Ho comprato oggi "Le imperdibili" numero 23.
Come sapete sicuramente sono ristampe di storie tratte da "Almanacco di Topolino".
Non ho mai letto L'almanacco.
Ho avuto l'impressione che sull'Almanacco finissero le storie "di scarto".
Quelle non degne di essere pubblicate sul Topo.
C'è Carpi, c'è Martina, c'è Scarpa, c'è Bordini...ma le storie mi sembrano decisamente "pasticciate"...incoerenti nello sviluppo narrativo, le trame molto semplificate.
[...] Il "sottotitolo" della testata ("le più belle storie di una volta") mi pare quindi piuttosto inadeguato in quanto "le più belle storie di una volta" erano sul Topo e non sull'Almanacco...
Occhio a non generalizzare, pero': quelle che hai letto sono le storie che il buon Stefano Ambrosio ha selezionato per le Imperdibili 23, e quindi dipendono da:
- quanto era gia' stato ristampato nei precedenti 22 numeri, nonche' nei 13 "Almanacco Topolino Nuova Serie";
- quanto e' reperibile negli archivi Disney nei limiti di tempo e budget della testata (che io ignoro, ma sicuramente Ambrosio deve avere ben presenti);
- i gusti personali di Ambrosio, ed eventuali restrizioni imposte a livello di politica editoriale della Disney (censure, storie ritenute troppo "arcaiche"...)
L'Almanacco era nato come prosecuzione degli Albi d'Oro, e nei primi anni ne aveva mantenuto l'impostazione: una storia lunga, di solito di produzione italiana, e materiale americano per completare la foliazione. Il livello delle storie non era affatto basso, e tale resto' per tutti gli anni Sessanta, nel corso dei quali venne spesso aggiunta una seconda storia italiana in chiusura di numero: oltre alle storie di Scarpa gia' citate nel thread, ne apparvero altre assai belle, scritte e disegnate dagli stessi sceneggiatori ed artisti che lavoravano su Topolino.
In questo periodo "aureo", mancava in effetti qualcosa rispetto alla testata settimanale: le storie lunghe in piu' puntate, che sono poi quelle che hanno creato il mito dei Disney Italiani. Ma questo era dovuto a problemi puramente logistici: al giorno d'oggi si ritiene che i lettori non abbiano la pazienza di aspettare una settimana per vedere come va a finire una storia, allora si aveva un po' di pazienza in piu', ma non troppa
All'inizio degli anni Settanta il livello inizio' a calare, soprattutto a causa dei troppi soggetti del Disney Studio (quelli si', troppo spesso pasticciati ed incoerenti), per poi crollare definitivamente nella seconda meta' del decennio (ma non e' che sul settimanale le cose andassero meglio...)
Sugli anni Ottanta non mi pronuncio, conoscendo assai poco quei numeri.
Insomma, prova a recuperare l'Almanacco dell'ottobre 1968, uno dei giornalini-mito della mia infanzia: in apertura, "Paperino missione Zantaf", di Chendi/Bottaro; in chiusura, "Topolino e la Porta del Sole", Barosso/M. De Vita; in mezzo, "Zio Paperone e il Ranch dello Scrocco" e "I Tre Nipotini e la "Fondazione Addio"", due soggetti comunque decenti del Disney Studio, sceneggiati da Dalmasso e disegnati da Scarpa e Carpi... poi ne riparliamo