Tutto Disney n. 45- Paperi galattici
E le mie (personalissime) aspettative non sono state (in gran parte) deluse: un albo abbastanza buono che si fregia di un paio di splendide perle.
Zio Paperone e le guerre planetarie Martina/Carpi
In tutta franchezza questa storia (di cui possedevo solo la prima parte) mi ha deluso.
L'inizio è davvero promettente, con Paperone e nipoti dispersi nello spazio e inseguiti dai B.B., ma quando l'azione si sposta sul pianeta Splendor vi è un evidente calo qualitativo, con gli avvenimenti che si susseguono molto, troppo velocemente, terminando con un finale carino, ma che non riesce a salvare capra e cavoli.
Dal punto di vista grafico, però si tratta di un vero capolavoro del Carpi degli anni d'oro.
I mercoledì di Pippo- Asteroidi contro la Terra Salvagnini/De Vita
Che dire?
Un piccolo capolavoro del bravissimo Salvagnini, i cui testi ben si adattano allo stile di De Vita.
Una storia molto originale, a tratti sconclusionata (come, del resto, tutte quelle della serie), che regala risate a volontà grazie ad una miriade di gag davvero esilaranti.
Volendo dare un valutazione da 1 a 10 si merita ampiamente un bell'8.
Zio Paperone e il "botto" siderale Cimino/Cavazzano
Ed ecco la vera perla dell'albo, un Cimino degli anni d'oro coadiuvato da un Cavazzano ancora molto scarpiano, ma che già si avvia a sviluppare un proprio stile personalissimo e riconoscibile a prima vista.
Cimino riprende il filone fantascientifico, da lui molto utilizzato in questi anni, e in seno al quale aveva già realizzato veri e propri capolavori, (quali Zio Paperone e il medioevo siderale [1971] o Zio Paperone e le macchine ribelli [1969], regalandoci un' avventura davvero eccezionale, con uno Zio Paperone più altruista e onesto che mai (in questo senso, spettacolare e quasi commovente il colpo di scena finale).
Inutile dire che molti aspetti (soprattutto grafici) di questa storia preludono alla saga spaziale (disneyana) per antonomasia, quella di Reginella (che di lì a poco avrebbe avuto inizio), a cominciare dagli abiti degli alieni, molto simili a quelli che verranno rappresentati dallo stesso Cavazzano nella suddetta saga.
Molto interessante, infine, il confronto denaro-accumulatori, che dimostra come il valore delle cose cambi a seconda delle necessità.
Pennino e l'astronave rosa shocking Aguiar/Rodrigues-Barbosa
Certo, dopo l'appassionante lettura de Il "botto" siderale non è che questa avventura faccia una bella figura.
D'altronde, Cimino a parte, si tratta di una storiella davvero insignificante, in cui tutto va bene dall'inizio alla fine, dimostrando la pochezza di fondo di molte avventure brasiliane.
Topolino e la galassia delle sfere essenziali Fanton/Asteriti
Una storia senza capo nè coda, che lascia molto perplessi.
Già le prime tavole pongono parecchi interrogativi: i protagonisti della storia sono Topolino e Pippo o due loro discendenti? La vicenda si svolge nel futuro? Perchè arrivare fin laggiù per procurarsi dell'uranio?
Ma è con il procedere della vicenda che le perplessità aumentano.
Di fronte a "proiezioni astrali" i nostri decidono, imprudentemente, di abbandonare la navicella per giocare ai cow-boy.
Già questa è una trovata quantomeno balzana, ma la farfalla-robot e il giullare alieno rendono la storia una delle più sconclusionate che abbia mai letto.
E nemmeno le spiegazioni finali riescono a dissipare tutti i dubbi sorti durante la lettura.
Ma almeno un lato positivo c'è: i disegni di un eccezionale Asteriti, in quel periodo al meglio della forma, che ci regala dei veri e proprii capolavori.
Zio Paperone e le criminose imprese dei Gufo-robot Martina/Carpi
Ed eccoci al secondo lavoro qui presente del famoso duo.
Questo, però, è sicuramente superiore all'altro, e per il tratto di Carpi (qui giunto al suo caratteristico stile anni '80), e per una maggior capacità narrativa di Martina.
Certo, il mondo "alla rovescia" è un canovaccio di cui si è fin troppo abusato, ma qui viene reso in maniera alquanto originale, dando vita ad un'avventura coi fiocchi, che fa dell'umorismo il proprio punto di forza, a cominciare dal titolo, chiara presa in giro agli ormai leggendari robot dei cartoni animati giapponesi, all'epoca segiutissimi dai ragazzini.
Di certo, non si tratta DEL capolavoro di entrambi gli autori, ma fà pur sempre le sua figura sugli albi in cui viene ristampata.
In definitiva un albo da avere (se non si posseggono le storie italiane qui presenti), realizzato con cura.
Certo è che, però, un bel redazionale non sarebbe stato sgradito.