Dopo l’anteprima allo scorso Romics ha debuttato anche in fumetteria, da ormai una decina di giorni, il volumone che ristampa in un’unica soluzione
Gli Argini del Tempo, la seconda storia della rinascita di PK e pubblicata sul “
Topo” qualche mese fa.
A suo tempo si era già ovviamente parlato diffusamente della storia in questione, settimana dopo settimana, anche grazie al contributo attivo dei due autori
Alessandro Sisti e
Claudio Sciarrone, che accettarono di partecipare al
“botta e risposta” che era stato organizzato sula Tana del Sollazzo per l’occasione.
C’è poco, ora, da aggiungere a quanto si era già detto allora:
Gli Argini del Tempo è una storia complessa da valutare perché da una parte offre un intreccio assolutamente intrigante, degno delle storie migliori sui viaggi nel tempo viste su
PKNA, riportando in scena alla grande il team composto da Paperinik e Lyla, ma dall’altra non sembra amalgamarsi armoniosamente con l’avventura che la precede, quella
Potere & Potenza di Francesco Artibani e Alessandro Pastrovicchio che aveva gettato determinate basi per questo rilancio del format PK, che vengono raccolte solo superficialmente dalla sceneggiatura di Sisti. Situazioni ed elementi visti nella storia del 2014 vengono o aggirati (si torna nel passato per riavere la Ducklair Tower intatta) o equivocati (la figura di Angus Fangus), confondendo così i pkers che si aspettavano forse maggior coerenza in questa fase iniziale della ripresa pikappera.
Ciò detto, rileggere ora l’avventura, tutta di filato, restituisce al lettore un’esperienza comunque positiva nel complesso: nonostante fosse pensata per la suddivisione in 4 puntate, con un colpo di scena ad ogni finale intermedio, la storia scorre molto bene e consequenzialmente anche letta tutta insieme, dando forse anche maggior soddisfazione per quanto concerne lo sviluppo, lo svelamento dei misteri e la trama in generale, che come da miglior tradizione dei crono-garbugli sistiani non è certo così facilmente fruibile.
La ristampa nel formato gigante della
Topolino Limited De Luxe Edition permette anche il non indifferente vantaggio di poter ammirare le tavole di Claudio Sciarrone in tutta la loro spettacolarità, guadandoci sicuramente rispetto all’edizione originale del pocket settimanale. I più pignoli potrebbero senz’altro puntare il dito contro alcune imprecisioni, altri avranno da ridire sull’aspetto troppo provocante di Lyla, altri ancora potrebbero non riuscire ancora a far pace con l’evoluzione del tratto dell’artista milanese, figlio anche del passaggio al digitale che per Sciarrone sussiste da quasi una decina d’anni, ormai. Ma, condivisibili o meno, onestamente non si può non rimanere abbagliati dalle tavole di
Gli Argini del Tempo, pienamente specchio dell’attuale meta artistica raggiunta dal disegnatore e assolutamente adatte alle atmosfere di PK. Il suo Paperinik è ottimo, molto buono anche il suo Razziatore, e la sua Lyla resta la migliore, anche in questa versione “aggiornata”, più sexy ma sempre restando anche sbarazzina e avventurosa, quel mix di elementi che l’aveva fatta diventare beniamina dei pkers oltre all’avvenenza. Oltre ai personaggi, poi, è il lavoro su sfondi, ambientazioni e struttura della tavola a costituire un’ottima prova per Sciarrone, in grado di coniugare perfettamente, in questo ambito, le possibilità dinamiche e cinetiche fornite dal disegno digitale.
Lo spiega lui stesso nei contenuti speciali del volume. Il contributo di Sciarrone è davvero interessante perché riesce a spiegare bene le potenzialità del disegno digitale anche grazie ad esempi visivi dei vari passaggi, permettendo di diffondere un po’ di informazioni in merito che magari il grande pubblico ignora.
La parte riservata ad Alessandro Sisti permette invece allo sceneggiatore di spiegare in modo semplice (per quanto possibile!
) le basi pseudo-scientifiche alla base della trama. Niente di lontanamente esaustivo quanto le dissertazioni pubblicate sul nostro forum, ma un robusto bignami che riesce concisamente – e con un efficace disegnino – a illustrare lo svolgimento dell’avventura pikappica, non senza la prosa vivace e briosa dell’autore.
Infine
Max Monteduro ha due pagine per spiegare il suo lavoro partendo dai disegni di Sciarrone, evidenziando la differenza del suo lavoro quando parte da tavole disegnate in digitale, spesso con alcuni effetti speciali già inseriti, e mostrando le scelte fatte per colorare la copertina e impostarla graficamente.
Anche questa volta, come nel volume dedicato a
Potere & Potenza, gli extra non sono numerosissimi, ma si rivelano comunque interessanti e di spessore, aggiungendo veramente qualcosa.
Degno di nota, infine, per quanto di una sola pagina, il disegno-omaggio-prefazione di
Zerocalcare, simpatico nel suo saper cogliere come sempre l’anima nerd dell’appassionato pker.