Parlare di
Mickey's Craziest Adventures (soggetto e sceneggiatura di Lewis Trondheim / disegni di Nicolas Keramidas) vuol dire necessariamente soffermarsi sulla peculiarissima struttura di questo bel libro. Nell'introduzione infatti i due autori, "novelli Potocki" (o "novelli Manzoni", se preferite: io preferisco il primo
), dicono di aver trovato in un mercatino delle pulci i vecchi albi di una storia di Topolino ormai dimenticata: quella che siamo in procinto di leggere.
I due - continuano - hanno voluto riportare all'attenzione dei lettori la suddetta storia, anche se c'è qualche piccolo inconveniente: nella bancarella di questo fantomatico mercatino, infatti, non c'erano tutti gli episodi della storia, e per di più quelli presenti erano molto rovinati (cosa resa benissimo nel libro, con finte macchie gialle, pagine strappate, ecc...).
È necessario leggere questa breve introduzione, perché se no non si riesce a comprendere la struttura del libro. Ogni pagina corrisponde a un episodio (il cui numero è sempre segnato in alto), e il fatto che gli autori sostengano di non averli ritrovati tutti comporta che ogni tanto la numerazione abbia dei buchi.
Detto questo... Qual è la storia che occupa queste pagine?
La vicenda vede coinvolti in qualità di protagonisti assoluti Topolino e Paperino (anche se comunque fanno qualche comparsata Archie, QQQ, Zio Paperone, Enigm e altri), ed è fondamentalmente un gigantesco inseguimento lungo una quarantina di tavole. Pietro e i Bassotti si sono infatti alleati, e hanno rubato un portentoso congegno del nostro inventore preferito, che permette di rimpicciolire le cose. Armati di tale invenzione hanno rimpicciolito il denaro di Paperone, e se la stanno squagliando. Toccherà ai nostri immagini eroi inseguirli per... Beh, fondamentalmente, per tutto il globo terracqueo (e oltre!).
Se la vicenda sa di già visto (invenzioni del genere sono state create - e rubate, puntualmente! - decine di volte nelle storie italiane, e intrecci come quello sopra descritto sono comunque abusatissimi, non solo nel fumetto Disney)... Beh, non smettete di leggere qui!
Gli autori infatti hanno usato questo spunto come mero pretesto per costruire una serie di gag
micidiali, robe che nel fumetto disneyiano italiano non fa neanche la Ziche (per citare un'autrice "demenziale" ben conosciuta). Gli episodi, per quanto legati dalla trama principale, sono ognuno una sorta di tavola autoconclusiva (come i Gulp! presenti in abbondanza nel settimanale), che si regge perfettamente da sola.
La narrazione va avanti in questo modo, con buchi di trama (talvolta
letteralmente, nel senso che "manca" un episodio, e quindi manca un pezzo di storia!) talmente palesi da risultare comicissimi. Agli autori non interessa minimamente la trama generale (al punto che Pietro e i Bassotti appaiono giusto in un paio di itavole, all'inizio-inizio e alla fine-fine), e si divertono a far vivere ai nostri due poveri eroi le vicende più improbabili, fra antichi popoli precolombiani, meteoriti apocalittici, viaggi nello spazio, dinosauri (!), e chi più ne ha più ne metta.
Vogliamo parlare della caratterizzazione dei vari personaggi, così diversa rispetto ai soliti, stantii paradigmi italiani? Paperino è fondamentalmente un concentrato esplosivo di energie (altro che il pigrone scansafatiche nostrano), sempre, costantemente affamato (fa in continuazione battute mangerecce). Topolino è l'antitesi dell'odiato "perfettino", protagonista di una vivace discussione qui sul forum: furbo (come si addice a un sorcio) e imbranatissimo allo stesso tempo, ha sempre la battuta pronta, e non si può dire che gli importi molto della salute psicofisica del compagno di disavventure Paperino. Emblematica in questo senso la prima scena, in cui il papero, appiedato, chiede un passaggio a Topolino, e questi, per niente disponibile, lo butta giù dalla macchina
in corsa.
Non sono da meno i personaggi secondari, con un Archimede che condivide la stessa, inquietante passione di Paperino per la tavola, o un Enigm assolutamente svampito e stralunato, che si dedica alla costruzione di invenzioni
inutilerrime.
Ottimo il comparto grafico, giocato su un mix di realismo (gli sfondi sono, tutto sommato, ben curati) e "cubismo", con personaggi squadrati e pazzoidi, ancor prima che nell'indole, nell'aspetto. Oltre agli accorgimenti, che ho segnalato all'inizio, adottati per "invecchiare" il libro, il colorista si è divertito anche all'occasione a sbiadire le tinte, e ha adottato per le campiture la tecnica a "puntini" (quella di certi quadri di Roy Lichtenstein, tanto per capirci), in voga negli anni cinquanta-sessanta nel fumetto americano.
Giunti si è limitata a riproporre la medesima veste editoriale francese, traducendo esclusivamente. Ecco quindi che il volume ha un ampio formato, con pagine spesse e lisce (non patinate, però), e la costina realizzata in tessuto ruvido rosso. Bello da vedere, e la splendida copertina in questo senso contribuisce molto.
Meno di cinquanta tavole, per quanto ben confezionate, valgono 20€? Non so mi è stato regalato
Posso dirvi però che è una lettura fresca e divertentissima, e che vale la pena intraprenderla.
Questo è quello che succede quando commissioni ad autori bravi - ma questo non basta, perché di autori bravi ne abbiamo anche in Italia -, e soprattutto con una buona libertà creativa - ecco il punto -, una storia Disney: che ti tirano fuori una
bella storia, che è Disney a tutti gli effetti (niente violenza o che altro), ma che non ha certe ridicole limitazioni che si trovano in tanta produzione contemporanea.
Promosso a pieni voti.
Ora provo anche quello di Cosey, anche se a naso mi ispira di meno.