Lo confesso: io ero partito con l'idea di non prenderlo, questo volume. Ricordo di averlo anche detto a Pacuvio, mentre andavamo a Reggio
Non per via delle storie:
Topolino e la promessa del gatto e
Topolino e lo zio d'America le avevo trovato due bellissime avventure, in cui
Francesco Artibani aveva saputo creare una versione disneyana credibile e riuscita del commissario Montalbano, mantenendone i tratti distintivi e coniugandoli nell'universo disneyano. Trovo che la prima sia la più riuscita, per la bella descrizione del rapporto - prima conflittuale e poi di fiducia e rispetto reciproci - tra Topolino e Topalbano, ma anche la seconda ha i suoi punti di forza: oltre che l'ambientazione e un uso intelligente del Gambadilegno "buono", anche la gustosa citazione al
Fu Mattia Pascal è stata in grado di intrigarmi.
Ma, per quanto fossero storie anche superiori alla media di quanto si vede su
Topolino, non ritenevo che meritassero addirittura un posto all'interno di questa collana, vista come ultra-prestigiosa (per formato, caratteristiche editoriali e prezzo) e per progetti più ad ampio respiro, più particolari.
Ma i miei intenti sono svaniti quando ho visto il tomo in fumetteria: la copertina attira lo sguardo, con quel tratto così morbido e quei colori giocosi, e le dimensioni della testata contribuiscono a far spiccare il volume nello scaffale.
Sfogliarlo e trovare le tavole di
Giorgio Cavazzano - disegnatore della prima storia - in grandi dimensioni è stato il colpo di grazia: ho ceduto e ho comprato il libro.
Non direi di essermene pentito: ho avuto occasione di rileggere due gran belle storie e di gustarmi un po' di contenuti speciali, che fanno sempre piacere ad un nerdaccio come me. Di primo acchito mi sembravano più poveri delle due uscite precedenti, ma fortunatamente è solo apparenza: ci sono tanti bozzetti - per la precisione studi dei personaggi fatti da Cavazzano e da
Giampaolo Soldati, che ha disegnato la seconda avventura - , e sono chiaramente piacevoli da vedere, ma di fianco a ciascuno c'è un commento abbastanza approfondito di Artibani, che parte da quegli studi per raccontare qualche dietro le quinte sul suo lavoro, sulla genesi delle storie e del progetto.
Non manca poi, come introduzione/benedizione, una testimonianza di
Andrea Camilleri, che spende belle parole sulla versione disneyana della sua creatura di carta.
Non mi spingo a consigliare questo volume calorosamente come fatto con
Potere e Potenza, ma l'ho comunque trovato un'edizione che valorizza ulteriormente le opere contenute, un prodotto che penso abbia la sua ragion d'essere nella distribuzione da libreria, attirando l'attenzione di quei lettori di Camilleri o di quei fan della serie Rai che non hanno comprato
Topolino a suo tempo. Promuovo quindi senz'altro l'intelligente operazione commerciale