Perdonatemi, non ho letto i commenti precedenti e spero di non esprimere concetti già abbondantemente eviscerati da altri prima di me. Vorrei però parlare di questo numero di "Topolino", perché credo si tratti di uno dei migliori di quest'anno, e vorrei concentrarmi soprattutto sulle storie.
Si chiude l'avventura del segreto di Cuordipietra, su cui aleggiava un mare di aspettative (dovute anche all'ottimo capitolo precedente). Ovvio che, in questi casi, anche il minimo errore e/o difetto possa essere ingigantito rispetto all'effettivo 'danno' che questo apporti alla storia. Alcune critiche lette in giro per forum e social sono condivise anche dal sottoscritto, lo ammetto. Così come ammetto che la storia non sia infallibile. Ma, caspita, la ritengo ugualmente un'ottima storia, per quanto ha saputo offrirmi: intrattenimento, movimento, pathos, buoni valori, dialoghi arguti. Scusate se è poco! Il comparto grafico poi accompagna degnamente la sceneggiatura.
Proseguiamo la lettura con una storia di Casty. Come spesso succede quando si tratta di storie
one shot create dallo sceneggiatore mio omonimo, in cui non c'è aspettativa né aria di kolossal, il Castellan sforna sempre il colpaccio. E questa settimana ci regala un buon giallo, frizzante, in cui il lettore non deve indagare e partecipare alla soluzione, ma solo assistere alla messa in scena; nonostante questa partecipazione 'passiva' devo dire che non c'è stata soluzione, o vignetta, che mi abbia annoiato. E anche qui Perina fa un buon lavoro, dimostrando- come se ce ne fosse mai stato bisogno- quanto egli si trovi perfettamente a suo agio sia con topi che con paperi.
Perina non è l'unico autore ad apparire nel presente numero con due storie lunghe. Anche Artibani ci propone un secondo lavoro, di quelli che piacciono tanto a me: una storia
didattica. Che da piccolino non sopportavo, devo dirlo, ma che oggi mi fanno capire quanto sia ancora importante (a qualsiasi età) una lettura come "Topolino". Lettura che, negli anni, mi ha insegnato molto più di quanto io riesca a rendermi conto. E, tanto per cambiare, l'argomento protagonista della storia scritta
in tandem con Saracco, non era di mia conoscenza. Facile immaginare come, prima della fine della storia, io mi sia impuntato a voler trovare la soluzione finale.
Forse avrei dovuto leggere la storia per intero, ma mi sono divertito ugualmente! (abbastanza semplice invece il percorso con gli otto ponti, tanto da aver trovato una soluzione diversa da quella proposta alla fine dell'albo). Mazzarello qui ha creato delle belle vignette, gli scorci della cittadina sono riusciti davvero bene! Trovo poi un leggero 'smussamento' di alcune sue scelte stilistiche da me poco apprezzate ( mi riferisco ai becchi e alle pupille), e una maggiore influenza cavazzaniana.
Si finisce poi col prologo alla nuova storia e gloria.
Che dire? Ovviamente nulla, bisogna ancora cominciare!
Urge però una rilettura della saga precedente (grazie al volume dell'omnia di Scarpa che racchiude l'intera saga, compresi gli episodi di Carpi).
Ripeto, ottimo numero con cui fare una bellissima figura in una vetrina tanto importante come Lucca Comics.
Ed ora, inizino le danze! Da qui fino alla fine dell'anno, c'è di che sollazzarsi!