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Topolino 3097

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Topolino 3239

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Zio Paperone e il nuovo canto di Natale
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Manetta, Rock Sassi e il Natale in giallo
Paperina, Paperoga e il pacchetto pacchiano

Topolino 3239

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Chen Dai-Lem
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    Topolino 3239
    Mercoledì 20 Dic 2017, 08:13:29
    Copertina Concept e disegno: Silvia Ziche, Colore: Giulio Paganelli

    Che aria tira a...Paperopoli di Silvia Ziche

    Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale Soggetto e sceneggiatura: Marco Bosco, Disegni: Silvia Ziche

    Topolino e il pupazzo perduto Soggetto e sceneggiatura: Vito Stabile, Disegni: Marco Mazzarello

    Le avventure di Olaf - Gara di slitta con sorpresa Soggetto e sceneggiatura: Valentina Cambi, Disegni: Ciro Cangialosi e Manuela Razzi, Chine: Roberta Zanotta, Colori: Maria Claudia di Genova

    Manetta, Rock Sassi e il Natale in giallo Soggetto e sceneggiatura: Gabriele Mazzoleni, Disegni: Lara Molinari

    Paperina, Paperoga e il pacchetto pacchiano Soggetto e sceneggiatura: Matteo Venerus, Disegni: Michele Mazzon

    Topogulp:
    Natale a Paperopoli - Il dolce di Panaro/Molinari
    Natale a Paperopoli - Spirito natalizio di Panaro/Molinari

    "Un libro es un espejo y solo podemos encontrar en él lo que ya llevamos dentro"
    - Carlos Ruiz Zafón -

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      Re:Topolino 3239
      Risposta #1: Mercoledì 20 Dic 2017, 21:38:04
      In genere evito come la peste i numeri sotto le feste natalizie e pasquali puntualmente infarcite di storielline puccipucciose e consumistiche dalla lacrimuccia a tutti i costi - che poi non c'è mai - che nulla hanno a che vedere con la ricorrenza (tutta un'altra cosa i racconti degli anni '50-60!)

      Solo un albo con storie scritte e disegnate da Casty, Ziche, Cavazzano, Asteriti e Gatto potrebbe farmi cambiare idea.  ;)

      Ciao

      GioReb

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      PolliceSu
        Re:Topolino 3239
        Risposta #2: Mercoledì 20 Dic 2017, 21:49:52
        In genere evito come la peste i numeri sotto le feste natalizie e pasquali puntualmente infarcite di storielline puccipucciose e consumistiche dalla lacrimuccia a tutti i costi - che poi non c'è mai - che nulla hanno a che vedere con la ricorrenza (tutta un'altra cosa i racconti degli anni '50-60!)

        Solo un albo con storie scritte e disegnate da Casty, Ziche, Cavazzano, Asteriti e Gatto potrebbe farmi cambiare idea.  ;)

        Ciao

        GioReb
        Beh, dai, la storia della Ziche c'è... mancano solo tutte le altre che chiedi! ;D
        « L'UNICA DIFFERENZA FRA LA FOTOCAMERA E NOI
        È CHE LA FOTOCAMERA, QUESTA STUPIDA, NON SBAGLIA MAI,
        MENTRE NOI SBAGLIAMO IN CONTINUAZIONE, IN OGNI DISEGNO.
        ED È QUESTO CHE CREA LA MAGIA!
        »

        J. Giraud

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        Cornelius
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          Re:Topolino 3239
          Risposta #3: Mercoledì 20 Dic 2017, 21:59:08
          Tutta questa 'pucciosità' non mi sembra di scorgerla, sebbene ancora non mi sia arrivato il numero:
          il 'sentimentalismo' di Bosco sarà stemperato dalle matite della Ziche; Olaf da Frozen non lo conosco; Manetta e Rock Sassi da un lato, Paperino e Paperoga dall'altro, visti anche i titoli 'gialli' e 'pacchiani' delle loro storie, non mi sembrano due coppie particolarmente inclini al 'puccioso'. Resta Vito che è un gran 'sentimentalone' (e il 'Pupazzo perduto' di Topolino induce a pensare ad una storia commovente), ma vuoi mettere una 'pucciosità' di gran classe?  ;D
          « Ultima modifica: Giovedì 21 Dic 2017, 01:07:19 da Cornelius Coot »

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          Bramo
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            Re:Topolino 3239
            Risposta #4: Giovedì 21 Dic 2017, 00:04:13
            Difficilmente mi lascio scappare il Topolino di Natale, specie quando decide di diventare "tematico" e di rendere festoso l'intero fascicolo, contribuendo così all'atmosfera natalizia che tanto mi piace trovare un po' ovunque, in questo periodo.
            A lettura ultimata devo però convenire che il numero presenta 3 storie su 5 ampiamente dimenticabili: La storia di Olaf ha la funzione e la qualità che anni fa avevano le analoghe storielline con Bambi e altri personaggi tratti dai lungometraggi d'animazione. Oltre a testimoniare ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, l'inesauribile carica del successo di Frozen, non fa.
            Il Natale in giallo si presenta come una storia noiosetta, con sviluppi della trama risibili se non proprio ridicoli
            Spoiler: mostra
            (la scenetta tra i due ispettori e i bambini, goffissima, ma anche il ladro che se ne va in giro con la refurtiva del precedente furto in tasca...)
            e che non lascia nulla una volta conclusa, se non la vaga piacevolezza dei disegni di Lara Molinari.
            Decisamente bislacca, sconclusionata e priva di una sua logicità è Il pacchetto pacchiano: già l'idea di regalare un incarto, per quanto particolare, senza regalo è tirata per i capelli, ma il fatto che l'intera trama verta sul tentativo di eliminare ogni pacchetto un minimo originale o kitsch non fa che peggiorare una situazione già surreale. Non so quanto questi effetti fossero voluti da Matteo Venerus, fatto sta che non sono piacevoli e non costituiscono una storia riuscita né avvincente. Anche i disegni di Michele Mazzon non brillano, attestandosi a una copia dello stile di Luciano Gatto.

            A salvare il numero ci pensano, per fortuna, le due storie in apertura.
            Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale è infatti una storia molto piacevole e ben scritta; certo, Marco Bosco non inventa molto visto che il canovaccio segue molto fedelmente quello del Christmas Carol di Charles Dickens, ma l'attualizzazione della novella con una piccola e calzante frecciatina all'eccesso di "vita in rete" si rivela efficace, ficcante e funzionale alla storia. Paperone si riconferma il personaggio adatto per vestire i panni del burbero individualista capace di convertirsi, e grazie al tratto guizzante di Silvia Ziche lo Zione gode di ancora maggiore slancio.
            Apprezzabile poi che le sequenze ambientate nei Natali del passato richiamino personaggi e situazioni visualizzati nella $aga di Don Rosa: normalmente non anelo a queste strizzatine d'occhio e men che meno all'istituzionalizzazione di un canone, ma in questo contesto mi ha fatto piacere.
            Topolino e il pupazzo perduto è invece una storia a bivi di Vito Stabile, la seconda della sua carriera di sceneggiatore. Con quella di Paperinik aveva dimostrato di saper usare molto bene il meccanismo e di "giocarci" lui stesso, non rendendo i bivi fini a se stessi ma giustificando bene la cosa. Noto con piacere che la cosa avviene anche in questo caso, ma non è certo questo l'unico pregio della storia: gag e battute non mancano e rendono ben ritmata lo sviluppo (anzi, gli sviluppi), il cast è ricco e diversificato, gli scenari sono diversi e ben presentati e l'atmosfera natalizia si avverte in più occasioni. Anche qui il filo rosso è il regalo di Natale, ma contrariamente alla storia di Venerus qui il dono non è un semplice oggetto simulacro delle Feste, ma un concretizzarsi dell'affetto di Topolino per Minni e una quest che impegna il protagonista per tutta la vigilia.
            Perfino i disegni di Marco Mazzarello sembrano acquistare più dinamicità del solito, trascinati dagli eventi: alcuni suoi Topolino sono plastici e belli da vedere, per esempio, mentre per esempio Paperone - protagonista di un momento citazionista così inaspettato e fuori contesto da essere una piccola perla di genialità - torna ad essere più rigido.
            Forse non tutte le "strade" sono godibili allo stesso modo, ma generalmente siamo su buonissimi livelli e questa è sicuramente la storia migliore dell'albo.

            *

            Lucandrea
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              Re:Topolino 3239
              Risposta #5: Giovedì 21 Dic 2017, 10:24:51
              Il mio commento:
              Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale voto 8
              Rivisitazione moderna del Canto di Natale dove possiamo rivedere personaggi legati a Paperone che non si vedevano da tempo e i sentimenti vengono toccati. Commovente il finale
              Topolino e il pupazzo perduto voto 8
              Un'ottima storia a bivi con un finale davvero lieto. Bravi gli autori e Mazzarello l'ho trovato decisamente migliorato, molto cavazzaniano in alcune vignette
              Le avventure di Olaf - Gara di slitta con sorpresa voto 6
              Scorre velocemente
              Manetta, Rock Sassi e il Natale in giallo voto 5
              Trama poco avvincente e a tratti confusionaria. Bene la Molinari
              Paperina, Paperoga e il pacchetto pacchiano voto 5
              Storia che verte su un'idea bislacca tirata per le lunghe. Mazzon molto "alla Gatto"

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              Juro
              Diabolico Vendicatore
              PolliceSu

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                Re:Topolino 3239
                Risposta #6: Giovedì 21 Dic 2017, 13:09:33
                E' tristemente vero che, dalla breve di Olaf in poi, il numero è evitabile proprio.
                Questa, appunto, rappresenta la piattezza assoluta.

                Proseguendo, il Natale in giallo di Mazzoleni e Molinari ha un pregio. Te l'aspettavi scontata in un certo modo, ma poi ti sorprende. Come? Perché ad un certo punto, fra passaggi risibili, soluzioni pindariche e trovate grossolane, si confonde talmente che dici: e qui come c***o ci siamo arrivati?
                Spoiler: mostra
                Ci sta proprio da quel punto con i bambini e i giocattoli rubati in poi la sensazione che abbiano deciso di cambiare il seguito della storia. E mi viene da pensare che l'idea di mostrare dei bambini che rubano giocattoli sia stata trovata così "pericolosa" e da censurare o quant'altro da riscrivere alla peggio tutto quanto.

                O semplicemente la storia non funziona, certo...

                Il pacchetto pacchiano  di Venerus e Mazzon invece si fonda sull'illogico. Il pacchetto. Poi tutti hanno pacchetti assurdi. Bisogna impedire che altri abbiano pacchetti assurdi. Ok... E alla fine ci sta pure il tipo vestito da Babbo Natale che gli fa i complimenti per lo spirito natalizio dimostrato. Quale? La competizione con gli altri per fare il regalo. Alla faccia...

                Insomma, fin qui la qualità e il natalizio sono stati all'altezza di un panettone  preconfezionato, standard e insapore, ci metti una vita per masticarli, e guardi con un sorriso forzato la zia che ti chiede se ne vuoi un'altra fetta mentre cerchi ancora di ingoiare la precedente.

                Di tutt'altra pasta, diciamo come il dolce per natale che ho sfornato prima, le prime due storie.

                Il nuovo canto di natale di Bosco e Ziche. Se da un lato si potrebbe obbiettare che alla fine la trama è sempre quella, fornita da Dickens anni or sono, bisogna dire che qui è sagacemente attualizzata e riportata in un contesto verosimile. Il tratto di Ziche poi conferisce un tono umoristico e scattante al tutto che rende a tutti gli effetti la storia un'ottima prova. Fatto che poi ho apprezzato particolarmente,
                Spoiler: mostra
                Paperone ha capito fin troppo bene ciò che è successo. Lo sa che il "sogno" è stato opera di Archimede e i nipoti e quindi il suo "ravvedimento" non è dovuto all'essersi spaventato. E' scelta consapevole.


                Il pupazzo perduto di Stabile e Mazzarello, infine, presenta una di quelle cose che non ritieni umanamente possibili: una storia a bivi bella.
                E quando dico bella, dico proprio bella. Perché Vito fornisce, innanzitutto, un motivo del perché i bivi. Contestualizza, ci gioca prima lui. E poi le varie diramazioni sono, chi più chi meno, interessanti, funzionali, e perfettamente calate in vari aspetti, dai più comici ai più sentimentali, dell'atmosfera natalizia. Pure la faccenda in sé del regalo è trattata in tutto altro modo rispetto a come abbiamo visto nella storia di Paperina. Lì è il consumismo, devo fare il regalo originale, blocchiamo gli altri, lo spirito natalizio è fare i regali. Qui è l'oggetto che sa farebbe piacere alla sua fidanzata, e perciò cerca in tutti i modi di ritrovarlo, sapendo però anche rinunciarvi. E poi diciamocelo, quella citazione all'improvviso, inaspettata e senza senso, mi ha fatto rotolare dalle risate.

                *

                Paperino23
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                  Re:Topolino 3239
                  Risposta #7: Giovedì 21 Dic 2017, 16:20:25
                  Difficilmente mi lascio scappare il Topolino di Natale, specie quando decide di diventare "tematico" e di rendere festoso l'intero fascicolo, contribuendo così all'atmosfera natalizia che tanto mi piace trovare un po' ovunque, in questo periodo.
                  A lettura ultimata devo però convenire che il numero presenta 3 storie su 5 ampiamente dimenticabili: La storia di Olaf ha la funzione e la qualità che anni fa avevano le analoghe storielline con Bambi e altri personaggi tratti dai lungometraggi d'animazione. Oltre a testimoniare ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, l'inesauribile carica del successo di Frozen, non fa.
                  Il Natale in giallo si presenta come una storia noiosetta, con sviluppi della trama risibili se non proprio ridicoli
                  Spoiler: mostra
                  (la scenetta tra i due ispettori e i bambini, goffissima, ma anche il ladro che se ne va in giro con la refurtiva del precedente furto in tasca...)
                  e che non lascia nulla una volta conclusa, se non la vaga piacevolezza dei disegni di Lara Molinari.
                  Decisamente bislacca, sconclusionata e priva di una sua logicità è Il pacchetto pacchiano: già l'idea di regalare un incarto, per quanto particolare, senza regalo è tirata per i capelli, ma il fatto che l'intera trama verta sul tentativo di eliminare ogni pacchetto un minimo originale o kitsch non fa che peggiorare una situazione già surreale. Non so quanto questi effetti fossero voluti da Matteo Venerus, fatto sta che non sono piacevoli e non costituiscono una storia riuscita né avvincente. Anche i disegni di Michele Mazzon non brillano, attestandosi a una copia dello stile di Luciano Gatto.

                  A salvare il numero ci pensano, per fortuna, le due storie in apertura.
                  Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale è infatti una storia molto piacevole e ben scritta; certo, Marco Bosco non inventa molto visto che il canovaccio segue molto fedelmente quello del Christmas Carol di Charles Dickens, ma l'attualizzazione della novella con una piccola e calzante frecciatina all'eccesso di "vita in rete" si rivela efficace, ficcante e funzionale alla storia. Paperone si riconferma il personaggio adatto per vestire i panni del burbero individualista capace di convertirsi, e grazie al tratto guizzante di Silvia Ziche lo Zione gode di ancora maggiore slancio.
                  Apprezzabile poi che le sequenze ambientate nei Natali del passato richiamino personaggi e situazioni visualizzati nella $aga di Don Rosa: normalmente non anelo a queste strizzatine d'occhio e men che meno all'istituzionalizzazione di un canone, ma in questo contesto mi ha fatto piacere.
                  Topolino e il pupazzo perduto è invece una storia a bivi di Vito Stabile, la seconda della sua carriera di sceneggiatore. Con quella di Paperinik aveva dimostrato di saper usare molto bene il meccanismo e di "giocarci" lui stesso, non rendendo i bivi fini a se stessi ma giustificando bene la cosa. Noto con piacere che la cosa avviene anche in questo caso, ma non è certo questo l'unico pregio della storia: gag e battute non mancano e rendono ben ritmata lo sviluppo (anzi, gli sviluppi), il cast è ricco e diversificato, gli scenari sono diversi e ben presentati e l'atmosfera natalizia si avverte in più occasioni. Anche qui il filo rosso è il regalo di Natale, ma contrariamente alla storia di Venerus qui il dono non è un semplice oggetto simulacro delle Feste, ma un concretizzarsi dell'affetto di Topolino per Minni e una quest che impegna il protagonista per tutta la vigilia.
                  Perfino i disegni di Marco Mazzarello sembrano acquistare più dinamicità del solito, trascinati dagli eventi: alcuni suoi Topolino sono plastici e belli da vedere, per esempio, mentre per esempio Paperone - protagonista di un momento citazionista così inaspettato e fuori contesto da essere una piccola perla di genialità - torna ad essere più rigido.
                  Forse non tutte le "strade" sono godibili allo stesso modo, ma generalmente siamo su buonissimi livelli e questa è sicuramente la storia migliore dell'albo.
                  Spoiler: mostra
                   il ladro era andato a recuperare il medaglione che aveva nascosto li, per questo lo aveva nel taschino

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                  Vincenzo
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                    Re:Topolino 3239
                    Risposta #8: Giovedì 21 Dic 2017, 17:04:42
                    Concordo con Bramo e Juro sulla differenza qualitativa fra prima e seconda metà dell'albo, tuttavia non sono così severo con le storie di Mazzoleni e Venerus, che offrono comunque qualche spunto simpatico e soprattutto sono ottimamente illustrate dalla Molinari e da Mazzon, due artisti che vorrei rivedere più spesso.
                    Sulla storiella di Frozen non c'è molto da dire, contento almeno che Elsa e Anna (due personaggi che non sopporto) abbiano pochissimo spazio.
                    Ma indubbiamente le prime due storie sono altra cosa.
                    Il nuovo canto di Natale per ovvie ragioni non si discosta dal canovaccio della celeberrima opera dickensiana, ma Marco Bosco se la gioca con mestiere, satireggiando sulla nostra sempre più consolidata abitudine di stare seduti a smanettare coi cellulari e i computer(ironico che sia proprio ciò che sto facendo adesso, non credete?  ;D) e di allontanarci così dal prossimo.
                    Pur non essendo affatto un "sagaiolo" ho apprezzato gli scorci sul passato di Paperone, in fondo logici e naturali, oltre alla scelta di usare i nipotini come spiriti delegati.
                    Ma ancora più riuscita è Topolino e il pupazzo perduto: Vito Stabile crea una splendida storia a bivi ricca di gag spassose come non se ne vedono spesso, in cui al povero Topolino ne capitano di tutti i colori,
                    Spoiler: mostra
                    fino al sequestro da parte di Paperone, parte che mi ha fatto ridere parecchio grazie alla geniale trovata di citare la più celebre interazione fra i due personaggi
                    .
                    Il finale inoltre non ha niente di stucchevole pur presentandosi come uno dei più classici possibili in una avventura natalizia. Un plauso anche alle matite di Mazzarello, che secondo me con i Topi ha molta più dimestichezza.
                    If you can dream it, you can do it.

                    *

                    Thomas
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                    PolliceSu
                      Re:Topolino 3239
                      Risposta #9: Giovedì 21 Dic 2017, 17:08:09
                      Copertina natalizia di stampo umoristico quest'anno, mentre di solito è più ispirata alla poesia della festa

                      La storia Zio Paperone e il nuovo Canto di Natale ripropone il tema degli affetti familiari e della loro riscoperta (perché solo a Natale?), e chi meglio dello zione poteva prestarsi per il ruolo di primo attore, ruvido com'è? Si poteva scivolare facilmente nello stucchevole, ma Bosco riesce ad evitarlo. Singolare l'affermazione del nipotino, secondo il quale non ha più senso celebrare il Natale, quando amici e parenti smettono di festeggiare e scambiarsi regali; in realtà, il significato della festa sarebbe altro, ma la frase, non so se voluta o meno, compendia perfettamente lo spirito del Natale oggi: tavolate e aumento degli introiti commerciali. Voto 6,5
                      La trama di Paperina, Paperoga e il pacchetto pacchiano parte debole dal principio e così prosegue: perché eliminare tutti gli altri pacchetti? Perché il regalo alla bizzarra amica di Paperina sia unico? Venerus ha scritto storie molto superiori. Voto 5


                      « Ultima modifica: Giovedì 21 Dic 2017, 17:17:14 da Thomas »

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                        Re:Topolino 3239
                        Risposta #10: Giovedì 21 Dic 2017, 17:50:49

                        Singolare l'affermazione del nipotino, secondo il quale non ha più senso celebrare il Natale, quando amici e parenti smettono di festeggiare e scambiarsi regali; in realtà, il significato della festa sarebbe altro, ma la frase, non so se voluta o meno, compendia perfettamente lo spirito del Natale oggi: tavolate e aumento degli introiti commerciali. Voto 6,5


                        Penso si riferisse allo stare insieme, in verità...

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                          Re:Topolino 3239
                          Risposta #11: Giovedì 21 Dic 2017, 19:48:21
                          Il numero natalizio non lo perdo mai e poi mai, ma siamo ai livelli più bassi che io ricordi.
                          Un piattume così proprio non me l'aspettavo, ci sono due storie dalla pretesa di essere comiche (le ultime 2) ma sono di una monotonia clamorosa, tremendamente infantile quella con Manetta (prime pagine quasi imbarazzanti) e non mi esprimo su quella di Paperina perchè a Natale siamo tutti più buoni.
                          Olaf che ci fosse o meno era la stessa cosa, non rimane nulla.
                          Il canto di Natale una storiella medio-bassa prevedibile in tutto e per tutto, non fa rimpiangere quella di martiniana memoria solo perché non era quello l'obiettivo.
                          Le storie a bivi le salto per principio. Leggendo le vostre recensioni pare che sia diverso questa volta, forse farò uno strappo alla regola.
                          Il radical chic è l'esempio più sporco e osceno di chi finge di perdere il proprio ruolo sociale per mantenerlo
                          (G. Testori)

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                            Re:Topolino 3239
                            Risposta #12: Giovedì 21 Dic 2017, 22:54:56
                            Concordo con Bramo e Juro sulla differenza qualitativa fra prima e seconda metà dell'albo, tuttavia non sono così severo con le storie di Mazzoleni e Venerus, che offrono comunque qualche spunto simpatico e soprattutto sono ottimamente illustrate dalla Molinari e da Mazzon, due artisti che vorrei rivedere più spesso.
                            Sulla storiella di Frozen non c'è molto da dire, contento almeno che Elsa e Anna (due personaggi che non sopporto) abbiano pochissimo spazio.
                            Ma indubbiamente le prime due storie sono altra cosa.
                            Il nuovo canto di Natale per ovvie ragioni non si discosta dal canovaccio della celeberrima opera dickensiana, ma Marco Bosco se la gioca con mestiere, satireggiando sulla nostra sempre più consolidata abitudine di stare seduti a smanettare coi cellulari e i computer(ironico che sia proprio ciò che sto facendo adesso, non credete?  ;D) e di allontanarci così dal prossimo.
                            Pur non essendo affatto un "sagaiolo" ho apprezzato gli scorci sul passato di Paperone, in fondo logici e naturali, oltre alla scelta di usare i nipotini come spiriti delegati.
                            Ma ancora più riuscita è Topolino e il pupazzo perduto: Vito Stabile crea una splendida storia a bivi ricca di gag spassose come non se ne vedono spesso, in cui al povero Topolino ne capitano di tutti i colori,
                            Spoiler: mostra
                            fino al sequestro da parte di Paperone, parte che mi ha fatto ridere parecchio grazie alla geniale trovata di citare la più celebre interazione fra i due personaggi
                            .
                            Il finale inoltre non ha niente di stucchevole pur presentandosi come uno dei più classici possibili in una avventura natalizia. Un plauso anche alle matite di Mazzarello, che secondo me con i Topi ha molta più dimestichezza.

                            Quale è la storia citata nello spoiler ?

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                              Re:Topolino 3239
                              Risposta #13: Giovedì 21 Dic 2017, 23:00:04
                              Concordo con Bramo e Juro sulla differenza qualitativa fra prima e seconda metà dell'albo, tuttavia non sono così severo con le storie di Mazzoleni e Venerus, che offrono comunque qualche spunto simpatico e soprattutto sono ottimamente illustrate dalla Molinari e da Mazzon, due artisti che vorrei rivedere più spesso.
                              Sulla storiella di Frozen non c'è molto da dire, contento almeno che Elsa e Anna (due personaggi che non sopporto) abbiano pochissimo spazio.
                              Ma indubbiamente le prime due storie sono altra cosa.
                              Il nuovo canto di Natale per ovvie ragioni non si discosta dal canovaccio della celeberrima opera dickensiana, ma Marco Bosco se la gioca con mestiere, satireggiando sulla nostra sempre più consolidata abitudine di stare seduti a smanettare coi cellulari e i computer(ironico che sia proprio ciò che sto facendo adesso, non credete?  ;D) e di allontanarci così dal prossimo.
                              Pur non essendo affatto un "sagaiolo" ho apprezzato gli scorci sul passato di Paperone, in fondo logici e naturali, oltre alla scelta di usare i nipotini come spiriti delegati.
                              Ma ancora più riuscita è Topolino e il pupazzo perduto: Vito Stabile crea una splendida storia a bivi ricca di gag spassose come non se ne vedono spesso, in cui al povero Topolino ne capitano di tutti i colori,
                              Spoiler: mostra
                              fino al sequestro da parte di Paperone, parte che mi ha fatto ridere parecchio grazie alla geniale trovata di citare la più celebre interazione fra i due personaggi
                              .
                              Il finale inoltre non ha niente di stucchevole pur presentandosi come uno dei più classici possibili in una avventura natalizia. Un plauso anche alle matite di Mazzarello, che secondo me con i Topi ha molta più dimestichezza.

                              Quale è la storia citata nello spoiler ?

                              Naturalmente il Canto di Natale di Topolino, del 1983.  ;)
                              If you can dream it, you can do it.

                              *

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                                Re:Topolino 3239
                                Risposta #14: Venerdì 22 Dic 2017, 14:44:58
                                Al di là della simpatia, questa cover con troppo spazio agli strilli ha tolto la giusta atmosfera che invece si poteva dare in questo periodo

                                 

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