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Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?

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doppio segreto
Gran Mogol
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    Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
    Mercoledì 7 Feb 2018, 13:17:06
    "Mi piacerebbe davvero capire dai lettori più ostili come dovrebbe essere fatto un buon Topolino - e per buono intendo un giornale che la gente compra e legge".

    E' la domanda che Artibani pone nel topic delle anteprime di Topolino, nell'ambito dell'ennesimo scontro su questo argomento.
    Io penso che questa domanda meriti una risposta o, più esattamente, delle risposte perché come mi pare molto ovvio, il fronte degli "ostili" è assai variegato a differenza di quello, sicuramente maggioritario dei forumisti che sostanzialmente, magari con qualche distinguo, sono contenti di come è l'attuale Topolino.

    Per affrontare un discorso di questo genere, sarebbe necessario, quanto meno, avere dei dati certi, relativi alle vendite reali di Topolino oggi, rispetto, non al 1974, tanto per dire un anno remoto, ma rispetto a due anni fa  o qualche anno fa tuttalpiù.
    Una volta appurato - se naturalmente così fosse - che Topolino nella sua storia recente, ha raggiunto un determinato picco in un certo periodo e poi, da quel momento ha cominciato a scendere nelle vendite, la discussione potrebbe avere un senso veramente reale e basarsi sul concreto.
    Non avendo questi dati io non posso che affrontare l'argomento basandolo solo su mie sensazioni. Sensazioni che vengono dettate sostanzialmente da due punti.

    Il primo che avendo due figli adolescenti e dunque usciti dall'infanzia da poco tempo, ho riscontrato in loro, nonostante che si siano trovati immersi in una casa piena di Topolini, una, non totale, ma però abbastanza sostanziale indifferenza verso il tipo di fumetto. O meglio direi, un po' di interesse per il Topolino originario e molto più relativo per quello attuale. Se allargo lo sguardo verso i loro coetanei vedo che, a differenza delle generazioni passate, di Topolino non frega praticamente quasi nulla.

    Il secondo, assolutamente parziale naturalmente, è la possibilità che ho di verificare un punto vendita e di potermi rendere conto che i resi - mi riferisco al settimanale - sono quasi la totalità. Ce ne saranno altri, sicuramente, che andranno meglio, ma quello che io posso monitorare così dice.

    Dunque ... io penso che il problema Topolino, al netto di certi fattori contingenti che riguardano tutto il mondo dei fumetti, sia reale e non una paranoia di qualche lettore "ostile".

    Come dovrebbe essere il Topolino per vendere di più? Ognuno di noi "ostili" ha sicuramente una sua ricetta in mente ma penso che siamo tutti consapevoli di quanto questa, comunque sia, è assolutamente relativa e dettata dai nostri gusti personali.

    Posso dunque parlare per me stesso e ... per quello che vale!

    Io penso che un Topolino, innanzi tutto, non possa essere senza Topolino. Perché se è assolutamente vero che i paperi sono più amati del Topo - poi bisognerebbe chiedersi come questo è avvenuto - è altrettanto vero che quelli che amano più il Topo poi si stancano di comprare Topolino che è, sostanzialmente un Paperino camuffato! E quando dico Topolino intendo Topolino, non un Indiana Pipps o chi per lui che lo sostituisce.

    La redazione, l'editore devono impegnarsi ad assicurare questa cosa e devono rinvestire sul personaggio Topolino perché ha ancora tantissime possibilità, questo però a patto se non lo si svilisce ed emargina come spesso accade a tutt'oggi.

    Da troppo tempo, Topolino viene percepito dai lettori, come un perfettino, un rompiscatole, un insopportabile so tutto io. Ma se Topolino è diventato così, cari autori di oggi e anche di ieri, la colpa non è la sua ... ma la vostra!

    Topolino e un  personaggio generoso, onesto, disponibile, buono, coraggioso, spericolato, avventuroso e sempre pronto a partire e a farsi carico per sanare là dove il male attacca ed è anche simpatico in verità!  Vogliamo parlare di attualità, come Gagnor esorta? Bene quanto di più attuale e importante ci potrebbe essere oggi, in un mondo dove i furbi e i disonesti, dove tanti pericoli e fobie antiche risorgono, di un personaggio positivo e attivo come Topolino?

    Ma bisogna essere capaci di valorizzarlo: valorizzare lui e le sue controparti che non possono apparire assolutamente addomesticate come da tempo immemorabile si cerca di fare. Il mondo del 2018, purtroppo, è sempre quello di Abele e Caino e di Romolo e Remo e non si può pensare di addolcirlo per far credere, agli innocenti puerperi che le cose così non sono. Tanto poi ci pensa il resto, reale o virtuale, a fargli vedere come sono veramente.

    Dunque restituite ai personaggi le loro reali potenzialità, le loro personalità originarie che avevano tutte un loro perché che è assolutamente attuale oggi come 50, 80 o 90 anni fa.

    Altro argomento è il discorso dei servizi che intercalano le storie a fumetti. Topolino una volta parlava  tanto di musica  ma lo si faceva affrontando tutta la musica compresa quella d'arte. Si parlava in modo semplice di grandi problemi, di scoperte scientifiche, di cultura ... oggi questo è mooolto soffuso fra un racconto e un piccolo servizio dove a dominare sono sempre le immagini e non i testi.
    La realtà è che fino agli anni 70 erano molto più i contenuti che importavano e non le apparenze come accade poco dopo e, a tutt'oggi.


    Attualizziamo i paperi a cominciare da Zio Paperone che oggi, non rappresenta certo più il "capitalista" del XXI secolo, ma continua ad essere ancorato ad un tipo di capitalismo ormai completamente defunto da tempo.


    Liberiamoci dagli orpelli che legano i nostri personaggi a "cliché" completamente inattuali e questo a cominciare dalla vita di coppia.

    Io Topolino lo vorrei così ... poi non so se così venderebbe di più o meno, ovviamente, ma penso che sia necessario per rilanciarlo che sia un prodotto in cui potersi e riconoscersi come un tempo accadeva.
    « Ultima modifica: Mercoledì 7 Feb 2018, 15:35:50 da doppio segreto »
    Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

      Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
      Risposta #1: Mercoledì 7 Feb 2018, 14:33:13
      Insomma, io ho 18 anni, ormai quasi 19 e probabilmente leggerò Topolino fino alla morte, ma mi rendo conto di essere un'eccezione... Per quanto riguarda Topolino, penso che sia perchè, narrativamente parlando, è difficile da usare senza ricadere nelle solite situazioni e clichè, a differenza dei Paperi. è un discorso che sta molto a cuore a Faraci, che è l'autore che più di tutti, insieme a Casty, aggiungo io, nel corso di tutta la sua produzione ha contribuito a smentire gli stereotipi sul personaggio. Essenzialmente questo, poi chiaro che la faccenda è più complicata
      Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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        Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
        Risposta #2: Mercoledì 7 Feb 2018, 18:15:06
        Non capisco cosa si pretenda dai redazionali. Nel numero di questa settimana ad esempio c'è un'interessantissima intervista a un ingegnere robotico (oltre a un servizio molto carino sul Carnevale di Venezia) mentre in quello di due settimane fa una al direttore dell'istituto di nanofisica dell'Università di Genova, se non erro.
        Poi ricordo approfondimenti su Galileo, Leonardo, eccetera eccetera.

        Per quanto riguarda Topolino sono d'accordo sul fatto che debba essere valorizzato e che debba sempre essere protagonista alla grande, ma non mi pare che non sia stato fatto in questi ultimi anni, visto che è giudizio unanime che le sue storie siano nettamente più belle e memorabili rispetto a quelle con Paperino. Anche nel 2017 è accaduto, grazie ad Artibani, Zemelo, Enna e Casty (anche se quest'ultimo è stato meno presente, in effetti).
        Se poi in quantità vince Paperopoli, pazienza: la qualità conta di più.
        Quindi un buon Topolino deve continuare su questa strada e non guardare troppo al passato, perché rivedendo alcuni numeri degli anni '90 che possiedo non riscontro nessuna differenza significativa, e se in quegli anni Topolino come tutti gli altri fumetti e giornali vendeva di più la colpa è da ricercarsi nella non presenza di Internet e altre distrazioni.
        If you can dream it, you can do it.

          Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
          Risposta #3: Mercoledì 7 Feb 2018, 18:18:16
          L'ultima avventura non era memorabile? Comunque sono d'accordo, credo che La Marea dei Secoli, in particolare, sia uno dei migliori fumetti che abbia mai letto, anche se potrei citarne diverse altre
          Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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            Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
            Risposta #4: Mercoledì 7 Feb 2018, 18:23:32
            L'ultima avventura non era memorabile? Comunque sono d'accordo, credo che La Marea dei Secoli, in particolare, sia uno dei migliori fumetti che abbia mai letto, anche se potrei citarne diverse altre

            Ovviamente sì, e potrei citarne molte altre come Paperino e la magia del teatro o Zio Paperone, Amelia e il patto della luna. Però rimangono comunque in minoranza rispetto alle topolinesche.
            If you can dream it, you can do it.

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              Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
              Risposta #5: Mercoledì 7 Feb 2018, 18:42:28
              Beh... innanzi tutto io penso che bisognerebbe coltivare di più il vivaio, limitare il numero degli stranieri (lasciando perdere i bidoni), ridurre la Serie A a 18 squadre, mandare a quel paese i procuratori e soprattutto migliorare il centrocampo.

              Che c'entra?  ;D ;D
              C'entra, c'entra... è un po' come per la Nazionale: ognuno ha le sue idee su come rilanciarla dopo le recenti magre. E qui è lo stesso: magari ognuno di noi si immagina commissario tecnico o direttore e può dire "farei questo e quest'altro, chiamerei questi scrittori/disegnatori e manderei a quel paese questi altri"; la cosa è perfettamente lecita... anche se non so poi quanto tutto ciò possa effettivamente servire.
              Comunque, una cosa vorrei dirla.
              Si dice, anche da parte degli stessi addetti ai lavori, che l'utilizzo dei soliti vip nazionalpopolari serve perché aumentano le vendite, si incuriosiscono nuovi lettori (nuove quote di mercato, direbbe un esperto di marketing) e nuovi target eccetera.
              Ma poi è così vero? Il quesito non è da poco. Può darsi che il fan sfegatato di benji&fede si compri il numero con i suoi eroi paperizzati, ma la cosa deve essere almeno annunciata da Mollica con i suoi mirabolante, stupendo e sensazionale.

              Ma seguitemi un attimo: un lettore che si dichiara fan sfegatato di benji&fede (oltre a dimostrare di avere un IQ da prefisso telefonico)... pensate forse che, passata la glorificazione dei suoi eroi (che tra un anno nessuno si ricorderà più chi siano, potete scommettere la cosa presso i bookmakers inglesi) possa continuare ad acquistare il Topo?
              Davvero ci sono tutti questi aumenti di vendite? Presso l'edicola di mia fiducia, a 60 metri da casa mia, no: mi diverto sempre a chiederlo all'edicolante mia amica, e lei sconsolata (e io pure) mi dice sempre che le arrivano sempre quelle poche copie e che ci son sempre delle rese, numeri con i vip compresi.
              Certo, so benissimo che la mia edicola di fiducia fa poco testo da un punto di vista statistico... ma non credo che sia l'unico caso in Italia.
              Il mio timore è che ci si fossilizzi su questa cosa come se fosse la panacea di tutti i mali, quando poi invece occorrerebbe una soluzione strutturale, vera.
              La De Poli ce la sta mettendo tutta, non getto la croce su di lei: è che i ragazzi proprio non leggono più, e la crisi coinvolge anche Bonelli e gli altri editori, supereroi compresi.
              « Ultima modifica: Mercoledì 7 Feb 2018, 18:51:18 da Ser Soldano »

                Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                Risposta #6: Mercoledì 7 Feb 2018, 20:22:42
                L'ultima avventura non era memorabile? Comunque sono d'accordo, credo che La Marea dei Secoli, in particolare, sia uno dei migliori fumetti che abbia mai letto, anche se potrei citarne diverse altre

                Ovviamente sì, e potrei citarne molte altre come Paperino e la magia del teatro o Zio Paperone, Amelia e il patto della luna. Però rimangono comunque in minoranza rispetto alle topolinesche.
                Stupenda il patto della luna, la mia preferita di Stabile, probabilmente
                Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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                  Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                  Risposta #7: Giovedì 8 Feb 2018, 13:10:26
                  Non capisco cosa si pretenda dai redazionali. Nel numero di questa settimana ad esempio c'è un'interessantissima intervista a un ingegnere robotico (oltre a un servizio molto carino sul Carnevale di Venezia) mentre in quello di due settimane fa una al direttore dell'istituto di nanofisica dell'Università di Genova, se non erro.
                  Poi ricordo approfondimenti su Galileo, Leonardo, eccetera eccetera.

                  Per quanto riguarda Topolino sono d'accordo sul fatto che debba essere valorizzato e che debba sempre essere protagonista alla grande, ma non mi pare che non sia stato fatto in questi ultimi anni, visto che è giudizio unanime che le sue storie siano nettamente più belle e memorabili rispetto a quelle con Paperino. Anche nel 2017 è accaduto, grazie ad Artibani, Zemelo, Enna e Casty (anche se quest'ultimo è stato meno presente, in effetti).
                  Se poi in quantità vince Paperopoli, pazienza: la qualità conta di più.
                  Quindi un buon Topolino deve continuare su questa strada e non guardare troppo al passato, perché rivedendo alcuni numeri degli anni '90 che possiedo non riscontro nessuna differenza significativa, e se in quegli anni Topolino come tutti gli altri fumetti e giornali vendeva di più la colpa è da ricercarsi nella non presenza di Internet e altre distrazioni.


                  Va bene Vincenzo, non avevo dubbi che tu fossi almeno quasi completamente in linea con l'attuale assetto del settimanale. D'altra parte lo hai già manifestato parecchie volte e, quando leggo le tue recensioni settimanali, mi rendo conto della distanza che esiste fra le tue e le mie valutazioni in merito.
                  Sia ben chiaro, fermo restando che i gusti non si discutono e che, come quasi sempre accade, sostanzialmente ognuno rimane sulle sue opinioni, se tu hai o puoi venire a contatto con un Topolino fine anni 60, inizi anni 70 -  e non quello dei 90 e nemmeno degli 80 che erano già in declino - puoi valutare da te la differenza fra i redazionali di allora e quelli di oggi e, ovviamente, trarne le tue conclusioni, in male o in bene.
                  Tu dici che un buon Topolino deve continuare su questa strada e io ti rispondo ... dipende. Dipende dalle vendite, non certo dal mio giudizio o dal tuo. Se l'attuale Topolino, al netto della crisi del fumetto che investe tutto il mercato, regge il confronto con i tempi, deve continuare su questa strada, altrimenti sarebbe un po' un suicidarsi prematuramente. Io ho la sensazione che si stia andando verso quest'ultima direzione ma, sia ben chiaro, sarei felice di essere completamente smentito.
                  E veniamo al discorso Topolino personaggio, così vediamo se almeno su questo ci chiariamo una volta per tutte.
                  Tu - come spesso altri - riconosci che sicuramente il personaggio ha motle meno storie rispetto ai paperi ma in linea di massima le sue storie sono di maggiore qualità e dunque, va bene così, meglio usarlo meno e quando lo si fa che la storia sia di un certo spessore.
                  Ora, ammesso e non concesso, che le storie di Topolino siano in buona percentuale migliori di quelle dei paperi, il discorso non va bene e non è giusto.
                  Non va bene e non è giusto perché Topolino non un personaggio secondario ma è  - o  quanto meno dovrebbe essere - il personaggio principale e non solo perché il settimanale porta il suo nome, ma perché è -  al netto del coniglio - il primo che ha dato il la al tutto.
                  Ora, prendiamo pure atto di un fatto che la gente che legge Topolino ama e vuole più i paperi e dunque diamoglieli. Ma non si può fare Topolino senza Topolino, questo è il punto. L'ho già scritto 150.000 volte e lo riscrivo: questo era fra l'altro l'impegno che la De Poli, conscia del problema - si prese poco  dopo che divenne direttrice del settimanale  e che è stato completamente disatteso.
                  E, ancor più grave, lo è anche in questo che è il suo 90 compleanno. Anche questo l'ho già scritto: allo stato attuale e direi ormai irrimediabilmente, sono stati più importanti i 70 anni di Paperone che i 90 di Topolino. E questo dimostra che Topolino viene dopo non solo a Paperino ma anche a Paperone e probabilemnte anche altri.
                  A te e a voi va bene così? Io ne ho preso atto da tempo, poi però continuerò più o meno solitario la mia battaglia perdente perché non penso di avere torto - o almeno ne ho ben pochi - nel sostenere tutto ciò.
                   
                  « Ultima modifica: Giovedì 8 Feb 2018, 13:13:50 da doppio segreto »
                  Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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                    Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                    Risposta #8: Giovedì 8 Feb 2018, 14:20:36
                    Non capisco cosa si pretenda dai redazionali. Nel numero di questa settimana ad esempio c'è un'interessantissima intervista a un ingegnere robotico (oltre a un servizio molto carino sul Carnevale di Venezia) mentre in quello di due settimane fa una al direttore dell'istituto di nanofisica dell'Università di Genova, se non erro.
                    Poi ricordo approfondimenti su Galileo, Leonardo, eccetera eccetera.

                    Per quanto riguarda Topolino sono d'accordo sul fatto che debba essere valorizzato e che debba sempre essere protagonista alla grande, ma non mi pare che non sia stato fatto in questi ultimi anni, visto che è giudizio unanime che le sue storie siano nettamente più belle e memorabili rispetto a quelle con Paperino. Anche nel 2017 è accaduto, grazie ad Artibani, Zemelo, Enna e Casty (anche se quest'ultimo è stato meno presente, in effetti).
                    Se poi in quantità vince Paperopoli, pazienza: la qualità conta di più.
                    Quindi un buon Topolino deve continuare su questa strada e non guardare troppo al passato, perché rivedendo alcuni numeri degli anni '90 che possiedo non riscontro nessuna differenza significativa, e se in quegli anni Topolino come tutti gli altri fumetti e giornali vendeva di più la colpa è da ricercarsi nella non presenza di Internet e altre distrazioni.


                    Va bene Vincenzo, non avevo dubbi che tu fossi almeno quasi completamente in linea con l'attuale assetto del settimanale. D'altra parte lo hai già manifestato parecchie volte e, quando leggo le tue recensioni settimanali, mi rendo conto della distanza che esiste fra le tue e le mie valutazioni in merito.
                    Sia ben chiaro, fermo restando che i gusti non si discutono e che, come quasi sempre accade, sostanzialmente ognuno rimane sulle sue opinioni, se tu hai o puoi venire a contatto con un Topolino fine anni 60, inizi anni 70 -  e non quello dei 90 e nemmeno degli 80 che erano già in declino - puoi valutare da te la differenza fra i redazionali di allora e quelli di oggi e, ovviamente, trarne le tue conclusioni, in male o in bene.
                    Tu dici che un buon Topolino deve continuare su questa strada e io ti rispondo ... dipende. Dipende dalle vendite, non certo dal mio giudizio o dal tuo. Se l'attuale Topolino, al netto della crisi del fumetto che investe tutto il mercato, regge il confronto con i tempi, deve continuare su questa strada, altrimenti sarebbe un po' un suicidarsi prematuramente. Io ho la sensazione che si stia andando verso quest'ultima direzione ma, sia ben chiaro, sarei felice di essere completamente smentito.
                    E veniamo al discorso Topolino personaggio, così vediamo se almeno su questo ci chiariamo una volta per tutte.
                    Tu - come spesso altri - riconosci che sicuramente il personaggio ha motle meno storie rispetto ai paperi ma in linea di massima le sue storie sono di maggiore qualità e dunque, va bene così, meglio usarlo meno e quando lo si fa che la storia sia di un certo spessore.
                    Ora, ammesso e non concesso, che le storie di Topolino siano in buona percentuale migliori di quelle dei paperi, il discorso non va bene e non è giusto.
                    Non va bene e non è giusto perché Topolino non un personaggio secondario ma è  - o  quanto meno dovrebbe essere - il personaggio principale e non solo perché il settimanale porta il suo nome, ma perché è -  al netto del coniglio - il primo che ha dato il la al tutto.
                    Ora, prendiamo pure atto di un fatto che la gente che legge Topolino ama e vuole più i paperi e dunque diamoglieli. Ma non si può fare Topolino senza Topolino, questo è il punto. L'ho già scritto 150.000 volte e lo riscrivo: questo era fra l'altro l'impegno che la De Poli, conscia del problema - si prese poco  dopo che divenne direttrice del settimanale  e che è stato completamente disatteso.
                    E, ancor più grave, lo è anche in questo che è il suo 90 compleanno. Anche questo l'ho già scritto: allo stato attuale e direi ormai irrimediabilmente, sono stati più importanti i 70 anni di Paperone che i 90 di Topolino. E questo dimostra che Topolino viene dopo non solo a Paperino ma anche a Paperone e probabilemnte anche altri.
                    A te e a voi va bene così? Io ne ho preso atto da tempo, poi però continuerò più o meno solitario la mia battaglia perdente perché non penso di avere torto - o almeno ne ho ben pochi - nel sostenere tutto ciò.

                    Caro luciochef, i 90 anni di Topolino sono appena iniziati e c'è ancora parecchio tempo per festeggiarli sul settimanale e fuori. Vedremo la storia celebrativa di Artibani e Mastantuono, che rimarrà certamente memorabile, non solo per la garanzia di qualità data dagli autori stessi ma anche perché conterrà illustri ritorni.
                    La ridotta presenza di Topolino sul settimanale è cosa evidente e sicuramente ingiusta, ma credo che questa non sia una volontà precisa della redazione o dell'editore, quanto un'evidenza, che credo confermabile dagli sceneggiatori, della maggiore difficoltà di utilizzare il personaggio, il quale peraltro ha un'universo più limitato e un carattere più difficile da interpretare. C'e poi anche una questione di feeling; non è un segreto che Casty sia oggi l'autore che più sente suo il Topo e lavora con grande passione e cura, ma facendo tutto da solo, difficilmente può produrre più di 2/3 storie lunghe l'anno. D'altra parte la qualità conta, personalmente non preferirei che gli autori fossero spinti a produrre almeno una storia di Topolino per ogni numero solo per farlo essere presente, a prescindere dalla qualità. Se gli autori come Casty sono pochi non è colpa dell'editore o della redazione, però - come feci notare già tempo addietro - lo è senz'altro se autori come Faraci e Mastantuono lavorano così poco per la Disney, e molto più per Bonelli. Investire sulla qualità pagando un po' di più gli autori è una politica che non sarebbe male adottare; se a loro conviene di più economicamente lavorare per altri editori è normale che lo facciano. Ma questa penalizzazione non riguarda solo le storie di Topolino, bensì la produzione Disney  italiana in generale.

                    Per il resto, Vincenzo ha dichiarato che riguardo le rubriche non trova differenza con gli anni '90. Questo francamente mi pare assurdo: è un dato oggettivo il numero molto maggiore di pagine di redazionali dell'epoca, e non solo il numero era ben diverso, ma anche il genere. Se è vero che oggi abbiamo una bella pagina di apertura scritta personalmente dalla direttrice, è anche vero che il resto dei redazionali è poca cosa, mancano infatti belle rubriche regolari ed una seria pagina della posta; perfino i giochi sono ridotti al minimo, segno che è penalizzato anche il pubblico più giovane: si è passati da un'esagerazione a un'altra in merito, dato che sembrano essere scomparsi pure i gadget adatti ai bambini.
                    Perfino il lettering manuale, non a caso ancora utilizzato in Bonelli, è scomparso ed è stato sostituito da un pessimo font elettronico che non migliora certo il favore del pubblico, anzi.
                    Le copertine invece, importante biglietto da visita, sembrano essere migliorate molto ultimamente, e spero si continui così.
                    « Ultima modifica: Giovedì 8 Feb 2018, 14:28:55 da Max »

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                      Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                      Risposta #9: Giovedì 8 Feb 2018, 14:33:52
                      Il primo che avendo due figli adolescenti e dunque usciti dall'infanzia da poco tempo, ho riscontrato in loro, nonostante che si siano trovati immersi in una casa piena di Topolini, una, non totale, ma però abbastanza sostanziale indifferenza verso il tipo di fumetto. O meglio direi, un po' di interesse per il Topolino originario e molto più relativo per quello attuale. Se allargo lo sguardo verso i loro coetanei vedo che, a differenza delle generazioni passate, di Topolino non frega praticamente quasi nulla.

                      ahimè, su questo punto non posso che concordare! ho una limitata esperienza con le nuove generazioni (sarei un prof senza occupazione, al momento quindi do ripetizioni private a qualche bambino e ragazzo) e mi sono accorto che quando entrano in camera mia e vedono quella "disgustosa ostentazione di nerdistica sicumera" (fuor di metafora: la mia collezione!) mi guardano strano come se fossi un alieno... ma vabbè, fosse solo questo il problema!

                      In realtà sono così disabituati alla lettura che anche piccoli paragrafetti di storia per loro rappresentano dei tomi ostici e hanno una scarsissima conoscenza della lingua italiana, con termini che vengono usati a sproposito solo per "sentito dire".
                      Addirittura ho fatto un test: l'altra settimana ad un bambino di 3^ elementare "che va pazzo per Rovazzi" (qualsiasi cosa significhi...) gli ho fatto vedere il topo con Paperazzi che mi era arrivato per posta. Lui lo prende incuriosito, lo sfoglia e... "nah, mi secca leggerlo!" e lo riposa...

                      E ok, il mio campione è davvero irrilevante, ma se anche il ministero si arrende abolendo il tema in classe per gli esami di III media perchè i ragazzi (che tra poco andranno al liceo!) non sanno più argomentare al di là del messaggino in 180 caratteri tipico di twitter, credo che la situazione sia davvero complessa e forse irrimediabile!
                      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                        Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                        Risposta #10: Giovedì 8 Feb 2018, 19:02:22
                        Caro luciochef, i 90 anni di Topolino sono appena iniziati e c'è ancora parecchio tempo per festeggiarli sul settimanale e fuori.

                        Max è vero che mi trovo spesso in mezzo ma stavolta mi dia meriti/demeriti non miei....  :o ;D ;D
                        Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                          Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                          Risposta #11: Giovedì 8 Feb 2018, 20:20:01
                          Uh, scusami!  ;) Effettivamente il mio post era rivolto a doppiosegreto!

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                            Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                            Risposta #12: Giovedì 8 Feb 2018, 21:56:41

                            Caro luciochef, i 90 anni di Topolino sono appena iniziati e c'è ancora parecchio tempo per festeggiarli sul settimanale e fuori. Vedremo la storia celebrativa di Artibani e Mastantuono, che rimarrà certamente memorabile, non solo per la garanzia di qualità data dagli autori stessi ma anche perché conterrà illustri ritorni.
                            La ridotta presenza di Topolino sul settimanale è cosa evidente e sicuramente ingiusta, ma credo che questa non sia una volontà precisa della redazione o dell'editore, quanto un'evidenza, che credo confermabile dagli sceneggiatori, della maggiore difficoltà di utilizzare il personaggio, il quale peraltro ha un'universo più limitato e un carattere più difficile da interpretare. C'e poi anche una questione di feeling; non è un segreto che Casty sia oggi l'autore che più sente suo il Topo e lavora con grande passione e cura, ma facendo tutto da solo, difficilmente può produrre più di 2/3 storie lunghe l'anno. D'altra parte la qualità conta, personalmente non preferirei che gli autori fossero spinti a produrre almeno una storia di Topolino per ogni numero solo per farlo essere presente, a prescindere dalla qualità. Se gli autori come Casty sono pochi non è colpa dell'editore o della redazione, però - come feci notare già tempo addietro - lo è senz'altro se autori come Faraci e Mastantuono lavorano così poco per la Disney, e molto più per Bonelli. Investire sulla qualità pagando un po' di più gli autori è una politica che non sarebbe male adottare; se a loro conviene di più economicamente lavorare per altri editori è normale che lo facciano. Ma questa penalizzazione non riguarda solo le storie di Topolino, bensì la produzione Disney  italiana in generale.


                            Le copertine invece, importante biglietto da visita, sembrano essere migliorate molto ultimamente, e spero si continui così.
                            Caro Max, sta di fatto che all'attuale data non ancora una di quelle copertine che, come tu giustamente dici, sono un importante biglietto da visita è stata dedicata a Topolino a differenza di Paperone l'anno scorso che ha largamente spopolato sia nelle copertine che nei racconti. Sta di fatto che, la settimana scorsa a Topolino è stato riservato il solo fumetto dedicato al cinema e non un racconto come si deve e che, l'attuale settimana registra anche in questo 2018, la prima - e ne sono certo: non certamente anche l'ultima -assenza di Michey.
                            Non è una volontà della redazione e non è una volontà dell'editore tu pensi. Lasciami dire che dubito assai di questo e, proprio perché quello che governa il tutto è il solito marketing che, dal mio punto di vista, diventerà - se non è già diventato - un vero boomerang per il settimanale.
                            Topolino - il personaggio - non può essere relegato nella sua sorte ad alcuni benemeriti autori e non si può accondiscendere a queste scelte nel nome di una reale o presunta assicurata qualità delle sue storie. Tutte queste cose a me non consolano affatto anzi, mi fanno ancor di più pensare male.
                            La redazione, l'editore devono investire su Topolino, questa è l'unica cosa giusta da pretendere per attrezzarsi affinché in ogni numero il personaggio principe abbia una sua storia - possibilmente almeno sufficientemente discreta - per i motivi che ho già detto e che non ripeto e, il cercare di scusare o minimizzare questo problema, è controproducente per le sorti del settimanale. E se questo deve passare attraverso una maggiore paga verso gli autori, lo facciano, perché o ci si crede o non ci si crede sulle possibilità di Topolino e se non ci si crede .... che devo dire? Amen e così sia!
                            Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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                              Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                              Risposta #13: Venerdì 9 Feb 2018, 12:13:20
                              Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?

                              Non fasciandosi la testa prima di essersela (eventualmente) rotta, osando un po' di più, alzando l'asticella del politically correct un po' alla volta. Pensando che i bambini non sono deficienti e che una parte dei lettori è adulta (fregandosene, finché è possibile, del Moige o di 'eminenze grigie' italo-americane).

                              Riequilibrando le presenze fra i personaggi 'big' e quelli di 'seconda fascia' (a favore dei secondi), riprendendo di tanto in tanto quelli di 'terza' (anche solo con camei, tipo lo Sgrizzo visto improvvisamente per due sole vignette la scorsa settimana). Discorso diverso per Mickey Mouse, big ultimamente messo un po' da parte.

                              Cercando, al contrario dei personaggi, di coinvolgere maggiormente i 'big' autori e disegnatori, spesso in altre faccende affaccendati. Non dico 'pochi ma buoni (anzi, ottimi)' come negli anni '60/70, però evitando di allargare a dismisura il cerchio degli autori coinvolti, alcuni dei quali poco convincenti, che ha come conseguenza un abbassamento della qualità generale del prodotto.

                              Eliminando pagine inutili come quella della Posta, oppure avvicinandola a quella che era su 'Zio Paperone', con domande inerenti storie, personaggi, autori... Aggiungendo magari pagine amarcord tipo 'come eravamo', facendo vedere copertine e storie di numeri passati usciti nella stessa settimana di qualche anno fa, collegando il tutto a personaggi dimenticati che incuriosirebbero i lettori sia giovani che maturi.
                              « Ultima modifica: Venerdì 9 Feb 2018, 12:19:11 da Cornelius Coot »

                                Re: Come dovrebbe essere fatto un buon Topolino?
                                Risposta #14: Venerdì 9 Feb 2018, 17:06:53
                                Il primo che avendo due figli adolescenti e dunque usciti dall'infanzia da poco tempo, ho riscontrato in loro, nonostante che si siano trovati immersi in una casa piena di Topolini, una, non totale, ma però abbastanza sostanziale indifferenza verso il tipo di fumetto. O meglio direi, un po' di interesse per il Topolino originario e molto più relativo per quello attuale. Se allargo lo sguardo verso i loro coetanei vedo che, a differenza delle generazioni passate, di Topolino non frega praticamente quasi nulla.

                                ahimè, su questo punto non posso che concordare! ho una limitata esperienza con le nuove generazioni (sarei un prof senza occupazione, al momento quindi do ripetizioni private a qualche bambino e ragazzo) e mi sono accorto che quando entrano in camera mia e vedono quella "disgustosa ostentazione di nerdistica sicumera" (fuor di metafora: la mia collezione!) mi guardano strano come se fossi un alieno... ma vabbè, fosse solo questo il problema!

                                In realtà sono così disabituati alla lettura che anche piccoli paragrafetti di storia per loro rappresentano dei tomi ostici e hanno una scarsissima conoscenza della lingua italiana, con termini che vengono usati a sproposito solo per "sentito dire".
                                Addirittura ho fatto un test: l'altra settimana ad un bambino di 3^ elementare "che va pazzo per Rovazzi" (qualsiasi cosa significhi...) gli ho fatto vedere il topo con Paperazzi che mi era arrivato per posta. Lui lo prende incuriosito, lo sfoglia e... "nah, mi secca leggerlo!" e lo riposa...

                                E ok, il mio campione è davvero irrilevante, ma se anche il ministero si arrende abolendo il tema in classe per gli esami di III media perchè i ragazzi (che tra poco andranno al liceo!) non sanno più argomentare al di là del messaggino in 180 caratteri tipico di twitter, credo che la situazione sia davvero complessa e forse irrimediabile!
                                Oddio, sapevo che la situazione delle nuove generazioni era grave, ma non osavo immaginare fino a questo punto... Alla sua età leggevo libri e fumetti praticamente a ciclo continuo... certo che se i bambini di oggi non hanno nemmeno voglia di leggere Topolino siamo davvero alla frutta. Ti ringrazio della testimonianza, comunque
                                Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

                                 

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