Il Carnevale di Venezia e il Festival di Sanremo, entrambi famosi nel mondo, 'italianizzano' questo numero del Topo, rendendo in un certo senso omaggio (considerando anche la storia della prossima settimana che si svolgerà a Genova nel 1860) alle due più importanti e storiche scuole disneyane del fumetto in Italia, la genovese e la veneziana, appunto. E le storie sono all'altezza di tale situazione, non banali ma ben scritte e disegnate. Come quelle restanti, facendo di questo albo forse il migliore di quelli usciti nel 2018.
ZIO PAPERONE E LA MORA DI VENEZIA
Gaja Arrighini intreccia la vita di quattro papere somigliantisi per natura, per trucco o per magia in un divertente gioco delle maschere dal quale lo zione esce a fatica (mascherato anche lui, in una Venezia in festa) raggiungendo comunque lo scopo per il quale era partito, sebbene con qualche necessario compromesso. Ottimo plot ben illustrato da un Mazzarello in crescendo.
ZIO PAPERONE E LA SINGOLAR CANZONE
Sisti trova un singolare modo di omaggiare il Festival della Canzone Italiana ambientando nella Sanremo del 1300 le sue ipotetiche 'origini', in una storia con un Paperino menestrello, un Paperone avido mercante genovese e molti Bassotti (almeno otto) pirati saraceni. Nella DRL Rosa scrive di non aver mai 'osato' disegnare più Bassotti di quanti comparissero nelle storie di Barks (mi pare sei) e quando una volta si accorse di averne disegnati sette, ne tolse uno. De Lorenzi non ha avuto lo stesso... 'rispetto' ma lo si può 'perdonare' avendo leggermente ammorbidito il suo stile che resta sempre molto pulito e bello da vedere.
Sole a scacchi - Bassotti e... Tassotti
Deliziosa breve di Camerini dove le mire dei Beagles sono sicuramente alternative alle solite. Asaro in netto miglioramento con le sue matite.
PAPERINO E PAPEROGA E L'INSEGUIMENTO FOTOGRAFICO
Federico Rossi Edrighi dovrebbe essere un nuovo autore a cui faccio i complimenti non tanto per la sceneggiatura comunque sufficiente quanto per i dialoghi che hanno la classe e l'ironia di uno scrittore già 'rodato'. Lavoradori è l'unico disegnatore 'alternativo' con uno stile talmente particolare da convincermi ogni volta che vedo le sue tavole. Lui è 'altro' e lo fa benissimo.
INDIANA PIPPS E IL VORTICE DELLE NEBBIE
Altra interessante storia di Indiana Pipps, l'ultimo ambasciatore' di Topolinia, anche se il suo rapporto con la Gippippa mi è parso troppo 'morboso', comunque esagerato, al di là delle solite divertenti trovate. Gabriele Panini doveva per forza inserire delle 'paninate' anche in un soggetto non male. Ottimo Giuseppe Zironi che oserei dire essere la 'bella copia' di uno storico disegnatore da me poco amato ma che era sicuramente particolare: Pier Lorenzo De Vita che Zironi, involontariamente o no, 'rivede e corregge'.
PS - Ma Indiana dice 'yuk!' solo di recente o lo ha sempre fatto? Evidentemente è un intercalare dei pippidi.