ZIO PAPERONE, AMELIA E LA COPPA DEL MONDOR (episodi 3 e 4)
Questa unione tra sport, magia e filosofia da i suoi frutti, sebbene alcune cose non mi abbiano convinto: ad esempio mi pare contraddittorio tacciare i campionissimi di Mondor di non rispettare i bambini ("Bella prova prendersela con i più piccoli!" - "Quelli di Mondor saranno anche dei campioni, ma certo non di sportività!") e, al tempo stesso, permettere che in un duro scontro con giovani campioni adulti vengano inseriti Qui, Quo e Qua, per non parlare di Edi o dell'ottuagenario Paperon de' Paperoni. Avrei evitato questa 'eterogeneità generazionale' inserendo al loro posto Sganga, Bum Bum, Sgrizzo, Josè e Panchito.
Detto ciò, sicuramente positivi i messaggi che Enna lancia attraverso questa storia magico-sportivo-filosofica: l'importanza della coesione, della condivisione, del 'fare gruppo', della memoria, dei ricordi... nello sport come nella vita. Soprattutto Amelia viene 'approfondita' come poche volte negli ultimi tempi, fuori da facili schemi, confrontandosi in diverse situazioni e con varie persone/personaggi. Considerando il genere (storie legate ad eventi sportivi) il risultato finale del lavoro di Enna è sicuramente positivo e, soprattutto, non banale.
PAPERINO, PAPERINA. GASTONE E IL BALLO PEPERONATO
Effervescenti giochi di parole in un classico gioco degli equivoci. Vitaliano si diverte molto a costruire queste situazioni e lo si può ritenere un maestro del genere, nonostante a volte esageri un po' (almeno per i mie gusti) con elucubrazioni varie che potrebbero essere sfoltite per alleggerire un pochino tutto l'ambaradan. Non si capisce se in tutto questo Brigitta abbia anche la facoltà di leggere il pensiero di Paperino (pag.57) o se il baloon di Donald sia stato erroneamente disegnato, trasformando le sue parole in pensieri. Bacci notevolmente migliorato rispetto agli esordi.
Pippo e il piazzista spiazzante
Già vista ma sempre simpatica: in questa rotazione da sottolineare per le tavole di Di Vita.
Paperi a Motore - Forature
Bosco mette la sua firma in questa breve che condensa in poche tavole diverse situazioni paradossali. Alcuni primi piani dei paperi mi ricordano il primo Cherchini: buon segno per il giovane (immagino) Rigano.
Indiana Pipps, Orazio e gli introvabili ricambi
Questa nuova coppia continua a convincere: i loro mondi sembrano ben amalgamarsi. Baldoni trova un 'compromesso' nella dentatura di Orazio, spesso da me criticata in altre situazioni: alterna il classico dentone sporgente ad una arcata intera e possente, degna di un equino. Resta una contraddizione estetica di fondo, ma sempre meglio del solo dentone dominante.