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Topolino 3268

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di piccolobush

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Piccole grandi papere
Indiana Pipps e Gambadilegno in: il tesoro dei Clorofilliani
Corri, Paperoga!
Amelia e il desiderio a catena
Paperino e l'inspiegabile scomparsa
Paperino e l'indispensabile quadrupede incontentabile

Topolino 3268

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Juro
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PolliceSu   (1)

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PolliceSu   (1)
    Topolino 3268
    Mercoledì 11 Lug 2018, 18:53:06

    Cover di Alessandro Perina

    Storie

    Piccole Grande Papere 2° episodio
    Soggetto di Marco Bosco - Disegni di Silvia Ziche

    Indiana Pipps e Gambadilegno in: Il tesoro dei Clorofilliani
    Soggetto di Pietro B. Zemolo - Disegni di Emilio Urbano

    Corri, Paperoga
    Soggetto e Disegni di Enrico Faccini

    Amelia e il desiderio a catena
    Soggetto di Pietro B. Zemolo - Disegni di Alessandro Del Conte

    Paperino e l'inspiegabile scomparsa
    Soggetto di Carlo Panaro - Disegni di Luciano Gatto

    Paperino e l'indispensabile quadrupede incontentabile
    Soggetto di Gorm Transgaard - Disegni di Giorgio Cavazzano


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    Grandeboomerang
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    PolliceSu

    PolliceSu
      Re:Topolino 3268
      Risposta #1: Mercoledì 11 Lug 2018, 19:15:02
      Non pigliatemi per un ranteghino a forza, però qualcosa gli è che non va se manco il Faccini con Paperoga ti fa ridere...

      Non è chiaro dove "Piccole papere" vada a parare né cosa voglia significare; e ciò mentre nella storia degli alberi che si muovono succedono cose senza che sia mai spiegato il perché siano capitate all'inizio.

      Intanto quella di Panaro e Gatto va via come deve e si fa leggere, capiamoci, però non ha un nulla in più che t'aspetteresti anche nella trama da codesto autore (ma un bravo al Sig. Gatto ci va tutto, sia chiaro, dacché vedo che il tratto digitale sembra sempre più simigliante a quello tradizionale, e ciò per me è cosa assai gagliarda); e che dire della forestiera, che ti sembra sempre troppo lunga al punto che non riesci neanche a dirti che così vedi più tavole di Cavazzano perché scorciata di sei, sette pagine sarebbe stata gran storia...?

      Insomma, alla fine ti godi di più quella d'Amelia anche se sembra che Gennarino abbia più desideri di quel che dovrebbe...

      Però niente t'appaga davvero del tempo di lettura, e ciò ti dà pure noia, sinceramente. E te ne spiace, sperando che non sia questo l'andazzo per i tempi a venire...
      « Ultima modifica: Mercoledì 11 Lug 2018, 23:29:48 da Grandeboomerang »

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      Lucandrea
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      PolliceSu

      PolliceSu
        Re:Topolino 3268
        Risposta #2: Giovedì 12 Lug 2018, 18:26:54
        Il mio commento:
        Piccole Grande Papere 2° episodio senza voto
        La storia prosegue senza particolari sussulti. Un giudizio più completo lo avremo alla fine
        Indiana Pipps e Gambadilegno in: Il tesoro dei Clorofilliani voto 7,5
        Ritorna la coppia Indiana-Gambadilegno in un'avventura un pò surreale. Alla fine risulta più protagonista Gambadilegno rispetto a Indiana Pipps. Un'avventura gradevole ma che ha alcuni passaggi allungati che rallentano il ritmo
        Corri, Paperoga voto 6
        Breve metafumetto un pò sottotono
        Amelia e il desiderio a catena voto 6,5
        Simpatica che svolge il suo ruolo
        Paperino e l'inspiegabile scomparsa voto 7,5
        Trama con echi da spy-story. Finale un pò pesante con lo "spiegone" di Archimede. Curioso notare come I-176 venga rappresentato come un anonimo Bassotto e non con occhiali e tocco
        Paperino e l'indispensabile quadrupede incontentabile voto 7,5
        Simpatica avventura finale con uno stampo classico che scorre tranquilla. Applausi a scena aperta alla quadrupla di pag. 139: meglio di una cartolina
        Interessante notare che le tre ultime storie sono disegnate da Del Conte, Gatto e Cavazzano, tre autori di origine "scarpiana" che hanno "anta" anni di attività: chapeau

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        Grandeboomerang
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        PolliceSu   (2)

        PolliceSu   (2)
          Re:Topolino 3268
          Risposta #3: Sabato 14 Lug 2018, 00:28:22
          Ho letto la recensione del numero, e vo perfettamente d'accordo col Sig. Piccolobush laddove egli afferma che nella storia scritta dal Sig. Zemelo ci sia troppo d'inspiegato e che questa sta diventando tendenza.

          Mi ci ritrovo appieno, ma aggiungo anche che questa tendenza sta venendo a noia, perché in troppi punti rende illogici i protagonisti e crea brutte sensazioni nel lettore come quando s'abusa del deus ex machina.

          Quanto all'illogicità dei personaggi prendiamo proprio questa storia: salta fuori che tutto nasce da un albero parlante, e nessuno gli è che si chieda di dove venga un albero parlante e com'abbia fatto a sintetizzare l'elisir che lo fa muovere. Ma, se ci sta anche che Gambadilegno se ne freghi, non così dovrebbe essere per Indiana Pipps che ha nel DNA di risolver misteri: va contro la sua natura. Ma pensiamo alla storia di Perfettopoli: perché è sorta la città, come si guadagnano da vivere se non lavorano, perché mancano le donne? Son cose che un Topolino si dovrebbe chiedere, perché gli è che lui è Topolino e vuole sapere sempre, novello Ulisse: epperò si lascia tutto in sospeso, così, senza un perché...

          Ma poi ci si ricorda qui della tartaruga gigante della storia del settantennale di Paperone? Arrivato a quel punto, qualsiasi lettore si sarà chiesto perché sulla corona ci fosse un uovo magico, perché fosse magico, e perché la tartarugona fosse xl. Invece la tartarugona stessa dice di non far domande e diventa il più grande deus ex machina della storia dai tempi di "Combattler V", il tutto senza un perché, ovvio!

          Ma quando non si spiega, quando ci sono i deus ex machina, io personalmente c'ho sempre, ma proprio sempre, la sensazione che tutto ciò avvenga perché lo sceneggiatore non sa come uscire da ciò ch'ha creato, e quindi che la lasciata in sospeso od il deus ex machina non siano colpi di genio a crear suspense, bensì mezzucci adoperati quando non si sa che fare (Richard Okie insegna)... E non gli è affatto una situazione gagliarda o gradevole, perché appunto quella che doveva esser ganzata sa di tracollo di fantasia, invece.

          Non lo dico per cattiveria o sminuire un lavoro complesso come quello di far tornare tutti i punti d'una storia, ci mancherebbe. Lo dico al fine costruttivo d'indicare che l'abuso di certi espedienti diventa fastidioso per il lettore, anche se d'istinto il solo fatro d'aver trovato la scappatoia potrebbe apparire la miglior cosa per andare avanti bene con la trama.
          « Ultima modifica: Sabato 14 Lug 2018, 00:30:55 da Grandeboomerang »

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          Vincenzo
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            Re:Topolino 3268
            Risposta #4: Sabato 14 Lug 2018, 20:04:23
            Ho capito il tuo punto di vista, ma voglio sottolineare che non sempre lo "spiegone" è necessario in una narrazione, spesso anzi rischia di indebolirla. Ad esempio nel caso specifico non mi ha dato assolutamente fastidio, soprattutto perché nel fumetto Disney magia e scienza (o fantascienza) convivono da sempre, e quindi il fatto che non si sia specificato esattamente chi o cosa fosse la creatura in questione ha un suo perché. Lo stesso vale per la tartaruga che hai citato, chiaramente creatura sovrannaturale.
            La storia di Zemelo quindi mi ha convinto, l'autore riesce a gestire molto bene questa strana coppia e i disegni di Urbano fanno il loro dovere.
            Prosegue bene Piccole grandi papere, sebbene si sia ancora in fase di transizione. Diverte la classica surrealità di Faccini, mentre le due storie finali compensano con i sempre bei disegni di Gatto e Cavazzano due trame non esaltanti.
            If you can dream it, you can do it.

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            Cornelius
            Imperatore della Calidornia
            PolliceSu

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            PolliceSu
              Re:Topolino 3268
              Risposta #5: Sabato 14 Lug 2018, 21:18:28
              PICCOLE GRANDI PAPERE  (secondo episodio)
              Un veloce cambio d'animo non mi convince (quello di Brigitta, prima incavolatissima per una bruciatura ai suoi capelli e subito dopo sorridente con la 'colpevole' Paperina): è vero che bisogna sempre velocizzare tutto ma un paio di tavole in più di 'broncio' brigittiano le avrebbe rese oltretutto più divertenti. Irrompe RK con tutta la sua antipatica prepotenza che da comunque una 'scossa' al plot dove, per fortuna, altre velocizzazioni spesso presenti in storie non solo a fumetti sono, in questo caso, smentite (trovare subito un lavoro non è così semplice, soprattutto se moltiplicato per quattro). Però altre 'scorciatoie' appaiono all'orizzonte del terzo episodio...

              INDIANA PIPPS E GAMBADILEGNO IN: IL TESORO DEI CLOROFILLIANI
              Bravo Zemelo a trasformare quella che poteva essere una innocua storia fantastica in un quasi horror vegetale. Ottimo anche Urbano in queste nuove frequentazioni di Indiana (Gamba, Orazio...) che stanno producendo risultati positivi, non sempre scontati quando si tratta di nuovi plot.

              Corri, Paperoga!
              Faccini tira sempre più la corda della sua ironica fantasia paperoghiana ed il risultato è ancora accettabile.
              Amelia e il risultato a catena
              Bene-bravo-bis per Zemelo che circonda Amelia di una serie infinita di maghi della lampada dando nuovi colori al classico plot della Numero Uno. Del Conte ok ma sorprende in negativo nelle proporzioni di Gennarino (fin troppo pensante), soprattutto nei confronti della padrona: è diventato un gigantesco corvo, triplicando la sua taglia!  :o

              PAPERINO E L'INSPIEGABILE SCOMPARSA
              Un giallo poliziesco che si annoda intorno al... nulla, dove vediamo anche il collega paperopolese di Basettoni. 'Spiegone' un po' pesante? Forse, ma quando è Archimede a farlo (dialogando con Edi) è comunque 'digeribile'. Gatto ok anche se Intellettuale 176 lo avrei caratterizzato meglio, non come un semplice bassotto ma con occhiali e classico copricapo universitario.

              PAPERINO E L'INDISPENSABILE QUADRUPEDE INCONTENTABILE
              Se la si gioca a Mosca non vedo perché la Coppa debba chiamarsi 'Paperopoli'. Paperino escogita un modo tutto suo per prendere il treno senza pagare il biglietto ed un altro ancora per dimostrare ad un calciatore che il suo cane è sano e salvo. Immagino la gioia di Cavazzano nel disegnare tutto ciò (e, in effetti, queste azioni sono esteticamente 'spettacolari').
              « Ultima modifica: Lunedì 16 Lug 2018, 20:46:58 da Cornelius Coot »

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              camminatadisney
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                Re:Topolino 3268
                Risposta #6: Domenica 15 Lug 2018, 13:53:22


                In merito a 'Paperino e il quadrupede incontentabile'.

                L' avventura di Transgaard-Cavazzano racchiude in sé l' essenza di ogni opera letteraria: assedio e viaggio; in una parola, ricerca.
                In effetti trattasi letteralmente di un continuo viaggio quasi dalla prima all' ultima vignetta, nonché di una ricerca metaforica dei vari comprimari verso una maggiore consapevolezza di sé e acquisizione di ruolo.

                Non intendo dire che sia un capolavoro della letteratura per immagini.
                Ma un racconto ben riuscito che si basa su una concomitanza di topoi ed espedienti narrativi collaudati, quello sì. Peraltro arricchito da un' ottima sintesi grafica del disegnatore, giusto compromesso tra cura del dettaglio e schematismi grafici (dalla ligne claire franco-belga alla sintesi dei comics umoristici americani).

                Il soggetto è piuttosto convenzionale.
                La sceneggiatura mi pare molto curata, consentendo lo sviluppo di un plot con ritmi serrati. Una tensione continua che però non si traduce mai in un frenetico ritmo indistinto e sempre uguale a se stesso, e dunque ripetitivo.
                Nel complesso la lettura risulta molto fluida. Senza formule narrative stupefacenti, d' accordo. Ma, a mio avviso, comunque ben più pregevole di quanto possa sembrare di primo acchito.

                I disegni? Beh, Giorgio Cavazzano dopo 50 anni di attività riesce a regalarci ancora immagini godibilissime.
                Dalla pura poesia pittorica di Topo Maltese a tavole comunque da accademia come in questi soggetti danesi, diciamo così, minori.
                L' espressività dei personaggi, la sintesi grafica laddove è disturbante la cura del dettaglio, e viceversa, il taglio della pagina, l' inquadratura delle vignette, le panoramiche quadruple... Cavazzano non si risparmia, e ci regala a piene mani il suo talento.

                Credo fermamente che la lettura di una sua avventura, seppur minore, insegni molto su come si debba lavorare nel fare fumetti.
                E che, a lettura avvenuta, se ne esca arricchiti.
                Parafrasando Pia Pera, che si rivolgeva al proprio giardino, mi viene da dire: Adoro Cavazzano, perché è stato da me apprivoisé, come la volpe del Petit Prince, ed io da lui.
                Adoro Cavazzano, perché ogni volta che mi allontano, aspetta che io torni.



                « Ultima modifica: Domenica 15 Lug 2018, 13:55:59 da camminatadisney »
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                  Re:Topolino 3268
                  Risposta #7: Domenica 15 Lug 2018, 14:00:36
                  CUT

                  Il tuo punto di vista per certi versi è condivisibile, tuttavia, introducendo eccessive spiegazioni si appesantisce la narrazione, come nel caso della storia di Panaro presente in questo numero: addirittura tre pagine sono dedicate alla giustificazione di quello che è accaduto nelle precedenti ventisette, cioè nulla di fatto. Indubbiamente un po' di coerenza serve, a nessuno piacciono le forzature né tantomeno i deus ex machina continui per portare avanti una storia e spingere, magari, su altri aspetti come la caratterizzazione dei personaggi o le dinamiche narrative, tuttavia scrivere una sceneggiatura basata su congetture e spiegazioni come Paperino e l'inspiegabile scomparsa, non un soggetto nuovo e certamente trattato con più verve nel passato, rischia solo di spazientire il lettore: non è la prima volta, vorrei ricordare, che l'autore porta avanti la sua linea "giustificazionista", sicché mi sarei sorpreso di non trovarmi l'abituale spiegone che serve a costruire il colpo di scena a cui nessuno avrebbe mai pensato (e ci credo che sia così, ma solo per coprire intere vignette in cui i protagonisti cercano di dare un senso alle loro azioni). Insomma, trenta tavole non solo poche, se poi l'azione viene sostituita da vignette come la prima a pagina 127 o, appunto, le ultime tre, davvero pesanti da digerire, preferisco di gran lunga una storia come quella di Zemelo dove almeno c'è tanta azione e una contrastante sinergia tra i due protagonisti, nonostante il finale piuttosto velocizzato. Bisogna trovare un po' il giusto equilibrio tra le due parti, come non si può fare una storia arrampicandosi sui vetri non se ne può fare una in cui l'azione risulta costantemente rallentata e poi appesantita. La Danese, ad esempio, è una storia certamente non eclatante, ma che, quantomeno, ha dei buoni tempi narrativi e presenta un Paperino più dinamico e meno speculatore. Si legge piacevolmente, insomma, e questa è la prima cosa che si dovrebbe cercare dalla lettura, un minimo di diletto: che quantomeno ci sia un po' di verve nelle spiegazioni, se ci devono essere, invece della patetica battuta presente nella vignetta in questione.

                  Altre note sul numero di questa settimana: Piccole Papere è davvero priva di mordente, a questo punto avrei evitato proprio la storia in costume (non è né una parodia né un rifacimento), preferendo, invece, qualcosa che si avvicinasse di più a Papere alla deriva o a Dove osano le papere. La storia di Amelia è una gag allungata ma simpatica, mentre la breve di Faccini, dallo spunto metafumettistico molto carino, si meritava molte più pagine con tante gag, ad esempio un Paperino o un Paperone privati della loro faccia e ridisegnati in modo assurdo da Paperoga, o Paperoga stesso che invece di replicare perfettamente le vignette le reinterpreta secondo il suo personalissimo gusto: insomma, trenta pagine, a differenza della storia successiva, questa se le sarebbe meritate tutte, ne sarebbe uscito un vero gioiello di comicità.
                  « Ultima modifica: Lunedì 16 Lug 2018, 17:06:11 da Andy98 »

                  *

                  Carlo Panaro
                  Pifferosauro Uranifago
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                    Re:Topolino 3268
                    Risposta #8: Lunedì 16 Lug 2018, 18:03:54
                    Ciao a tutti,
                    come penso che molti di voi sapranno, ho sempre ritenuto il forum un luogo d'incontro tra lettori ed autori di Topolino, perciò ho sempre tenuto un filo diretto con voi tutti, sia per ringraziare, quando mi venivano rivolti complimenti, sia per rispondere alle vostre domande e curiosità.
                    Ho letto attentamente le osservazioni sulla mia recente storia, osservazioni che rispetto ed accetto poichè vengono da lettori, ed i lettori sono appunto i destinatari finali del mio lavoro.
                    Vorrei ora esporre la genesi che mi ha portato a scrivere "Paperino e l'inspiegabile scomparsa".
                    All'inizio ho pensato ad una trama che vertesse su un mistero apparentemente insolubile con protagonista i paperi. Mi è venuta in mente la sparizione dello Zione, così ho costruito circostanza, luoghi e premesse della vicenda.
                    Il mio intendimento era quello di creare una storia incentrata su una scomparsa inspiegabile, come a volte accade nella realtà, ovviamente in chiave Disney.
                    Paperone non è a bordo della nave, non può essere caduto in mare accidentalmente perchè avrebbe di certo gridato e svegliato i nipoti, non può essersi allontanato dalla nave perchè la scialuppa è ancora legata lì... insomma cosa è successo allo Zione?
                    Questa è stata la mia premessa che, mi era sembrata, interessante.
                    Poi sono passato ad analizzare i possibili sviluppi, le varie vie che uno sceneggiatore ha davanti per proseguire una trama abbozzata.
                    Il primo pensiero che, secondo me, sarebbe affiorato nella mente di Paperino e dei nipotini, supportato dall'ipotesi realistica della polizia chiamata a bordo della nave, sarebbe stato istintivamente: "Lo Zione è stato rapito dai suoi nemici storici, i Bassotti, attirati dalla circostanza di trovarlo indifeso, privo delle abituali difese del deposito!"
                    Ovviamente, se fossero stati davvero i Bassotti sarei caduto nel massimo della prevedibilità, così ho fatto in modo di portare avanti una serie di piste sbagliate per alimentare la curiosità nel lettore: che fine ha fatto Paperone?
                    Non l'hanno rapito i Bassotti, la seconda pista su Intellettuale ha portato i nostri nuovamente fuori strada... poi, quando Paperino ed i ragazzi non sapevano più cosa fare, ho fatto riapparire lo Zione sotto i loro occhi. Una magia di Amelia? No, la numero uno non è presente nella storia. Alieni? Nemmeno. Un altro briccone? Prevedibile e poco intrigante.
                    Seguendo un percorso circolare della narrazione sono tornato lì dove la storia era iniziata, nello spazio, spiegando che tutto era nato da un tentativo di contatto S.O.S. di Archimede... mi pareva che, tutto sommato, magari non per i lettori più scafati, ma per quelli un po' più giovani, scattasse un fattore sorpresa, un finale imprevedibile visto l'andamento che avevo dato volutamente alla vicenda, spingendola su indizi e personaggi noti, come appunto i Bassotti e family.
                    Ho cercato di condensare la spiegazione in un numero accettabile di vignette: meno di due pagine (la quadrupla e l'inizio della terzultima non sono connesse a spiegazioni).
                    Ogni autore ha il suo modo di proporre le proprie idee, tanti autori tanti stili... spero che gradiate maggiormente le mie prossime storie...
                    Un grosso ciao a tutti!  :)

                    *

                    bunny777
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                      Re:Topolino 3268
                      Risposta #9: Lunedì 16 Lug 2018, 19:03:40
                      Ciao a tutti,
                      come penso che molti di voi sapranno, ho sempre ritenuto il forum un luogo d'incontro tra lettori ed autori di Topolino, perciò ho sempre tenuto un filo diretto con voi tutti, sia per ringraziare, quando mi venivano rivolti complimenti, sia per rispondere alle vostre domande e curiosità.
                      Non ho ancora letto la storia, quindi non so esattamente di cosa si parla, ma voglio cogliere l'occasione per ringraziarti del gentile e pacato intervento, cosa rara di questi ultimi tempi.


                      *

                      luciochef
                      Cugino di Alf
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                        Re:Topolino 3268
                        Risposta #10: Lunedì 16 Lug 2018, 19:09:14
                        Concordo e sottoscrivo !
                        Carlo Panaro, come sempre, si mette in gioco ed accetta i giudizi sul proprio operato.
                        È facile farlo quando questi sono lusinghieri.
                        È da SIGNORI farlo quando ci sono opinioni discordanti.
                        Poi lo spiegare a tutti la genesi della sceneggiatura, per farne capire le sfumature, è da professionista che lavora per un pubblico ed in funzione di quel pubblico.
                        Chapeau !
                        Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

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                          Re:Topolino 3268
                          Risposta #11: Lunedì 16 Lug 2018, 22:52:21
                          Mi associo agli apprezzamenti qui sopra espressi per  l' intervento dell' autore Carlo Panaro: è indiscutibile, la classe non è acqua.
                          Riguardo alla storia in questione, vorrei fare una notazione alla riflessione di Cornelius che ha obiettato che Intellettuale 176 non porta il solito copricapo da universitario; secondo me è una rappresentazione grafica espressamente voluta: il bassotto, infatti, deve dare l'impressione di essere in vacanza.

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                            Re:Topolino 3268
                            Risposta #12: Lunedì 16 Lug 2018, 23:33:36
                            Ringrazio come sempre Carlo Panaro per lo spirito con cui si approccia ai suoi lettori e non posso che rimanere stupito dal suo incredibile garbo: nonostante il mio criticismo sulla storia in questione, è un gran piacere quando si ha l'opportunità di conoscere la genesi di un lavoro, di una creazione estetica (ho molto rispetto dell'estetica in generale), e questo mi permette, infatti, di riguardarla con un occhio meno prevenuto (avendo già in passato posto l'accento sulle vignette cariche di spiegazioni) e di poterne comunque apprezzare il risultato complessivo.

                            Rimango convinto, tuttavia, che se si spingesse di più sul dinamismo dell'azione le vignette esplicative diventerebbero più agevoli da leggere e non rallenterebbero troppo la narrazione nel suo complesso: ma questo, probabilmente, è un mio problema di fondo, molto spesso mi guardo attorno e di certe dinamiche riesco a scorgerne non pochi dettagli, forse è per questo che alcuni "colpi di scena" non riescono proprio ad entusiasmarmi o addirittura me li aspettavo già in partenza. Però, come Panaro osserva, una storia di Topolino è una storia fatta per essere letta da chiunque, quindi, come già in passato l'autore stesso mi aveva detto in risposta ad un mio commento dove affermavo che il cattivo di una storia fosse troppo telefonato, non tutti hanno lo stesso approccio (fortunatamente, aggiungo), e ammiro profondamente il rispetto che serba al suo pubblico, è qualcosa di talmente raro in un mondo dove sembra veramente di doversi difendere in continuazione da qualunque cosa si dica sul proprio conto (o da certi atteggiamenti mortificanti, se chiedete a me), quindi sono sicuro che ci regalerà delle piacevoli sorprese in futuro.

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                            Cornelius
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                              Re:Topolino 3268
                              Risposta #13: Lunedì 16 Lug 2018, 23:51:38
                              Riguardo alla storia in questione, vorrei fare una notazione alla riflessione di Cornelius che ha obiettato che Intellettuale 176 non porta il solito copricapo da universitario; secondo me è una rappresentazione grafica espressamente voluta: il bassotto, infatti, deve dare l'impressione di essere in vacanza.

                              Ho pensato anch'io che il 'tocco' poteva essere di troppo con una camicia a fiori, però almeno gli occhiali ci potevano stare, tanto per caratterizzarlo un po'.

                              Riguardo lo 'spiegone' di Panaro, ammirando anch'io il garbo e la classe con i quali l'autore si approccia a qualsiasi sollecitazione, per quanto 'corposo', è stato messo dopo la fine della storia, come epilogo e non al centro, come a volte può capitare. Per cui le tre tavole sulle quali si spalma dovrebbero essere 'digerite' meglio dal lettore, perché non rallentano il ritmo della storia, visto che questa è praticamente già finita.

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                                Re:Topolino 3268
                                Risposta #14: Martedì 17 Lug 2018, 11:02:43
                                Non ho trovato pesante/corposo/eccessiva la spiegazione della storia storia della scomparsa dello Zione.
                                Ho apprezzato e gradito quello che è stato l'intreccio narrativo e l'alone di mistero che permeava la storia ma il finale mi è sembrato buttato lì. Forse perché con la storia che parlava di altro non ricordavo più l'inizio nello spazio. Però ho davvero apprezzato l'atmosfera della storie e a Carlo Panaro faccio i miei complimenti.

                                 

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