La verità è che in Italia (non so da altre parti) la maggior parte della gente non legge. E non mi riferisco solo ai fumetti.
La verità è che questo, al di là della visione semplicistica, non può avere nessuna reale influenza sul crollo delle vendite. Lo si può capire facilmente guardando un po’ di dati.
Prima di tutto, bisognerebbe concordare su cosa si intende con “la gente non legge” che è un concetto abbastanza vago; e attualmente, il dato che più si utilizza è la valutazione statistica di quante persone hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi. Secondo questo criterio risultano almeno 26 milioni di lettori abituali : direi che sono ben più che sufficienti a garantire vendite svariate più elevate di quelle attuali. Senza contare che qui si parla di libri, quindi letture più impegnative di un fumetto, per cui il potenziale bacino di utenza è ben più grande.
Ma soprattutto, basta guardare i dati di vendite, ad esempio, dei primi anni ’60 : il quadruplo di quelli attuali. E a quei tempi in Italia c’erano 10 milioni di persone in meno, e un analfabetismo ben più diffuso.
A rigor di logica avrebbe dovuto vendere molto meno di oggi, e invece…
Non so quanto esattamente, ma si può fare il confronto con il dato del 1951, quando c’era ancora analfabetismo soprattutto al Sud dove in media si era oltre il 20 % di persone che, anche volendo, proprio non potevano leggerlo, Topolino.
I dati di vendita di quel decennio non sono certi, ma prendendo come fonte il nostro “Topolino Tremila” dalle stime e dalle ipotesi risultano comunque parecchio più elevate di quelle attuali, si parla di valori fra 200.000 e 300.000 copie. In un periodo con 47 milioni di abitanti e alcuni milioni di analfabeti.
Neanche questa ipotesi regge.
, e poi magari il fatto che con la crisi di lavoro che c`e` in Italia, magari certa gente, soprattutto tra i giovani, deve rinunciare a comprarlo per mancanza di soldi...
Direi che questo non c`entra proprio niente...mancanza di soldi? Per 2,50 Euro di fumetto a settimana? Non scherziamo.