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Topolino 3279

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di piccolobush

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Paperino, Paperina e il megatorneo
Topolino e i numeri del futuro
I corsi di Paperoga - Il perfetto spazzino
Indiana Pipps e il villaggio alieno
Whizzkids

Topolino 3279

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SalvoPikappa
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PolliceSu   (1)
    Topolino 3279
    Mercoledì 26 Set 2018, 15:13:55
    Indice


    Cover di Perina-Turati

    Paperino, Paperina e il megatorneo - Marco Bosco/Giada Perissinotto
    Topolino e i numeri del futuro - Francesco Artibani/Roberto Natalini/Valerio Held
    I corsi di Paperoga - Il perfetto spazzino - Augusto Macchetto/Giovanni Rigano
    Whizzkids (Ep.4) - Verde - Stefano Munarini/Vito Stabile/Emilio Urbano
    Whizzkids (Ep.5) - Sotto il segno della Q - Stefano Munarini/Vito Stabile/Emilio Urbano

    Cards Mania - Un fenomeno mondiale!

    Next Topo3280 - Non perdete le prossime 2 Quackball Cards esclusive da collezione con Topolino a soli €3,90 - Una pedalata eroica per Paperino! - Continua la serie Quackball Cards a fumetti: Zio Paperone e la card da un milione - Romics Grande festa per Fantomius

    Nessuno è povero, quando può fare ciò che gli piace quando gli piace!... A me piace tuffarmi nel denaro, come un pesce baleno, e scavarci gallerie, come una talpa, e gettarlo in aria e farmelo ricadere sulla testa!

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    Pato_Donald
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      Re:Topolino 3279
      Risposta #1: Mercoledì 26 Set 2018, 21:09:15
      Sempre splendidi e languidi i disegni della Perissinotto...
      Le carte devo dire che sono davvero molto carine e ben fatte e sicuramente le prenderò tutte anche se, a mio avviso, 3,9O per le 3, e poi per le future 2, carte sono un po' tanti... Dove sono finiti i regali che Topolino faceva spesso???

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      Andy98
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        Re:Topolino 3279
        Risposta #2: Giovedì 27 Set 2018, 14:17:20
        Gli interessanti disegni della Perissinotto e di Rigani illustrano con maestria e personalità due sceneggiature piuttosto deboli ma esemplari per il periodo che sta attraversando il Topolino, giacché, come ben sospettavo, l'affacciarsi del nuovo allegato mensile, il Topolino Junior, non porterà ad alcun innalzamento del target, se non in tempi davvero lontani. Il numero in questione parla da sé: a parte una storia, tutte le altre sono fiacche e presentano elementi che denotano proprio il seguente fatto, ovverosia che il pubblico a cui sono indirizzate è infantile.

        Partiamo da Paperino, Paperina e il megatorneo, non memorabile, eppure per il momento in cui è stata inserita diventa un modello di cui discutere per trarre alcune riflessioni. Lo spunto, innanzitutto, è efficace, con una Paperina ben scritta, non buonista ma permalosa e capricciosa, eppure da quel punto in poi, anziché avere uno scoppiettante scontro tra lei e Paperino, la narrazione prende una direzione insolita, quasi troppo femminile, mostrando la succitata in compagnia di Brigitta e Miss Paperett a comportarsi come una ragazzina - inoltre: Brigitta e Miss Paperett paiono dormire assieme a lei, vista la dimensione del letto... alla faccia di Paperino, il quale si sarebbe dovuto accontentare della camera degli ospiti! - e il tutto si risolve in maniera troppo smielata senza lasciare niente: qual è stato, allora, il senso di dedicare tutte quelle pagine a Paperina e al suo voler dare a Paperino una lezione se poi lo scontro tra i due non è nemmeno accaduto? Perché sacrificare delle gag, con magari i due che tentano di sabotarsi a vicenda e di farsi i dispetti - facendo anche tanta ironia, tra l'altro - con uno svolgimento piatto in cui Paperina e le sue amiche sembrano delle adolescenti? Non me lo spiego proprio, in un altro periodo e contesto sarebbe stata una storia di tutt'altra fattura con le premesse che aveva, e invece, con un target di riferimento troppo basso la sostanza diventa quasi inesistente, e l'unico punto di interesse sono i disegni della Perissinotto, che puntano a tratteggiare in maniera atipica gli indumenti dei vari personaggi. Però, ripeto, per quello che la storia si rivela essere, questi disegni sono davvero sprecati.

        Anche Il perfetto spazzino vuole essere esemplare nella sua brevità, con quel Paperoga tutto sorridente, gli adulti lamentosi e i bambini contenti di saltare in un mucchio di foglie autunnali: per quello che racconta, è proprio una storia infantile. Non dico che una breve debba essere uno sketch o una gag allungata, tuttavia dovrebbe intrattenere quei due minuti necessari a leggerla, come ad esempio faceva Bosco con le sue parodie dei generi cinematografici o Vito col suo Zio Paperone racconta. Qui non accade nulla di tutto ciò: la vicenda è piatta, con una contrapposizione ingenua tra il mondo degli adulti e quello dei bambini, e si ferma lì, senza alcun sorriso né diletto.

        A peggiorare le cose ci pensa anche Indiana Pipps e il villaggio alieno: nonostante voglia essere una gag al contrario, ancora nel 2018 vengono tirati in ballo i marziani che fanno i loro giri sulla Terra per chissà quali ragioni ecc... Se questo non è indice di un target di riferimento fin troppo basso, allora non mi spiego proprio come mai ogni due per tre debbano essere tirati in ballo o per assenza di inventiva o per agevolare lo svolgimento narrativo: dal mio punto di vista, sono banali e fuori luogo in troppi contesti.

        Passiamo, infine, all'ultima nota dolente del numero, ovvero i WhizzKids.
        La prima delle due puntate ivi presenti porta avanti lo schema collaudato negli episodi intermedi, ovvero da una parte si ha il nipotino contro la peste impersonale di turno, dall'altra le vicende scolastiche dei tre protagonisti interpretate dai robot di Archimede, il quale all'apparenza combina solo disastri. Arrivati al terzo con questo schema si avverte una stanchezza narrativa, e infatti lo scontro presente è una scaramuccia al limite del ridicolo con l'antagonista che spinge Qua perché si è stufato di averlo tra i piedi, il che mi porta di nuovo a sollevare il medesimo interrogativo presente negli altri commenti: perché fare, allora, una storia di supereroi, che non è altro che un pretesto forzato per imbastire la ricerca delle pietre, se poi non ci sono né dei veri scontri né avversari all'altezza? Questo capita perché la saga voleva essere due cose in una, quindi tagliando un po' da una parte e un po' dall'altra racconta a metà quello che vorrebbe dire, e non a caso l'episodio scolastico è poco più che un riempitivo il cui scopo è insegnare che non bisogna essere competitivi: non a caso, nell'epilogo, si dice che Qua ha compreso che "la felicità altrui può regalare soddisfazioni maggiori di una vittoria, quando il suo problema non era l'essere troppo competitivo, bensì l'essere presuntuoso nei confronti degli altri; che tale atteggiamento possa derivare da un'eccessiva competitività non è da escludersi, ma da qui a bollarla come qualcosa di negativo ce ne vuole, e infatti non viene inserita una riga del tipo "bisogna essere competitivi nel giusto, e che anche la felicità altrui, alle volte, può regalare soddisfazioni maggiori di una vittoria". Il fatto che vengano dati insegnamenti superficiali o incompleti è sintomo di un soggetto nelle sue fondamenta sbagliato, da rimproverare non a Stabile, bensì a Munarini: o si faceva un'avventura archeologica, ma a quel punto la storia sarebbe stata di tutt'altra fattura, o si imbastiva una vicenda scolastica in cui ogni nipotino era veramente partecipe, magari con personalità più marcate.
        Infatti, un elemento che rivela il limitato target di riferimento è l'assenza di qualsivoglia piano di lettura alternativo a quello presentato: nel caso dei nipotini, si sceglie di differenziarli esaltando un singolo tratto, facendo di Qui un impacciato romanticone, di Quo un saputello, e di Qua uno competitivo, eppure durante tutta la storia non vengono suggerite altre componenti che permettano di distinguerli maggiormente. Ed è anche la ragione per cui nessuno dei Vilecrow ha una personalità: non c'è un elemento al di fuori della materia prediletta che li differenzi l'uno dall'altro, e a questo si ferma la sceneggiatura, quando una scrittura a più piani di lettura avrebbe esaltato nei dialoghi e nei gesti delle differenze sostanziali: il bambino avrebbe detto "Turpin ama la psicologia, Darcus la chimica e la genetica, Becker la geografia", e leggendo ipotetici dialoghi avrebbe aggiunto qualcos'altro in più, mentre un lettore più grandicello e attento anche ad altri dettagli avrebbe potuto dire le stesse cose aggiungendo, ad esempio, che "Turpin è quello più diabolico ma superficiale, Darcus il più inetto ma pericoloso, Becker il più scaltro ma impaziente" o altre varianti (sto inventando per rendere l'idea, nulla di tutto questo traspare dalla narrazione), e lo stesso ragionamento si sarebbe potuto applicare anche alle personalità dei nipotini.
        In termini più immediati ma comunque efficaci: la sceneggiatura segue una logica elementare e racconta solo ciò che appare, non lascia intuire che ci sia qualcosa in più, ma questo perché la storia si vuole rivolgere ad un pubblico infantile che non è in grado di cogliere determinate sfumature, eppure, se fosse stata una storia per tutti, sarebbero state inserite, e quindi un lettore più adulto ne avrebbe goduto in maggior quantità, cosa che non accade proprio per esigenze di target. Garalla in un suo recente video ha affermato di non vedere bene la storia su Topolino Junior, e penso che avesse preso a riferimento la mia affermazione, tuttavia quanto ho scritto sopra prova l'esatto contrario: da una parte abbiamo un pretesto che abbruttisce il tutto, dall'altra abbiamo l'assenza di ulteriori piani di lettura al di fuori di quello presentato, con delle lezioni morali che più che abusate sono imperfette ed incomplete, senza che anch'esse abbiano altri livelli di profondità, e di ciò ho parlato ampiamente nei miei precedenti commenti, quindi evito di ripetere la manfrina a riguardo.
        Voglio passare oltre alle caratterizzazioni superficiali di Paperino e Paperone, che non rendono giustizia all'introspezione psicologica su cui punta spesso Stabile senza scadere nel patetico o nel sentimentale, e quindi preferisco parlare della conclusione, che dopo una battaglia finale dimenticabile è la peggior uscita di tutta la saga: i Vilecrow hanno recitato come cattivoni per tutta la storia, rubato in un museo, messo in pericolo una civiltà indigena e attivato un pericolosissimo robot che stava distruggendo Paperopoli solo per farsi notare perché il loro padre non gli dava sufficienti attenzioni? E vengono pure compatiti dal padre pur ricevendo un castigo? Come banalizzare una tematica non da poco, insomma, al che ripeto: facendo della saga una vicenda scolastica si sarebbero potuti trattare in miglior modo delle situazioni così delicate, invece i tre pendagli da forca, senza madre e con un padre costantemente assente, commettono dei crimini perché bisognosi di attenzioni e non ne pagano le conseguenze (quel "darete una mano a riparare i danni causati" non è sufficiente): è come nella recente storia natalizia di Manetta e Rock Sassi in cui hanno stravolto la sceneggiatura per non far compiere un furto a dei bambini in evidenti condizioni di povertà, solo che in questo caso questi tre hanno rubato e attentato alla vita delle persone, e ne escono piuttosto bene.
        Inoltre, l'epilogo coi tre nipotini mano nella mano che hanno imparato delle lezioni nonostante non siano stati protagonisti in prima persona parla da sé: contavo nella bravura di Stabile e nella sua sensibilità, e invece si è dovuto proprio piegare ad esigenze di target, confezionando un prodotto scadente che non gli rende giustizia.
        Ma tale giudizio, ovviamente, viene formulato da un povero ventenne a cui non la storia non è affatto rivolta, tuttavia, a seguito di alcune miei osservazioni, dubito che possa davvero trovare riscontro tra i bambini: quei pochi insegnamenti che ci sono sono storpiati per alleggerire la trama o sono banalizzati da alcune scelte, mentre la parte dilettevole è un pretesto senza un reale rilievo, quindi anche quei poveri infanti che volevano vedere un po' di botte ignoranti non vengono accontentati.
        Mi appello alla clemenza degli sceneggiatori o dei soggettisti, auspicando che nessuno voglia proporre in un futuro una variante dei Q-Galaxy o dei WhizzKids, perché il Topolino ha bisogno di tutt'altro per rivendicare il suo essere una rivista per tutti. Spero di non essere il solo a vederla in questa maniera.

        L'unica storia a salvarsi, di conseguenza, è Topolino e i numeri del futuro di Artibani-Held.
        Avevo già espresso la mia gioia per la storia dedicata alla Topologia e per la conferenza tenutasi al dipartimento di matematica in cui studio, quindi rinnovo i miei più sinceri complimenti all'iniziativa e, in particolare, al buon Artibani che ha saputo andare oltre l'infelice stereotipo in cui è stata circoscritta la disciplina per voler quantomeno illustrare a tutti che la matematica si nasconde anche nell'impensabile: in queste situazioni il Topolino è davvero una rivista per tutti quanti, perché informa e fa riflettere nel mezzo di una vicenda dinamica e con personaggi soprattutto credibili senza mai scadere nel didascalismo eccessivo, e anche i bambini se ne accorgono. Sono del parere che col giusto tatto e con l'adeguato connubio tra i dialoghi e i disegni si possano toccare argomenti molto più profondi, oltreché a promuovere delle idee benefiche, però mi fermo qui perché altrimenti partirebbe una polemica su una questione troppo delicata, e non mi sembra qui il luogo giusto per approfondirla.
        « Ultima modifica: Giovedì 27 Set 2018, 15:57:02 da Andy98 »

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        Vincenzo
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          Re:Topolino 3279
          Risposta #3: Giovedì 27 Set 2018, 16:51:43
          Topolino e i numeri del futuro è la storia di punta del numero, di certo fra le migliori dell'iniziativa cui appartiene.
          Una storia che intrattiene e istruisce allo stesso tempo, in pieno stile Artibani, anche a chi come me non è affatto appassionato della materia.
          Ma devo dire che la prima storia mi ha convinto più di quanto avevo preventivato: Bosco imbastisce una bella commedia i cui protagonisti appaiono molto dinamici e realistici nelle loro interazioni, con un Paperino presuntuoso e una Paperina giustamente combattiva. Vero che forse Brigitta e Miss Paperett risultano "ingombranti", ma c'è da dire che questa amicizia è diventata da tempo marchio di fabbrica dello sceneggiatore, pertanto non mi ha disturbato troppo. E ho trovato adorabili e particolarmente adatti al contesto i disegni della Perissinotto. Spero che tutte le storie promozionali delle card si mantengano su questo livello.

          I Whizzkids si concludono in modo non eccessivamente brillante, tuttavia paragonarli a Q-Galaxy mi sembra  eccessivo. Almeno qui si è vista una trama decente e una buona caratterizzazione dei tre fratelli, che come già ho scritto all'inizio della serie sono (come Tip e Tap) personaggi non facili da gestire.
          P.S: Andy, ma poi hai letto la storia di Vitaliano dello scorso numero?
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            Re:Topolino 3279
            Risposta #4: Giovedì 27 Set 2018, 18:09:07
            P.S: Andy, ma poi hai letto la storia di Vitaliano dello scorso numero?

            Purtroppo no, nonostante il numero sia sempre stato a portata di vista ne ho letti altri più vecchi che vi stavano accanto e che ho recuperato di recente. Dovevo già fare un ampio commento per Paperino e il ballo peperonato, ma poi non sono proprio riuscito ad elaborarlo. Vedo se riesco a leggerla nel weekend, al massimo allegherò una postilla alla mia analisi sul Topolino 3278.

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            Dippy
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              Re:Topolino 3279
              Risposta #5: Giovedì 27 Set 2018, 18:12:05
              Scusate, in questo numero solo cinque storie (ovvero quattro)?
              Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

              https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

              https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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                Re:Topolino 3279
                Risposta #6: Giovedì 27 Set 2018, 18:12:37
                Sinceramente sono stupito dal giudizio generale sui Whizzkids. Ma davvero sembrano così tanto una storia da bambini? Addirittura da Topolino Junior?

                Questa serie non ha nessuno dei difetti che avevano saghe come i Q-Galaxy. Quelli non li digerivo solo ed esclusivamente perché la sceneggiatura portava le caratteristiche (che non ho mai apprezzato) tipiche delle storie di Ambrosio: personaggi resi stranamente cinici o addirittura odiosi, posizionamento delle battute pesante e assurdo, pomposità da guerra epica anche per le scene più piatte... e infine, soprattutto per le saghe, inizio in media-res che più in media-res non si può: del tipo che ancora ora non sappiamo nemmeno com'è che Qui, Quo e Qua siano diventati Q-Galaxy. Ma se lo stesso concept, le stesse avventure, la stessa storyline fosse stata affrontata da un altro sceneggiatore, io li avrei anzi letti con gusto.

                Tutti questi difetti, qui, non ci sono per niente. Gli unici personaggi che (ovviamente) stanno antipatici sono, com'è giusto che sia, quelli che devono svolgere il ruolo di antagonisti; i tempi comici sono azzeccati; non c'è nessuna pretesa di epicità al di fuori del pretesto di base del robottone che può dominare gli elementi (leggevo di Qua che si fa sconfiggere da uno spintone, ma d'altronde non è che la storia di questo numero fosse partita lasciando presagire l'Armageddon); e quantomeno, quantomeno, i poteri supereroistici di Qui, Quo e Qua hanno un'origine che è stata ben spiegata.

                E perché dovrebbe essere "da bambini", poi? Perché ci sono i supereroi? Perché "non si offre alcuno spunto aggiuntivo di lettura", come ho letto sempre nei messaggi precedenti? Perché c'è una morale finale? E per quale motivo tutto questo dovrebbe renderla infantile? Quando io chiudo gli occhi e cerco di focalizzarmi sull'idea platonica di "storia di Topolino", mi viene in mente la classica avventura di Panaro con, che so, Paperino e Paperoga che vanno a fare qualcosa in campagna, incontrano gente, succedono avvenimenti strani, si scoprirà che uno dei personaggi già visti era responsabile, lo arrestano dopo che avrà immancabilmente minacciato i nostri eroi con una pistola e tutto finisce bene. A me queste storie piacciono, nella loro semplicità. Sanno quasi di puntate di Scooby-Doo. Un cartone per bambini. Quelle storie non offrono assolutamente nulla oltre a quello che le vignette dicono letteralmente, quindi per quale motivo nessuno propone di spostarle tutte su Topolino Junior? È davvero così strano che ai miei occhi risulti più comprensibile per un bambino una storiella leggera e simpatica, comunque bella, che alla fine è una trasposizione Disney di un'avventura alla Scooby-Doo, anziché una storiona a puntate con una miriade di personaggi? Ma allora non dev'essere questa la ragione, e quindi devo ripetermi: sono i supereroi? o la morale finale?

                La morale certamente non può essere: le storie di Casty rimangono dei capolavori (ed è opinione condivisa) anche se quasi tutte quelle che scrive girano attorno a una morale che talvolta si prende pure una pagina intera per spiegare, a mo' di fiaba. E non possono essere neanche i supereroi, perché una testata con un certo PK è apprezzata da centinaia di migliaia di fan in tutta Italia.

                Io sono abbastanza sicuro che tutto derivi dal fatto che si tratta di una storia "diversa" da quelle pubblicate generalmente su Topolino, ma che finisce per non offrire nulla di più di quello che appare a prima vista. E... questo sarebbe un male? A me non piace snobbare qualcosa solo perché uno non possa scrivere un saggio di diecimila pagine su tutte le sue molteplici sfaccettature, metafore, significati vari e così via. Un pensiero del genere mi dà lo stesso straniamento che mi provoca leggere centinaia di recensioni, tutte uguali, di romanzi diversissimi che magicamente riescono tutti a "mettere a nudo le contraddizioni della nostra società" anche quando il protagonista è Gigino che fa le compere al supermercato. Eppure, nonostante ciò, anche quello può essere un buon romanzo. Anche se non mette a nudo alcunché.

                Cosa c'è di profondo nelle storie di Vitaliano, in fondo? Spesso niente, ma sono belle storie con battute esilaranti e trame ben pensate che ti fanno sganasciare dalle risate. E io le adoro. E cosa c'è di profondo qui? Magari niente: però è un'avventura con tanti personaggi, tante location, tante relazioni e molta roba. E mi è piaciuta. E se non sono da bambini tutte quelle che ho portato ad esempio in questo post, perché dovrebbero esserlo i Whizzkids? Perché hanno "kids" nel nome?

                *

                Lucandrea
                --
                PolliceSu

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                  Re:Topolino 3279
                  Risposta #7: Giovedì 27 Set 2018, 18:31:57
                  Il mio commento:
                  Paperino, Paperina e il megatorneo voto 7
                  Storia leggera fatta su commissione collegata alla nuova raccolta delle figurine Panini. Trama semplice, senza guizzi, con i paperi adulti presentati come teenagers (forse era meglio rendere protagonisti i nipotini con Emy, Ely, Evy, più che Paperino e Paperina). Un voto in più a questa storia va alla Perissinotto che dona eleganza e movimento a ogni tratto
                  Topolino e i numeri del futuro voto 8
                  Funziona bene il connubio tra storia didattica e storia d'azione. Artibani fa muovere bene Topolino e Pippo e Marlin in questa storia del passato e Held bene si difende a illustrare Roma
                  I corsi di Paperoga - Il perfetto spazzino voto 4,5
                  Una breve che si dimentica subito
                  Indiana Pipps e il villaggio alieno voto 6
                  Veloce riempitiva che ci permette di rivedere Del Conte alle prese con i topi
                  Whizzkids voto 7
                  Finisce questa storia adolescenziale divisa tra supereroismo esagerato e buoni sentimenti. Stabile è riuscito a far emergere l'unità tra i tre nipotini e ha messo qua e là alcuni spunti interessanti (menziono i richiami paperinikiani nell'ultima puntata) però l'idea di base della storia rimane legata a un pubblico molto giovane e chi è esperto di fumetti trova in questa trama elementi di ovvia discussione. Penso che rispetto ai vari Q-Galaxy e Q-Blog, i Whizzkids abbiano una marcia in più. Urbano mi è sembrato altalenante e in alcune vignette ha avuto un tratto sbrigativo

                  *

                  Cornelius
                  Imperatore della Calidornia
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                    Re:Topolino 3279
                    Risposta #8: Giovedì 27 Set 2018, 21:53:11
                    PAPERINO, PAPERINA E IL MEGATORNEO
                    Prima storia collegata alle QuackCards del PaperopoliTeam e Marco Bosco riesce a sviluppare un soggetto piacevole, scorrevole, benché legato al calcio virtuale. Saranno le presenze femminili a lui care (fra le quali una Miss Paperett piacevolmente rinnovata nel look) ad 'addolcire' una 'pillola' altrimenti noiosetta. La Perissinotto, già brava con la segretaria di Paperone (del quale è accennata solo la perentoria voce al telefono che basta per far circondare di cuoricini Brigitta), lo è anche con le altre, sebbene le sue tavole andrebbero, a volte, un po' alleggerite, a cominciare dall'orrenda grafia del titolo d'apertura.

                    TOPOLINO E I NUMERI DEL FUTURO
                    Altra storia collegata ad una operazione, la 'Topolino Comic Science' e anche in questo caso abbiano un autore, Francesco Artibani, che riesce a renderla interessante quando, in genere, le storie 'pilotate' non lo sono. Se fino ad oggi "Roma 1955" mi faceva venire in mente Via Veneto, la Dolce Vita (quella che poi Fellini metterà sullo schermo qualche anno dopo) o film tipo 'Poveri ma belli' (con un Tevere apparentemente balneabile e cabine, lettini e sdraie lungo il suo percorso), adesso so anche che illustri scienziati avevano messo a punto un mega computerone padre di tutti quelli che verranno dopo. Certo che la povera Barcaccia a Piazza di Spagna anche all'epoca non se la passava bene in quanto ad incidenti!

                    I Corsi di Paperoga - Il perfetto spazzino
                    Sarò l'unico a cui piacciono enormemente le foglie autunnali, gialle, rosse e marroni? Paperoga la deve buttar via e i commenti dei passanti sono piuttosto negativi al loro riguardo. Al solito Malachia non segue il nevrotico coinquilino, testando il nuovo cuscino (avrà ripreso dal suo ex padrone?).
                    Indiana Pipps e il villaggio alieno
                    Anche quando sembra tutto normale, l'alieno di turno c'è e se ne va. Le 'pillole' di Bruno Sarda sono comunque digeribili mentre il bravo Del Conte lo è un po' meno quando fa occhi pippeschi al cugino archeologo, snaturando così una caratteristica che li distingue. Possibile che disegnatori di così lungo corso cadano in queste 'bucce di banana'?
                    « Ultima modifica: Giovedì 27 Set 2018, 21:58:56 da Cornelius Coot »

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                      Re:Topolino 3279
                      Risposta #9: Giovedì 27 Set 2018, 22:23:52
                      la narrazione prende una direzione insolita, quasi troppo femminile, mostrando la succitata in compagnia di Brigitta e Miss Paperett a comportarsi come una ragazzina... ... Paperina e le sue amiche sembrano delle adolescenti

                      E' un tipo di narrazione che secondo me ha salvato il plot 'pilotato' da una deriva noiosa. Anche nella realtà donne 40/50enni possono sembrare delle ragazzine nei loro comportamenti, soprattutto quando sono single o divorziate (con o senza figli). La serie "Sex and the City" ne è un esempio ma anche guardandosi attorno, se si hanno amiche o sorelle con quelle caratteristiche, ne abbiamo conferma.

                      Riguardo il dormire insieme nella casa di Paperina, l'ho trovato anch'io curioso (Miss Paperett in vestaglia che si lava i denti nel bagno di Daisy che con Brigitta è sul suo letto davanti al computer) ma non perché non dovrebbe accadere ma perché, sapendo che ognuna ha una sua casa, il motivo potrebbe essere un tirar tardi per una cena fuori o una festa. Invece hanno fatto le ore piccole per mettere a punto lo studio delle regole del gioco virtuale e ci può stare. Anche perché Paperopoli è una metropoli e le tre papere potrebbero abitare lontano (anche se dovrebbero tutte stare nello stesso quartiere residenziale) e tornare a casa da sole a notte fonda potrebbe essere pericoloso!  :o
                      « Ultima modifica: Giovedì 27 Set 2018, 22:28:36 da Cornelius Coot »

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                        Re:Topolino 3279
                        Risposta #10: Giovedì 27 Set 2018, 22:40:31
                        Mi sento chiamato in causa a rispondere al messaggio di Labba, e ne sono alquanto lieto, dal momento che è sempre interessante approcciarsi con un parere discordante.

                        Citazione
                        Questa serie non ha nessuno dei difetti che avevano saghe come i Q-Galaxy.

                        Questo è un parere molto soggettivo, tuttavia direi che il pretesto forzato per cui i tre nipotini diventano dei supereroi parla da sé: Archimede non è una sorta di Doraemon in grado di concepire qualunque cosa, è un inventore eppure realizza una macchina in grado di trasformare una materia scolastica in superpoteri, macchina tra l'altro dalla dubbia utilità. Inoltre, come avevo già detto in altri post, lo spunto si piega alle esigenze di trama, il che non è mai cosa buona per una sceneggiatura di qualità.
                        Da una parte, insomma, abbiamo la storpiatura di un personaggio, che però non rappresenta un unicum, dal momento che Archimede in sé viene fin troppo frainteso in quelli che sono i suoi limiti di inventore - Panaro, autore che ti piace tanto, in una recente storia gli ha fatto costruire una marionetta che controlla le persone inserendo semplicemente una foto, più magia che scienza - dall'altra abbiamo una forzatura per consentire lo svolgersi in parallelo di due vicende troppo contrapposte per funzionare tra loro, e infatti per tre episodi si è riadoperato il medesimo schema al punto che nell'ultimo le due situazioni si sono approssimate senza dare il giusto peso ad entrambe.

                        Citazione
                        Gli unici personaggi che (ovviamente) stanno antipatici sono, com'è giusto che sia, quelli che devono svolgere il ruolo di antagonisti

                        Peccato che un antagonista che si rispetti abbia un minimo di carisma, tratto del tutto assente nelle tre pesti. L'antipatia è funzionale alla presa di posizione da parte del lettore, però l'antagonista non si ferma solo a quello, e a riguardo l'universo Disney è ben fornito di esempio, uno fra i tanti Rockerduck, Famedoro se si vuole una sfumatura differente: che siano solo antipatici i due appena citati ho i miei dubbi, altrimenti non cadrebbero nel dimenticatoio come sicuramente accadrà a questi tre.

                        Citazione
                        i tempi comici sono azzeccati

                        Quali tempi comici? Non ho visto alcun tipo di comicità al di fuori dei siparietti di Edi o della goffaggine di Archimede, i primi tra l'altro simili a quelli tra Dinamite Bla e Fiuto Joe, solo meno cinici.

                        Citazione
                        E perché dovrebbe essere "da bambini", poi?

                        Per lo spunto, come ho già scritto sopra.
                        Per il modo approssimativo in cui si approccia a certe tematiche, e per non ripetermi rimando al discorso che ho fatto su Chu Peng nel Topolino 3277 e su quello relativo a Qua nel numero attuale. Non voglio sbilanciarmi a parlare della cotta di Qui, pertanto prendo in esame proprio i due casi sopracitati perché si poteva, quantomeno, scendere più in profondità ed evitare di essere superficiali. In particolare, non mi va giù il fatto che nel quarto episodio si qualifichi la competitività come qualcosa di negativo, quando in realtà il difetto di Qua è quello di essere troppo vanaglorioso riguardo alle proprie capacità: la visione delle cose nella saga è completamente esente da sfumature, e questo fatto basta da solo per capire quale sia il reale target di riferimento.
                        E poi anche per un Paperino premuroso ai limiti del ridicolo e un Paperone che nel mentre di una minaccia a caso vorrebbe comprare il diamante lucente dei nipotini: una vera e propria regressione di quello che Stabile è stato in grado di costruire in piena libertà. E non mi si replichi dicendo che sono marginali: in troppe storie Gastone e Ciccio, ad esempio, sono comparsi in due vignette per ricordarci i loro tratti peculiari, e questa non è scrittura di qualità, bensì scrittura elementare ed indirizzata ad pubblico che non è il più ampio possibile, obiettivo che in teoria non dovrebbe essere prerogativa del Topolino. Di conseguenza, inserire un Paperone così fatto in quel contesto, equivale a banalizzarne il comportamento, così come stona regredire la considerazione che Paperino ha dei nipotini. Sono scelte che rovinano le potenzialità di Stabile, e anche della storia.

                        Citazione
                        Perché ci sono i supereroi?

                        No, la vera ragione è questa: perché a tutti i costi sono stati infilati i supereroi, e stonano con ciò che poi si vuole raccontare.
                        Togliendo completamente la trama del colosso e delle pietre e parlando solo della quotidianità dei nipotini avremmo avuto una storia migliore: anche MiTo ha sottolineato l'intrecciarsi di troppe situazioni tra loro incompatibili, e in questo concordo con lui. Non vedo perché una storia che vorrebbe sviluppare un'identità dei nipotini a partire da una loro crisi debba risolversi in una pagliacciata in calzamaglia, e allo stesso modo non mi capacito del perché siano i robot di Archimede ad aprire ai nipotini stessi la possibilità di cambiare la propria condizione, così come del fatto che abbiano magicamente imparato qualcosa in una sola mattinata a scuola. O si fa la storia di supereroi, e a quel punto si possono infilare tutte le cose "spazzatura" di questo mondo (un po' come Ultraheroes, insomma), o si fa la storia di formazione, ma a quel punto pretendo che i nipotini ne siano partecipi, altrimenti che senso avrebbe?

                        Citazione
                        Perché "non si offre alcuno spunto aggiuntivo di lettura", come ho letto sempre nei messaggi precedenti?

                        Non offre tali spunti perché non è pensata per arrivare a tutti i lettori, altrimenti avremmo avuto delle perle degne di Stabile.
                        Le sfumature si nascondono nei punti più impensabili, e il coglierle è un lavoro che richiede sì partecipazione, ma soprattutto un dialogo costante nel tempo, in cui ogni volta l'oggetto artistico possa essere approcciato in modo diverso: non a caso le storie di Barks nascondono riferimenti culturali e sociali, ma non è detto che vengano colti da tutti di primo acchito, anzi, io di certe preziosità, che innegabilmente ci sono, non me ne sono accorto se non in tempi recentissimi, che sia nell'uso dei dialoghi, nella scelta dei nomi o nello svolgersi delle situazioni.
                        Allo stesso modo, per rimanere in campo nostrano, potrei citarti il dramma interiore del Rockerduck di Stabile ne Il deposito sotto A.S.S.E.D.I.O., che in una storia indirizzata ad un pubblico infantile sarebbe stata banalizzata a parole, ma che invece l'autore fa parlare con la forza della rappresentazione: lo sguardo sul deposito assente, il simbolo della fortuna del rivale che ammira profondamente senza mai ammetterlo e che vuole superare ad ogni costo: il singhiozzo finale del personaggio che sembra non avere più uno scopo nella sua vita, ora che Paperone è sprofondato col suo stesso simbolo. E non sono portentose seghe filosofiche, queste, sono interpretazioni che si prestano a quello che viene rappresentato, e che indubbiamente Stabile ha voluto inserire, solo che non tutti se ne accorgono perché non tutti hanno lo stesso approccio o il medesimo interesse, eppure ci sono: questo è il punto cruciale.
                        Nei WhizzKids gli spunti ci sono, ma non si prestano ad alcuna lettura né approfondimento: quel che c'è sta nei dialoghi e basta, e in genere questo si predilige quando si mira ad un pubblico infantile. Un bambino cerca l'immediatezza, legge le parole e subito capisce cosa stanno dicendo, ma non è detto che abbia fin da subito sviluppato una capacità di analisi: se però non ci sono altri spunti, il lettore più adulto non glieli può far notare. Ad esempio, riallacciandomi ai tre monellacci, il bambino li trova antipatici, eppure se vi fossero ulteriori elementi, il lettore più grande potrebbe dire al bambino "Sono antipatici, ma guarda le loro espressioni: vogliono attenzione, si sentono incompresi". Non c'è nulla di tutto questo, giacché i tre antagonisti recitano la parte dei cattivoni e solo all'ultimo si connettono i loro misfatti con il bisogno di attenzioni, che è poi la caduta finale di tutta la vicenda, e, soprattutto, il motivo ulteriore per cui si poteva evitare di inserire i supereroi.

                        Citazione
                        Perché c'è una morale finale?

                        Infatti non c'è una morale finale: da una parte è il padre delle tre pesti ad essere colpevolizzato quando loro hanno rubato e causato disastri, rischiando pure di ammazzare delle persone inconsciamente, senza che nemmeno ricevano il giusto castigo, dall'altra parte i tre nipotini imparano qualcosa senza essere stati davvero protagonisti delle vicende scolastiche. Una storia moralizzante avrebbe enfatizzato il tutto, cosa che Stabile fortunatamente non fa, anche se, ripeto, non digerisco la questione della competitività di Qua, che non è necessariamente da eliminare.

                        Citazione
                        E per quale motivo tutto questo dovrebbe renderla infantile?

                        Perché non è in grado di dire nulla a lettori anche un poco più grandi dei bambini delle elementari.
                        Gli scontri sono delle scaramucce che volendo durano, rispettivamente, quattro pagine il primo, quattro vignette il secondo e una vignetta il terzo (la parte del teletrasporto non è uno scontro), quindi chi vorrebbe vedere un po' di azione non viene accontentato. Inoltre, quando gli antagonisti sono letteralmente informi, si perde un elemento di interesse (la psicologia dei cattivi ha un suo fascino che non dovrebbe essere sottovalutato).
                        La ricerca delle pietre è portata avanti da coincidenze, quindi anche chi vorrebbe vedere un po' di avventura non viene accontentato.
                        Le vicende scolastiche dei nipotini vengono svolte da dei robot, quindi anche chi vorrebbe identificarsi coi tre non può perché loro non sono materialmente presenti ma sono altrove.
                        Insomma, è un polpettone di troppe cose che non prende mai una direzione precisa, raccontando un po' dell'uno un po' dell'altro in maniera fin troppo sommaria e senza mai scavare fino a fondo, che è tipico delle storie infantili.


                        Citazione
                        Quando io chiudo gli occhi e cerco di focalizzarmi sull'idea platonica di "storia di Topolino", mi viene in mente la classica avventura di Panaro con, che so, Paperino e Paperoga che vanno a fare qualcosa in campagna, incontrano gente, succedono avvenimenti strani, si scoprirà che uno dei personaggi già visti era responsabile, lo arrestano dopo che avrà immancabilmente minacciato i nostri eroi con una pistola e tutto finisce bene. A me queste storie piacciono, nella loro semplicità.

                        Mi sembra giusto: Panaro, almeno per tutti gli anni in cui ho letto Topolino, ha sempre scritto storie con lo stesso schema, e a volte non lo ha neanche piegato quando voleva raccontare qualcosa di diverso (si vedano, in merito, Paperino e l'occupazione blasonata e Paperino e la fortunissima calamitosa per fonti più recenti). Questo non significa che sia uno sceneggiature scadente né tantomeno che le sue storie siano per bambini, però non penso che una storia di Topolino sia un eterno ritorno sul medesimo svolgimento: lo stesso Panaro ha detto che i personaggi sono delle maschere che recitano nel grande teatro della vita, e questo mi aspetto di trovare sul Topolino. Che poi ci siano dei canoni e delle formule ormai consolidate te ne do atto, ma la bravura dello sceneggiatore sta anche nel ricercare quel quid che le svecchi, quell'elemento "dionisiaco" che si contrapponga alla struttura classica, e per farlo bisogna giocare soprattutto sui dialoghi e sulle situazioni, non sull'infinita ripetizione di schemi che possono andare bene per un lettore neofita o per uno occasionale, ma non per un lettore di lunga data: Piccolobush, nella sua ultima recensione, ha affermato che Panaro scriva più o meno da trent'anni le stesse storie, e lui di certo lettore occasionale non è. Ora, io posso parlare degli sterminati numeri che posseggo e della mia esperienza di lettore, tuttavia dubito che siffatta costanza sia la vera forza di uno sceneggiatore, indipendentemente dalla qualità delle sue sceneggiatore e degli spunti da cui prenda riferimento.

                        Citazione
                        E non possono essere neanche i supereroi, perché una testata con un certo PK è apprezzata da centinaia di migliaia di fan in tutta Italia.

                        Purtroppo questo lo stai dicendo tu: io non ho mai detto, lo ripeto, che il problema fosse il trasformare a tutti i costi i tre nipotini in supereroi, bensì i pretesti per cui questo accade e il modo in cui è capitato, che fa a pugni con le vicende scolastiche.
                        Non è questo a fare della saga un cattivo esempio di fumetto, è tutto ciò che si sviluppa intorno e la maniera in cui questo accade.

                        Citazione
                        A me non piace snobbare qualcosa solo perché uno non possa scrivere un saggio di diecimila pagine su tutte le sue molteplici sfaccettature, metafore, significati vari e così via. Un pensiero del genere mi dà lo stesso straniamento che mi provoca leggere centinaia di recensioni, tutte uguali, di romanzi diversissimi che magicamente riescono tutti a "mettere a nudo le contraddizioni della nostra società" anche quando il protagonista è Gigino che fa le compere al supermercato.

                        Non puoi sapere se lo pensano davvero oppure se siano dei ciarlatani che vogliono sembrare profondi a tutti i costi.
                        E poi, fumetto e scrittura letteraria sono due forme d'arte differenti con due linguaggi ben distinti e due approcci diversissimi, quindi non puoi fare questo paragone.

                        E poi, per carità, vorrei che evitassi di nominare la profondità come se volessi solo quello dalle storie: una storia non è necessariamente bella solo perché è profonda, introspettiva e quant'altro, ci sono tanti altri fattori in gioco nel prodotto artistico, primo tra tutti il modo in cui si vuole raccontare.
                        Non a caso, sono sempre lì a dire che vorrei vedere più gag fisiche, più dinamismo, più sketch, e infatti questo me lo aspetterei in tantissime storie, che appunto non hanno la pretesa di raccontare altro all'infuori di intrattenere il lettore. I WhizzKids volevano essere qualcosa di più ma per un pubblico infantile, e hanno pure fallito per tutta una serie di considerazioni che ho fatto, e non di certo perché hanno il "Kids" nel nome.
                        E, soprattutto, non basta parlare fare l'introspezione, parlare di sentimenti e presentare personaggi caratterialmente complessi e contraddittori per avere una storia degna di questo nome: è un falso mito che accomuna gli aspiranti scribacchini, su cui spesso tanti ci cascano. La qualità è tutt'altra cosa, e non sono necessari questi espedienti per farla emergere.
                        « Ultima modifica: Venerdì 28 Set 2018, 14:04:29 da Andy98 »

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                          Re:Topolino 3279
                          Risposta #11: Giovedì 27 Set 2018, 23:53:12
                          Voglio spendere qualche parola sulla saga dei Whizzkids.
                          Credo che questa sia stata una saga con molto potenziale. Forse troppo. Mi spiego: c'era tanta carne al fuoco, e la possibilità di svilupparne degnamente solo una parte. Il rapporto tra i tre fratelli, le loro problematiche individuali, l'apprensione di Paperino in viaggio con lo Zione, il ruolo di Archimede e della spalla Edi, i giovani nemici e tutti gli altri comprimari. In pratica si sono sviluppate cinque o sei trame contemporaneamente senza la possibilità di dare la giusta profondità a ognuna. Col risultato che tutte appaiono frettolose.
                          QQQ (e in parte la paperotta) affrontano il tipico "viaggio dell'eroe" ma, più o meno, in una giornata. E il messaggio che rischia di passare è che si possa risolvere una "crisi" tra fratelli, rovesciare l'opinione di una ragazza e di un'intera classe in una mattinata a scuola.
                          A ogni modo Stabile è uno che sa scrivere e lo dimostra nella sceneggiatura frizzante, con varie battute divertenti, che però a mio avviso non bastano a coprire tutto scheletro - troppo ingombrante - della saga.
                          Che poi sia diretta a un pubblico giovane o molto giovane mi pare evidente, non c'è nemmeno nulla di male. E in rapporto a un'altra saga paragonabile - i Q-Galaxy - direi che i livelli di godibilità, anche da parte nostra, sono molto più alti.

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                            Re:Topolino 3279
                            Risposta #12: Venerdì 28 Set 2018, 13:54:26
                            Non male Topolino #3279, sicuramente migliore del precedente!
                            Le due brevi, invero, non mi sono piaciute: anche se Macchetto prova a ritrovare una vena "poetica" che non sia soffocata da una retorica melensa come è spesso accaduto negli ultimi anni, lo "spazio di manovra" era minimo e quindi il risultato è stato per forza di cose limitato, andando peraltro a togliere un vero elemento comico dalla storia (ché in una breve, però, appare pressoché necessario). Belli però i disegni di Rigano.
                            Per quanto riguarda l'Indiana Pipps di Sarda/Del Conte invece non c'è veramente nulla da dire in un plot che sa di vecchio e non diverte.

                            Paperino, Paperina e il megatorneo è assai interessante da analizzare. Da un'idea "commissionata" per lanciare le Quackball cards allegate al settimanale, Marco Bosco mette in scena una schermaglia tra i due eterni fidanzati, e lo fa in modo interessante. Il punto di vista è quello di Daisy, e lo sceneggiatore non perde l'occasione di ricostituire il gruppetto femminile che ha fatto agire più volte nelle saghe in coppia con Silvia Ziche, affiancando Brigitta e Miss Paperett a Paperina.
                            Il terzetto continua però a scricchiolare, come concetto: non si capisce bene la natura di questa amicizia e perché la segretaria di Zio Paperone dovrebbe fare comunella con le altre due, e nemmeno sembrano azzeccarci molto certe atmosfere da ragazzine come quella sorta di pigiama party che fanno in questa storia. Eppure... al netto dell'evidente forzatura dettata da decenni di storie Disney che non hanno saputo costruire attorno a Paperina una vera rete di amicizie credibili e attuali, al di fuori delle ormai anacronistiche contesse e nobildonne assortite, l'idea di Bosco ha perlomeno cercato di ridare freschezza a Paperina e la cosa funziona anche in questo caso.
                            Gran parte del merito, ad ogni modo, è da attribuire a Giada Perissinotto a alle sue ottime tavole: la disegnatrice sta attraversando un momento di forte maturità artistica e di evoluzione del segno davvero evidenti. Il tratto è plastico, dinamico, spumeggiante, e ne guadagnano tutti i personaggi in scena, soprattutto nelle posture e nelle espressioni. Anche l'abbigliamento casual, moderno e diverso dai soliti abiti contribuisce a svecchiare l'estetica, un'abitudine che in pochi purtroppo abbracciano (Sciarrone in primis fa un lavoro importante sotto questo profilo, ma anche Turconi) e che auspico altri seguano.
                            Detto questo, la trama non è nulla di trascendentale e scorre su binari fin troppo sicuri, ma il finale romantico ha convinto un cuore di burro come me :)

                            Topolino e i numeri del futuro vede Francesco Artibani tornare a scrivere una storia del ciclo "Comics&Science", stavolta coadiuvato dal matematico Roberto Natalini: lo sceneggiatore romano è il responsabile delle (poche) storie riuscite e sensate di questo progetto applicato a Topolino, che ha sempre avuto poco di "science" purtroppo, rispetto ai fumetti apparsi sulla rivista dedicata, e anche questa non fa eccezione. Il viaggio nel tempo di Topolino e Pippo per recuperare un curioso Marlin, che voleva soddisfare la propria curiosità di vedere uno dei primi calcolatori, è un buon pretesto da parte di Artibani per scrivere una trama agile che ha come morale quella di non aver paura del progresso.
                            Ovviamente anche quella dell'importanza della matematica ha la sua importanza, peccato che venga espressa in modo fin troppo didascalico nel dialogo delle ultime due tavole, in una maniera poco narrativa e quindi poco coinvolgente per far passare il messaggio. C'è però, nel climax finale, una bella scena d'inseguimento automobilistico che ho apprezzato.
                            Per quanto riguarda i disegni di Valerio Held, si fanno notare in modo positivo soprattutto per le belle e fedeli vedute di scorci di Roma come la Barcaccia, la Fontana di Trevi e alcuni profili della città eterna davvero curati. Meno d'effetto i personaggi, che risultano un po' ingessati (per quanto riguarda i protagonisti) e anonimi (i comprimari di turno).

                            E arriviamo alle ultime due puntate dei Whizzkids di Vito Stabile. Il quarto episodio, ahimè, eredita i difetti del precedente e sia su fronte della missione di recupero dello smeraldo che su quello della vita scolastica condotta dai robottini l'intreccio non mi ha convinto. La presenza del folletto non mi è piaciuta, per quanto sia azzeccata con il setting irlandese, anche perché risulta poco sfruttata e risolta in modo eccessivamente rapido. Non va meglio nello scontro di Qua con il ragazzino cattivo di turno, che si svolge senza grande coinvolgimento, e nemmeno nello spaccato scolastico.
                            Il quinto e ultimo episodio risolleva un po' le sorti del progetto: la battaglia finale a Paperopoli con il Guardiano degli Elementi ha un buon appeal, anche grazie al coinvolgimento di Paperino e Zio Paperone che, per quanto minimo, aiuta a cementare la storia nel complesso riunendo vari elementi posti nel racconto. Il colpo di scena per cui
                            Spoiler: mostra
                            la spedizione dello Zione fosse proprio sulle tracce della stessa civiltà al centro della missione dei nipotini
                            è effettivamente inaspettato e ben giocato.
                            Certo,
                            Spoiler: mostra
                            far diventare super anche Clarissa mi ha fatto storcere il naso,
                            ma ha regalato l'idea e la scena dello "scontro tra titani" del Guardiano contro la statua di Cornelius Coot che ha il suo fascino. Peccato che in questi momenti il pur bravo Emilio Urbano non riesca a trasmettere il giusto hype con le sue vignette, che a parte alcune doppie non rendono giustizia al disastro che si sta svolgendo in città.
                            Apprezzabile quindi l'inventiva della messa in scena da parte di Vito, così come l'omaggio a Topolino e la magia del Natale, anche se non basta un discreto episodio conclusivo, alcune battute brillanti e qualche trovata carina qua e là a salvare una storia con diverse pecche e dove i due piani di lettura - la trama e le morali - trovano applicazioni poco soddisfacenti o risolte in maniera rapida.

                            *

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                            PolliceSu

                            PolliceSu
                              Re:Topolino 3279
                              Risposta #13: Venerdì 28 Set 2018, 14:20:41
                              Citazione
                              Questa serie non ha nessuno dei difetti che avevano saghe come i Q-Galaxy.

                              Questo è un parere molto soggettivo

                              Un saga infantile che non aveva una morale di fondo e che non riusciva ad intrattenere se non i più piccoli è ha sicuramente molti più difetti di questo Whizzkids che ha dalla sua almeno un intento educativo. Lascia dei messaggi tramite i personaggi di sottofondo che non sono banali e scontati per quanto trattati in una maniera un po' leggera ma adatta ad un pubblico più giovane.

                              Quindi confrontare Q-Galaxy con Whizzkids è errato (pure io ho commesso questo sbaglio al primo episodio)

                              *

                              brigo
                              Visir di Papatoa
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                                Re:Topolino 3279
                                Risposta #14: Venerdì 28 Set 2018, 14:22:34
                                Promossi a pieni voti i disegni di Giada Perissinotto e di Valerio Held.

                                 

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