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Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino

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etabeta1960
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    Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
    Risposta #150: Mercoledì 14 Nov 2018, 19:19:27
    Concordo con molti che hanno postato sul tema della enorme proliferazione delle testate che c'è stato in questo periodo (tanto da "costringere" anche il papersera ad inserire un calendario delle pubblicazioni per poter permettere a chi non passa tutti i giorni in edicola o in fumetteria di sapere cosa stava uscendo)...
    Quando è iniziata l' "era" Panini ho iniziato a cercare di seguire tutte le serie di pubblicazioni cercando di lasciare fuori il meno possibile...
    poi le pubblicazioni sono divenute sempre più numerose, alcune (sempre) più scadenti e quindi cosa fa uno...  inizia a tagliare!
    La qualità del prodotto non fa certamente miracoli ma, secondo me, aiuta molto!
    Soprattutto ad invogliare nuove leve che spesso vengono "reclutate" da chi è un appassionato, ma se la qualità cade, a chi vado a proporre la lettura di un fumetto scadente?
    Io sono riuscito a "passare" la passione per il fumetto Disney a mia figlia che ora ha 28 anni quando lei ne aveva 8!!! Riuscirà lei ad avere qualcosa di valido da proporre ai suoi figli?
    Anche perché, e vero che molti ragazzi sono attratti dal digitale, ma (per fortuna) ancora molti cercano libri e fumetti da leggere.
    Topdetops insegna e, per fortuna (almeno per ora), non è l'unica mosca bianca rimasta...
    Io continuerò a restare convinto che quando c'è passione nel prodotto che proponi, sia da parte di chi lo realizza, sia da parte di chi lo commercializza, i risultati ci possono essere;
    Ma se l'obiettivo è "minimizzo le spese e massimizzo il profitto" e... chissenefrega... vabbè allora non stiamo troppo a romperci la testa (e non meravigliamoci) sul perché le cose vanno in un certo modo...   

      Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
      Risposta #151: Mercoledì 14 Nov 2018, 19:49:21

       A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.

      Attenzione a parlare di sostenibilità ambientale in merito al digitale: i server dove vengono stoccati i dati che viaggiano in Internet
      si trovano all'interno di fabbriche fisiche che consumano elettricità e acqua quanto delle metropoli.
      E in alcuni  casi, come per il sito Alìbabà, tali strutture sono alimentate da centrali a carbone (carbone nel 2018!).

      I realtà non c'è niente di virtuale in Internet, se non il materiale finale di cui fruisci,
      ma tutto "il contenitore" di quel materiale è ben piantato sul pianeta Terra e divora energia.
      Inoltre c'è l'annoso problema dello smaltimento dei supporti informatici (che inquinano tanto),
      della loro obsolescenza programmata e delle condizioni amvbientali e lavorative dove essi vengono prodotti.
      Non ultimo, più prodotti tecnologici hai in casa, più elettricità consumi
      e la produzione di elettricità, per ora, ha un costo ambientale abbastanza alto.
      Lo stesso discorso varrà per l'auto elettrica, ma in quel caso almeno smetteremo di bruciare petrolio.

      Purtroppo tutto deriva dall'essere umano, che per campare si è inventato una società energivora.
      A riguardo consiglio la visione della prima parte di "Report" dello scorso lunedì 12 novembre.

      Chiaro, il digitale è tutt'altro che a impatto zero. Tuttavia non possiamo dimenticarci che le nostre collezioni sono composte da chili e chili di carta, carta che tra qualche anno sarà muffa e richiederà di essere sostituita da altra carta. Inoltre, anche l'industria cartaria (oltre al più ovvio, vale a dire gli alberi, sebbene negli ultimi anni la percentuale di carta di riciclo sia salita molto) consuma risorse come carbone e acqua. Per quanto riguarda il consumo di elettricità e l'inquinamento ricavante dall'utilizzo di supporti informatici, io e te stiamo comunicando in questo momento attraverso un pc o uno smartphone, mi sembra quindi paradossale lamentarsi dell'impatto che avrebbe in termini energetici leggere in digitale rispetto al cartaceo quando ogni giorno chattiamo, guardiamo Netflix, postiamo foto di gattini su instagram o lavoriamo tramite apparecchiature elettroniche. Chiaramente anche io adoro gironzolare per fumetterie e librerie, ho la casa strapiena di fumetti e libri e vivo appieno il feticismo per l'oggetto cartaceo. Ma il digitale non è necessariamente un nemico, e anzi potrebbe divenire un importante alleato riducendo i costi produttivi e evitando una soluzione come quella proposta da RocK: tenere in edicola solo alcune testate limitando alla fumetteria volumi come "i signori della galassia", "tesori" eccetera creerebbe una situazione per cui il lettore che vive in paese o comunque lontano da fumetterie e librerie troverebbe scomodo reperire il prodotto, magari stampato in bassa tiratura (il che, come ben sappiamo, non fa altro che favorire la speculazione). Una soluzione potrebbe essere invece quella del doppio binario: stampare in cartaceo e al tempo stesso rendere disponibili tutte le testate anche in digitale, con un contenimento dei costi sia per il lettore che per l'azienda.

      Ripeto la domanda: cos'è secondo voi il "fumetto di qualità"? 
      “O con amore o con odio, ma sempre con plutocratica sicumera”.

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        Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
        Risposta #152: Mercoledì 14 Nov 2018, 19:51:18
        le edicole, seppur in calo, sono diffuse ovunque (anche nel paesino più piccolo ce n'è almeno una).

        Purtroppo non è più così da anni.
        In provincia di Rieti dove ho casa, non ci sono edicole nel raggio di 50 km (50!), da Rieti verso Roma la prima edicola è a Passo Corese.
        E la situazione è analoga in tante altre parti "sperdute" d'Italia, d'altronde se chiudono in città, le edicole non possono che chiudere anche in piccoli paesi,
        i quali a loro volta si stanno spopolando.
        Beh, non generalizziamo però. È vero che si stanno perdendo edicole nei piccoli paesi in spopolamento, ma è pur vero che, anche se i paesi eccessivamente piccoli come popolazione non hanno un'edicola, comunque la rete delle edicole offre una diffusione dei periodici estremamente più capillare rispetto alle fumetterie: stando ad una statistica dell'anno scorso, in Italia ci sono 230 fumetterie contro 27000 edicole. Credo che questo rapporto parli da solo, tanto più che, appunto, le fumetterie si trovano in genere nelle grandi città. Io, per fare un esempio, vivo in un paese di 5000 abitanti ed ho a disposizione 3 edicole, ma per raggiungere una fumetteria devo percorrere 52 km. C'è anche da considerare il fatto che una tiratura molto limitata ha un costo realizzativo (sia di preparazione che di stampa) unitario ben maggiore, che si riverserebbe sul pubblico che, come già fatto notare da più utenti, sarebbe ulteriormente minore rispetto all'attuale, proprio perché le fumetterie sono rare e non si incontrano per strada come le edicole.

          Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
          Risposta #153: Mercoledì 14 Nov 2018, 20:09:25
          Ma se l'obiettivo è "minimizzo le spese e massimizzo il profitto" e... chissenefrega... vabbè allora non stiamo troppo a romperci la testa (e non meravigliamoci) sul perché le cose vanno in un certo modo...   
          E qui hai pienamente ragione, la sensazione del poca.spesa.tanta.resa ormai non è più una novità per chi segue i prodotti Panini/Disney.
          Tritumbani fritti!

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            Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
            Risposta #154: Mercoledì 14 Nov 2018, 21:25:16
            Ma se l'obiettivo è "minimizzo le spese e massimizzo il profitto" e... chissenefrega... vabbè allora non stiamo troppo a romperci la testa (e non meravigliamoci) sul perché le cose vanno in un certo modo...   
            E qui hai pienamente ragione, la sensazione del poca.spesa.tanta.resa ormai non è più una novità per chi segue i prodotti Panini/Disney.
            E dove sarebbe la tanta resa, con tutte le nuove testate fallimentari e le testate "storiche" ai...minimi storici?

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              Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
              Risposta #155: Giovedì 15 Nov 2018, 00:43:08

               A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.

              Attenzione a parlare di sostenibilità ambientale in merito al digitale: i server dove vengono stoccati i dati che viaggiano in Internet
              si trovano all'interno di fabbriche fisiche che consumano elettricità e acqua quanto delle metropoli.
              E in alcuni  casi, come per il sito Alìbabà, tali strutture sono alimentate da centrali a carbone (carbone nel 2018!).

              I realtà non c'è niente di virtuale in Internet, se non il materiale finale di cui fruisci,
              ma tutto "il contenitore" di quel materiale è ben piantato sul pianeta Terra e divora energia.
              Inoltre c'è l'annoso problema dello smaltimento dei supporti informatici (che inquinano tanto),
              della loro obsolescenza programmata e delle condizioni amvbientali e lavorative dove essi vengono prodotti.
              Non ultimo, più prodotti tecnologici hai in casa, più elettricità consumi
              e la produzione di elettricità, per ora, ha un costo ambientale abbastanza alto.
              Lo stesso discorso varrà per l'auto elettrica, ma in quel caso almeno smetteremo di bruciare petrolio.

              Purtroppo tutto deriva dall'essere umano, che per campare si è inventato una società energivora.
              A riguardo consiglio la visione della prima parte di "Report" dello scorso lunedì 12 novembre.

              Concordo esattamente su tutto, quella della sostenibilità ambientale del mondo che ruota attorno al digitale è una leggenda metropolitana.
              Per quanto riguarda il messaggio del Maestro Chendi è naturalmente condivisibile e tanti fra noi abbiam sempre pensato le stesse cose. Certo quando a dirle è qualcuno fra noi si alza il solito polverone di polemiche; questo perlomeno stavolta  non succede in quanto a tuonare, e di ciò ne son lieto,  è stato il Maestro che ha il carisma per poterselo permettere.
              Finalmente due concorrenti degni di rispetto!  Avete notato i due Cucurbitoni di Casimiro?
              Sì...ma questa coppia di Catafurgi di Tamerlano li sovrasta!
              Ah! C'è anche un Decumbalione di Carlotta la Racchia!

                Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                Risposta #156: Giovedì 15 Nov 2018, 07:19:28

                 A margine, dispiace per edicole e fumetterie ma viva il digitale in tutte le sue forme per comodità, costi e sostenibilità ambientale.

                Attenzione a parlare di sostenibilità ambientale in merito al digitale: i server dove vengono stoccati i dati che viaggiano in Internet
                si trovano all'interno di fabbriche fisiche che consumano elettricità e acqua quanto delle metropoli.
                E in alcuni  casi, come per il sito Alìbabà, tali strutture sono alimentate da centrali a carbone (carbone nel 2018!).

                I realtà non c'è niente di virtuale in Internet, se non il materiale finale di cui fruisci,
                ma tutto "il contenitore" di quel materiale è ben piantato sul pianeta Terra e divora energia.
                Inoltre c'è l'annoso problema dello smaltimento dei supporti informatici (che inquinano tanto),
                della loro obsolescenza programmata e delle condizioni amvbientali e lavorative dove essi vengono prodotti.
                Non ultimo, più prodotti tecnologici hai in casa, più elettricità consumi
                e la produzione di elettricità, per ora, ha un costo ambientale abbastanza alto.
                Lo stesso discorso varrà per l'auto elettrica, ma in quel caso almeno smetteremo di bruciare petrolio.

                Purtroppo tutto deriva dall'essere umano, che per campare si è inventato una società energivora.
                A riguardo consiglio la visione della prima parte di "Report" dello scorso lunedì 12 novembre.

                Chiaro, il digitale è tutt'altro che a impatto zero. Tuttavia non possiamo dimenticarci che le nostre collezioni sono composte da chili e chili di carta, carta che tra qualche anno sarà muffa e richiederà di essere sostituita da altra carta. Inoltre, anche l'industria cartaria (oltre al più ovvio, vale a dire gli alberi, sebbene negli ultimi anni la percentuale di carta di riciclo sia salita molto) consuma risorse come carbone e acqua. Per quanto riguarda il consumo di elettricità e l'inquinamento ricavante dall'utilizzo di supporti informatici, io e te stiamo comunicando in questo momento attraverso un pc o uno smartphone, mi sembra quindi paradossale lamentarsi dell'impatto che avrebbe in termini energetici leggere in digitale rispetto al cartaceo quando ogni giorno chattiamo, guardiamo Netflix, postiamo foto di gattini su instagram o lavoriamo tramite apparecchiature elettroniche. Chiaramente anche io adoro gironzolare per fumetterie e librerie, ho la casa strapiena di fumetti e libri e vivo appieno il feticismo per l'oggetto cartaceo. Ma il digitale non è necessariamente un nemico, e anzi potrebbe divenire un importante alleato riducendo i costi produttivi e evitando una soluzione come quella proposta da RocK: tenere in edicola solo alcune testate limitando alla fumetteria volumi come "i signori della galassia", "tesori" eccetera creerebbe una situazione per cui il lettore che vive in paese o comunque lontano da fumetterie e librerie troverebbe scomodo reperire il prodotto, magari stampato in bassa tiratura (il che, come ben sappiamo, non fa altro che favorire la speculazione). Una soluzione potrebbe essere invece quella del doppio binario: stampare in cartaceo e al tempo stesso rendere disponibili tutte le testate anche in digitale, con un contenimento dei costi sia per il lettore che per l'azienda.

                Ripeto la domanda: cos'è secondo voi il "fumetto di qualità"?

                Ehilà, io non volevo intendere che il digitale fosse più inquinante della produzione cartacea, entrambi consumano energie terrestri e territorio,
                il mio era un discorso sui presunti vantaggi del digitale rispetto all'abbandono della carta in termini di inquinamento.
                Non dimentichiamo che il supposto homo sapiens continua a distruggere le foreste principalmente per le industrie alimentari ed energetiche, ovvero per mangiare e riscaldarsi.
                vedi per esempio quelle dell'Indonesia, che è stata completamente disboscata per ricavare olio di palma.
                Nel mondo l'industria della carta incideva in minima percentuale su queste problematihe, soprattutto perché la carta può essere prodotta tramite riciclo
                (in Italia riusciamo fortunatamente a riciclare l'80% dei rifiuti cartacei), mentre cibi ed energia non possono essere riciclati, in questi casi ci vuole la materia prima vergine,
                cioè il povero albero. Lo stesso Topolino riporta il simbolo "carta prodotta da fonti sostenibili".

                Nel mio discorso sugli "svantaggi" del digitale, non ho parlato dell'inquinamento da onde radio (segnale dello smartphone, Bluetooth, Wi-Fi, segnale wireless etc.
                che ci ronzano attorno al cervello) e del fatto che i metalli per costruire i supporti tecnologici vengono estratti per lo più in Africa, schiavizzando le popolazioni locali.
                Ma se iniziamo a parlare di queste cose, saremmo off-topi e si aprirebbe un mondo (il nostro, quello in cui viviamo...)
                In conclusione, io sono ben contento dell'era digitale in cui vivamo, come penso quasi tutti, i vantaggi sono enormi,
                ma come per ogni utilizzo di ogni risorsa, se sfruttato massicciamente, non può che fare danni.
                In ogni aspetto della vita ci vuole la giusta misura, altrimenti poi si finsice nell'eccesso e nel fanatismo.
                A me sarebbe piaciuta una civiltà che integrasse carta e digitale, purtroppo in questa attuale, il secondo sta fagocitando la prima.
                Saluti!

                  Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                  Risposta #157: Giovedì 15 Nov 2018, 07:22:41

                  Ripeto la domanda: cos'è secondo voi il "fumetto di qualità"?


                  Per me un fumetto di qualità è un fumetto "che ha sempre qualcosa di nuovo da dire ogni volta che lo rileggi." A prescindere da chi lo scrive e lo disegna.
                  (La citazione è presa da non ricordo quale scrittore di libri)

                    Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                    Risposta #158: Giovedì 15 Nov 2018, 11:37:54
                    E qui hai pienamente ragione, la sensazione del poca.spesa.tanta.resa ormai non è più una novità per chi segue i prodotti Panini/Disney.
                    E dove sarebbe la tanta resa, con tutte le nuove testate fallimentari e le testate "storiche" ai...minimi storici?
                    È un modo di dire per indicare chi cerca di fare il massimo col minimo sforzo, tante testate inutili e/o poco curate. Che è quello che dopo un primo periodo di buona volontà hanno iniziato a fare. Non sto a fare l'elenco delle magagne, che tanto lo conosciamo tutti, ma il fatto è che con "poca spesa" finisci solo per avere tanti "resi".
                    Tritumbani fritti!

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                      Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                      Risposta #159: Giovedì 15 Nov 2018, 12:15:42

                      Ripeto la domanda: cos'è secondo voi il "fumetto di qualità"?


                      Per me un fumetto di qualità è un fumetto "che ha sempre qualcosa di nuovo da dire ogni volta che lo rileggi." A prescindere da chi lo scrive e lo disegna.
                      (La citazione è presa da non ricordo quale scrittore di libri)
                      Calvino, direi. Si riferiva ai classici. Effettivamente, una storia di qualità finisce per diventare un classico.

                        Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                        Risposta #160: Giovedì 15 Nov 2018, 14:46:05
                        A me sembra che Bertani abbia in mente una strategia sensata: testate generiche per l'edicola (Topolino, Grandi Classici, Paperino), e qualcosa per gli appassionati destinato alle fumetterie e a poche edicole (magari offrendo abbonamenti per chi vive in zone non centrali). Spero si proseguirà con una collana dedicata a monografie di autori/scene/saghe sulla falsariga dei Maestri/Tesori e una nuova incarnazione di Uack che completi l'integrale di Barks offrendo però anche qualche inedito come faceva Zio Paperone (quello vero).
                        In ogni caso credo non vedremo più roba tipo Legendary e Definitive, se non in una versione più rigorosa e adatta agli appassionati.

                          Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                          Risposta #161: Giovedì 15 Nov 2018, 19:12:40
                          A me sembra che Bertani abbia in mente una strategia sensata...
                          Potrebbe essere una buona via da seguire, ma le cose andrebbero fatte per bene: voglio dire, se una testata parte con determinate caratteristiche annunciate (cura nella selezione, editoriali, extra, ecc) poi andrebbe portata fino in fondo o, per meglio dire, andrebbe strutturata sin dall'inizio per evitare che una chiusura prematura finisca come al solito per danneggiare chi fino a quel momento vi aveva dato fiducia.
                          Poi chiaro che appoggiarsi (anche) sulle fumetterie per i prodotti di maggior pregio possa aiutare, ma qui bisogna valutare bene se sia il caso, o meno, di limitare solo a queste la diffusione di tali prodotti.
                          Tritumbani fritti!

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                            Risposta #162: Giovedì 15 Nov 2018, 21:03:36
                            Comunque, per chi, come me, si chiedesse se è stata la De Poli a lasciare o la Panini a licenziarla, non si ha e probabilmente non si avrà mai una risposta definitiva, ma Valentina ha di recente aperto un profilo instagram e le descrizioni di molti post fanno intendere che sia lei ad aver lasciato

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                            PolliceSu
                              Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                              Risposta #163: Venerdì 16 Nov 2018, 09:07:00
                              Comunque, per chi, come me, si chiedesse se è stata la De Poli a lasciare o la Panini a licenziarla, non si ha e probabilmente non si avrà mai una risposta definitiva, ma Valentina ha di recente aperto un profilo instagram e le descrizioni di molti post fanno intendere che sia lei ad aver lasciato
                              A me sembra che lasci intendere proprio il contrario..

                                Re:Valentina De Poli non è più il direttore di Topolino
                                Risposta #164: Venerdì 16 Nov 2018, 13:50:31

                                poi chendi dice che la gente compra su amazon. ok. panini lo tiene un negozio su amazon?


                                Credo che Chendi si riferisca ad Amazon come a un sito qualunque di acquisti su Internet,
                                per indicare la migrazione dall'acquisito in edicola verso l'acquisto in Rete.

                                Comunque Panini che deve farci con Amazon (che propone condizioni capestro alle grosse distribuzioni) se ha il proprio sito?

                                perchè la gente compra da amazon. non dai siti del singolo editore mi pare ovvio.
                                non credo che chendi si riferisse genericamente agli acquisti on line. ma anche se fosse la fetta più grossa di questi acquisti si fanno sui grandi store su cui hai più visibilità e l'utente è spinto ad acquistare da sconti ecc

                                non avere uno store su amazon  (o altri grossi negozi virtuali) quando dici che la gente non compra più nelle edicole è un grosso controsenso

                                 

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