Teresa Radice e Stefano Turconi hanno fatto centro un'altra volta, poco da dire.
Tosca dei boschi potrà sembrare meno impegnativo e ambizioso di Il porto proibito e di Non stancarti di andare, e probabilmente lo è, ma gioca semplicemente in un'altra categoria. I due autori sono tornati ad attingere ad atmosfere più fiabesche per questa occasione (anche se non se ne sono mai allontanati del tutto: i libretti di Orlando Curioso lo testimoniano), ma senza tralasciare una morale coerente con il sentire dei due autori.
È il mettere il loro animo e il loro cuore all'interno delle loro opere il vero filo conduttore della loro poetica, della loro "linea editoriale", che si riscontra nelle loro opere indipendentemente dal genere narrativo o dall'ambientazione.
In questo caso non abbiamo mare e veliere, e nemmeno la realtà del Medio Oriente, ma un medioevo fiabesco che strizza l'occhio all'andamento dei lungometraggi d'animazione Disney per quanto riguarda la trama e i personaggi. Eppure gli insegnamenti che ne possiamo trarre sono sulla falsariga di quelli che abbiamo appreso nelle opere precedenti della coppia, e così anche l'amore per il bello e il rifiuto verso ogni tipo di violenza.
Stefano dal canto suo disegna tavole splendide, ed è una meraviglia rendersi conto di come ci riesca con poche e semplici "smatitate": alcuni sfondi sono praticamente appena accennati, stilizzati, eppure perfetti nella forma che trasmettono, nell'insieme che costruiscono. Il segno dell'autore continua la sua ricerca di sintesi e ci riesce, bilanciandosi anche in vignette più curate e dal tratto più "lavorato" quando si tratta di rappresentare personaggi, abiti e castelli.
Una storia leggera, una trama semplice semplice ma non priva di alcuni colpi di scena e sviluppi interessanti, un immaginario fantastico e avventura in senso classico: Tosca dei boschi avvince con la sua leggerezza, capace di nascondere comunque temi interessanti.