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Topolino 3295

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di piccolobush

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Zio Paperone e i tempi del Klondike
Superpippo Indiana Pipps e l’alleanza piramidale
Banda Bassotti pasticci assortiti - La rapina
Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto
Pico de Paperis e la contesa del capannone

Topolino 3295

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    Re:Topolino 3295
    Risposta #15: Sabato 19 Gen 2019, 14:04:41
    Dopo diverse storie anonime in questo periodo, non ho potuto fare a meno di apprezzare la storia di Zemelo e Celoni, che secondo me dovrebbe essere più presente. Zemelo si conferma molto abile a toccare certe corde del cuore. Per me un piccolo capolavoro.
    Perchè di questo mondo siamo solo ospiti, fra i tanti. E non i padroni. Insieme abbiamo dimostrato tante cose, ma la più importante è che non esiste l'impossibile. Antidarwinista

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      Re:Topolino 3295
      Risposta #16: Sabato 19 Gen 2019, 17:16:28
      Dopo diversi numeri sottotono e poco ispirati - spiacente, ma Orgoglio e Pregiudizio, romanzo o trasposizione che sia, non incontra proprio il mio gusto - finalmente eccone uno in grado di trasmettere quella pluralità di stili con cui Topolino può arrivare davvero a tutti quanti, facendoli sorridere, intrattenere, e riflettere. Penso, in particolar modo, a Zio Paperone e i tempi del Klondike, una collaborazione tanto sentita quanto splendida tra Zemelo e Celoni, con un Paperone magistrale e lontano da quei forzati nonché patetici sentimentalismi su cui si è insistito di recente. La dinamica curva di Celoni dialoga in maniera naturale con l'essenziale ma profonda parola di Zemelo, sicché certe parlano da sole senza bisogno di aggiungere quell'eccesso di spiegazioni che ne rovina la potenza espressiva: la tavola di pagina 19 è un esempio lampante, vuoi per i dialoghi concisi, vuoi per le inquadrature evocative, lascia trapelare una maturità che il Topolino sembrava essersi lasciata dietro, sacrificando la rappresentazione del mezzo, che di per sé è una compenetrazione tra sceneggiatura e disegni, per far parlare più del dovuto i personaggi, senza concedere al lettore il beneficio di penetrare dentro la storia per comprenderne i silenzi celati tra una vignetta e l'altra e farsi un'idea propria - il che è un processo immediato che costruiamo quando ci approcciamo ad una storia, non a caso renderne l'idea a parole è complicato. La storia, inoltre, si presta a parecchi piani di lettura, a partire dal bellissimo richiamo alla madeleine di Proust, spaziando poi per il Paperone che strizza l'occhio a Barks e Don Rosa: insomma, la forza del racconto è tale da renderla davvero alla portata di tutti. Avremmo davvero bisogno di più storie di questa risma sulle pagine del Topolino.

      Segue, poi, un'ottima storia di Zironi che strizza l'occhio ai più classici fumetti della DC e della Marvel - di cui sono un grande appassionato - sia nello stile narrativo, sia nella disposizione delle vignette, con i personaggi che escono dai contorni e le onomatopee che emergono con prepotenza. Indiana Pipps e Pippo contribuiscono entrambi allo sviluppo della storia, con il primo più nelle retrovie del secondo per costruire un minimo di suspense, però era palese che Kranz sarebbe comparso, e questa è l'unica nota "dolente" del racconto: comprendo le motivazioni di Zironi, introdurre un nemico apposito avrebbe comportato un aumento del numero di tavole, e quindi un dannoso rallentamento dei tempi narrativi, che di per sé sono fluidi e ben congeniali, tuttavia - e nel dire questo non penso solo a lui - Kranz è un contraltare troppo piatto di Indiana, è un nemico senza carisma - grave mancanza per un antagonista che si rispetti - che è comodo da tirar fuori per avere una forma di opposizione al protagonista, però, visto proprio il tono supereroistico di fondo, sarebbe stato opportuno un avversario più incisivo del solito tizio che mira ad arricchirsi. Però, come detto sopra, capisco le difficoltà dell'autore a mantenere un ritmo di per sé uniforme, quindi più che un difetto vero e proprio è solo una constatazione sul fatto che diventi naturale per ogni autore che debba trattare con Indiana Pipps pensare a Kranz come antagonista di turno senza preoccuparsi di dargli una caratterizzazione un minimo interessante.

      Volendo passar sopra alla storia della Banda Bassotti, che per ovvie ragioni non svolge alcun compito al di fuori di compromettere la già risibile dignità dei personaggi in questione, segue Gagnor con ben due suoi lavori, l'uno relativo al ciclo della storia dell'arte, l'altro frutto di una collaborazione con una classe scolastica.

      Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto ha i soliti problemi delle ultime storie del ciclo: trama semplicistica - il ladro che di prima mattina era ancora nei paraggi della casa di Topolino? - e didascalica laddove vuole parlare di arte. Evito di farla lunga perché ho sempre pensato che fosse un'iniziativa piena di potenziale ma sprecata nella sua realizzazione: forse Gagnor a questo giro insiste meno del solito sulle battute, però nel momento in cui dissemina in alcune vignette l'idea della fotografia come forma d'arte - un tema ancora oggi in discussione, nonché di non poco conto - lo fa con quell'approssimazione tale da renderla secondaria. Eppure dovrebbe essere un omaggio al fotografo Doisneau e alla sua opera, e allora perché non si riesce a raggiungere quella profondità narrativa che è riuscita, invece, a Zemelo e Celoni? Perché si deve parlare di arte in termini così banali? Una delle occasione più sprecate assieme alla storia di Hokusai per aprire gli orizzonti dei lettori a concetti meno scontati del solito voler catturare la bellezza e la semplicità delle cose circostanti, che è un argomento che ormai ha fatto il suo tempo e ha ben poco da dire, purtroppo, nella nostra società.

      Conclude Pico de Paperis e la contesa del capannone, storia che ho apprezzato solo per le presenze di Pico De Paperis e di Rockerduck, per il resto Gagnor mette alla berlina tutto quanto col suo tipico accumulo di comicità verbale, e il risultato è davvero altalenante: per quanto Pico sia centrato e ben inserito in quell'insolita realtà, l'autore lo fa parlare quasi sempre col cliché delle lauree improbabili, e allo stesso modo fa esprimere le due fazioni di "giovani artisti". Insomma, è vero che parlare di determinate tematiche sul Topolino è davvero complicato, però affrontarle facendo ironia sui soliti luoghi comuni non le rende giustizia, e non è detto che possa piacere a tutti. Evitabile, in conclusione, se non per i bei disegni di De Lorenzi.

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        Re:Topolino 3295
        Risposta #17: Sabato 19 Gen 2019, 23:31:19
        Mi associo agli elogi alla storia di Zemelo/Celoni, che ci ha restituito un Paperone più genuino che mai: tutte le caratteristiche e le sfaccettature proprie della personalità di Paperone sono state ben riprese nella sceneggiatura di questa storia ed esaltate e valorizzate dal comparto grafico della stessa. Anch'io, come già fatto notare da altri utenti, ho apprezzato e gustato gli echi dickensiani della vicenda.
        Interessante anche la storia di Zironi, in cui ho gradito molto, per quel che mi riguarda, il ritorno di Super Pippo come protagonista di una storia lunga. Io non ho risentito della presenza scontata di Kranz, dato che...non lo conoscevo! Non essendo un fan di Indiana Pipps, leggo le storie con questo personaggio distrattamente, o non le leggo affatto: ragion per cui non ho risentito delle perplessità di molti di voi sull'uso di questo villain. A quanto pare, la mia ignoranza mi ha pernesso di gustare meglio la storia.
        Circa Lo scatto di soppiatto, ho sentito la mancanza dell'articolo di corredo che, stranamente, è stato omesso.
        La storia finale, ad una prima lettura, non mi aveva convinto. Poi (dopo la lettura della storia!) ne ho letto l'introduzione e l'ho un po' rivalutata. A mio parere, il suo punto di forza sta nella scelta di Pico come protagonista. Povero Pico! Mi è tanto dispiaciuto scoprire, leggendo il 14° albo della DRL, che alla Egmont non era gradito, e che Don Rosa lo ha potuto disegnare solo di soppiatto...ma che aveva fatto di male???
        Un cenno, infine, ai redazionali di questo numero, che hanno toccato, tutti, argomenti interessanti ed utili a stimolare la curiosità del lettore: dagli accenni storici sui cercatori d'oro "alla Zio Paperone", all'articolo sulla sfida alla plastica, a quello sul calcio femminile.
        « Ultima modifica: Sabato 19 Gen 2019, 23:36:33 da Vito65 »

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          Re:Topolino 3295
          Risposta #18: Martedì 22 Gen 2019, 00:04:09
          Ammetto che questo numero l'ho acquistato dopo aver letto le vostre recensioni e in effetti è un albo che vale la pena acquistare, fossero sempre così!  :)

          Zio Paperone e i tempi del Klondike: Ottima la trama che finalmente rispetta i personaggi per quello che sono, risparmiandoci fastidiose carattrizzazioni atipiche che vorrebbero essere originali e/o moderne e invece son solo deprimenti (vedi Nonna Papera che si mette a fare la ragazzina di qualche numero fa). Ottimi pure i disegni. A voler fare il pelonelluovista forse ci sarebbero volute quel paio di vignette in più tra la scena dell'inseguimento dell'orso e il ritrovamento del bosco delle betulle d'oro (Charlie si tuffa nelle gelide acque dello Yukon, è in palese difficoltà e subito dopo lo troviamo asciutto e pimpante tra gli alberi!). Una vignetta anche per le scene oniriche perché così sembra che lo sciroppo sia una macchina del tempo naturale anzichè le riflessioni nostalgiche del nostro Paperone.
          Quindi mi vedo costretto a ridurre il voto a 9+ .  ;)

          Superpippo e Indiana Pipps e l’alleanza piramidale: Alleanza insolita tra due protagonisti in ottima forma, peccato la trama con qualche buco narrativo (per esempio non spiega dove e come salta fuori questo scarabeo robotico frutto di una tecnologia così avanzata!) e con un antagonista ormai fin troppo prevedibile (a questo punto sarebbe stato meglio prendere in prestito l'organizzazione ombra di Casty). Disegno dinamico ma richiederebbe maggior cura nei dettagli. Doveroso appunto: va bene che nei fumetti tutto è lecito, ma le leggi della fisica e della meccanica si potrebbe salutarle la mattina quando le si incontra? Vediamo un Super Pippo che ti solleva un'intera piamide senza che questa collassi per sollecitazioni anomale! Voto 7.

          Banda Bassotti, pasticci assortiti – La rapina: Evitabilissima, prevedibilissima e strarivista storia riempitiva della quale si è già capito fin dall'inizio come sarebbe andata a finire. Voto 3.

          La storia dell’arte di Topolino – Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto: Storia tutto sommato divertente ma che si sarebbe potuta elaborare meglio (scoprono un furto la mattina con il ladro ancora a poca distanza e quest'ultimo che gira in maschera in pieno mercato!?!??????? Suvvia...). Tali madornali ingenuità fanno abbassare il voto a 6 1/2.  :(

          Pico e la contesa del capannone: Storia interessante che vede il nostro Pico nell'insolito ruolo di mediatore senza per qusto tradire il personaggio. A parte i continui anglicismi che comunque hanno un loro perché, finalmente una riscoperta da parte dei giovani nei confronti della cultura - quella autentica - e non il soliti deprimenti "matusa" che fanno i ragazzini per apparire più moderni. Direi che ci sta un bel 8 + .

          Insomma, finalmente un albo che lascia pienamente soddisfatti e spero che sia l'inizio di un nuovo fiorente periodo come nei bei tempi andati.  :) :) :) :) :) :)
          « Ultima modifica: Martedì 22 Gen 2019, 00:07:53 da GioReb »

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          Cornelius
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            Re:Topolino 3295
            Risposta #19: Martedì 22 Gen 2019, 02:15:42
            ZIO PAPERONE E I TEMPI DEL KLONDIKE
            Dopo averlo vissuto nel suo momento topico ed esserci tornato più volte in tarda età, il Klondike non può che essere sognato da Paperone. Non che sia la prima volta (probabilmente ogni notte Scrooge torna in quei luoghi) ma questa volta lo fa 'pubblicamente'.
            E questa mitica terra (resa tale anche grazie a Barks e allo zione) continua a dare lezioni di vita, attraverso il tempo e la mente. Zemelo trova una chiave alternativa decisamente convincente ed emozionante nell'illustrare lo stretto rapporto fra il ricco magnate e quella regione, con le sue montagne e i suoi fiumi ma anche con la sua gente, che poi, in massima parte, lo è stata per un periodo breve: dopodiché, come dice lo 'ziastro', "E' tempo di cambiamenti e di lasciarsi alle spalle il passato!" Ottima le scelte di far disegnare questa storia a Fabio Celoni (le cui matite sembrano fatte apposta per illustrarla) e di darle la copertina di Giorgio Cavazzano.

            SUPER PIPPO, INDIANA PIPPS E LA DISTANZA PIRAMIDALE
            Grazie alle noccioline (ne doveva avere parecchie dietro in questa storia) Pippo riesce ad essere 'all'altezza' (se non più) dell'atletico e affascinante cugino. Se allo stato 'normale' le differenze caratteriali e fisiche tra i due pippidi sono evidenti (nei limiti di una somiglianza fisica 'notevole'), con le noccioline abbiamo due eroi che fanno un ottimo gioco di squadra: il povero Kranz (sono d'accordo che se deve essere riproposto lo si deve fare dandogli più 'spessore') che già soccombeva contro il solo Pipps, adesso contro due 'super pippidi' nulla può. Come la storia di apertura, anche questa non sarebbe la stessa se ad illustrarla non fosse stato Giuseppe Zironi, davvero un mago della dinoccolata fisicità pippide!

            Banda Bassotti, pasticci assortiti - La rapina
            Interessanti matite di Danilo Barozzi in una breve che lascia il tempo che trova (una 'paninata', come si suol dire, visto l'autore)
            Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto
            In questo caso abbiamo una breve artistica ben fatta (come ci ha abituati Gagnor) illustrata pesantemente da Luca Usai.

            PICO DE PAPERIS E LA CONTESA DEL CAPANNONE
            Il soggetto è decisamente insolito: si esplora una Paperopoli 'rap' attraverso personaggi che riprendono nei nomi cantanti come Tupac Shakur, Notorious Big, Puff Daddy. E sappiamo che le 'scaramucce' descritte da Gagnor (che passa dalla fotografia alla musica) non sono esattamente quelle che hanno tragicamente coinvolto i primi due rapper. In ogni caso, per quanto 'annacquata', la realtà rap paperopolese di un quartiere chiamato 'Concordia' (nomi idilliaci che di solito si danno per coprire realtà completamente diverse) può essere vista come un proseguimento di un discorso cominciato (e poi bruscamente interrotto) da Barks tanti anni fa con il quartiere 'Agonia' (alias Shacktown). Forse se il Maestro dell'Oregon avesse parlato della 'gioventù bruciata' degli anni '50 il filo sarebbe stato più diretto (a Shacktown c'era solo povera gente derelitta e rassegnata), però sempre con 'realtà difficili' si ha a che fare, da Barks più realisticamente descritte, sicuramente. In queste situazioni metropolitane più nere che bianche, qualche papero 'colorato' sarebbe stato più idoneo (visto che in altre circostanze paperi black sono stati utilizzati). Gagnor rinnova anche la tradizione degli scontri spesso indiretti fra Pico e Rockerduck (in passato varie volte il professore, coinvolto da Paperone, ha avuto diatribe con il 'pivello' miliardario) mentre De Lorenzi illustra tutto ciò con un tratto 'classicamente' freddo e quasi meccanico che però, strano a dirsi, non mi dispiace. 
            « Ultima modifica: Martedì 22 Gen 2019, 12:07:01 da Cornelius Coot »

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              Re:Topolino 3295
              Risposta #20: Martedì 22 Gen 2019, 12:00:50

              segnalo che, nelle pagine di approfondimento sulla corsa all' oro nel Klondike, sono presenti 2 vignette tratte da Zio Paperone e la lunga corsa per Skagway di Macchetto/Vian; per chi volesse recuperarla, la storia è stata ristampata (per puro caso o con un guizzo di consapevolezza editoriale) su Zio Paperone 7 attualmente in edicola.

               ;)

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              GioReb
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                Risposta #21: Martedì 22 Gen 2019, 12:54:29
                Grazie alle noccioline (ne doveva avere parecchie dietro in questa storia)

                Ecco, mi ero dimenticato di una cosa: ma quanto durano ultimamente queste supernoccioline!?   :o

                Ricordo le vecchie storie in cui Pippo era sempre in imbarazzo per la breve durata dei suoi poteri. Che abbiano brevettato anche qui le spagnolette al litio, decisamente più durevoli?  :D :D :D :D

                Felice giornata a tutti

                GioReb

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                  Re:Topolino 3295
                  Risposta #22: Martedì 22 Gen 2019, 14:38:54
                  Dopo la storia di Panaro di qualche settimana fa, questo numero ci regala un' altra ottima storia ambientata in parte nel Klondike: la trama, simile al canto di Natale, è molto interessante ma il vero punto di forza sono i disegni magnifici di Celoni, perfetto nel rappresentare i paesaggi, i volti ed emozioni dei personaggi e anche i dettagli (come i mucchi di monete del deposito).

                  MI è piaciuta anche la storia di Zironi, con un inedito duo Indiana-Superpippo che non stona affatto. Comunque è curioso come negli ultimi mesi la classica coppia Indiana Pipps-Topolino sia praticamente scomparsa dalle pagine del topo: infatti Indiana è apparso recentemente da solo o insieme a molti personaggi diversi, tra cui Gambadilegno (2 volte), Orazio, Zapotec, Pippo e Superpippo questa settimana. Probabilmente ciò è un tentativo degli autori (a mio parere riuscito) di rivitalizzare il personaggio e dare maggiore originalità alle trame.

                  Invece ho trovato l'episodio della storia dell'arte più debole rispetto alle ultime prove con una trama un po' banale: inoltre è un gran peccato che non sia stato inserito l'articolo descrittivo a termine della storia (li ho trovati sempre molto interessanti e utili per capire meglio la storia e le varie citazioni artistiche presenti). Spero che ciò non accada nei prossimi episodi previsti.

                  Infine l'ultima storia non mi è dispiaciuta, nonostante parli di un argomento che è completamente lontano dai miei gusti: in particolare mi è piaciuto il modo in cui è stato usato Rockerduck. In ogni caso si tratta di una storia nata su spunto di una classe studentesca quindi queste iniziative sono sempre lodevoli e si spera possano attrarre qualche lettore in più.

                  *

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                    Re:Topolino 3295
                    Risposta #23: Mercoledì 23 Gen 2019, 17:10:00
                    Superpippo e Indiana Pipps e l’alleanza piramidale:  va bene che nei fumetti tutto è lecito,

                    La storia dell’arte di Topolino – Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto: Storia tutto sommato divertente ma che si sarebbe potuta elaborare meglio (scoprono un furto la mattina con il ladro ancora a poca distanza e quest'ultimo che gira in maschera in pieno mercato!?!? ??? ??? Suvvia...). Tali madornali ingenuità fanno abbassare il voto a 6 1/2.  :(
                    Prendo ad esempio questo tuo intervento ma, in realtà, la domanda è rivolta, a cominciare dal recensore settimanale piccolobush, a chiunque ha messo in rilevo l'ingenuità o l'assurdità del particolare di Sgrinfia che gira in maschera per Parigi in pieno mercato.
                    Premetto che posso essere d'accordo sul fatto, però mi viene da chiedervi: visto questa - ripeto, sostanzialmente giusta - vostra accentuata criticità verso queste assurdità, come fate poi a conciliare e a farvi piacere storie dove appare un Super Pippo che chiunque riconoscerebbe al primo sguardo e storie con un Paperinik che, seppur leggermente più mascherato, assomiglia senza alcun dubbio a Paperino, se non altro  -e c'è ben altro -per il cappello che porta e il fatto che fa volare una macchina targata 313? Forse anche nei fumetti ci dovrebbe essere un limite al lecito, l'importante però è decidere bene qual è e che sia uguale per tutti! SmBho
                    « Ultima modifica: Mercoledì 23 Gen 2019, 18:22:09 da doppio segreto »
                    Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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                    paolo87
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                      Re:Topolino 3295
                      Risposta #24: Mercoledì 23 Gen 2019, 17:49:37
                      Pero' in tal caso bisognerebbe andare alla fonte: quando clark kent diventa superman non si mette nessuna maschera, si toglie solo gli occhiali...e nessuno lo riconosce. Superpippo e' "figlio" di superman e quindi e' normale che la "regola" valga anche per lui, e il fatto che sia assurda non va imputato agli autori di superpippo, ma a quelli di superman.

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                        Re:Topolino 3295
                        Risposta #25: Mercoledì 23 Gen 2019, 18:29:19
                        Pero' in tal caso bisognerebbe andare alla fonte: quando clark kent diventa superman non si mette nessuna maschera, si toglie solo gli occhiali...e nessuno lo riconosce. Superpippo e' "figlio" di superman e quindi e' normale che la "regola" valga anche per lui, e il fatto che sia assurda non va imputato agli autori di superpippo, ma a quelli di superman.
                        D'accordo, sostanzialmente con me in questo sfondi portoni aperti. :)


                        Detto questo però il punto rimane lo stesso:  i casi sono due, o accettiamo più o meno tutte le assurdità dicendo che in fondo è "solo" un fumetto o decidiamo di comune accordo quali sono i limiti che non si devono superare.


                        Dirò di più: criticare così aspramente il fatto che Sgrinfia giri mascherato in mezzo alla gente, dopo che da ormai 55 anni, nelle storie extra italiane, Macchia Nera gira per il mondo sempre e dovunque con la tunica nera in ogni ora del giorno senza che nessuno abbia qualcosa da ridire, mi sembra, onestamente, paradossale ... per non dire altro.

                        Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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                          Re:Topolino 3295
                          Risposta #26: Mercoledì 23 Gen 2019, 18:56:48
                          Superpippo e Indiana Pipps e l’alleanza piramidale:  va bene che nei fumetti tutto è lecito,

                          La storia dell’arte di Topolino – Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto: Storia tutto sommato divertente ma che si sarebbe potuta elaborare meglio (scoprono un furto la mattina con il ladro ancora a poca distanza e quest'ultimo che gira in maschera in pieno mercato!?!? ??? ??? Suvvia...). Tali madornali ingenuità fanno abbassare il voto a 6 1/2.  :(
                          Prendo ad esempio questo tuo intervento ma, in realtà, la domanda è rivolta, a cominciare dal recensore settimanale piccolobush, a chiunque ha messo in rilevo l'ingenuità o l'assurdità del particolare di Sgrinfia che gira in maschera per Parigi in pieno mercato.
                          Premetto che posso essere d'accordo sul fatto, però mi viene da chiedervi: visto questa - ripeto, sostanzialmente giusta - vostra accentuata criticità verso queste assurdità, come fate poi a conciliare e a farvi piacere storie dove appare un Super Pippo che chiunque riconoscerebbe al primo sguardo e storie con un Paperinik che, seppur leggermente più mascherato, assomiglia senza alcun dubbio a Paperino, se non altro  -e c'è ben altro -per il cappello che porta e il fatto che fa volare una macchina targata 313? Forse anche nei fumetti ci dovrebbe essere un limite al lecito, l'importante però è decidere bene qual è e che sia uguale per tutti! SmBho
                          Per quel che mi riguarda è una questione di presupposti: mi spiego che nessuno riconosca Superpippo e Paperinik è ovviamente assurdo (anche se c'è da dire che nel caso di Superpippo potrebbe essere solo un pippide somigliante, anche Indiana Pipps somiglia molto a Pippo per dirne una, però c'è il cappello che lo tradisce quindi nulla) il punto è che è una cosa che ti viene chiesta di accettare appena inizi a leggere una storia con loro e quindi tu la accetti per forza,basta che non si esageri, tipo nella recente serie animata Miracoulus che mi è capitato di vedere ogni tanto ho notato che ci pongono veramente troppo l'attenzione su sta cosa al punto che non risulta più credibile, ma ne i fumetti non mi semvra che esagerino im modo cosí plateale se non per cini comici, e proprioil fatto che spesso ci scherzino su (basti vedere gli Ultraheroes con la busta della di Super pippo o la storia Paperinik) quindi non mi da fastidio perché 1 l'ho accettato e 2 gli autori stessi lo sanno e ci scherzano su, se non si dovrebbero criticare anche gli Incredibili che hanno mascherine solo di poco più spesse di quella di Paperinik. Invece la cosa di Sgrinfia è semplicemente un buco di trama, un assurdità fuori contesto che non fa parte dei presupposti di base della storia e che quindi stona (anche se ammetto che io non l'avevo manco notato, ma questo è un altro discorso spesso non presto molta attenzione quando leggo i fumetti tranne in storie che mi colpiscono per questo non faccio quasi mai "recensioni")

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                            Re:Topolino 3295
                            Risposta #27: Mercoledì 23 Gen 2019, 20:06:23
                            Nelle storia antecedenti a Crisi sulle terre infinite e in particolare ne Il più grande ipnotizzatore del mondo la difesa della identità segreta di Superman era stata spiegata appunto con il potere del superipnotismo sui suoi interlocutori. In quelle successive con la convinzione soprattutto di Luthor che era il più interessato a scoprirla che con quei poteri non avrebbe accettato una vita tutto sommato anonima.
                            Del resto circola un meme sulla somiglianza tra Draghi e Battisti ma nessuno ha mai sospettato che questi si nascondesse sotto le mentite spoglie di quello.
                            « Ultima modifica: Mercoledì 23 Gen 2019, 20:08:19 da Valerio »

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                              Re:Topolino 3295
                              Risposta #28: Mercoledì 23 Gen 2019, 23:39:39
                              Detto questo però il punto rimane lo stesso:  i casi sono due, o accettiamo più o meno tutte le assurdità dicendo che in fondo è "solo" un fumetto o decidiamo di comune accordo quali sono i limiti che non si devono superare.

                              Dirò di più: criticare così aspramente il fatto che Sgrinfia giri mascherato in mezzo alla gente, dopo che da ormai 55 anni, nelle storie extra italiane, Macchia Nera gira per il mondo sempre e dovunque con la tunica nera in ogni ora del giorno senza che nessuno abbia qualcosa da ridire, mi sembra, onestamente, paradossale ... per non dire altro.

                              La sospensione dell'incredulità in un fumetto non deve essere utilizzata per giustificare passaggi sbrigativi e terribilmente semplicistici.
                              Nel genere supereroistico vi è tutta una coerenza interna stabilita in partenza tra autori e lettori di modo da poter raccontare una storia che in primo luogo diletti, altrimenti a priori sarebbe impossibile accettare l'immensa quantità di pseudoscienza adottata nei fumetti - tralasciando cose di dubbio gusto come Ten-Eyed Man, Inversion o Codpiece, non si potrebbero giustificare la drammatica vicenda di Mr. Freeze, oppure la nascita dei Fantastici Quattro, e così via - o che ad esempio cattivoni dalla discutibile sensibilità estetica passino inosservati salvo quando decidono di esporsi. Sono tutte questioni su cui il lettore in partenza, nella maggior parte dei casi, si può permettere di trascurare a favore di una narrazione che gli regalerà sicuramente delle emozioni.
                              In questo caso, tuttavia, come giustamente ha sottolineato Paperino23, il lettore mica può sospendere in partenza l'incredulità su certe cose per una storia che vorrebbe parlare della fotografia come forma d'arte: intorno al tema lo sceneggiatore ha voluto sviluppare una trama che ne facesse da collante e ha scelto di risolverla in maniera sbrigativa e direi anche poco elegante. Come giustificare, altrimenti, il fatto che Sgrinfia di prima mattina sia ancora nei paraggi della casa di Topolino? Bisognerebbe passarci sopra perché la storia voleva omaggiare la fotografia? Ma come si poteva sapere in partenza che si sarebbe optato per questo?
                              Per dire, prendendo in mano gli X-Men o Spider-Man so in partenza di poter sospendere l'incredulità su determinate situazioni - che poi certe questioni siano belle o brutte, riuscite o meno, è un altro discorso - ma prendendo in mano una storia di Topolino, a meno che non ci siano dietro Paperinik o Superpippo, o ancora criminali del calibro di Macchia Nera - che almeno fuori dall'Italia può permettersi ancora il lusso di girare con la sua tunica iconica - certe situazioni strane non me le potrei aspettare a priori, e infatti non è un caso che la scelta narrativa sia stata percepita come di pessimo gusto non solo da me, bensì da diversi utenti.
                              E comunque, che ci sia o non ci sia quel buco, si è capito - e volendo mi si potrebbe obbiettare dicendomi che potremmo già postularlo, noi lettori che ne abbiamo fatto esperienza - che ormai le trame del ciclo sono solo dei contorni sviluppati grossolanamente come pretesto di parlare d'arte, ma al di là della loro qualità narrativa, permane comunque una modalità d'approccio alle tematiche che è troppo superficiale: una cosa è far conoscere tramite piccoli aneddoti, un'altra è stimolare la curiosità, mettere il lettore davanti ad un modo alternativo di pensare a determinati concetti. E per me questo ciclo, nonostante un inizio discreto, ha fallito sia nella prima sia nella seconda. Che Sgrinfia vada in giro mascherato o meno in pieno giorno come se niente fosse, al di là di una maggiore o minore coerenza nel racconto, in tale contesto cambia poco: il problema è proprio alla radice, in questo caso.
                              « Ultima modifica: Giovedì 24 Gen 2019, 00:05:48 da Andy98 »

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                                Re:Topolino 3295
                                Risposta #29: Giovedì 24 Gen 2019, 00:18:20
                                Superpippo e Indiana Pipps e l’alleanza piramidale:  va bene che nei fumetti tutto è lecito,

                                La storia dell’arte di Topolino – Mickey Mouseau e lo scatto di soppiatto: Storia tutto sommato divertente ma che si sarebbe potuta elaborare meglio (scoprono un furto la mattina con il ladro ancora a poca distanza e quest'ultimo che gira in maschera in pieno mercato!?!? ??? ??? Suvvia...). Tali madornali ingenuità fanno abbassare il voto a 6 1/2.  :(
                                Prendo ad esempio questo tuo intervento ma, in realtà, la domanda è rivolta, a cominciare dal recensore settimanale piccolobush, a chiunque ha messo in rilevo l'ingenuità o l'assurdità del particolare di Sgrinfia che gira in maschera per Parigi in pieno mercato.
                                Premetto che posso essere d'accordo sul fatto, però mi viene da chiedervi: visto questa - ripeto, sostanzialmente giusta - vostra accentuata criticità verso queste assurdità, come fate poi a conciliare e a farvi piacere storie dove appare un Super Pippo che chiunque riconoscerebbe al primo sguardo e storie con un Paperinik che, seppur leggermente più mascherato, assomiglia senza alcun dubbio a Paperino, se non altro  -e c'è ben altro -per il cappello che porta e il fatto che fa volare una macchina targata 313? Forse anche nei fumetti ci dovrebbe essere un limite al lecito, l'importante però è decidere bene qual è e che sia uguale per tutti! SmBho

                                Una cosa è utilizzare personaggi già esistenti ed accettarli così come sono, anche Wonder Woman è facilmente sgamabile e persino Batman viene smascherato molto facilmente da Ra's al Ghul nella sua storia d'esordio, un'altra è inserirli in un contesto logico e senza buchi di trama.

                                La storia è bella, ma il fatto di trovare Sgrinfia in strada ore dopo il furto e che si aggiri in pieno giorno con una calzamaglia nera senza essere notato è una grave pecca, così come, a parer mio, il fatto che confessi in quattro e quattr'otto senza colpo ferire, rendendo così davvero troppo facile, e illogica, la risoluzione del caso.
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