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I favolosi anni ....

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doppio segreto
Gran Mogol
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    I favolosi anni ....
    Martedì 16 Lug 2019, 12:55:03
    I migliori Maestri non hanno sfornato i loro migliori Capolavori negli anni '60. Semmai, qualcuno di loro ne ha realizzati una parte, seppur minoritaria, in quel periodo. Barks era ancora attivo, ma è universalmente riconosciuto che ha dato il meglio nel periodo centrale della sua opera, cioè negli anni '50. Gottfredson era ancora attivo nei '50 con le sue storie di lungo respiro scritte da Bill Walsh, ma nei '60 realizzava solo strisce autoconclusive abbastanza poco elogiate dalla critica e dal pubblico. I Maestri italiani, quelli più universalmente riconosciuti come tali, parimenti non hanno dato il meglio nei '60. Scarpa ha realizzato la maggior parte delle sue storie da autore completo più riuscite e memorabili dal 1955 al 1961, salvo poi passare a disegnare perlopiù su testi altrui ed affinare il suo tratto verso il suo stile definitivo abbastanza più tardi. Martina proprio nei '60 ha smesso di collaborare a lungo per la Mondadori. Bottaro sempre nei '60 cominciò a dedicare sempre meno tempo, condizionando quantità e qualità, ai fumetti Disney perché impegnato maggiormente con i suoi personaggi. Carpi ha lavorato da autore completo, e raggiunto la maturità nel suo stile di disegno, solo a partire dai '70. De Vita e Cavazzano nei '60 erano ad inizio carriera ed ancora alla ricerca di uno stile personale, Rota lo stesso. Ecco quindi che decisamente non si possono considerare, a parte qualche eccezione, gli anni '60 un'età d'oro per il fumetto Disney. Semmai, può esserlo il periodo precedente, dai '30 ai '50. Comunque, è da considerare che, come già accennato, diversi Maestri della seconda generazione raggiunsero la maturità nei '70 e '80, e questo ha portato indubbiamente ad una sorta di rinascita in quei decenni. Per i '90 e la prima metà dei 2000 il giudizio è perlopiù tiepido, e non posso non riconoscerlo anch'io, con le dovute ovvie eccezioni, salvo poi, con la gestione De Poli e Casty, Celoni, Mottura e ancora Cavazzano in particolare, abbiamo avuto numerosi altri veri capolavori. Sono proprio queste, a mio parere, le storie che andrebbero ristampate su questi nuovi Classici perché siano veramente affini a quelli della prima gloriosa serie.

    Così scrive Max, da altra parte.


    Ma è stato proprio così?

    Io su alcune cose sono d'accordo ma su altre no.

    Sono stati così scadenti gli anni 60?

    Romano Scarpa, come autore ha dato il meglio di sé stesso solo fino al 1961 o è assai importante anche quello che ha scritto dopo?

    Martina, a fronte di un periodo di lontananza dalla Disney, non si è riscattato nella seconda metà degli anni 60?

    E' giusto mettere sullo stesso piano, al fine di una corretta valutazione delle opere, gli autori con i disegnatori o, comunque chi prevalentemente si è dedicato ad un ramo piuttosto che all'altro?

    Queste ed altre domande mi sovvengono nel leggere quanto scritto da Max.


    Mi propongo di fare alcune considerazioni appena posso in merito. Nel frattempo chi vuole può già farlo!
    « Ultima modifica: Martedì 16 Lug 2019, 17:51:29 da doppio segreto »
    Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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    Cornelius
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      Re:I favolosi anni ....
      Risposta #1: Sabato 20 Lug 2019, 01:38:42
      Lo scritto di Max non fa una piega ma il bello degli anni '60, fumettisticamente parlando, è stato proprio nel non aver creato chissà quali capolavori ma di aver sviluppato, come mai prima, le dinamiche quotidiane (soprattutto a Paperopoli) tra un numero di personaggi in costante aumento, all'infuori della originale e ristretta cerchia Paperone-Paperino-QQQ. Un altro merito di quel decennio, infatti, sta proprio nell'aver fatto esordire una quantità di characters (qualitativamente eccellenti) come mai prima e come mai dopo. In America come in Italia. Molti dei quali sono fin da subito diventati assoluti protagonisti (e lo sono ancor oggi) mentre altri hanno avuto una carriera 'alterna' se non circoscritta a quel periodo.

      Il tutto in un numero infinito di storie brillanti, divertenti, piene di ritmo e di ottimi dialoghi. Oltre che di illustrazioni che hanno avuto un radicale cambiamento tendente al dinamismo, fra morbidezze e spigolature. Tra le vignette dei primi '60 e quelle di metà decennio sembrano passati molti più anni di un semplice lustro.

      Tra gli autori più 'fecondi' in tal senso vanno ricordati Dick Kinney e Al Hubbard, Tony Strobl, Romano Scarpa, Vic Lockman, Carlo Chendi e Luciano Bottaro, il tardo Barks... oltre a quelli che hanno riproposto e sviluppato personaggi minori o quasi dimenticati, come i fratelli Barosso e lo stesso Martina nei confronti di Rockerduck.

      Ecco una lista di oltre trenta nuovi personaggi dei Sixties, la metà dei quali ha radicalmente cambiato gli scenari di Paperopoli e anche, in misura minore, di Topolinia. Ad alcuni certi nomi diranno poco o nulla ma andate su Inducks e magari la memoria tornerà.
      __________________________________________________________________
      1960    Brigitta - Trudy - Zia Topolinda
      1961     Amelia - Rockerduck - Filo Sganga - Pico de Paperis
      1962    Oscar Paperone
      1963    Maga Magò
      1964    Paperoga - Sgrizzo - Malachia - Dinamite Bla - Fiuto Joe - OttoperOtto - Prospero Chiacchiera
      1965    Super Pippo - Bassottini - Newton - Pamela
      1966    Paperetta - Spennacchiotto - Cavillo Busillis - Eufemia - 01 Paperbond - Mata Harrier - Nonna Amelia
      1967    Moby Duck - Paperotto - Bella Quack - Intellettuale 176
      1968    Dottor Zantaf
      1969    Paperinik
      ___________________________________________________________________
      « Ultima modifica: Sabato 20 Lug 2019, 14:11:47 da Cornelius Coot »

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      Maximilian
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        Re:I favolosi anni ....
        Risposta #2: Sabato 20 Lug 2019, 18:00:23
        Secondo me questa discussione ha senso fino ad un certo punto.
        Anzitutto per poterne parlare con cognizione di causa occorre conoscere almeno una parte consistente della produzione di quel periodo (anche straniera, che in questi lidi mi pare poco considerata).
        Anche ammesso ciò ricordiamo che in un decennio escono migliaia di storie e quindi si richiede di confrontare tra loro due gruppi sterminati di fumetti, attività che (se svolta in modo minimamente serio e obiettivo) necessita di innumerevoli parametri (ben presenti in mente contemporaneamente) che tengano conto di pregi e difetti di ciascuna opera.

        Di conseguenza considero l'unica analisi comparativa di una qualche utilità quella tra due singole storie.
        Altrimenti si va a parare sempre nel vago e nei luoghi comuni che la produzione di ogni epoca si porta dietro, con utenti che si attaccano alle 10 vicende che ricorda meglio per definire le caratteristiche generali del rispettivo periodo.

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        doppio segreto
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          Re:I favolosi anni ....
          Risposta #3: Sabato 20 Lug 2019, 19:17:52

          Ho fatto bene ad aspettare un po' nel approfondire l'argomento: nutrivo già forti dubbi circa l'interesse.


          A differenza dell'amico Cornelius, io penso che lo scritto di Max, invece, qualche pieghetta la faccia, naturalmente dal mio punto di vista e di gusto.


          Sgombriamo innanzi tutto il campo dalle cose in cui sono sostanzialmente d'accordo con Max: Gottfredson e tutto il suo entourage e Barks. Di quest'ultimo è bene precisare però che se, indubbiamente negli anni 50 diede il suo prodotto migliore e i suoi capolavori, le storie degli anni 60 sono mediamente belle.


          C'è poi per me una questione che è di fondamentale importanza su cui confrontarsi: l'importanza dell'autore rispetto al disegnatore, ai fini di un corretto giudizio su una storia.


          Ovvio che, un gran bel soggetto accompagnato da dei gran bei disegni, creano il capolavoro per antonomasia ma, a me appare altrettanto ovvio che, a fronte di un soggetto di alto livello con disegni non eccelsi e un soggetto di scarso spessore con disegni eccelsi, sia da preferire il primo.
          Mentre per disegnare è necessaria una predisposizione, non altrettanto è richiesta la medesima cosa per chi scrive, ne consegue  che, abbiamo avuto dei disegnatori che ad un certo punto della loro carriera si sono cimentati anche con il soggetto e non viceversa, con risultati a volte notevoli e a volte piuttosto deludenti.
          Carpi, Cavazzano e Massimo De Vita, hanno affrontato fra gli anni 70 e 80, saltuariamente anche il ruolo di soggettista. Sui loro risultati ognuno di noi, in base ai suoi gusti, può esprimere il giudizio che crede meglio ma, anche se questo fosse di alto grado, non sarebbe sufficiente, nel poter giudicare quei decenni in una maniera compita.


          Veniamo dunque a parlare di Scarpa. Max, afferma che fu fra il 1955 e il 1961 che, il Maestro veneziano partorì le sue storie più "riuscite e memorabili". Su questo come dargli torto: è sostanzialmente così. Però non è vero che dopo si sia dedicato così prevalentemente solo al disegno per altri soggettisti: dal 1962 al 1970, ben 34 storie portano la sua firma e, se è pur vero che non si tratta di capolavori - ma alcune per me lo sono -, è altrettanto vero che si può dire che si tratta, in linea di massima, di storie mediamente buone/ottime.


          Bottaro. Indiscutibilmente anche per lui, gli anni che vanno fino al 1961 sono d'oro ma,i suoi soggetti, seppur più rarefatti, sono di gran lunga mediamente buoni anche per il resto degli anni 60.


          Martina. L'ultima sua storia, prima dell'interruzione, appare nel n. 295 del 23 luglio 1961, Dopo di che c'è un buco che, secondo l'iducks, suffragato da fonti Disney, termina l'1 marzo 1964. Se così fu, vuol dire che la sua assenza in quel decennio fu di 3 anni molto scarsi.
          Quello che però è sicuramente certo è che Martina fu di nuovo abile e arruolato fin dalla fine del 1966 e che, negli anni che vanno al 1970, sfornò storie mediamente molto belle e, a mio avviso, anche dei capolavori.


          Cosa fa sì dunque che un periodo - nel nostro caso parliamo di decenni - sia migliore rispetto ad altri?

          Avete davvero ragione.
          Il Dominatore delle Nuvole diceva nel topic dei GC numero 9:
          Citazione da: Dominatore delle Nuvole

          la storia media degli anni Sessanta mi diverte di più della storia media degli anni Novanta.
          .
          Condivido la constatazione di Cornelius sui personaggi secondari.  :)
          -ilFu


          Prima Il Dominatore e poi Il Fu, hanno già sostanzialmente risposto: è sopratutto la quantità e validità di tantissime storie medie che fanno sì che gli anni 60 - dove però è giusto comprendere il magnifico 61 - siano il decennio più bello e intenso della storia di Topolino.
          In realtà, questa lunga parentesi felice, iniziò già nel 1955 e, come già scritto, fra quell'anno e il 1961, toccò il suo apogeo ma,sarebbe ingiusto all'ennesima potenza, non giudicare anche gli anni seguenti un miracolo creativo.
          E questo miracolo creativo si deve certamente alla presenza di alcuni grandissimi Maestri Disney ma, il tutto non sarebbe potuto accadere se, accanto a questi, non ci fossero stati tanti altri soggettisti che, seppur, dal mio punto di vista, non considerati ingiustamente Maestri Disney, hanno avuto uno spessore di altissimo profilo: i Barrosso, Catalano, Chendi, Cimino, Dalmasso, Missaglia, Osvaldo Pavese, Pier Carpi ...


          Ma non solo, anche se so che, su questo, molti storceranno il naso.


          Importante fu anche l'apporto che dagli Stati Uniti venne che, oltre a rifornire le storie disegnate da Paul Murry e, mi riferisco in particolar modo a quelle con soggetto di Carl Falberg, riempi il settimanale di storie brevi, perlopiù dello Disney Studio, che possiamo, fatta la dovuta tara, tranquillamente rimpiangere se le compariamo a molte storie italiane e non, brevi che poi le hanno sostituite a partire dalla fine degli anni 80.


          Un ultimo tassello da aggiungere anche perché, non vorrei apparire come uno che vuole bistrattare i disegnatori. Oltre Scarpa, Carpi, negli anni 60 ci furono dei disegnatori tutti di altissimo livello e spessore - anche questi ingiustamente un po' bistrattati nei Maestri Disney - che contribuirono a far sì che, quei soggetti mediamente alti, fossero correlati da immagini che sono rimaste leggendarie.
          « Ultima modifica: Sabato 20 Lug 2019, 19:26:44 da doppio segreto »
          Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

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            Re:I favolosi anni ....
            Risposta #4: Sabato 20 Lug 2019, 19:23:00
            Secondo me questa discussione ha senso fino ad un certo punto.
            Anzitutto per poterne parlare con cognizione di causa occorre conoscere almeno una parte consistente della produzione di quel periodo (anche straniera, che in questi lidi mi pare poco considerata).
            Anche ammesso ciò ricordiamo che in un decennio escono migliaia di storie e quindi si richiede di confrontare tra loro due gruppi sterminati di fumetti, attività che (se svolta in modo minimamente serio e obiettivo) necessita di innumerevoli parametri (ben presenti in mente contemporaneamente) che tengano conto di pregi e difetti di ciascuna opera.

            Di conseguenza considero l'unica analisi comparativa di una qualche utilità quella tra due singole storie.
            Altrimenti si va a parare sempre nel vago e nei luoghi comuni che la produzione di ogni epoca si porta dietro, con utenti che si attaccano alle 10 vicende che ricorda meglio per definire le caratteristiche generali del rispettivo periodo.
            Bé, io quelle storie lo conosco molto bene e, conosco molto bene quello che avvenuto prima e anche quello che avvenuto dopo. ;)
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              Risposta #5: Domenica 21 Lug 2019, 14:31:05
              Ho eliminato il messaggio per errore...

              Scusate... :(
              -ilFu

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              Cornelius
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                Risposta #6: Domenica 21 Lug 2019, 20:33:13
                C'è anche da dire che gli autori italiani si sono ritrovati, nella primavera del 1960, a dover produrre il doppio di quanto avevano fatto negli ultimi otto anni: Topolino passava da quindicinale a settimanale (visto il clamoroso successo) e, per quanto fossero di alta qualità, essi non erano in gran quantità. E' questa la ragione per cui Scarpa terminò il ciclo dei capolavori, avendo la metà del tempo a disposizione e una prospettiva economica non così allettante al punto da farlo continuare in quella direzione: preferì produrre più tavole per altri autori, fra i quali si inserivano quelli dello Studio Program americano per i paesi europei.

                E se è vero che molte storie venivano ancora dall'America (soprattutto le brevi centrali), due erano all'epoca le testate che producevano e pubblicavano storie originali senza alcuna ristampa: Topolino (settimanale) e Almanacco (mensile). Nei decenni successivi l'aumento del numero degli autori coinvolti farà si che un una notevole produzione potrà essere divisa fra più sceneggiatori e più disegnatori (soprattutto dagli anni '90 con le nuove leve dell'Accademia Disney, le attuali 'star' del Topo). Ma già nei '60 avevano esordito i giovanissimi Cavazzano e Massimo De Vita, oltre ai Barosso, Cimino, Pavese, Asteriti, Bramante... affiancando i 'vecchi' Martina, Scarpa, Carpi, Bottaro, Gatto, Chierchini, Dalmasso, PL De Vita, ...

                Maximilian ha oggettivamente ragione a scrivere che una tematica del genere dovrebbe essere affrontata soprattutto da chi ha letto una parte consistente della produzione di quel decennio. Personalmente posso dire di aver letto tutte le migliori storie anni '60 del libretto pubblicate nei Classici di fine '60/inizi '70 e di aver curato insieme a Paperotto il Mozzo un intero e lungo topic sull'Almanacco, a cominciare proprio dagli anni '60 (e molto lentamente stiamo arrivando agli anni '80)  :))
                « Ultima modifica: Martedì 23 Lug 2019, 17:17:44 da Cornelius Coot »

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                  Re:I favolosi anni ....
                  Risposta #7: Lunedì 22 Lug 2019, 23:14:35
                  Sono stati così scadenti gli anni 60?
                  Secondo me dovresti chiarire meglio la tua domanda. E il tuo successivo messaggio rafforza questa mia convinzione. Perchè Max parla di capolavori e tu parli di storie mediamente buone (e il "mediamente" lo ripeti più volte per tutti gli autori che analizzi).
                  Ecco quindi che anche la tua domanda che ho riportato suona inesatta, perchè tra "capolavoro" e "scadente" passano infinite sfumature.
                  Credo nessuno possa definire scadenti gli anni 60 (gli anni, in italia, dei barosso, dei pavese, dei cimino,...), però è innegabile che la distribuzione dei "capolavori" sia sommariamente quella indicata da Max.
                  In sintesi direi che avete ragione entrambi perchè state ragionando su livelli diversi: i capolavori dei migliori sono fuori dagli anni 60, ma in questo decennio ci sono comunque molte storie di buono/ottimo livello con anche qualche capolavoro

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                    Re:I favolosi anni ....
                    Risposta #8: Martedì 23 Lug 2019, 09:53:17
                    Secondo me dovresti chiarire meglio la tua domanda. E il tuo successivo messaggio rafforza questa mia convinzione. Perchè Max parla di capolavori e tu parli di storie mediamente buone (e il "mediamente" lo ripeti più volte per tutti gli autori che analizzi).
                    Ecco quindi che anche la tua domanda che ho riportato suona inesatta, perchè tra "capolavoro" e "scadente" passano infinite sfumature.
                    Credo nessuno possa definire scadenti gli anni 60 (gli anni, in italia, dei barosso, dei pavese, dei cimino,...), però è innegabile che la distribuzione dei "capolavori" sia sommariamente quella indicata da Max.
                    In sintesi direi che avete ragione entrambi perchè state ragionando su livelli diversi: i capolavori dei migliori sono fuori dagli anni 60, ma in questo decennio ci sono comunque molte storie di buono/ottimo livello con anche qualche capolavoro
                    Va bene, cercherò di essere più chiaro! :)


                    Sia Max che io partiamo dal medesimo presupposto: i massimi capolavori di Martina, Scarpa e Bottaro, sono ascrivibili al periodo -a parte l'Inferno di Martina -che va sostanzialmente dal 1955 al 1961.


                    Quello che però mi differenzia da Max è il non considerare il dopo - gli anni 60 - un'età d'oro.

                    L'oro c'è, non sarà un oro purissimo come il precedente periodo - dove però, come puntualizza Cornelius, la produzione italiana era molto inferiore rispetto a quella proveniente da oltreoceano - ma di oro ce ne è ancora parecchio.


                    Se indubbiamente, Bottaro produce solo  poche storie ad un buon livello medio, Martina e Scarpa, pur non riuscendo più a raggiungere i livelli di un Topolino e il doppio segreto di Macchia Nera o Topolino e l'unghia di Kalì,  con storie come Topolino e l'uomo di Altacraz e Topolino e il fantasma solitario, arrivano a vette che, dal mio punto di vista,  non possono essere non annoverate fra i capolavori, oltre a storie medie ottime/buone.


                    Di esempi ne potrei fare qualcun altro ma, non voglio certo starmi ad accapigliare su ciò che delimita un capolavoro nei confronti di un'ottima/buona storia media perché, come è ovvio che sia, su queste cose entrano in gioco delle valutazioni che spesso vengono inquinate dai gusti personali. Quel che penso sia certo è che i capolavori, in quanto così classificabili, non possono mai essere la regola ma l'eccezione: se no che capolavori sarebbero?


                    Quel che a me pare certo è che negli anni 60 - poi, è chiaro, bisognerebbe fare un distinguo anno per anno: come non vedere un grosso allentamento verso il basso fra il 1965 e 66? - un insieme di storie medie a livello buono/ottimo, accompagnato in qua e in là da capolavori, ha fatto sì che quel decennio, non fosse più replicato, nei decenni a venire.


                    E non tanto per la mancanza di capolavori che, sempre se in un tono minore rispetto al 55/61, comunque ci sono stati, ma perché è il livello del valore delle storie medie che si è notevolmente abbassato.


                    E' del tutto evidente - per me naturalmente! :)  - che quello che ha fatto grandi e irripetibili gli anni 60 è dunque la presenza nello scenario di autori e disegnatori di alto e altissimo spessore, cosa su cui non posso dire altrettanto dagli anni 70 in poi.


                    Qualcuno mi potrebbe dire che molti di quegli autori sono stati in voga anche dopo gli anni 60 e dunque: come la mettiamo?


                    E' indubbio che su questa questione abbiano una forte incidenza in negativo gli imput sempre più restrittivi che venivano dalla redazione in materia di impatto verso i bambini, imput che, per altro, avevano già cominciato ad avere i loro effetti anche negli anni 60, seppur più marginalmente.


                    Faccio anche qui un piccolo esempio che vale per tutti: fra una storia come Topolino e i fantasmi neri e Topolino e le gemme de sultano, entrambe di Dalmasso c'è un abisso.
                    Entrambe sono qualificabili come storie medie ma, se la prima è ottima, la seconda è veramente brutta e da dimenticare.
                    « Ultima modifica: Martedì 23 Lug 2019, 09:58:47 da doppio segreto »
                    Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

                     

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