Droide, in linea teorica non sbagli...
Il fatto è che, com'è facilmente intuibile, è un discorso che rischia una facile deriva nazista (e non è una parola usata a caso).
In pratica lo Stato dovrebbe chiedere (non pretendere, ma il passo è breve) comportamenti eticamente giusti. Il fatto è che lo Stato etico genera mostri, da sempre. In questo modo, sdoganiamo il principio che al cittadino può essere chiesto (o ripeto obbligato) di rinunciare a parte della propria libertà (anche quella di farsi del male è una libertà, magari stupida ma libertà) per l'interesse comunitario.
Dirai che questa è la base del vivere civile. Il fatto è che ci sono compromessi accettabili e altri no. Se ho voglia di suonare il piano alle 3 di notte e non ho una stanza insonorizzata, non lo suono perché danneggio direttamente il vicino di casa. Se voglio mangiare fritto a pranzo, cena e colazione (è un esempio, prima che qualcuno pensi che lo faccio davvero) non danneggio direttamente qualcuno. Si potrebbe dire che per curare poi il mio fegato magari non ci sono i soldi per uno che ha fatto il salutista tutta la vita e merita di più. E qui esce la parola aberrante: "merita". Ed esce il concetto di una vita che non è più una vita, perché dopo "consigliare" ai cittadini di non mangiare troppo per essere più sani, si passa (anzi, ci si è già passati) al fumo, a sconsigliare le gite in montagna perché ci si può far male, ad andare in auto perché si inquina...
Lo so che la sto esagerando, ma si deve aver presente dove una strada potrebbe portare...