Tanto per rimpinguare il topic val forse la pena di postare nuovamente La Scuola di Disney e il commento lungimirante che fece il nostro ML.
Mi sembrava di essermi espresso in modo chiaro, ma provo a spiegare meglio: dicendo che "avrei visto meglio un Paperino platonico" intendevo proprio che il Paperino rappresentato nel dipinto e' l'aristotelico, e Topolino e' il platonico. (Sui ruoli rispettivamente interpretati dai due mi sembra che siamo d'accordo.)
La mia obiezione e' che, a mio vedere, il piu' concreto tra i due personaggi (quindi quello piu' indicato al ruolo di Aristotele) e' Topolino; e con questo mi riferisco al fatto che Topolino e' quello in grado di risolvere problemi pratici, perche' e' quello che non perde mai di vista la realta' delle cose terrestri. Paperino e' quello che nutre aspirazioni impossibili, che non distingue tra le proprie illusioni e la realta'; e quindi l'avrei visto meglio come rivolto verso un iperuranio che non e' in grado di farci da guida affidabile nel mondo reale.
Scrivendo che Topolino e' il piu' idealista, intendi dire (suppongo) che Topolino e' quello la cui azione e' sempre ispirata da motivazioni nobili; mentre con "Paperino, il piu' concreto" immagino ti riferisca al fatto che il papero spesso si lascia guidare da motivazioni bassamente mondane. Ineccepibile in quanto si riferisce ai due personaggi; ma e' un significato di "concreto" opposto a quello che avevo in mente, tant'e' che al termine "concretezza" opponevo non l'ambiguo "idealismo", ma un piu' preciso "impossibili aspirazioni" (le aspirazioni di Topolino sono tutt'altro che impossibili, come dimostra il fatto che di solito ha successo nel raggiungere i suoi obiettivi). Forse hai travisato le mie parole perche' fuorviata dal chiasmo implicito nella frase che avevo formulato.
Il Paperino che ho in mente e' quello che crede che il West sia come nei film di Fulmine Rosso, quello che e' convinto che avra' successo facendo come "i biondi eroi di mille avventure". Come interpretazione di "idealismo" e' forse un poco meno comune di quella riferita ad ispirarsi a nobili ideali; ma val la pena di rammentare che e' proprio questa " fondamentale incomprensione della realta' " che fa si' che Paperino, e non Topolino, sia credibile nel ruolo di Don Chisciotte.
Resterebbe poi il grosso problema che tanto la mia che la tua interpretazione di "concreto" e "idealista" non hanno quasi nulla a che vedere con i veri Platone ed Aristotele. Sarebbe carino se qualcuno potesse fornire un'interpretazione (o critica) del dipinto piu' coerente con la realta' storica della filosofia greca (o anche, piu' modestamente, con quella della pittura rinascimentale).