Dunque la domanda te la pongo allora qui e la estendo anche a tutti i vari recensori settimanali di Topolino: come vi ponete rispetto allo svelamento delle "vere" origini di Topolino rapportate a quelle che sono invece le ... reali. :blank:
La domanda è in realtà, rivolta a chiunque voglia dire la sua in merito
A mio modo di vedere, queste "origini" altro non sono che parte di una recente tendenza - in cui inserirei senza problemi anche
Young Indiana - inseguita allo scopo, probabilmente, di far breccia su un pubblico più giovane, che tuttavia è controproducente almeno per due ragioni: da una parte, perché non aggiungono niente di nuovo ai personaggi, mentre dall'altra perché denotano quasi una paura da parte degli autori di spingersi verso il futuro, di prendere le creature di Topolino e cercare di realizzare qualcosa di diverso. Ma ciò sarebbe meglio farlo con i veri personaggi, non con la loro versione giovanile di turno.
Altra tendenza, forse più marcata, è la sovrabbondanza di storie non auto-conclusive: nel numero precedente finiva
Paperinikland di Gervasio, e intanto iniziavano
Area 15 di Gagnor - che forse può essere fruibile separatamente - e
19.999 leghe sotto i mari di Artibani; in questo numero, invece, finisce la storia di Artibani, vi è un'altra puntata della serie di Gagnor, e nel mentre comincia già una nuova serie sulle "origini" di Topolino. Da lettore abitudinario, non risento troppo di questa scelta, però comprendo che il lettore occasionale potrebbe essere infastidito dallo spendere tre euro per poi trovarsi magari tre storie su cinque che sono continuazioni di altre iniziate nei numeri precedenti.
Però rimango sempre dello stesso parere: non è all'aumentare della quantità che viene fuori una nuova qualità: preferisco di gran lunga più auto-conclusive come l'ottima storia di Rota - che, vuoi per i disegni, vuoi per l'impianto narrativo, mi ha fatto proprio fare un bel tuffo nel passato - rispetto a serie come
Area 15, che oltre a non incontrare il mio gusto, non riesce proprio a lasciarmi nulla se non la sensazione di noia - ma ciò potrebbe anche essere dovuto al fatto che non rientro nel pubblico di riferimento, dunque potrei essere molto di parte nel mio giudizio.
Noto, inoltre, sempre a riguardo della serie di Gagnor, che iniziano ad aleggiare gli effetti della piccola saga di Enna, dato che Qua è di nuovo al centro della vicenda, si allontana temporaneamente dai suoi fratelli e stringe nuove amicizie, che a questo giro brillano più per caratterizzazione grafica che per altro - non che gli altri quattro avessero tutto questo gran spessore, eh. Sopravvissuta, invece, la tendenza di fare di Quo l'animo romantico tra i tre, mentre Qui resta poco definito.
A parte la già citata storia di Rota, dunque, il numero per me non ha molto da offrire.
Purtroppo, non ho mai letto il romanzo di Verne - nonostante ne abbia una versione a fumetti presa con
Il Giornalino riposta in qualche polveroso meandro della mia mansarda - quindi non posso apprezzare in pieno la versione Disney di Artibani, mentre le storie centrali di produzione nostrana sono decisamente dimenticabili.