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Topolino Fuoriserie 2 - PK Danger Dome di Roberto Gagnor e Roberto Vian

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    considerati i ridicoli numeri di vendita degli spillati americani... 1 milioni di appassionati che acquistano regolarmente fumetti credo sia una cifra decisamente ottimistica.
    Mensilmente in cima alle classifiche stanno serie tra le 100 e le 130 mila copie vendute (a meno di numeri 1 o di eventi particolari)

    Concordo con te, ma tu stesso mi puoi insegnare che stai parlando di spillati con cadenza quindicinale (in molti casi) che si devono far largo in un mercato supereroistico ampiamente inflazionato.
    Mentre qui si parla di un volume cartonato (che generalmente attira di più a priori...) che sta uscendo con una cadenza largamente dilazionata.
    Con un prodotto poi che, se scritto bene, potrebbe essere veramente una novità importante da esportare.
    Detto ciò se stiamo parlando di 20, 30, 40mila copie (altre cifre a casaccio) siamo sicuri che serva snaturare un prodotto vincente per raggiungere tali risultati ?
    Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

    *

    conker
    Visir di Papatoa
    PolliceSu   (4)

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    PolliceSu   (4)
      Nell'articolo riportato da Garalla c'è un passaggio interessante: si accenna al rilancio di Pk nel 2019 e si dice che l'operazione non ha ottenuto il successo sperato e, a questo punto, il Direttore Bertani ha chiamato il disegnatore Vian. Quindi secondo la Direzione editoriale l'insuccesso sarebbe stato risolto solo dal cambio di disegnatore? Un po' ingeneroso attribuire questo carico di responsabilità a Lavoradori.
      Il discorso però cambia se questo accenno dovessee essere frutto solo di una interpretazione del redattore dell'articolo.

      Personalmente ho trovato per UNE tante critiche ai disegni. Decisamente più che sulla storia come numero e intensità. Quindi non è ingeneroso.

      martoriato da una colorazione amatoriale... l’accusa di una narrazione non chiarissima per quanto riguarda lo svolgersi degli eventi la puoi replicare pari pari su Vian in Danger Dome, quindi magari il problema non è il disegnatore, tanto più che parliamo di veterani... credo proprio queste storie necessitassero di più respiro

      poi sono gusti... Lavoradori nell’omogeneizzazione generale certamente spicca come un’oasi in mezzo al deserto, e il tratto può piacere o meno, ma in quanto a potenza espressiva e dinamismo ha pochi rivali

      "Remember: when people tell you something's wrong or doesn't work for them, they are almost always right. When they tell you exactly what they think is wrong and how to fix it, they are almost always wrong." - NG

        Ecco il nocciolo della questione: gli autori italiani quando scrivono per il mercato americano o internazionale cambiano la loro narrazione adeguandosi ad un pubblico più generico (abbiamo visto recenti esempi usciti nel Topo). Per cui, anche cambiassero gli autori, i nuovi plot pikappici sarebbero comunque "un'altra cosa".

        Pensare che gli autori italiani cambino il modo di narrare le vicende di Pk rendendolo meno complesso, profondo ed intricato (nel lato positivo ed interessante del termine) per poter rendere digeribile il fumetto al mercato nordamericano mi sembra addirittura offensivo pensarlo !
        Un pubblico che è stato la culla del fumetto supereroistico, che hanno fatto della continuity sfrenata il loro pane quotidiano, che hanno forgiato ed "adottato" i migliori esponenti del fumetto indipendente mondiale !
        E non ultimo che conta 330 milioni di abitanti nei soli Stati Uniti d'America, volete vedere che si trovi difficoltà a trovare 1 milione (butto un numero a casaccio) di appassionati ?
        Secondo me la discriminante non è lo scrivere storie appetibili e digeribili per il mercato americano, quanto scrivere storie valide e meritevoli...

        Ma negli Stati Uniti la Marvel non è la Disney.
        Ti sei mai chiesto perché nei fumetti la Disney americana, dal nord al sud del continente, sia irrilevante filologicamente dai tempi di Barks?
        Sono 50 anni che non producono storie che possano essere avvicinate ai tempi d'oro di Gottfredson, mentre in Italia continuiamo a sfornare autori
        filologici (Casty) dall'altra parte dell'oceano non è più arrivato nessuno.
        Il sud America si è almeno specializzato in una apprezzabile narrazione comica ed è riuscita a creare personaggi riutilizzati in Europa (Paper-Bat, Dinamite Bla, Pennino...)

        Per un periodo più o meno recente negli Stati Uniti i fumetti disney neppure venivano pubblicati e sono riusciti a bruciare perfino uno come Don Rosa.

        La produzione più rilevante sono stati i Duck Tales degli anni '80, ma sono cartoni animati.

        Non so quanto mercato abbiano negli Stati Uniti le pubblicazioni disney originali e non e quanta sensibilità ci sia tra i loro lettori verso determinati temi, generi o esperimenti.

        La sensazione è che il fumetto disney negli Stati Uniti sia una nicchia... sacrificabile. E dire che è nato tutto lì...


          Non so quanto mercato abbiano negli Stati Uniti le pubblicazioni disney originali e non e quanta sensibilità ci sia tra i loro lettori verso determinati temi, generi o esperimenti.

          La sensazione è che il fumetto disney negli Stati Uniti sia una nicchia... sacrificabile. E dire che è nato tutto lì...

          Ma infatti eravamo partiti proprio dal mio stupore per le voci di corridoio che facevano intendere che questa attuale gestione fosse frutto di un pensiero editoriale rivolto al mercato estero.
          Io sto proprio sottolineando che non mi sembra verosimile "distruggere" un prodotto per allinearlo a gusti esterni che non muoiono neanche dalla voglia di leggerle ste storie....
          Io sono un cattivo... e questo è bello! Io non sarò mai un buono e questo non è brutto! Io non vorrei essere nessun altro... a parte me.

            Una grandissima delusione questi due numeri di Pk.
            Per i testi: Questa sorta di 'americanizzazione forzata', è vecchia, è letta, e scimmiotta un cinema supereroistico assai vuoto, asincrono e scadente, e pure troppo preponderante (in quest'epoca). Mi chiedo, perchè una scelta così timida e scontata? Boh. Personaggi prevedibili e Idee antiquate a parte, io trovo il testo, ed è cosa ben peggiore, una secca 'coltellata' ai tanti meccanismi originali e talvolta 'pazzi', che hanno resa famosa questa serie.
            Per i disegni: Il primo albo ha dei colori -inguardabili- che lo massacrano (mi viene da pensare ad un knock-out tecnico, seppure vari spunti graffianti s'intravedono, ma sono assolutamente inutili).
            Il secondo albo ha dei colori un po' meno peggio, tuttavia lo trovo con uno stile molto démodé, più da Paperinik anni 80 o Paperinik appgrade reparto ristampe. Poco Pkappico, per intenderci.
            Pure la stampa interna è di bassa qualità, impastata, e sporca... basta vedere la differenza con i toni delle copertine.
            Personalmente non trovo un reparto degno di nota. Perchè partire da pk e dare alla luce dei fumettacci così privi di forza e lucidità, dove sta il senso?????
            Poco da fare, le produzioni e gli albi (cartonati) di Pk nell'era De Poli, sicuramente, avevano una cura e un'attenzione superiore.
            La Panini mi ha deluso col primo albo. Idem col secondo. Il terzo non ci sarà. Questo prodotto non fa più per me.
            Ho dato una stella, meno non si può.

            *

            Flash X
            Cugino di Alf
            PolliceSu   (1)

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            • Mezzanotte: l'ora di Paperinik!
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            PolliceSu   (1)
              Il secondo albo ha dei colori un po' meno peggio, tuttavia lo trovo con uno stile molto démodé, più da Paperinik anni 80 o Paperinik appgrade reparto ristampe.
              Ti sbagli: quel Paperinik è pure meglio di questa versione malriuscita di PK...

                Non so quanto mercato abbiano negli Stati Uniti le pubblicazioni disney originali e non e quanta sensibilità ci sia tra i loro lettori verso determinati temi, generi o esperimenti.

                La sensazione è che il fumetto disney negli Stati Uniti sia una nicchia... sacrificabile. E dire che è nato tutto lì...

                Ma infatti eravamo partiti proprio dal mio stupore per le voci di corridoio che facevano intendere che questa attuale gestione fosse frutto di un pensiero editoriale rivolto al mercato estero.
                Io sto proprio sottolineando che non mi sembra verosimile "distruggere" un prodotto per allinearlo a gusti esterni che non muoiono neanche dalla voglia di leggerle ste storie....

                ah, ok!
                se lo analizziamo pure sotto questo punto di vista, l'identità di questo PK "5" a quale mercato è rivolta?
                Io non so rispondere.

                Forse tradurlo per 15 Paesi significa affidarsi alla legge della probabilità, più lettori coinvolgi, maggiori possibilità ci sono che qualcuno lo apprezzi, anche se per me non è da disprezzare del tutto.

                  Io non riesco a capire perchè ogni volta che si intende portare Pk all'estero si finisce per rovinarlo, prima frittole e ora questo. Cos'ha l'approccio originale che non va?
                  « Ultima modifica: Domenica 31 Mag 2020, 17:24:22 da Franz Manuzzi »

                  *

                  MiTo
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                  PolliceSu   (9)

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                  PolliceSu   (9)
                    Più che altro non capisco perché cercare nuovi lettori giovani e all'estero con un prodotto apprezzato soprattutto dai lettori "vecchi", peraltro proponendolo in una forma che i più piccoli non possono nemmeno acquistare.
                    Mi sembra un po' l'errore fatto con Reginella, che hanno reinventato per conquistare nuovi lettori (ai quali che fosse Reginella o meno importava zero) scontentando chi l'aveva apprezzata ai tempi.
                    Lo stesso discorso è per PK. Se volevi conquistare nuovi lettori lo lasciavi su Topolino, se fai una testata apposita e nemmeno economica allora fai una cosa di nicchia per i nerd. Fare un prodotto generalista su una testata di nicchia è un controsenso.

                      Torno dopo anni a scrivere sul forum, la discussione è interessante e ci tengo a Pk, quindi sono passato per dire anche la mia.

                      Dico anche chiaramente che mi era piaciuto "Un nuovo eroe". Non lo trovavo perfetto, ma il concetto di base di un "Planet Pk" mi aveva preso. La premessa di Pk in un mondo lontano, impegnato a darsi da fare per tornare sulla Terra era un po' stereotipata, ma mi intrigava. Il nuovo cast non era molto approfondito, ma c'era qualche premessa potenzialmente interessante e adoro i character design di Lavoradori.

                      Forse però non avevo capito già da lì che Uno e Lyla si erano teletrasportati sul nuovo pianeta, anche perché i Pk-Corps non si stupivano di due nuovi personaggi sbucati dal nulla, sembrava più una comunicazione. O forse si sono teletrasportati successivamente fra una storia e l'altra, rimane nella storia non è assolutamente spiegato. Quindi il problema non è solo come Uno sia arrivato lì, ma come entrambi i personaggi siano arrivati lì. Penso che anche in una storia su Topolino vorremmo una mezza spiegazione per capirlo. Anche perché in questa saga, in un altro tempo e in un altro spazio, sembrava assai difficoltoso per Pk tornare a casa. Può farlo quando vuole con un teletrasporto non spiegato? Come funziona il viaggio fra un universo e l'altro? Vedo già qualche premessa tradita con spostamenti così facili e comprimari che arrivano lì senza spiegare come abbiano fatto.

                      Ma in generale della trama si capisce molto poco su cosa stia succedendo. Accettiamo che Uno è lì? Ok, ma allora usiamo bene la sua classica dinamica con Pk. Se l'Intelligenza Artificiale pronuncia una frase come "Ma un Galaxy Gate può anche aprire bolle quantiche come quelle in cui si trova Shikaar ora! Un nascondiglio perfetto per Tuiroon: un intero pianeta in cui creare il Danger Dome e i Decimator fuori dal tempo e dallo spazio" io non ci capisco nulla e mi pongo qualche domanda. Nelle storie buone Pk faceva qualche domandina ad Uno quando faceva affermazioni simili per rendere tutto il più comprensibile possibile al lettore, ma qui non c'è nulla di ciò. Uno prosegue la spiegazione e Pk sembra aver capito tutto, io no. Quindi pure nella caratterizzazione del papero c'è qualcosa che non va se inizio a perdere la mia identificazione con lui.

                      In alcune vignette è difficile comprendere cosa accada. Le sequenze d'azione hanno bisogno di spazio per respirare o tanto vale non inserirle. Ci sono battaglione in questa storia che durano una pagina, alcune addirittura una sola vignetta. Questo fa un effetto stranissimo nella storia, ad esempio quando entrano in azione i Pk-Corps non fanno in tempo nemmeno a posarsi sul Danger Dome che Pk l'ha già abbandonato. Se notate lo seguono mentre sono in aria, sembra che stiano volando. Non ero neanche riuscito a capire che erano entrati nel mezzo quando hanno fatto il salto del canyon.

                      Oltre a quello la storia è piena di bruschi cambi di tono in cui si cerca, davvero forzatamente, di portare tutto verso un registro aulico. Tutti i personaggi ad esempio si chiedono "Cosa ci rende quello che siamo?" senza alcun vero motivo durante la trama. Si tratta di passaggi che non avvengono con naturalezza e cercano di alzare il registro narrativo all'improvviso per rendere la storia più adulta, ma sembrano cadere dal nulla, sono forzati e poco dopo si ritorna a un linguaggio più povero (ma almeno naturale), all'azione e alle battute sulla sbobba (spero siano finite quelle).

                      Non ho nemmeno capito benissimo il finale. Pk crea un esplosione enorme con il Galaxy Gate, con un potere che non avevo capito nemmeno che avesse, spacca tutto... ma sopravvivono tutti? I personaggi si stupiscono che sia sopravvissuto l'evroniano, ma io mi stupisco che siano sopravvissuti loro, che sia sopravvissuto Pk stesso.

                      Sono solo alcuni esempi, la storia in generale è poco chiara e non è questione di essere Pker o non Pker, pure su Topolino o come storia di Paperinik non l'avrei capita molto. Ci vogliono passaggi più chiari, forse qualche personaggio messo da parte, meno azione e più coerenza nel registro narrativo. Non c'è bisogno di rendere tutto per forza aulico ed epico, non c'è bisogno che Pk cerchi di esserlo. Erano i cattivi ad essere seriosi, il papero in genere era quello che sminuiva gli sproloqui con le sue battute.

                      Mi auguro che le critiche che leggo qui (con cui concordo) possano aiutare la serie ad andare nella direzione giusta. Gran parte di noi lettori si augura lunga vita per Pk, ma fra le scelte di marketing e quelle narrative è ovvio che nasce della preoccupazione. Io mi auguro che il buon Roberto abbia capito che c'è un problema su come sta andando questo ciclo di storie. Qualsiasi lettore che ho sentito, anche chi non scrive in forum o in gruppi facebook, è estremamente deluso finora. Spero che si vada avanti cercando di inquadrare cosa non ha funzionato per il futuro e con magari un piccolo cambio di rotta. Altrimenti la vedo molto dura per il futuro di Pk.
                      « Ultima modifica: Lunedì 1 Giu 2020, 13:47:49 da Mightypirate »

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                      Mortimer.M
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                      PolliceSu   (2)

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                      PolliceSu   (2)
                        Per la miseria che strage!
                        Io ho deciso di non seguire questa serie per una questione di principio (sono contrario a questi formati pseudo-deluxe), ma leggendo le varie recensioni credo che non seguirei la serie neppure se me la riproponessero in spillati da 3,50 €.
                        Da quello che ho capito il problema principale sembra essere il formato in cui è proposto: nuove situazioni, nuove regole da spiegare, un trama da sviluppare per dare un senso all'albo, condensati in 48 tavole senza potersi appoggiare a pagine di approfondimento extra. E se in un mensile potevi delegare qualcosa al numero successivo, qui no.

                        Auguro a Ganor di riuscire a portare avanti il progetto in maniera omogenea, e l'avrei anche sostenuto se fosse stato in un formato più equilibrato
                        « Ultima modifica: Lunedì 1 Giu 2020, 13:47:29 da Mortimer.M »

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                        PolliceSu   (7)
                          Ehm...au contraire, il problema principale è proprio il contenuto, più che il formato (che anzi, con altri autori potrebbe essere valorizzato. Le 48 pagine in sé non sono un limite, se si riesce a raccontare una storia.

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                          • (credevo di essere un) Pker
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                          PolliceSu   (5)
                            Esattamente.

                            E, più nello specifico, il problema maggiormente riscontrato riguarda soggetto e sceneggiatura più che i disegni.
                            ...poche ragazze da quelle parti...

                            www.acroteri.altervista.org - sito amatoriale della mia squadra di calcetto
                            www.goblins.net - sito dedicato ai giochi da tavolo

                              Io continuo a pensare che da un certo punto in poi non sia più solo colpa di gagnor ma anche di chi dall'alto lo ha messo in un incarico non adatto al suo tipo di approccio piuttosto che in uno adatto

                                Domanda di servizio: googleando ho trovato sulla pagina Wikipedia della PKNE l'informazione per cui a luglio uscirebbe Topolino Fuoriserie 3 con il nuovo episodio della run di Gagnor. Qualcuno ne sa qualcosa?

                                 

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