Periodi, guarda caso, di grande emigrazione.
Non solo e non proprio.
La grande emigrazione ci fu in gran parte fra il 1876 e il 1913, per poi sostanzialmente fermarsi. Il motivo principale era che l'Italia di allora, da poco unita, non era un paese industrializzato e avanzato come altri. E infatti ad emigrare erano soprattutto contadini, e di tutte le età, intere famiglie, interi paesi.
E poi c'era una situazione diversa, poichè c'era tutta l'America, dall'Alaska alla Terra del Fuoco, praticamente vuota e con immensi spazi da occupare, e infatti ci fu una massiccia emigrazione anche da altri paesi europei.
Era un'emigrazione dovuta soprattutto alla miseria e alla fame, ma quella vera.
Oggi c'è un'emigrazione con numeri ben diversi e di tipo molto diverso, più sciccosa, fatta perlopiù di giovani laureati che non si accontentano di stipendi bassi, e spesso fanno bene perchè lavori di alta specializzazione non possono essere retribuiti così poco come spesso accade qui, altrimenti tanto vale non studiare.
Ma evitiamo di scadere nel luogo comune e nelle esagerazioni apocalittiche, che non servono a niente e alimentano falsi miti.
Pochi giorni fa è uscito un sondaggio che mostrava l'Italia in cima alla classifica globale dell'ignoranza.
Ma "ignoranza" intesa non come livello di istruzione, ma come errata visione del mondo circostante : il dato più assurdo era quello secondo cui gli italiani credevano che la disoccupazione fosse al 49 %.
In pratica : se non sei disoccupato tu, lo è tua moglie. La disoccupazione reale è al 12 %. Che è sicuramente alta, ma rispetto a 49 c'è un abisso.
Questo da abbastanza l'idea di come la percezione generale della situazione sia enormemente esagerata rispetto alla realtà dei fatti.
E la pessima informazione gioca un ruolo decisivo.
Infine, una cosa : secondo me invitare qualcuno a "fuggire" è diseducativo. Non per una questione di patriottismo, ma proprio come concetto di base.
Bisognerebbe invece che la gente cercasse di migliorare la situazione del posto in cui vive, correggere le storture, cambiare quello che non va, non scappare col broncio e lasciare gli altri a sbrigarsela da soli. Ovviamene nei limiti delle proprie possibilità.
La fuga è sempre una resa, a volte anche di fronte alle ingiustizie, che andrebbero combattute piuttosto che lasciate li.
Perchè qualcuno ci dovrà pur rimanere, in Italia.
Ma quanto abbiamo divagato? Un po' troppo mi sa
Dicevamo del tempo? Ah si : dopo settimane di calura simil-estivo anche in Abruzzo è arrivato l'autunno, oggi è anche piuttosto nuvoloso