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Mediometraggi Disney

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Astrus
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    Mediometraggi Disney
    Domenica 8 Lug 2012, 23:14:48
    Non vorrei privare qualche "pezzo grosso" dell'ambito animazione (Grrodon, Vito o qualcun altro) dell'onore di aprire questo topic, ma ho notato la sua assenza ed ho quindi provveduto.

    Per iniziare, penso sia il caso di inserire una lista completa che elenchi tutti i mediometraggi (o featurettes) prodotti dai WDAS nel corso degli anni, importando i dati dalla indispensabile filmografia di Grrodon. Di conseguenza, per ogni elemento, sarà inserito il titolo italiano (quando presente), quello inglese tra parentesi ed infine l'anno di produzione


    Il Mio Amico Beniamino (Ben and Me) 1953
    La Verità su Mamma Oca (The Truth About Mother Goose) 1957
    Paul Bunyan (Paul Bunyan) 1958
    Eyes in Outer Space 1959
    Paperino nel Mondo della Matemagica (Donald in Mathmagic Land) 1959
    L'Arca di Noè (Noah's Ark) 1959
    Goliath II (Goliath II) 1960
    The Saga of Windwagon Smith 1961
    Paperino e la Ruota (Donald and the Wheel) 1961
    A Symposium on Popular Songs 1962
    Freewayphobia or The Art of Driving the Super Highway 1965
    Freewayphobia no.2 - Goofy's Freeway Trouble 1965
    Winnie The Pooh Orsetto Ghiottone (Winnie the Pooh and the Honey Tree) 1966
    Paperone e il Denaro (Scrooge McDuck and Money) 1967
    Troppo Vento per Winnie the Pooh (Winnie the Pooh and the Blustery Day) 1968
    It's Tough to Be a Bird 1969
    A Tu per Tu con Winnie the Pooh (Winnie the Pooh and Tigger Too!) 1974
    Uomini, Mostri e Misteri (Man, Monsters and Mysteries) 1974
    L'Asinello (The Small One) 1979
    Il Compleanno di Ih-Oh (Winnie the Pooh and a Day for Eeyore) 1983
    Il Canto di Natale di Topolino (Mickey's Christmas Carol) 1983
    Pippo nel Pallone (Sport Goofy in Soccermania) 1987
    Il Principe e il Povero (The Prince and the Pauper) 1990
    Lanny & Wayne - Missione Natale (Prep and Landing) 2009
    Lanny & Wayne - Buoni vs. Cattivi (Prep and Landing - Naughty vs. Nice) 2011


    A questi si potrebbero aggiungere quella manciata di produzioni degli studi minori

    Natale con Winnie the Pooh (Winnie the Pooh and Christmas Too! 1991
    Booh! To You Too, Winnie the Pooh! 1996
    A Winnie the Pooh Thanksgiving 1998
    Winnie the Pooh e l'Avventura di San Valentino (Winnie the Pooh, a Valentine for You) 1999
    Disney Fairies: I Giochi della Radura Incantata (Pixie Hollow Games) 2011



    Se invece si cercassero informazioni sulle VHS o i DVD della serie de I Miniclassici, che negli anni '90 editò i più famosi mediometraggi Disney affiancandogli a sequenze tratte da lungometraggi d'animazione veri e propri, c'è l'interessante post di Grrodon in merito
    « Ultima modifica: Domenica 8 Lug 2012, 23:45:28 da JAMPY318 »

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    Astrus
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      Re: Mediometraggi Disney
      Risposta #1: Lunedì 9 Lug 2012, 00:47:01
      Il Mio Amico Beniamino (Ben and Me) 1953

      Sono reduce da una ri-visione di questo mediometraggio e, devo dire, che mi è sembrato anche migliore di quanto mi ricordassi.
      La storia del topolino Amos rappresenta la prima di una lunga serie che arricchirà il vastissimo patrimonio dell'animazione Disney, portando sempre ad ottimi risultati.

      E' il 1953.
      Peter Pan esce nei cinema,mentre gli studi Disney sono al lavoro su Lilli e il Vagabondo e La Bella addormentata nel bosco, ma il Grande Capo, Walt Disney, è preso quasi completamente da due nuovi progetti, in parte collegati: il parco di divertimenti di Disneyland, in costruzione ad Anaheim, nei pressi di Los Angeles, e che verrà inaugurato il 17 luglio 1955, e il nuovo medium televisivo che, in America, si è ormai completamente affermato; difatti, nel 1954 viene inagurata la trasmissione antologica Disneyland sulla ABC, volta non solo a preparare il pubblico all'apertura del parco a tema, ma anche a permettere all'azienda di ricavarsi un posto nel sempre più grande e competitivo mercato televisivo.
      Dal punto di vista tecnico, l'animazione disneyana inaugura l'epoca della cosiddetta limited animation, che impererà nei corto e mediometraggi fino all'inizio degli anni '60: è nei due corti della serie Adventures in Music, Melody e Toot, Whistle, Plunk and Boom, curati dal veterano Ward Kimball, che viene introdotto questo tipo di tecnica, caratterizzata da un'estrema stilizzazione di sfondi e personaggi. Una stilizzazione assolutamente assente ne Il Mio Amico Beniamino che pare uscire dritto dritto da uno di quei film ad episodi degli anni'40, con la sua animazione a tutto tondo ed un realismo a dir poco eccezionale.
      Protagonisti della vicenda sono il povero topolino Amos e lo svampito inventore e politico Benjamin Franklin, uno dei cosiddetti Padri Fondatori, che quindi permettono di affrontare uno dei temi storici più cari agli americani: la Dichiarazione d'Indipendenza del 1776. E non è difficile scorgere echi o rimandi ad altre opere disneyane: primo fra tutti, Amos è la copia spiccicata del topino Jack di Cenerentola. E il suo essere motore dell'azione guidando le opere di un umano, non può non ricordare il Timoteo di Dumbo che parla nelle orecchie del direttore del circo; e questo non può non far pensare ad un certo film Pixar in cui un altro topo aiuta un altro umano standosene nascosto anche qui in un cappello! ::)

      Insomma, con questo l'era dei mediometraggi è aperta e non poteva cominciare in modo migliore
      « Ultima modifica: Lunedì 9 Lug 2012, 13:00:55 da JAMPY318 »

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        Re: Mediometraggi Disney
        Risposta #2: Mercoledì 11 Lug 2012, 00:41:44
        La Verità su Mamma Oca (The Truth About Mother Goose) 1957

        Ebbene sì, mi sto rivedendo a poco a poco buona parte della filmografia "minore" disneyana, quella fatta di mediometraggi e cortometraggi per buona parte sconosciuti al grande pubblico.
        La mia ultima visione è stata proprio questa, un simpatico cartoon di un quarto d'ora incentrato sulle origini di filastrocche e modi dire anglosassoni, tirando in ballo i famosi racconti di Mamma Oca, a quanto pare talmente noti e diffusi in America e Gran Bretagna che la Disney stessa ne aveva già tratto alcuni corti per la serie delle Silly Symphony, quali Storielle di Mamma Oca (1931), Old King Cole (1933) e Mother Goose Goes Hollywood (1938, in cui ad interpretare le filastrocche e le storielle c'erano le caricature di alcuni tra i più famosi divi del cinema dell'epoca). Delle tre canzoncine analizzate, l'unica nota anche a noi è la celeberrima London Bridge Falling Down, dalla cui sequenza animata verranno riprese alcune scene per il lungometraggio La Spada nella Roccia.
        Da un punto di vista prettamente tecnico, siamo di fronte ad un ottimo lavoro, anche se si nota l'assenza di animatori dello staff dei lungometraggi (i Nove Vecchi, insomma); la sequenza di Mary Stuart, splendidamente realizzata, sarà per gli sfondi, sarà per l'atmosfera che si respira, ma rimanda immediatamente a La bella addormentata nel bosco (e, rimanendo in ambito Principesse, la scena di Mary che scende le scale sembra presa pari pari da Cenerentola. Riciclaggio?). Infine, dal punto di vista registico e musicale, di respira aria anni '60, con la co-direzione di Wolfgang Reitherman (IL regista Disney per eccellenza del ventennio seguente) e le musiche di George Bruns che, non vorrei sbagliare, aveva esordito in Disney appena l'anno precedente con il corto Jack and Old Mac.
        Muy Bueno :)
        « Ultima modifica: Mercoledì 11 Lug 2012, 00:49:32 da JAMPY318 »

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          Re: Mediometraggi Disney
          Risposta #3: Giovedì 12 Lug 2012, 02:22:21
          Paul Bunyan (Paul Bunyan) 1958

          L'America, si sa, è una terra immensa, sterminata, in cui l'uomo non può che sentirsi sminuito di fronte alla magnificenza della natura. E, forse, proprio per questo motivo, ad una nazione così grande non potevano non essere associati miti e leggende altrettanto grandi (in tutti i sensi). Ed ecco quindi venir fuori la storia di John Henry, il più grande spaccapietre d'America, quella dell'incredibile cow-boy Pecos Bill e del discreto e mansueto Johnny Appleseed (da noi conosciuto anche come Giovannino Semedimela). E infine c'è lui, letteralmente il più grande di tutti, il boscaiolo gigante Paul Bunyan.
          Come per altri eroi americani, anche a Paul sono associate imprese assolutamente straordinarie, quali la creazione delle cascate di Yellowstone o della regione dei Grandi Laghi. Naturalmente un personaggio tanto particolare non poteva non attirare le attenzioni degli Studios che nel 1958 lo resero protagonista di questo simpatico mediometraggio (da notare, inoltre, che anche altre leggende americane, comprese tutte quelle già citate, sono state sfruttate per altri prodotti).
          La vicenda è raccontata in maniera assai scanzonata, procedendo attraverso il racconto di tre personaggi vicini al gigantesco Paul, dividendo, quindi, il cartoon in tre sequenze distinte, in cui possiamo assistere, rispettivamente, all'infanzia ed alla giovinezza di Bunyan, alla nascita della sua leggenda mentre gironzola per gli States ed, infine, all'amaro finale della sua storia.
          Tecnicamente parlando, siamo su ottimi livelli, l'animazione è buona, ma l'estrema stilizzazione può renderlo poco appetibile ad un pubblico abituato alla classica estetica disneyana. Dal canto suo, George Bruns ci regala davvero delle ottime musiche, in special modo il tema principale che accompagna diversi momenti del mediometraggio, tra cui lo stesso finale, che tenta in qualche modo di indorare la pillola, esattamente come fu, una decina di anni prima, per la vicenda di Gianni, la balena Ugoladoro di Musica, Maestro!.

          Eyes in Outer Space 1959

          Su questo, invece, c'è ben poco da dire.
          Si tratta di uno dei tanti prodotti (quasi sempre live-action) didattico-fantascientifici che in Disney spopolarono tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60. Alcuni di essi, oltre ad essere di altissimo livello, vantavano la consulenza di scienziati del calibro di Wernher Von Braun.
          In questo caso, abbiamo davanti un prodotto interessante: il controllo del tempo atmosferico è un obiettivo perseguito dagli uomini dall'alba dei tempi, ma qui siamo davvero nel fantascientifico.
          La sequenza animata è assai breve e lo stile adottato è a dir poco minimalista, ma nello staff vi sono pur sempre alcuni degli elementi che due anni più tardi daranno vita all'assai atipico The Saga of Windwagon Smith. Non malaccio, in fin dei conti, visto soprattutto l'ambito.
          « Ultima modifica: Giovedì 12 Lug 2012, 02:46:43 da JAMPY318 »

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            Re: Mediometraggi Disney
            Risposta #4: Giovedì 12 Lug 2012, 22:11:55
            Complimenti per l'idea di trattare queste opere così poco conosciute e perciò così interessanti ed affascinanti!

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              Risposta #5: Giovedì 12 Lug 2012, 22:32:51
              Mi unisco ai complimenti, anche se va segnalato (ma non certo per smontarne l'idea! ;)) che lo stesso Grrodon ci aveva già pensato, stavolta però "in esclusiva" per il Sollazzo (ma per una visione globale del suo lavorone, consiglio una sbirciatina qui). :)
              « Ultima modifica: Giovedì 12 Lug 2012, 22:34:47 da pacuvio »

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                Risposta #6: Giovedì 12 Lug 2012, 22:54:07
                Mi unisco ai complimenti, anche se va segnalato (ma non certo per smontarne l'idea! ;)) che lo stesso Grrodon ci aveva già pensato
                Figurati, non cerco assolutamente di emulare il colossale lavoro di Grrodon, si tratta semplicemente delle sensazioni e delle idee che mi sono passate per la testa durante la visione ;)
                Vi ringrazio, comunque per i graditissimi complimenti :)

                Wow, carino l'azzurro di Gran Mogol ;D
                « Ultima modifica: Giovedì 12 Lug 2012, 22:55:30 da JAMPY318 »

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                  Risposta #7: Venerdì 13 Lug 2012, 02:22:49
                  Paperino nel Mondo della Matemagica (Donald in Mathmagicland) 1959

                  Fin dai tempi dei suoi primi corti, a metà degli anni '30, Paperino iniziò a ritagliarsi da subito un ruolo da protagonista assoluto: già ne Il Concerto Bandistico (1935), primo cartoon ad ospitare sia Mickey che Donald, il Papero riesce a rubare facilmente la scena al Topo, che, negli anni, verrà pian piano accantonato in favore del rivale. Non è un caso, quindi, che in occasione della realizzazione dei due lungometraggi ad episodi Saludos Amigos (1943) e I Tre Caballeros (1945), volti ad accattivarsi le simpatie del pubblico centro e sudamericano, Topolino non compare, lasciando libero spazio a Pippo e Paperino (quest'ultimo protagonista di ben due sequenze su quattro nel primo film e star assoluta del secondo).
                  E se negli anni '40 spopolavano gli How to di Goofy, esilaranti guide alle attività più disparate, nel decennio successivo, realizzando prodotti di genere documentaristico o didattico (come la breve serie How to Have an Accident), la scelta del protagonista non poteva che ricadere sullo starnazzante papero, ormai divenuto una vera e propria icona della Disney stessa. Il risultato di tale scelta lo si può osservare in produzioni come Paperino nel Mondo della Matemagica: il carattere di Donald ben si adatta a questo tipo di narrazione, laddove, invece, un Pippo od un Topolino sarebbero risultati fin troppo passivi.
                  L'inizio della vicenda ci introduce direttamente al documentario vero e proprio senza preamboli di sorta, con un Paperino vestito da esploratore che si addentra in una foresta a dir poco singolare, abitata da creature che paiono uscite dritte dritte da Alice nel Paese delle Meraviglie (ed un rimando diretto all'Alice di Carroll è presente nella sequenza degli scacchi). Il narratore, lo Spirito d'Avventura, comincia da subito a descrivere le meraviglie della matematica, mostrando non solo animazioni dimostrative, ma anche sequenze live-action. Dal punto di vista tecnico, infatti, qui non manca assolutamente nulla: si passa dalle scene animate tradizionalmente con Paperino alla stop-motion della scena degli scacchi, passando per il già citato live-action e la tecnica mista nella sequenza del biliardo. Da tutto questo il personaggio di Donald ne esce davvero bene, è non c'è da meravigliarsi, quindi, se verrà nuovamente reclutato in altre occasioni, quali il corto The Litterbug (1961) o il mediometraggio, assai simile a Nel Mondo della Matemagica, Paperino e la Ruota (1961), che, esattamente come il precedente, godrà anche di una riduzione a fumetti ad opera di Tony Strobl.


                  L'Arca di Noè (Noah's Ark) 1959

                  Sin dagli anni '20 l'animazione disneyana era sinonimo di tecnica tradizionale, di disegni a matita animati. Certo, già nei suoi primi lavori  Walt implementò nuove tecniche, come quella mista che era alla base della serie di Alice e che si svilupperà maggiormente dagli anni '40 in poi, ma gli elementi animati lo erano sempre nel solito modo.
                  Noah's Ark dà una svolta a tutto questo. Mai prima di allora si era tentato qualcosa di simile e, probablimente, è proprio questo uno dei motivi per cui la tecnica a passo uno o stop-motion non venne poi  più utilizzata dalla Disney fino all'arrivo di Tim Burton che, prima con il corto Vincent (1982), poi, in qualità di soggettista e produttore, con il lungometraggio The Nightmare Before Christmas (1993), riportò in auge questa tipologia di animazione nella Casa del Topo e, più in generale, nel panorama cinematografico. Certo, prima di Burton ce ne furono di eccezioni, come, per esempio, alcune sequenze del mediometraggio A Symposium on Popular Songs (1962) o la famosa scena del riordino della stanza in Mary Poppins (1964), ma si trattava appunto di brevi spezzoni. L'Arca di Noè è, invece, una featurettes della durata di ben 20 minuti, il che, allo stesso tempo, è un vantaggio ed un difetto: un margine di tempo così considerevole permette di mettere in luce le potenzialità della nuova tecnica, ma è pur vero che questo determina una dilatazione della narrazione che, viste anche le pur ridotte possibilità della stop-motion, non permette di mettere in scena una vicenda assai articolata o setting molto vari: buona parte della storia si svolge in una claustrofobica stanza della famosa Arca, tra uomini con il mal di mare ed animali gelosi. Insomma, sebbene l'inizio sia piuttosto promettente, con la divertente sequenza della costruzione della nave, i ritmi si fanno pian piano più lenti procedendo nella visione, con interminabili parate di animali e noiosi balletti. La tecnica nuda e cruda è anche buona, sebbene a tratti fin troppo artigianale (il corpo dell'alce costituito da una boccetta di medicinali), ma può anche darsi che si tratti di un effetto voluto, volto a sottolineare la capacità di creare una cosa del genere con oggetti di uso quotidiano. Immedesimandosi, però, nello "spettatore qualunque" del 1959, abituato a prodotti di gran lunga diversi (ed oserei dire migliori), si potrebbe pensare che il successo non abbia coronato questo progetto, immaginando, quindi, il motivo per cui la Disney non abbia proseguito su questa strada. Una strada che, in un lontano futuro, avrebbe portato alla realizzazione di prodotti eccellenti, addirittura meritevoli di un Academy Award.
                  « Ultima modifica: Sabato 14 Lug 2012, 02:19:21 da JAMPY318 »

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                    Re: Mediometraggi Disney
                    Risposta #8: Lunedì 16 Lug 2012, 02:40:22
                    Goliath II (Goliath II) 1960

                    Non sempre le pellicole disneyane hanno goduto di un successo immediato: nel 1940, uno dei progetti più cari a Walt, Fantasia, non ebbe il successo sperato, nonostante la cura, l'impegno e le risorse, tecniche e finanziarie, profuse per il film, deludendo profondamente lo stesso Disney. Una situazione simile si ripresentò diciannove anni dopo, all'uscita del lungometraggio animato La Bella Addormentata nel Bosco, la cui produzione, costata sei milioni di dollari, era in corso da diversi anni: tecnicamente parlando, si trattava di un vero e proprio capolavoro, dallo stile assai originale che gli valse il nome di "film dei dipinti animati". Purtroppo, all'uscita nelle sale The Sleeping Beauty incassò appena la metà di quanto era stato speso per realizzarlo e fu proprio questo pesante flop a favorire quella piccola rivoluzione che interessò l'animazione disneyana di lì a poco.
                    Fautore di tutto questo fu "Ub" Ert Iwwerks, braccio destro di Walt da più di 30 anni, che introdusse il cosiddetto "processo xerox": grazie a questa tecnica, i disegni degli animatori potevano essere passati sulla pellicola senza bisogno della fase di chinaggio, lunga e dispendiosa. E il cartoon scelto per sperimentare il nuovo procedimento fu Goliath II, un mediometraggio che farà da apripista di un lungo periodo dell'animazione disneyana che durerà trent'anni. Ma Goliath non è solo il primo prodotto xerox, ma anche il primo in cui si faccia un uso smodato del ricilaggio di animazioni preesistenti. Non solo abbiamo brevi sequenze tratte da Le Avventure di Ichabod & Mr. Toad (1949) e Bambi (1942), ma anche personaggi già apparsi in precedenza: Goliath II, il protagonista, è molto simile a Dumbo e ne ricicla anche qualche animazione; stessa cosa dicasi per la madre, copia perfetta della signora Jumbo del film del 1941; anche la tigre e il coccodrillo hanno un che di già visto e, difatti, provengono rispettivamente dal corto del 1945 Caccia alla Tigre e da Peter Pan; e non mancano neanche comprimari già usati, come il gufo de La Bella Addormentata nel Bosco e, complessivamente parlando, alcuni elementi della featurette verranno a loro volta riutilizzati in seguito, come, per esempio, ne Il Libro della Giungla (1967), dove la marcia degli elefanti del Colonello Hathi ricorderà molto il passaggio dei pachidermi nella foresta di Goliath. Nemmeno la musica viene risparmiata dal riciclaggio: le scene in notturna condividono alcune tracce con la colonna sonora de La Carica dei 101 e paiono anticipare motivi che saranno poi presenti in The Jungle Book. Venendo all'animazione originale, bisogna dire che le tipiche smatitate xerox non si notano poi molto e il mediometraggio stesso non si differenzia poi troppo dai prodotti precedenti, ma bisogna pur tenere conto che si tratta del primo di una nuova tipologia e, quindi, i tratti caratteristici della nuova tecnica si vedranno meglio più in là.
                    Insomma, questa prima escursione nell'era xerox non delude, nonostante la pratica del riciclaggio, tanto stimolante per un nerd, che si diverte ad individuare la provenienza di una data sequenza, quanto tristemente emblematica di un periodo che si preannuncia oscuro per l'animazione disneyana.
                    « Ultima modifica: Martedì 17 Lug 2012, 02:48:26 da JAMPY318 »

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                      Re: Mediometraggi Disney
                      Risposta #9: Martedì 17 Lug 2012, 02:09:43
                      The Saga of Windwagon Smith 1961

                      Alla fine degli anni '40, la radio si era ormai imposta come mezzo di comunicazione e d'intrattenimento più popolare, come testimoniato anche da diversi corti disneyani, uno su tutti Musica e Baseball (1949), in cui Paperino è impegnato a contendersi il proprio apparecchio radiofonico con la piccola ape Spike.
                      Ma a partire dai primi anni '50, un altro rivoluzionario medium prese piede: la televisione, che portò con sè enormi conseguenze per l'intero mondo del cinema e, naturalmente, per lo stesso mondo dell'animazione. Se prima l'unico modo per godere di corto, medio o lungometraggi di qualsiasi tipo era quello di recarsi alla più vicina sala cinematografica, ora la televisione permetteva una fruizione immediata di svariati prodotti, compresi, appunto, i cartoon. Inizialmente, le programmazioni televisive si limitavano a trasmettere ciò che era già passato in precedenza nei cinema (è il caso del noto programma Disneyland), ma ci si rese ben presto conto che il nuovo mercato catodico poteva vivere indipendentemente da quello della celluloide: nacquero, così, serie animate realizzate e pensate appositamente per la televisione, permettendo a tante case di produzione che non avevano sfondato al cinema di invadere i network con i loro prodotti, spesso assai lontani dalla qualità di quelli cinematografici. A farne le spese per primi furono, naturalmente, i cortometraggi cinematografici che persero la propria ragion d'essere. In Disney, la produzione dei corti con i personaggi classici si interruppe a metà degli anni '50, ma, nonostante ciò, la produzione cortometraggistica ebbe comunque modo di proseguire, seppur ridimensionata e limitata a poche pellicole l'anno. Eppure, anche in un periodo di crisi come questo (o forse anche grazie a ciò), non si accantonò del tutto lo sperimentalismo che portò alla creazione di interessanti corti come Pigs is Pigs (1954) o quelli della serie Adventures in Music (1953). E proprio di questo sperimentalismo è figlio The Saga of Windwagon Smith.
                      Il comparto animato di questo mediometraggio del 1961 è infatti affidato ad un team che si era già fatto notare per altri lavori assolutamente atipici, come la sequenza animata della featurette del 1959 Eyes in Outer Space, e che aveva fatto del minimalismo e dell'estrema stilizzazione il proprio tratto distintivo. Ma ci sono anche altri motivi per cui The Saga of Windwagon Smith risulta assai atipico. Guardando al rislutato finale dell'animazione, pare di vedere un cartoon stilisticamente più vicino ad un film di Lucky Luke che alla tradizionale estetica disneyana ed alcuni elementi, come l'erba o il cielo, ricordano parecchio i primi anime giapponesi degli anni '60 e '70. Nonostante sia posteriore a Goliath II, Windwagon Smith non fa uso della tecnica xerox e, difatti, le caratterizzazioni grafiche dei personaggi principali si rifanno allo stile anni '50 (il capitano Smith ricorda per certi versi il personaggio di Casey). Gli sfondi sono assolutamente minimalisti mentre le musiche sono composte da un George Bruns irriconoscibile. Dal punto di vista del soggetto, la storia è assai simpatica e l'idea del "windwagon", il carro-nave, è qualcosa di assolutamente geniale. Ma anche qui abbiamo un finale amaro che viene però addolcito dalla sequenza finale con la nave tra le nuvole: una scena d'effetto che chiude degnamente un prodotto tanto singolare quanto, purtroppo, sconosciuto.
                      « Ultima modifica: Martedì 17 Lug 2012, 02:14:17 da JAMPY318 »

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                        Re: Mediometraggi Disney
                        Risposta #10: Martedì 17 Lug 2012, 02:20:38
                        Chicca delle chicche, in The Saga of Windwagon Smith, nella scena in cui i passeggeri rotolano via compaiono tra la folla Gaspare e Orazio de La Carica dei 101. O almeno due che gli somigliano parecchio.

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                          Re: Mediometraggi Disney
                          Risposta #11: Mercoledì 29 Ago 2012, 14:41:36
                          Paperino e la Ruota (Donald and the Wheel) 1961

                          Se negli anni '40 il cinema d'animazione era relegato esclusivamente all'ambito dell'intrattenimento, negli anni '50 la situazione muta sensibilmente. Con l'avvento del mezzo televisivo, la formula stessa del cortometraggio entra in crisi, superata ben presto dalle serie animate proposte quotidianamente sui vari network; e se la Disney non si piegò mai a produrre animazione di livello televisivo, traghettando la qualità cinematografica sul piccolo schermo, è pur vero  che in questo nuovo contesto era necessario esplorare nuovi campi: largo, quindi, alla cosiddetta "animazione ridotta", più economica, ma anche alla sperimentazione, anche con nuove tecniche, quali la stop-motion. Un discorso a parte merita, invece, la cosiddetta animazione "educational", cioè didattica, che spopolerà per tutto il decennio. Se già negli anni '40 la Disney aveva prodotto corti a scopo divulgativo o propagandistico durante il periodo bellico, ma nella decade successiva questa stessa produzione si diversifica, occupandosi degli ambiti più disparati. E' in questo periodo che vengono prodotte le tre serie del Grillo Parlante I'm No Fool, You, The Nature of Things e Encyclopedia, perlopiù destinate al palinsesto televisivo ma realizzate dagli studi cinematografici, e i due corti della serie How to Have an Accident. Ma molti altri prodotti, slegati da vere e proprie serie, furono mandati nei cinema e in televisione in quelli anni. E Paperino e la Ruota è uno di questi.
                          Dalla struttura assai simile a quella de Paperino nel Mondo della Matemagica, anche Donald and the Wheel si concentra su un determinato argomento, analizzandolo da ogni punto di vista: se nel primo era la matematica, in questo è la ruota, ritenuta la più grande invenzione della storia dell'umanità. Il ruolo di narratore viene svolto qui da una coppia di personaggi in silhouettes, gli spiriti del progresso, a tratti troppo invasivi se non irritanti, ma comunque funzionali alla narrazione. Difatti son proprio loro a mettere in moto l'azione, esortando un Paperino cavernicolo a comprendere l'importanza della ruota, passando in rassegna i vantaggi e gli utilizzi dello strumento nel corso dei secoli, una sequenza assai simile a quella conclusiva de Nel Mondo della Matemagica, in cui si ha modo di rivedere quello stile che fu tipico dei due How to Have an Accident. Nonostante la sua uscita nei primi anni '60, infatti, lo stile e l'animazione de Paperino e la Ruota si avvicina molto a quelli dei corti anni '50, caratterizzati da un minimalismo degli sfondi tipico della "limited animation". Sfondi che si rivelano, però, più curati nella sequenza d'apertura, con il Donald preistorico, che, sarà per le atmosfere, sarà per i colori, presentano un caratteristico tocco xerox. Musicalmente parlando, si nota l'assenza del compositore Disney per eccellenza di quelli anni, George Bruns, sostituito qui da quel Buddy Baker che aveva già firmato le musiche de Paperino nel Mondo della Matemagica, che dona loro un carattere molto anni '50.
                          Paperino e la Ruota esce nei cinema in quel denso 1961 che vide l'uscita, tra gli altri, de La Carica dei 101, primo lungometraggio realizzato con la tecnica xerox. I tempi dell'animazione ridotta si avviavano alla conclusione ed una nuova fase della storia degli Studi Disney aveva inizio. Una fase che li condurrà a vivere nuovamente una, pur breve, stagione di grande successo con l'uscita di Mary Poppins nel 1964, ma che si concluderà proprio con la scomparsa del grande Walt.

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                            Re: Mediometraggi Disney
                            Risposta #12: Venerdì 31 Ago 2012, 16:47:39
                            A Symposium on Popular Songs 1962

                            Nonostante l'entrata nel mercato televisivo a partire dalla metà degli anni '50, la Disney non ripiegò mai su un tipo di animazione televisiva e scadente. I programmi della Casa del Topo, quali The Mickey Mouse Club, Disneyland o il successivo Walt Disney's Wonderful World of Color, proponevano sequenze animate inedite realizzate dagli stessi team di artisti che lavoravano a lungo e cortometraggi cinematografici, garantendo lavori di elevata qualità. Tra le memorabili sequenze realizzate per la televisione, figuravano i siparietti in cui Walt interagiva con diversi personaggi, classici, come Paperino, e nuovi come Ludwig Von Drake aka il nostro Pico De Paperis. Pico esordì nella prima puntata del programma Walt Disney's Wonderful World of Color, nell'autunno del 1961, presentato al pubblico dallo stesso Disney che lo definì un fratello del padre di Paperino. La caratterizzazione del personaggio era assolutamente sopra le righe e gran parte del merito va alla capacità degli animatori che lavorarono sul personaggio, oltre che ad un buon doppiaggio che gli conferiva un tipico accento tedesco. Nonostante nel tempo sia assurto a maestro di cerimonie della Disney, affiancando il tradizionale ed inossidabile Grillo Parlante, l'unica apparizione cinematografica di Pico avviene nel mediometraggio del 1962 A Symposium on Popular Songs.
                            La featurette altro non è che una cavalcata attraverso la storia della prima metà del '900 analizzandone i generi e le tendenze musicali, presentata da un Ludwig Von Drake assolutamente memorabile. Lo stile del mediometraggio, dopo tanti prodotti sperimentali o economici, torna ad essere qualitativamente altissimo e ciò si può imputare alla presenza di un paio di grandi nomi nei credits della featurette, come quelli di Eric Larson e Les Clark, due degli inossidabili Nove Vecchi. Ma A Symposium on Popular Songs appare quasi come un sunto di ciò che la Disney ha sperimentato nella produzione medio e cortometraggistica del decennio precedente, proponendo un'alternanza  tra sequenze animate tradizionalmente e siparietti realizzati in stop-motion. E qui c'è da dire che la regia di Bill Justice, animatore disneyano dei corti classici e promotore della tecnica a passo uno, compie la felice scelta di riservare alla tecnica sperimentale solo le sequenze musicali che propongono un brano musicalmente rappresentativo per ogni decennio: ed ecco quindi il charleston per gli anni '20, il boogie-boogie per i '50 e così via, fino a giungere ai primi anni '60. La vera star del cartoon rimane però Pico, caratterizzato da una recitazione perfetta, sia graficamente che vocalmente. Ne esce fuori un personaggio adorabile seppur stralunato, tanto compito nei modi, quanto sfrenato nello scatenato finale, in cui fa un certo effetto vedere il tuttologo disneyano scatenarsi a ritmo di rock, segno che la vena di pazza follia del personaggio non è stata assolutamente filtrata dal mondo fumettistico. A Symposium on Popular Songs congeda la Disney dall'animazione ridotta e dalla stop-motion degli anni '50, preparandola all'imminente periodo xerox. Non è un caso quindi che gli autori di tutte le musiche e canzoni del mediometraggio siano proprio quei fratelli Sherman che, appena due anni dopo, avrebbero firmato il loro capolavoro, Mary Poppins, che li avrebbe consacrati come compositori Disney per eccellenza.
                            « Ultima modifica: Venerdì 31 Ago 2012, 16:49:20 da JAMPY318 »

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                              Re: Mediometraggi Disney
                              Risposta #13: Lunedì 3 Set 2012, 21:34:38
                              Qualcuno gentilmente (aaaaaaalec ::)) mi sa dire cos'è questo? Grazie!

                              [media]http://www.youtube.com/watch?v=UocHfuxIofQ&feature=related[/media]
                              « Ultima modifica: Lunedì 3 Set 2012, 21:52:08 da Dippy_the_Dawg »
                              Sappiate che tutte le cose sono così: un miraggio, un castello di nubi... Nulla è come appare  -  Buddha

                              https://ilnumeroprimopiugrande.wordpress.com

                              https://altriproblemidellalieno.wordpress.com

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                                Re: Mediometraggi Disney
                                Risposta #14: Lunedì 3 Set 2012, 22:46:21
                                una serie di corti montati ad arte con interstitial creati ad hoc ;)
                                Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

                                 

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