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Cortometraggi Disney

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Fa.Gian.
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    Re: Cortometraggi Disney
    Risposta #105: Lunedì 10 Set 2012, 16:13:46
    Volevo riesumare questi due corti, non sapendo se se ne fosse già parlato

    "Caxanga"
    http://curiositadisney.iobloggo.com/172/cartone-sperduto-caxanga
    mi è tornato in mente, dopo la visione di "Walt Disney Y el Grupo", il documentario sul viaggio in Sudamerica del 1941, dove questo corto spicca.. per la sua inspiegabile e ingiustificabile assenza.

    Mentre "Plight of the bumble bee"
    http://curiositadisney.iobloggo.com/171/plight-of-the-bumble-bee-un-cartone-sperduto
    è un capolavoro, che precorre di ben sei anni il corto di Chuck Jones “One Froggy Evening” del 1956
    La mia gallery su Deviant Art (casomai a qualcuno interessasse =^___^=)

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    Astrus
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      Re: Cortometraggi Disney
      Risposta #106: Mercoledì 26 Set 2012, 14:20:12
      Chicken Little 1943

      Quando nel 2005 la Disney mandò nei cinema il suo secondo lungometraggio in CGI, Chicken Little, ben pochi sapevano dell'esistenza di un cortometraggio omonimo realizzato più di sessant'anni prima. Chicken Little apparteneva, infatti, a quella schiera di corti prodotti durante il periodo bellico e che in seguito sarebbero stati occultati dalla Disney stessa. Ma, a differenza di altri, quali Education for Death o Reason and Emotion, Chicken Little è un cartoon che tratta solo marginalmente della guerra, andando ad analizzare un aspetto quantomai attuale anche oggi: la manipolazione delle masse che qui allude velatamente al nazismo e che, esattamente come in Education for Death, condurrà ad un tragico finale, in cui le parole della volpe Foxy Loxy suoneranno come un monito per gli spettatori.
      Ma aldilà dell'aspetto propagandistico, Chicken Little ripropone alcuni elementi tipici delle Silly Symphony, in special modo le atmosfere e il setting, un cortile in cui vive una comunità composita di galline, tacchini e oche, mostrandoci per prima cosa la vita che vi si svolge (e riprendendo alcune animazioni dalla Silly Cock o' the Walk del 1934). La struttura fiabesca tipica delle Silly Symphony ci sta tutta e proprio il mancato lieto fine deve aver assai colpito il pubblico dell'epoca, abituato com'era al classico "...e vissero felici e contenti", rendendo il corto, forse, assai più incisivo dei tanti cartoons di propaganda dallo stile assolutamente fotorealistico.

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      Astrus
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        Re: Cortometraggi Disney
        Risposta #107: Lunedì 29 Ott 2012, 11:20:52
        The Pelican and the Snipe 1944

        Nel 1944 il secondo conflitto mondiale inizia ad avviarsi alla conclusione: a giugno ha luogo lo sbarco in Normandia e fin dall'estate del 1943 un altro fronte è stato aperto in Italia, con lo sbarco in Sicilia prima e con quello ad Anzio poi. Al terzo anno di guerra, quindi, non è più necessaria la massiccia opera di propaganda attuata in precedenza e in ambito Disney questo si traduce in una progressiva rarefazione della produzione di stampo bellico. The Pelican and the Snipe è, infatti, il primo corto fuoriserie da parecchi anni ad essere slegato dal tema della guerra, tema che, volendo, si può intravedere nelle esercitazioni militari dell'aviazione uruguayana, ma che non rappresenta assolutamente il nucleo narrativo della vicenda. Difatti, per risalire all'origine del corto bisogna tornare al 1943, allorchè uscì nelle sale americane il lungometraggio Saludos Amigos, di cui The Pelican and the Snipe, con la sua ambientazione in terra sudamericana, ne è chiaramente uno spezzone tagliato fuori dalla versione finale del film. Ed è quindi un peccato che sia rimasto fuori anche da I Tre Caballeros, in uscita proprio nel 1944, che a sua volta raccolse alcune delle sequenze scartate da Saludos Amigos, di cui alcune aventi per protagonisti gli uccelli, proprio come il corto in questione che racconta dell'amicizia tra un pellicano (che ricorda un po' quello del corto Paperino Guardiano del Faro) e un beccaccino e di come il secondo assista il primo, affetto da sonnambulismo. A narrare la vicenda è, per la prima volta, l'attore Sterling Holloway, che diverrà il vero e proprio cantastorie di molti dei corti Disney degli anni '50, tra cui Lambert, the Sheepish Lion, Susie, the Little Blue Coupè e Il Mio Amico Beniamino. Sei anni, però, divideranno The Pelican and the Snipe dai successivi Special Cartoon, un periodo in cui una Disney in crisi si avvierà pian piano verso il successo di Cenerentola.

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          Re: Cortometraggi Disney
          Risposta #108: Martedì 30 Ott 2012, 08:21:53
          The Brave Engineer 1950

          Il grande successo di Cenerentola, in uscita nel 1950, fu il coronamento di anni di duro lavoro agli studios per rimettere in piedi la baracca dopo gli sconquassi economici e produttivi della guerra. Con Cinderella, si conclude la lunga parentesi episodica durata quasi un decennio, ma una produzione regolare di lungometraggi animati non è più possibile come in passato, le energie creative e finanziarie della società sono ormai indirizzate anche in altre direzioni: non è un caso che, proprio nello stesso anno di Cenerentola, venga distribuito nei cinema anche il primo lungometraggio completamente live-action dei Walt Disney Studios, il celeberrimo L'Isola del Tesoro, segno che i tempi stavano cambiando. Dopo un'ulteriore decade di splendore, anche i cortometraggi animati dovranno cedere il passo alle novità degli anni '50, soccombendo di fronte alla produzione televisiva. Ma tutto questo avverrà gradualmente e all'inizio del decennio l'animazione disneyana vive una nuova epoca d'oro, di cui i nuovi Special Cartoon sono esempi perfetti. A sei anni di distanza da The Pelican and the Snipe ecco quindi uscire The Brave Engineer, primo di una lunghissima serie di shorts fuori serie che popoleranno (e a volte infesteranno) l'animazione di quelli anni. The Brave Engineer riprende il discorso sulle figure leggendarie del folklore americano, prendendo in esame il personaggio di Casey Jones, realmente esistito, esagerando ovviamente le storie su di lui. E il tratto morbido tipicamente anni '40 che caratterizza il corto non fa che aiutare l'imperante dinamismo della vicenda, che mostra una sequela di gag sugli imprevisti che il povero Jones dovrà affrontare per consegnare in tempo la posta: tutto abbastanza divertente, ma niente di troppo memorabile. Interessanti invece due elementi assolutamente secondari ma curiosi: il primo è la presenza di un villain che pare essere il pefetto antesignano dell'Uomo con la Bombetta, dalla recitazione pressocchè identica; il secondo è la breve ma spettacolare sequenza in cui viene mostrato il treno contro cui Jones si schianterà, caratterizzato da un'animazione assai realistica che riporta alla mente lo stile di Victory Through Air Power. Ma lo stesso Casey è a sua volta strettamente legato ad un altro personaggio omonimo, il protagonista della sequenza Casey at the Bat di Musica Maestro, cantata anch'essa da Jerry Colonna e che godrà anche di un sequel, lo short Casey Bats Again, curato dal veterano Fred Moore, uno degli animatori dello stesso The Brave Engineer.

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            Risposta #109: Giovedì 1 Nov 2012, 12:07:18
            Morris, the Midget Moose 1950

            La serie delle Silly Symphony, nata alla fine degli anni '20, rappresentò per Walt e il suo staff un ottimo banco di prova per sperimentare nuove tecniche d'animazione. Ma in pochi anni divennero anche una vera e propria vetrina dell'arte e della poetica disneyana, cominciando a proporre storie e vicende universalmente conosciute, prese in prestito dal mondo letterario e fiabesco. Al contrario di altre serie, come quelle di Mickey Mouse, Pluto o Donald Duck, i cui corti, a volte, non possedevano nemmeno una vera e propria trama, gli shorts delle Silly (o almeno quelli usciti dalla metà degli anni '30 in poi) erano dei veri e propri lungometraggi in miniatura che narravano una breve storia che si esauriva nell'arco di 6 o 7 minuti. Questo tipo di struttura venne in seguito ripreso da alcuni corti fuoriserie, veri e propri eredi delle Silly Symphony, come, ad esempio, Ferdinand the Bull, Chicken Little, The Pelican and the Snipe e questo Morris, the Midget Moose. Il corto in questione è una vera e propria favola, con tanto di morale, narrata da Bootle Beetle, l'insetto già apparso nei corti Paperino Collezionista d'Insetti, Pesca Acrobatica e Il Recinto Verde, qui giunto alla sua ultima apparizione cinematografica. Ma l'elemento che consente maggiormente di accostare Morris alle Silly è il protagonista della vicenda, un alce emarginato dai suoi simili per le sue esigue dimensioni e che troverà infine il proprio riscatto nell'amicizia con un altro reietto della comunità: un topos assai frequente nei corti degli anni '30, che fornivano spesso insegnamenti e riflessioni assolutamente non banali. Tuttavia, la produzione cortometraggistica successiva avrebbe spesso accantonato questo tipo di storie, in favore di shorts didattici o sperimentali. Ma Morris, the Midget Moose rappresenta comunque una svolta nel panorama degli Special Cartoon: per la prima volta, infatti, il comparto grafico viene affidato al team che si occupa dei corti delle serie regolari, senza l'intervento dei Nove Vecchi; una scelta che consentirà una maggior produzione di questo tipo di shorts, ma che, in alcuni casi, produrrà un enorme tonfo qualitativo nei corti della serie.

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              Risposta #110: Lunedì 12 Nov 2012, 12:09:08
              Lambert, the Sheepish Lion 1952

              Ancor più di Morris, the Midget Moose, Lambert, the Sheepish Lion recupera la struttura classica delle Silly Symphonies: il corto narra infatti la storia del leone Lambert, che, per uno sbaglio, finisce in mezzo ad un gregge di pecore che lo isolerà e canzonerà per tutta l'infanzia, proprio a causa del suo essere diverso, ma che troverà, infine, il proprio riscatto. Una storia classica, insomma, caratterizza questo corto, che, a differenza di tanti altri, presenta anche una canzone al suo interno, l'omonima e beffarda Lambert, the Sheepish Lion intonata dagli agnellini del gregge e che verrà in seguito riutilizzata nel corto di Paperino The New Neighbor. In una cornice tanto classica, però, non mancano i guizzi di modernità, in special modo nella narrazione che, pur trattando una storia fondamentalmente triste, si rivela essere piuttosto comica, con un uso massiccio di gag. Dopo la breve parentesi di Morris, l'animazione torna ad essere curata dal reparto lungometraggistico degli Studios e la cosa si nota eccome: fondali curatissimi, colori brillanti ed un'animazione raffinata e di altissimo livello. Un prodotto del genere non poteva, quindi, passare inosservato e ottenne infatti una nomination per il miglior corto animato agli Oscar del 1951, battuto, però, da uno short di Tom & Jerry. Ma aldilà dei premi, il corto sarebbe divenuto una pietra miliare dell'animazione Disney ed un leone assai simile a Lambert sarebbe riapparso in seguito nell'esilarantissimo corto Social Lion, anche qui costretto a vivere in una realtà diversa dalla propria.
              « Ultima modifica: Sabato 19 Gen 2013, 00:14:45 da JAMPY318 »

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                Risposta #111: Lunedì 19 Nov 2012, 20:08:48
                Susie, the Little Blue Coupè 1952

                Quando Susie, the Little Blue Coupè giunse nei cinema nel 1952, l'antropomorfizzazione di oggetti inanimati non era una novità per la Disney. Già nel 1943, infatti, l'aeroplanino Pedro del lungometraggio ad episodi Saludos Amigos aveva rappresentato il capostipite di questa tipologia di personaggi che, in seguito, avrebbe annoverato, fra gli altri,  anche Little Toot, il piccolo rimorchiatore de Lo Scrigno delle Sette Perle . Ma Susie è legato strettamente ad un altro film a episodi, Musica Maestro, e, più precisamente, al segmento di Johnny Feedora and Alice Bluebonnet (da noi Gianni di Peltro e Alice di Paglia, nello splendido doppiaggio dell'epoca eseguito dal Quartetto Cetra). Esattamente come quel segmento, anche questo corto narra le vicende di un oggetto che passa di proprietà, ma mentre in Musica Maestro si trattava di una contrastata storia d'amore, a tratti anche piuttosto sdolcinata, qui la faccenda si tinge di malinconia, mostrando l'intera vita di Susie, dai tempi dorati dell'autosalone fino agli ultimi giorni da rottame. Ma, esattamente come avverrà poi nel successivo corto Little House, la protagonista non va incontro alla propria fine, anzi, vivrà una seconda giovinezza per merito di un gruppo di ragazzi. E’ infatti l’uomo ad essere artefice dell’emblematico destino di Susie, esattamente come nella vicenda dei due cappelli di  Musica Maestro, un elemento invece completamente assente negli episodi di Pedro e Little Toot  o comunque posto in secondo piano, facendo assomigliare il mondo degli aerei e quello delle navi agli ormai classici micro(o macro)cosmi pixariani abitati da giocattoli, insetti e mostri. Ed è proprio la Pixar ad essere maggiormente debitrice di questo corto che ha fornito le linee guida per la caratterizzazione dei personaggi di uno dei brand più famosi (e remunerativi) dello studio di Emeryville: si tratta naturalmente di Cars che, ancor più che in Susie, ha portato all’estremo il concetto di automobile umanizzata.
                Narrata dal solito Steerling Holloway, la vicenda della piccola coupè blu avrebbe rappresentato il primo episodio di quella bilogia di Special Cartoon che si sarebbe conclusa col corto dello stesso anno Little House mentre dal canto suo, Susie sarebbe poi riapparsa in un episodio della serie House of Mouse assieme ad altri noti veicoli disneyani, fra i quali avrebbe spiccato il leggendario maggiolino Herbie.
                « Ultima modifica: Sabato 19 Gen 2013, 00:17:56 da JAMPY318 »

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                  Risposta #112: Martedì 4 Dic 2012, 21:10:11
                  Little House 1952

                  Con l'avvento del mezzo televisivo, fin dai primi anni '50, la produzione degli shorts cinematografici entra in crisi. In ambito disneyano, ciò si traduce nella chiusura di alcune delle decennali serie di cartoons: nel 1951 si conclude quella di Pluto (che troverà spazio negli shorts di Topolino), nel 1953 la leggendaria serie Mickey Mouse dalla venticinquennale storia. Discorso a parte meritano le serie di Paperino e Pippo, che, in virtù della grande versatilità dei due personaggi, terranno duro ancora per qualche anno. Di fronte ad uno scenario simile, se si vuole continuare a produrre shorts con una certa regolarità, è necessario trovare il modo di risparmiare: ed ecco, quindi, la nascita della cosiddetta "limited animation", fortemente stilizzata, che verrà proposta per la prima volta dagli shorts della serie Adventures in Music, entrambi usciti nel 1953. Ma già prima di questi, l'animazione ridotta aveva fatto capolino nel cinema disneyano: si pensi al segmento Once Upon a Wintertime, che apriva il classico Lo Scrigno delle Sette Perle, caratterizzato da un'estrema semplicità degli sfondi; oppure ad alcune sequenze del film a scrittura mista Tanto Caro al Mio Cuore, come quella del viaggio di Cristoforo Colombo. Nell'ambito degli shorts, invece, è proprio in Little House che si osservano i primi accenni di stilizzazione, più negli sfondi che nei personaggi. Uno stile che in un contesto simile, il mondo della case, non infastidisce affatto e che, anzi, in alcune sequenze, come quella di apertura, contribuisce ad infondere alle immagini uno stile da illustrazione libresca. Little House chiude la "bilogia degli oggetti" iniziata con Susie, the Little Bluè Coupè, ma lo fa con una vicenda assai più malinconica, in cui il tema centrale è lo scorrere del tempo che trasforma e invecchia ogni cosa e che, nel caso dell'ambientazione del corto, a cavallo tra '800 e '900, comporta una sempre maggiore frenesia nella vita di cose e persone. Ed è proprio la Piccola Casa del titolo ad essere il simbolo di un tempo che fu, in cui si prestava maggiore attenzione anche alle piccole cose. Con questo gioiellino, la Disney si avvia a dare l'addio a quello stile di animazione morbido e ricco che l'aveva caratterizzata fin dai tempi di Biancaneve e che verrà soppiantata da forme e modelli più moderni e accattivanti, ma, forse, privi di quel tocco fiabesco che da sempre è il marchio di fabbrica degli Studios.
                  « Ultima modifica: Sabato 19 Gen 2013, 00:21:08 da JAMPY318 »

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                  alec
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                    Re: Cortometraggi Disney
                    Risposta #113: Mercoledì 5 Dic 2012, 23:00:25
                    Questi ed altri corti sono contenuti nel Treasure "Rarities", purtroppo mai arrivato da noi. Me lo sono "ricostruito" assemblando i vari filmati scaricati dal tubo, ma non sempre la definizione è da DVD... :-?
                    Visto che si è accennato alla fase successiva, quella degli shorts caratterizzati da un o stile grafico angoloso, consiglio caldamente "Pigs is pigs"![media]http://www.youtube.com/watch?v=GYXlF3sa9xs[/media]
                    « Ultima modifica: Mercoledì 5 Dic 2012, 23:08:56 da alec »

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                      Re: Cortometraggi Disney
                      Risposta #114: Giovedì 6 Dic 2012, 12:59:24
                      Questi ed altri corti sono contenuti nel Treasure "Rarities", purtroppo mai arrivato da noi. Me lo sono "ricostruito" assemblando i vari filmati scaricati dal tubo, ma non sempre la definizione è da DVD... :-?
                      Be', alcuni sono rintracciabili nelle compilation di DVD che raccolgono casualmente corti di vario genere. E poi, dato che ci hanno fatto un "torto" a non pubblicare tutti i Treasures anche da noi, è possibile scaricarsi il DVD intero da Internet

                      Visto che si è accennato alla fase successiva, quella degli shorts caratterizzati da un o stile grafico angoloso, consiglio caldamente "Pigs is pigs"!
                      Semplicemente splendido! Tralaltro è uno di quei corti psuedo-demenzialoidi e la stilizzazione ci va benissimo.
                      « Ultima modifica: Giovedì 6 Dic 2012, 13:00:04 da JAMPY318 »

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                        Risposta #115: Domenica 23 Dic 2012, 01:06:27

                        Tralasciando per un attimo l'anni50ume, parliamo un po' di Paperman.
                        A differenza del Sollazzo, qui se ne è detto poco e niente. Eppure, quello che appare dinanzi agli spettatori di Ralph Spaccatutto (e a proposito, chi non se lo va a vedere si ciucci i suoi calzini) potrebbe essere il futuro, o meglio, uno dei futuri, del cinema d'animazione. Ma senza soffermarsi sui freddi aspetti tecnici, ciò che la Disney ci propone è qualcosa di assolutamente nuovo. Di guizzi artistici è piena la filmografia disneyana degli ultimi 20 anni, ma mai qualcosa del genere era stato proiettato nei comuni cinema. E c'è da dire che le scelte registiche operate in Paperman sono assolutamente innovative per l'intero panorama disneyano: insomma, abbiamo un corto muto (che rompe con le tradizionali "fantasie animate", che hanno avuto illustri esponenti anche in anni piuttosto recenti, uno su tutti, La Piccola Fiammiferaia) e in bianco e nero, scelta, questa, che sospende il giudizio definitivo sulla nuova tecnica, che sarei curioso di vedere combinata alle colorazioni vivaci dell'animazione disneyana. Ma poi c'è la storia. Una storia, se vogliamo, banalissima, ma allo stesso tempo assolutamente originale nella narrazione e che propone due protagonisti anonimi, nel vero senso della parola. Ma d'altronde, parliamo di un prodotto Disney e non è certo in queste piccolezze che si vedono le cose. Allo stesso modo, un finale dal sapore amaro, ma realistico, viene bypassato con un pizzico di fantasia e magia e consente di dipingere con i colori di un sogno la grigia realtà che ci circonda. Oh, be', vado a costruirmi qualche aeroplanino di carta.
                        « Ultima modifica: Domenica 23 Dic 2012, 01:08:19 da JAMPY318 »

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                          Re: Cortometraggi Disney
                          Risposta #116: Domenica 23 Dic 2012, 05:10:38
                          Oh, be', mettiamo a frutto l'insonnia

                          Adventures in Music - Melody 1953

                          Con il primo corto della serie Adventures in Music, si apre ufficialmente la stagione dell'animazione limitata. Ma la svolta assume qui una piega autoriale. A curare il progetto è infatti uno dei Nove Vecchi, Ward Kimball, che trasforma quello che fondamentalmente è un corto didattico in un vero e proprio gioiellino sperimentale, ricco di trovate assai originali. Infatti, se da un lato questa forma di animazione economica darà vita ad opere assai poco ispirate, dal tratto spigoloso e tirato via, dall'altro consentirà di rompere con gli stilemi classici, permettendo l'inizio di un periodo altamente sperimentale in Disney, che vedrà gli animatori dei vecchi corti con gli standard characters, che si faranno via via più rari, cimentarsi con le tecniche più disparate, non ultima la stop-motion.
                          Il pretesto per mettere in scena questo piccolo spettacolo visionario è  una lezione sulla musica impartita ad una classe di uccellini da un saggio maestro gufo (che ricorda un po' quello di Tanto Caro al Mio Cuore). Un gruppetto eterogeneo di personaggi, dalla caratterizzazione assai moderna, che avrà modo di tornare nel secondo corto della serie, quel Toot, Whistle Plunk & Boom che farà da apripista al formato Cinemascope. Inutile dire che tutto questo rappresenta solo una mera cornice formale e che il genio creativo degli animatori avrà modo di esplodere del tutto, prima in una dissacrante sequenza che mostra l'intero arco di vita di un essere umano, accompagnato dalla musica, e poi nella sequenza finale, puro delirio visivo che ricorda non poco alcune sequenze di vecchi classici, quali After You've Gone di Musica Maestro e il Bumble Boogie de Lo Scrigno delle Sette Perle. Un vero peccato che non sia disponibile sul mercato italiano.
                          « Ultima modifica: Domenica 23 Dic 2012, 06:17:56 da JAMPY318 »

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                            Re: Cortometraggi Disney
                            Risposta #117: Domenica 23 Dic 2012, 05:30:23

                            Tralasciando per un attimo l'anni50ume, parliamo un po' di Paperman.
                            A differenza del Sollazzo, qui se ne è detto poco e niente. Eppure, quello che appare dinanzi agli spettatori di Ralph Spaccatutto (e a proposito, chi non se lo va a vedere si ciucci i suoi calzini) potrebbe essere il futuro, o meglio, uno dei futuri, del cinema d'animazione. Ma senza soffermarsi sui freddi aspetti tecnici, ciò che la Disney ci propone è qualcosa di assolutamente nuovo. Di guizzi artistici è piena la filmografia disneyana degli ultimi 20 anni, ma mai qualcosa del genere era stato proiettato nei comuni cinema. E c'è da dire che le scelte registiche operate in Paperman sono assolutamente innovative per l'intero panorama disneyano: insomma, abbiamo un corto muto (che rompe con le tradizionali "fantasie animate", che hanno avuto illustri esponenti anche in anni piuttosto recenti, uno su tutti, La Piccola Fiammiferaia) e in bianco e nero, scelta, questa, che sospende il giudizio definitivo sulla nuova tecnica, che sarei curioso di vedere combinata alle colorazioni vivaci dell'animazione disneyana. Ma poi c'è la storia. Una storia, se vogliamo, banalissima, ma allo stesso tempo assolutamente originale nella narrazione e che propone due protagonisti anonimi, nel vero senso della parola. Ma d'altronde, parliamo di un prodotto Disney e non è certo in queste piccolezze che si vedono le cose. Allo stesso modo, un finale dal sapore amaro, ma realistico, viene bypassato con un pizzico di fantasia e magia e consente di dipingere con i colori di un sogno la grigia realtà che ci circonda. Oh, be', vado a costruirmi qualche aeroplanino di carta.

                            Il mio quotidiano nottambulismo accompagnato dai ricordi della serata al cinema di stasera.
                            Con soli 6,50 € ho vissuto un sogno. Con Ralph e con Paperman.

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                              Re: Cortometraggi Disney
                              Risposta #118: Domenica 23 Dic 2012, 05:43:43
                              Football Now and Then 1953

                              Mentre la serie di Pippo sta chiudendo i battenti, Jack Kinney, regista di buona parte dei cartoon della serie, se ne esce con questa dissacrantissima presa in giro del mondo sportivo contemporaneo, non nascondendo una certa simpatia per le care vecchie cose di una volta. Ricompaiono, quindi, i riferimenti alla società dei primi del '900 che, presumibilmente, rappresentava il mondo dell'infanzia per lo staff creativo dell'epoca, che non si esime, però, dal prendere a sberleffi ambo le parti. Al centro della vicenda c'è, infatti, lo scontro generazionale tra nonno e nipote che si esprimerà appieno in un fantasioso incontro tra una squadra di football della Belle Epoque ed una dei primi anni '50. Ed è qui che il legame con i corti di Pippo si fa più stretto, dato che il feeling del cartoon è esattamente lo stesso delle partite degli sport più svariati viste in alcuni corti della serie di Goofy, quali Partita al Massacro o Partita a Tennis (e Kinney riesce anche a riciclare una divertentissima gag dello strepitoso corto Lezioni di Golf). Naturalmente lo sfottò non si ferma qui e nel calderone della satira ci finisce anche la neonata televisione, segno che all'epoca le cose non erano tanto diverse da oggi.
                              A curare il comparto grafico, ritroviamo il talentuoso Fred Moore che col suo stile misto al setting del primo '900 non può non far pensare ad un'altra sequenza sportiva, quel Casey at the Bat inserito in Musica Maestro e che avrà modo di tornare a breve in uno Special Cartoon che fungerà da sequel.
                              Inutile dire che anche questo piccolo capolavoro satirico è introvabile qui da noi.
                              « Ultima modifica: Domenica 23 Dic 2012, 06:17:30 da JAMPY318 »

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                                Re: Cortometraggi Disney
                                Risposta #119: Domenica 23 Dic 2012, 06:16:43
                                Adventures in Music - Toot, Whistle, Plunk and Boom 1953

                                Messa da parte la visionarietà di Melody, lo staff creativo della serie Adventures in Music propone un ultimo corto musicale che mette da parte lo sperimentalismo puro e si presta maggiormente all'elemento didattico della serie. Difatti, la grande novità di questo corto sta nel formato in cui si presenta, quel Cinemascope che tanto successo ebbe negli anni '50 e che la Disney adoperò per Lilli e il Vagabondo, ma che sarebbe stato utilizzato anche in seguito per film particolarmente spettacolari, come Taron e la Pentola Magica, A Bug's Life o Atlantis. E proprio in virtù dell'assenza di particolari guizzi artistici, il corto spinge al massimo il pedale della comicità, proponendoci in maniera assai buffa le origini e la storia di alcuni strumenti musicali, che si prendono tutti e dieci i minuti di durata, concedendo assai meno spazio alla cornice costituita dalla simpatica classe di uccellini. Un corto assai sintetico, quindi, che non si lascia andare a divagazioni o ulteriori approfondimenti. Rimane, però, un prodotto assai originale, sintomo di come, in quei primi anni '50, gli studi Disney fossero una scoppiettante fucina di idee.

                                 

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