Ho molto amato Fantasia nei suoi movimenti singoli, nei suoi "numeri musicali" presi come declinazione altissima delle Silly Symphonies, sublimate sia nel comparto grafico sia nella scelta e nell'accompagnamento musicale. Ciò non toglie che il film nel suo insieme mi abbia sempre lasciato piuttosto interdetto. Quella che mi pare la menda stilistica principale è costituita dalla selezione stessa dei brani che mi paiono ispirati più a un'intento antologico piuttosto che a una struttura programmatica come quella di un poema sinfonico o di una vera e propria sinfonia con esposizione, sviluppo,ripresa in un insieme delle parti maggiormente armonico. L'unico numero dal carattere "teleologico" è l'ultimo, ma la scelta di fondere insieme "la notte sul monte calvo" (versione Rimsky-Korsakov, più tellurico sarebbe stato l'originale di Musorgskij) e una (brutta) orchestrazione e riduzione per coro dell'aria di Schubert non mi convince fino in fondo.
Quando ai singoli numeri, sono convinto che i risultati maggiori siano stati raggiunti in quelli più contenutisticamente disimpegnati, all'apparenza più frivoli ma sicuramente più nelle corde della Disney dell'epoca: deliziosa la suite dallo Schiaccianoci, irresistibile il balletto dalla Gioconda, sublime l'apprendista stregone. Penalizzati da mire troppo ambiziose, imho, altri passaggi, come appunto la notte sul monte calvo, molto cromatica e guizzante, ma il vero spirito della composizione mi parrebbe di rinvenirlo piuttosto nel capolavoro di Alexeieff, e la Sagra della primavera dove l'accostamento della fase primitivista di Stravinsky con i dinosauri mi appare come una imprecisa messa a fuoco. Dirò che, con ben altri budget e mezzi a disposizione, Bozzetto raggiunse risultati ben diversi nell'episodio di Allegro non troppo dedicato al Bolero di Ravel dove la parallela, ma solo fino a un certo punto, evoluzione degli animali e degli uomini veicolano un messaggio molto più profondo.
Ciò detto, non intendo sminuire di una virgola un capolavoro che vide il fiore più bello dell'ingegno di Disney impegnarsi a confezionare qualcosa di mai concepito precedentemente, notevole il colpo di genio che lo portò a far capitolare un riluttante Stravinsky sulla cessione dei diritti per la Sagra: la rivoluzione d'Ottobre aveva fatto cadere la precedente legge zarista sul diritto d'autore e il veto del musicista non avrebbe potuto impedire l'utilizzo della propria opera.
Ottimi i risultati dal punto di vista musicale, specialmente la Sagra, di cui Stokowski fu grande ammiratore e primo esecutore su suolo statunitense, e la suite dello schiaccianoci, da cui si inferisce una decisiva passione per le corde russe. Non convince la riduzione per orchestra della toccata e fuga e la musica bachiana poco si presta a tali letture furenti e romantiche, innocua la pastorale, intensa la notte sul monte calvo. Ottima la prestazione della Philadelphia, compagine che non esito' a intentare causa per raggranellare qualche milione di dollari dalla Disney dopo che il film fu distribuito in VHS e DVD.