Topolino e lo Scienziato Pazzo (The Mad Doctor) 1933
L'umorismo satirico è sempre stato nelle corde dello stile disneyano fin dalle origini. D'altronde, cos'erano i
Laugh-O-Grams, prima serie animata disneyana, se non versioni parodiate e moderne delle fiabe classiche? Purtroppo, questo elemento si è man mano perso per strada, più nell'animazione che nel fumetto, ma corti come
The Mad Doctor dimostrano chiaramente come il filone fosse in auge tra gli anni '20 e '30: il corto in questione, infatti, prende in giro i primi film horror hollywoodiani, spesso ispirati a celebri romanzi come il
Frankestein di Mary Shelley o il
Dracula di Stoker, individuandone stilemi e stereotipi e proponendoli in chiave umoristica. Ecco quindi apparire un misterioso scienziato pazzo, che rapisce Pluto e lo conduce in un tetro maniero per usarlo come cavia in assurdi esperimenti, seguito a grandi passi da Topolino che si perde nei meandri del castello affrontando situazioni paradossali che ripropongono, esasperati, i cliché cinematografici. Naturalmente, il risultato è un corto molto divertente e improntato all'avventura che riprende e porta ai massimi livelli lo stile gotico di Ub Iwerks già visto in
The Skeleton Dance e
The Haunted House che si esprime al meglio nella resa degli ambienti del castello e dei suoi abitanti, in special modo nella figura dello scienziato pazzo, ritratto perfettamente in tutta la sua terrificante presenza. E poi c'è l'animazione, a livelli altissimi e assai complessa, come mai, forse, si era vista sinora, specie negli effetti animati. Naturale, quindi, che un corto come questo sarebbe stato capace di influenzare altre opere, dalla storia a fumetti
Topolino e Orazio nel Castello Incantato, uscita qualche mese prima sui quotidiani statunitensi e in cui sarebbero apparsi non uno, ma ben due scienziati pazzi, i professori Acca e Kappa, al, relativamente, recente corto
Runaway Brain, in cui, però, sarebbe stato lo stesso Topolino a fungere da cavia per un assurdo esperimento.
Mickey's Pal Pluto 1933
Dopo una serie di corti che lo vedevano co-protagonista al fianco di Topolino (
The Moose Hunt,
Fishin' Around,
The Mad Dog), in
Mickey's Pal Pluto il cane di Mickey assurge a protagonista assoluto, anticipando la sua serie animata in cui Topolino, seppur marginalmente, faceva qualche comparsata. La centralità di Pluto nel cortometraggio, poi, consente di analizzarne maggiormente la psicologia che ci mostra un personaggio piuttosto spontaneo quasi sempre alle prese con qualche intruso che minaccia di romperli le uova nel paniere e con cui si comporta sempre in maniera piuttosto scontrosa salvo poi diventarne amico sul finale. In questo caso, poi, i processi mentali del personaggio sono resi maggiormente espliciti dalla presenza di due esserini, un angelo e un diavoletto, che ne rappresentano il lato buono e quello cattivo, in perenne scontro tra loro: un clichè che sarà ampiamente sfruttato in ambito animato e che raggiungerà il suo culmine in opere come
Le Follie dell'Imperatore. Un elemento assai curioso di questo corto è che, assieme a
Orphan's Benefit, sarà l'unico dell'intera filmografia disneyana a vantare un vero e proprio remake, realizzato nel 1941 e vincitore di un premio Oscar, che, ancor più dell'originale, porrà l'accento sul messaggio animalista che la pellicola intende trasmettere.
Mickey's Meller Drammer 1933
Tornano in scena gli spettacolini teatrali degli esordi, con la messa in opera della celebre
Capanna dello Zio Tom. L'occasione è perfetta per rimettere in scena l'intero cast al gran completo: Topolino, Minni, Clarabella e Orazio recitano sul palco mentre Pippo lavora dietro le quinte, ritagliandosi, ogni tanto, qualche gag da protagonista. Manca pluto, ma in compenso c'è un gruppetto di cani che distruggerà scenografie e macchine di scena. Non mancano, però, trovate divertenti e/o interessanti, in primis la scena d'apertura in cui gli attori si vestono e si truccano per andare in scena, dipingendosi la faccia di nero con il fumo di una lampada ad olio o facendosi esplodere un petardo in faccia. Divertente anche la sequenza con Orazio che interpreta il ruolo del crudele padrone dello zio Tom, in cui il pubblico inizia a lanciargli addosso pomodori marci ed altri ortaggi assortiti, segno di come un tempo gli spettatori assistessero a spettacoli teatrali o cinematografici con grande trasporto e coinvolgimento. Un po' un peccato, quindi, che tutto si risolva in un banale e distruttivo inseguimento finale con i cani, esattamente come avveniva qualche anno prima.