Topolino e le Zanzare (Camping Out) 1934
E come
Shanghaied aveva fatto per Gambadilegno, questo corto recupera, invece, Orazio e Clarabella e, con loro, le spensierate atmosfere da scampagnata tra amici. E' interessante notare come Pippo, che nel giro di pochi anni avrà perfino una serie di corti tutta sua, non sia ancora stato inserito definitivamente nel gruppetto della Banda Disney e, in effetti, le sue stesse apparizioni si contano, finora, sulle dita di una mano, anche se i tempi del leggendario trio con Topolino e Pippo siano ormai imminenti. Tornando al corto, si tratta di una simpaticissima disavventura che coinvolge i quattro mentre villeggiano in campagna: l'intero short, infatti, è costituito da un continuo susseguirsi di gag inserite in una vera e propria lotta che il gruppetto sostiene contro uno sciame di zanzare, che, per certi versi, ricorda quella del corto
The Beach Party, avente per antagonista una piovra.
Playful Pluto 1934
Siamo agli sgoccioli dell'era del bianco e nero e l'animazione, ormai, si è fatta assai sofisticata: mentre corti come
The Goddess of Spring i focalizzano sullo studio della figura umana, altri continuano ad occuparsi dello sviluppo della psicologia dei personaggi. E' il caso, questo, di
Playful Pluto, corto appartenente sì alla serie di Topolino, ma avente come assoluto protagonista il cane di Mickey. In effetti, la difficoltà di scrivere trame sufficientemente interessanti per Mickey Mouse, personaggio caratterialmente piuttosto piatto, ha già indotto da tempo gli artisti degli Studios a privilegiare alcuni comprimari del mondo topesco ritenuti potenzialmente più interessanti. Pluto è il primo della lista e c'è da dire che la sua graduale conquista di un ruolo sempre più centrale all'interno degli shorts di Topolino aveva avuto inizio praticamente già dal suo esordio. Ma per far questo occorreva caratterizzare per bene il personaggio, donandogli una certa personalità. Tuttavia, il personaggio di Pluto rimase per parecchio tempo piuttosto scialbo, ritratto come il classico cagnolone combina-guai che, a fine corto, distruggeva tutto ciò che gli capitava a tiro. Tutto questo, fino a quando un talentuoso artista degli Studios, Norman Ferguson, non prese ad occuparsi, praticamente a tempo pieno, del personaggio. Il tocco di Ferguson è evidente in
Playful Pluto: il cagnolone corre, scodinzola, abbaia ma è anche dotato di una mimica facciale ed un'espressività straordinarie che, in un corto praticamente muto, consentono di capire esattamente ciò che sta succedendo e cosa passa per la testa del personaggio, attraverso una serie di straordinari primi piani. Costruire la psicologia di un personaggio partendo da zero e, oltretutto, di un personaggio muto non è certo affar semplice. Tuttavia è proprio grazie ad uno studio di questo genere che hanno preso vita personaggi straordinari della filmografia disneyana, dal Cucciolo di
Biancaneve al Gatto di
Pinocchio, entrambi curati dallo stesso Ferguson. Mica male per un corticino di otto minuti.
Gulliver Mickey (Gulliver Mickey) 1934
Ritornano le atmosfere di
Giantland, con Topolino che narra ai suoi nipotini (antesignani dei fumettistici Tip & Tap) la propria versione di famosi racconti letterari, non risparmiandosi qualche sana fanfaronata. Il tono è, quindi, parecchio umoristico e, al contrario di
Topolino nella Terra dei Giganti, che aveva dalla sua maggiore atmosfera e sfondi e paesaggi fiabeschi, qui si punta tutto sulle gag che coinvolgono Mickey, novello Gulliver, e i Lillipuziani. C'è da dire che alcune sono simpaticissime (le onde che giocano a dadi, il coltellino-cavallo), ma buona parte del corto è occupata dalle schermaglie tra il Topo e il minuscolo esercito che lo cannoneggia in continuazione, che, alla lunga, stufano, anche se non manca il finale d'azione, in cui Mickey lotta a colpi di boxe con un ragnone con la faccia di Gambadilegno. Dal punto di vista dell'animazione, si rileva come Topolino, ma tutti gli standard characters in generale, presenti uno stile assolutamente moderno, ormai maturato rispetto a quello di qualche anno prima, mentre i comprimari umani rimangano legati all'estetica anni '30, fatta di movimenti "gommosi", e ancora piuttosto grezzi nell'aspetto.