Rivisto giusto stasera. Che dire? Il primo grandioso lungometraggio Disney.
Ma mentre visionavo i contenuti speciali (possiedo la doppio-disco dvd del 2009) ho realizzato, forse per la prima volta, che questo film, tra i tanti suoi pregi, ne possiede uno assolutamente straordinario, molto probabilmente frutto della genialità di Walt Disney. Da sempre, infatti, quasi tutti i Classici Disney possiedono una struttura e dei contenuti più o meno fissi: non appartengono a nessun genere particolare, ma tendono, anzi, ad essere quanto più omni-comprensivi; affrontano tematiche spesso universali, quali la vita, la morte, l'amore; si presentano spesso come dei veri e propri musical. Biancaneve
introduce per la prima volta questi stilemi (la scoperta dell'acqua calda, direte voi
), ma la cosa incredibile è che il team di artisti che lo ha realizzato li abbia creati ex novo, senza avere alcuna certezza che un prodotto del genere che possedeva caratteristiche simili potesse funzionare. Certo, c'era stata la serie delle
Silly Symphony in precedenza che aveva introdotto qualcosa di simile e gli stessi corti di Topolino, specie nei primi anni, non si astenevano dal portare in scena balletti e canzoni. Ma in Biancaneve tutto questo si armonizza alla perfezione ed è incredibile come a 75 anni di distanza ci appaia fresco e lo si possa tranquillamente confrontare agli altri 50 classici, segno che, da una parte, le linee guide dettate dal film del '37 sono sempre state funzionali negli anni a venire pur nella loro apparente semplicità, dall'altra, che si tratta di una formula assolutamente universale che è stata man mano filtrata dal mondo del cinema. Ogni film d'animazione, disneyano e non, deve davvero molto alla principessa di Walt, senza la quale quasi sicuramente non ci troveremmo qui (ok, questa è una frase onnipresente nei contenuti speciali dei dvd, ma è sempre bene ricordarla).
Tecnicamente parlando i livelli sono ottimi e, mentre gli animali della foresta presentano ancora una character design tipico dei corti dell'epoca, l'animazione dei personaggi umani è qualcosa di mai visto fino a quel momento. Certo, è un po' un peccato che Biancaneve, graficamente ineccepibile, sia un personaggio assai banale, che passa dal melenso allo smielato, ma è pur vero che si tratta di una principessa, figura mutuata dalla tradizione fiabesca, esattamente come il Principe (di nome e di fatto, lol), che compare giusto alla fine per riportare la vicenda sui binari del "...e vissero tutti felici e contenti", nonostante, a quanto pare, inizialmente il suo ruolo dovesse essere assai più incisivo nella vicenda.
Ma in fin dei conti, le vere star del film sono loro, i Nani, personaggi assai più carismatici, forse anche perchè slegati da ruoli tradizionali prefissati. Nel realizzarli, gli animatori devono essersi sbizzarriti, donando loro una mimica ed una morbidezza grafica che pare preannunciare la tipica estetica disneyana anni '40. Anche qui, però, sono solo tre i nani che si mettono davvero in luce, grazie alle loro singolari ma memorabili caratterizzazioni: sto parlando ovviamente di Dotto, Brontolo e Cucciolo che, in un certo senso, occupano dei ruoli specifici nel gruppetto, essendo il primo una sorta di saggio decano, il secondo il più carismatico, che per primo si precipita in soccorso di Biancaneve guidando la carica dei nani, oltre ad essere l'unico personaggio che realmente matura durante la vicenda, tanto misogino e scontroso all'inizio, quanto commovente burbero dal cuore tenero nella scena del capezzale della fanciulla; infine c'è Cucciolo, il "bambino" del gruppo, forse quello maggiormente legato a quel tipo di animazione slapstick che nel frattempo spopolava nei cortometraggi Disney e non; ma è anche un vero e proprio attore (oltre ad essere l'unico nano che avrebbe potuto avere una carriera a solo, comparendo nel segmento de
L'Apprendista Stregone in
Fantasia, ma forse non si sarebbe rivelato tanto adatto quanto Topolino), che sopperisce alla mancanza della parola con una gestualità ed una mimica che non ha eguali tra gli altri personaggi, una mimica a cui sembra rifarsi il personaggio del Gatto in
Pinocchio, muto anche lui.
Le canzoni possono apparire un po' troppo melodiche al giorno d'oggi, ma hanno un ruolo insostituibile nella vicenda (oltre ad entrare nella testa del sottoscritto che si ritrova a canticchiare
Someday My Prince Will Come, salvo poi ricordarsi quale sia il contenuto della suddetta melodia
); le strumentali sono invece assolutamente d'effetto e non sono affatto invecchiate in più di settant'anni, anticipando anche motivi simili a quelli dei film degli anni '60.
Vorrei, però, sollevare una questione su un certo contenuto del DVD in mio possesso.
In
Disney Through the Decades, mini-documentario mutuato, penso, dalla precedente edizione del film del 2001, si raccontano brevemente i 70 anni di vita dell'azienda disneyana dall'uscita di Biancaneve ad oggi. Ebbene, lasciano un po' perplessi e amareggiati i contenuti di questa narrazione, che si soffermano più su progetti collaterali, quali i musical di Broadway o le navi da crociera, che sul reparto animazione, a cui vengono dedicati pochissimi minuti. E questo atteggiamento fa un po' incavolare, diamine. La Disney è PRIMA una casa di produzione cinematografica, soprattutto d'animazione, POI l'azienda che oggi possiede reti televisive, catene di negozi e case editrici. E' vero che Walt ampliò enormemente il raggio d'azione della propria impresa, lavorando a progetti quali i due Disneyaland o la televisione, ma è altrettanto vero che lui stesso diceva, "Spero soltanto che non ci dimentichiamo una cosa - che tutto è cominciato da un Topo", sapendo benissimo che il fulcro della sua azienda, ciò su cui si era costruita, era l'animazione. Quindi, fa girare le scatole questo pensiero diffuso che l'animazione sia la figlia della serva che viene sempre dopo tutto questo, quando essa stessa ha rappresentato la genesi di ogni cosa. E fa ancora più rabbia vedere che questa concezione bacata del cinema d'animazione Disney si sia insinuata in un prodotto che, al contrario, ne celebra la vera è propria nascita, proponendo il PRIMO CLASSICO D'ANIMAZIONE DISNEY.