Ohibò, Ferraris torna alla Disney Italia! :o
*si mette le mani nei capelli, poi si accorge che era l'unico a non saperlo a causa della storia sul Topo di cui aveva ancora la lettura in arretrato*
Ho sempre apprezzato lo stile del Ferraris italiano (anche se quello più remoto mi garbava di più; e recentemente mi sembra che metta poca cura nel disegno dei personaggi di contorno, quelli con naso a tartufo, per capirci), ma vederlo alle prese con lo stile Egmont è stato una bella sorpresa! Non mi convinceva appieno (in fondo, come giustamente dice piccolobush, l'autore di quelle pur raffinate tavole potrebbe essere, a una prima occhiata, un qualunque disegnatore egmontiano; checché ne dica Alec!), però, per quanto possa essere arduo valutare bene uno stile con l'osservazione di una sola storia (quella della saga del compleanno di Paperino).
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Ma solo a me ha fatto strano che Ferraris alla Egmont, nonostante l'ottima paga, migliore di quella nostrana, e la scarsa quantità di tavole da illustrare (per quanto il formato con griglia 4-tier possa essere difficoltoso, come sosteneva il buon Luciano Gatto
qui, ultima riga), sia tornato da "mamma" Disney Italia dopo solo un anno (e anche meno)? :
Vorrei tirare in ballo il post di Quaquarone in merito:
E oltretutto credo sia uno sforzo davvero imponente quello di cambiare così radicalmente il proprio stile, una cosa così naturalmente insita nella persona.
Un po' come chiedere a uno scrittore di cambiare il modo in cui descrive gli avvenimenti o i personaggi. E' una forzatura che io credo non riuscirei a sopportare. I miei complimenti quindi a Ferraris che ha avuto la forza di cambiare in questo modo, anche se non so questo quanto l'abbia soddisfatto.
Secondo me, la spiegazione sta tutta qua.
A parer mio, Ferraris, che si è trasferito alla Egmont per una questione di denaro (dovuta alla scarsità di sceneggiature da assegnare alla Disney Italia... ma anche alle paghe ridotte che essa offre), è rimasto sinceramente
insoddisfatto dai suoi nuovi lavori, che sfoggiavano sì uno stile raffinato e pulito, ma anche poco personale e, tutto sommato, imposto dall'alto.
In effetti lo stile del Ferraris di
Ciccio al Circo (che sto sfogliando in questo momento) ha ben poco di omogeneo (e non vado oltre per non ripetere cose già dette e ridette), ma nelle ultime tavole mi sembra che l'autore sia ritornato all'impostazione originaria, e questo non può che farmi piacere.
Oh no! Ho perso lo scudo anti-alec!