Mi faccio latore del seguente messaggio di Massimo inviatomi per email, con la richiesta di inserirlo sul forum dove più sarebbe stato opportuno.
Probabilmente lo "linkerò" anche dal commento alla scorsa Reggio che prima o poi farò, ma intanto, vista la lieta ricorrenza, mi sembra giusto metterlo qui di seguito.
- Paolo
[size=12]Cari amici del Papersera, scusatemi se ho aspettato così tanto a farmi “sentire”, ma un po’ il vostro volume (mi è partita una notte), un po’ i Bassotti (implicati nel Topostorie n. 30) e soprattutto la ricerca di parole belle come le tante che mi avete dedicato, mi hanno bloccato.
il libro è finito, i Bassotti sono quasi sistemati, mentre per le parole ho deciso che se avessi aspettato di trovare quelle giuste, saremmo andati al prossimo premio… Oltretutto, ne basta una sola: GRAZIE.
A caratteri cubitali e per tutti, ma proprio per tutti. Per quelli che hanno scritto e disegnato, per quelli che hanno pensato di farlo ma non ci sono riusciti, per chi non ha nemmeno potuto provare (la mia… bambina, per esempio), per chi ha impaginato, organizzato, mosso gente e oggetti.
Per chi mi ha chiesto autografi facendomi sentire un divo (e non se ne abbiano a male quelli a cui ho domandato quattro volte il nome… per quattro dediche diverse, però). Grazie a tutti quelli che hanno collaborato - vicini e lontani - alla magnifica giornata di sabato, una delle più belle (che poi, anche a pensarci bene, non ne trovo di migliori) della mia vita professionale.
Mi avete fatto sentire importante, soprattutto perché i vostri non sono complimenti di semplici lettori (ben vengano anche quelli), ma di veri esperti, attenti a tutto quello che sta dietro, sopra e sotto una storia a fumetti.
Con la gentilezza e l’affetto che vi avete regalato, avete contribuito a nutrire il mio ego che, anche se non arriverà mai alle vette dell’inimitabile Tito Faraci, è comunque salito di parecchi gradini.
Grazie anche di avermi fatto incontrare qualche amico che non vedevo da tempo, soprattutto - senza voler fare torto a nessuno - Massimo De Vita, il mio “fratello disneyano”.
Parlare con lui dopo tanti anni è stato come fare un tuffo nel passato. Ma senza nostalgia, però, perché il passato di un fumettista - grazie a voi lettori - è sempre il presente senza tempo della fantasia.
Vi voglio bene.
GRAZIE[/size]