Se posso tentare una delle mie postate su Lorenzo Pastrovicchio (Alessandro mi sfugge ancora un po’), direi che sin dalla sua prima opera (PKNA Trauma) due furono i tratti che lo avrebbero identificato nel futuro:
1) l’abilità di rendere scene dinamiche, combattimenti corpo a corpo, movimenti improvvisi;
2) la capacità di rendere ambienti vagamente dark, tanto che alcuni utenti già hanno parlato di tratto goticheggiante del disegnatore.
Forse è il primo quelli che meglio lo ha caratterizzato e che più ha colpito la nostra fantasia di pkers quando per la prima volta lo ammirammo su Trauma, capolavoro assoluto nella serie: quel suo modo tutto nuovo di usare all’estremo le linee dinamiche non poteva sfuggire a noi lettori.
E, del resto, un simile modo di tratteggiare il movimento si ritrova chiaramente anche in Fuoco Incrociato, terza avventura pikappica del Pastro, la seconda della quale ha curato matite ed inchiostri.
Parlavo di estremo utilizzo delle linee dinamiche perché Pastrovicchio tende ad usarne in grande quantità e, al contempo, ad accentuarle con un’inchiostrazione estremamente pesante, insolita nel disegno Disney, ma perfetta per rendere bene l’idea della ferocia che ha contraddistinto la scazzottata avente per protagonisti l’alieno mutante e Paperinik.
Servendosi appunto di tale artificio grafico, Pastrovicchio non solo ha ben reso la velocità dei colpi tirati da Trauma e dall’esoscheletro del papero mascherato, ma ci ha dato un’ottima idea di quanto i medesimi colpi siano potenti, e forse proprio questa era la caratteristica che più il disegnatore avrebbe dovuto trasmetterci, nelle intenzioni dello sceneggiatore Tito Faraci: ovviamente, il Pastro ce l’ha fatta.
Meno appariscente può invece risultare la deformazione che Pastrovicchio ha dato ai personaggi in movimento, per accentuarne lo spostamento. Non balza subito all’occhio, ma, con un pochino di spirito d’osservazione, non può sfuggire ad un secondo esame delle tavole: però va da sé che la deformazione in questione è stata registrata dal cervello sin da subito, e la cosa ha raggiunto lo scopo voluto di dare dinamicità all’azione.
Del resto, qualcosa di simile era stato tentato anche dal Cavazzano anni 70, e pure a Pastrovicchio riesce il colpaccio, alla perfezione. La sua deformazione non serve ad accentuare la prospettiva o il gigantismo: è come se il movimento fosse così rapido da deformare cineticamente e prospetticamente il corpo che si sta spostando, e tanto maggiore sarà la velocità o la forza, tanto più evidente sarà tale deformazione cinetica.
Qualcuno ricorda i manga sportivi dagli anni 60 in poi? Alludo a Tommy, Mimì, Mila e Shiro, Holly e Benji (e dire che li detesto pure...): se avete presente le palle da gioco deformate per simulare la velocità o la potenza degli impatti, ecco, io trovo che la stessa cosa sia stata fatta dal nostro disegnatore nelle sue storie molto più di chiunque altro in precedenza nel mondo Disney, e con estremo successo, ribadisco.
Quanto al secondo punto del quale sopra, l’abilità gotica di Lorenzo si vede ancora nella storia di Trauma, dove teatro dello scontro sono proprio alcuni palazzi in stile neogotico: scelta di Faraci da subito o suggerimento del disegnatore?
Sia come sia, questa sua particolare abilità lo rende il disegnatore adatto per storie fantasy come Wizards of Mickey: ottima scelta che sicuramente merita approvazione, e bravo ad Ambrosio per averla fatta, ma...
Ma quello che era il pregio di Pastrovicchio, quanto all’abilità di rappresentare i movimenti con linee dinamiche pesanti, va a costituire, con evidente contrappasso, un limite del disegnatore laddove il medesimo, per la “grandezza” del personaggio, non può tracciare linee cinetiche di tale spessore: per questo WoM non ci sembra all’altezza di tanti altri lavori del Pastro nella dinamicità dei personaggi, sicuramente inferiore a quella dimostrata in PKNA, soprattutto per quanto concerne le scene di combattimento.
In esse, infatti, vediamo spesso un Topolino combattere contro avversari più grandi di lui, ma i suoi movimenti ci appaiono sempre sin troppo limitati, sensazione che subito scompare quando combattono i draghi o il Mazinkaiser dei poveri che il Topo si è trovato sfortunatamente a pilotare, quando le capacità di rappresentazione dinamica di Pastrovicchio possono scatenarsi senza limitazione dimensionale alcuna.
Da ultimo, osservo che queste caratteristiche del Pastro vanno perse se l’inchiostratore non è in grado di seguirle nel migliore dei modi (parte di PKNA Manutenzione straordinaria ben lo testimonia): per questo spero sempre che la storia sia sempre ripassata a china dallo stesso Lorenzo.
Qualcuno ha parlato di una decadenza di Pastrovicchio negli ultimi tempi, secondo alcuni iniziata già ai tempi delle Pkfrittole. Più che di una decadenza, secondo me, si tratta di una fase di studio che l’autore sta attraversando, un po’ come fece Massimo De Vita per anni, nella quale Pastrovicchio sta sperimentando come adattare al meglio il proprio tratto ipercinetico a storie che di cinetico hanno poco, o come farlo funzionare alla perfezione anche su personaggi dalle dimensioni ridotte, anche se la cosa gli sta costando parecchio in termini di espressività.
Se la mia teoria è giusta, ritengo tuttavia che valga la pena di aspettare ancora un paio d’anni prima di esprimere un giudizio in senso lato “definitivo”, perché in qualche ultima prova (Topolinia 20802) Lorenzo ha dato segni di notevole risveglio, come se la quadratura del cerchio fosse finalmente ad un passo: spero sia davvero così, perché sono certo che presto Lorenzo saprà stupirci, lasciando un segno indelebile nella storia del Disney italiano e diventando un punto di riferimento per tutti i disegnatori che verranno dopo di lui.